Paterson

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writer58 lunedì 26 dicembre 2016
ohio blue tip Valutazione 4 stelle su cinque
74%
No
26%

Non so se avete presente quelle stampe giapponesi, dai colori tenui, i segni evanescenti, che contengono silhuette snelle di barche, vulcani incappucciati di neve, peschi rosa pallido, fiori bianchi e violacei, nuvole soffici e stratificate. Un universo dove la ripetizione di un canone preciso si accoppia con minime variazioni di luogo, di composizione, di gradazioni cromatiche. Un mondo dalla poetica quasi impalpabile eppure ben riconoscibile, uno spazio zen leggero e iridescente.
Questa è l'impressione che mi ha provocato la visione di "Paterson", ultimo lavoro di Jim Jarmusch. Non si tratta, come qualcuno ha scritto, di una "poetica del quotidiano", ma di uno sguardo che ci mostra la "quotidianità della poesia", i legami di senso che, connettendo eventi concreti, conferiscono spessore e bellezza allo scorrere degli eventi. [+]

[+] buon anno... (di writer58)
[+] una recensione ben argomentata (di antonio montefalcone)
[+] a proposito di caffè (di effepi57)
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antonio montefalcone giovedì 29 dicembre 2016
viaggio in una vita che si fa poesia, e viceversa Valutazione 4 stelle su cinque
72%
No
28%

Paterson è il titolo del poema epico di William Carlos Williams, grande poeta americano. Ma è anche il nome di una piccola città del New Jersey e il nome del protagonista di questo film, a sua volta fan del libro di poesie di Williams e lui stesso poeta. Le coincidenze e i rimandi non sono un caso nell’ultima pellicola di Jim Jarmush. Pellicola che, pur nello stile minimalista e ironico a cui ci ha abituato il regista, sembra stavolta pura astrazione visiva, perfetta fusione tra “forma” e “sostanza” cinematografica e al tempo stesso come un quadro affascinante e interessante sull’esistenza dell’uomo, non soltanto del protagonista: un ritratto agrodolce, come in bianco e nero (i colori preferiti dalla moglie di Peterson) ma anche molto concreto di una quotidianità ordinaria e immobile, immersa in uno stato di eterna sospensione o circolarità (come i cerchi che sua moglie dipinge) che cerca sfumature e significati persino dove non dovrebbero esserci. [+]

[+] questa pellicola è una scommessa vinta (di tom87)
[+] non sono d'accordo (di flaw54)
[+] questo uomo è malato. (di enricodanelli)
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robert eroica mercoledì 8 marzo 2017
paterson, new jersey, usa Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

 Il grande Giuseppe Turroni (un critico che si legge come si ammira un quadro) per parlare dei film amati, era solito associarli ad una voce poetica americana. Uno dei nomi ricorrenti era William Carlos Williams, autore del poema Paterson (e di altri scritti sublimi sul Nuovo Mondo presenti “Nelle vene dell’America) e nume tutelare di questo grande, grandissimo film di un autore, Jim Jarmusch che negli ultimi anni ci aveva rifilato più di una delusione. Come per dire, che nella migliore tradizione del cinema yankee tutto si tiene. Il concorso di Cannes 2016 ha vergognosamente snobbato “Paterson”, la storia di un giovane autista di bus che si chiama come la città in cui vive e lavora, che è sposato con una ragazza deliziosa e creativa. [+]

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valterchiappa domenica 4 giugno 2017
la poesia è nelle piccole cose? Valutazione 2 stelle su cinque
67%
No
33%

La poesia è nelle piccole cose? O forse la poesia è ovunque, nel ciclico ripetersi della vita.
Una settimana di Paterson (Adam Driver) e di Laura (l’iraniana Golshifteh Farahani). Lunedì, martedì, mercoledì… ogni giornata si ripropone simile, ma sempre leggermente diversa: la posizione dei due giovani sposi nel letto, il percorso a piedi verso il lavoro, gli incontri sull’autobus di cui è Paterson conducente, autobus che ruota anch’esso circolare nella cittadina che si chiama come lui, la passeggiata col cane, la birra al solito pub. In essa frammenti di dialoghi, magari solo ascoltati, o scambi occasionali con persone sempre uguali o sempre diverse: il caposervizio della stazione degli autobus, passeggeri che lasciano scie di pensieri nell’aria, una bambina, il solito barista, un turista giapponese. [+]

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maria f. martedì 14 febbraio 2017
evviva i buoni film! Valutazione 4 stelle su cinque
55%
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45%

Una storia delicata, garbata, che ci riferisce come un’esistenza può essere goduta appieno senza inutili scossoni, come può essere assaporata fino in fondo se si ha il raro dono di ascoltare, osservare, avere la capacità di afferrare l’attimo e bloccare nella mente qualsiasi cosa ti circondi, senza fretta.
La vita intellettuale di Paterson, non nasce – come molti hanno detto - dalla monotonia del suo lavoro ma In lui vive e fluisce il talento di sapere tradurre ogni sensazione in parole semplici, concetti chiari.
La sua creatività non è mai banale.
La mitezza del suo essere e la sua ricchezza spirituale fanno sì che possa entrare in comunione con tutti. [+]

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maumauroma venerdì 6 gennaio 2017
paterson Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Comunemente si pensa che i poeti vivano con la testa fra le nuvole, in qualche empireo sperduto, lontano dalle insidie e dai problemi che offre questo mondo, abitato da persone che consumano le loro esistenze attraversando continuamente trilioni di molecole che si aprono al loro passaggio e che si richiudono alle loro spalle, sempre. Paterson guida tutti i giorni il suo autobus attraverso le strade della cittadina del New Jersey che porta il suo stesso nome. Per lui ogni giorno della settimana e' sempre lo stesso. Sveglia la mattina , una fugace colazione, il lavoro di autista, una birra al pub la sera. Eppure a Paterson ogni giorno rivela sorprese: uno scorcio della citta' visto sotto una luce diversa , un discorso  rubato ai  passeggeri, un'esperienza nel pub mentre conversa con la gente che lo frequenta. [+]

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lbavassano domenica 8 gennaio 2017
l'incanto quotidiano della bellezza Valutazione 4 stelle su cinque
50%
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Ci parla del nostro bisogno di bellezza, il bel film di Jim Jarmusch, della possibilità che a ciascuno è data di cogliere un frammento di bellezza, una sua rifrazione, anche nei paesaggi desolati che attraversiamo ogni mattina, nelle nostre vite ordinarie, nei nostri ordinari mestieri, a patto di saper guardare con occhi diversi, ascoltare con attenzione partecipe. Perché ogni luogo è Paterson e tutti possiamo essere Paterson. Ci parla della capacità della poesia di donare splendore ai luoghi desolati in cui ci siamo trovati a vivere, alle vite desolate che ci circondano e che sono la nostra. Ci parla dell'incanto e della fragilità della bellezza, del costante rischio che corre di essere distrutta dalla banalità del quotidiano, dalla nostra disattenzione soprattutto. [+]

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fabio 3121 giovedì 7 maggio 2020
il taccuino segreto di paterson Valutazione 4 stelle su cinque
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il film è girato nella tranquilla cittadina di Paterson nel New Jersey dove si ascolta ancora pulito il suono delle cascate. La pellicola del regista Jim Jarmusch racconta la storia dell'autista di autobus della linea "36" Paterson (Adam Driver) il quale conduce una vita regolare e abitudinaria. Va a piedi alla stazione degli autobus e quindi parte per le sue corse girando per la cittadina ed ascoltando quasi origliando i discorsi che fanno i passeggeri del suo autobus. Rientrato a casa lo aspetta una moglie dolce e fantasiosa che dipinge pareti, prepara dolcetti e coltiva la passione per la chitarra. Dopo cena Paterson esce tutte le sere con il cane bulldog "Marvin" a fare un giro per poi fermarsi al solito pub a bere una pinta di birra chiara allla spina. [+]

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felicity lunedì 31 agosto 2020
un film sulla poesia che è esso stesso una poesia Valutazione 4 stelle su cinque
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Paterson ripete ogni giorno lo stesso percorso, col suo vecchio autobus. E, alla fine, visto dall’alto, da quella prospettiva perpendicolare che lo sorprende a letto, il suo cammino assomiglia a un muoversi in tondo.
Al fondo, c’è un senso di tristezza difficilmente digeribile, ben dipinto sul volto di Adam Driver. Addirittura di angoscia.
Perché è come se nulla avesse più senso, una direzione di marcia capace di distinguere le traiettorie individuali. L’ambizione non ha senso. Neppure l’amore, che sembra promettere la felicità, ma poi è tutto un patteggiare. Patteggiare la solitudine del nostro spazio interiore, la nostra ritrosia con l’entusiasmo invadente, ingenuo di lei. [+]

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carloalberto venerdì 11 dicembre 2020
due interpretazioni a confronto Valutazione 1 stelle su cinque
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 Questo film di Jarmusch si presta a due interpretazioni di segno opposto, entrambi non soddisfacenti.
Secondo alcuni, è una geniale e provocatoria presa per i fondelli del velleitarismo artistico tipico di quella fetta della piccola borghesia transnazionale, vittima di una rapida acculturazione di massa, accelerata dal pressappochismo divulgativo dei mass media. E’ la middle class, apaticamente appiattita nella noia della routine quotidiana, in una società priva di prospettive e di passioni dove gli aneliti rivoluzionari sono ridotti alle gesta dell’anarchico Bresci riassunte in una chiacchiera orecchiata su di un autobus, emblematicamente incarnata dall’uomo qualunque, anonimo cittadino omonimo di una qualunque anonima provincia americana, e dalla sua compagna, che con citazioni a vanvera di nomi di poeti dello stilnovismo italiano e la creazione di versi naif, parodisticamente ispirati all’imagismo anglosassone di inizi novecento, cerca di emergere, distinguendosi, dalla sottocultura popolare che intitola parchi a Gianni e Pinotto. [+]

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