Paterson |
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Un film di Jim Jarmusch.
Con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Kara Hayward, Sterling Jerins.
continua»
Titolo originale Paterson.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- USA 2016.
- Cinema
uscita giovedì 22 dicembre 2016.
MYMONETRO
Paterson
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Piccole (o grandi?) cosedi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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venerdì 27 gennaio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non ci sono eventi eccezionali nella vita di Paterson (Adam Driver) che vive nella omonima cittadina del New Jersey. Si sveglia ogni mattina accanto a sua moglie che sogna di avere due gemelli o inventa un nuovo look per sé o per la casa alla ricerca di nuove illusioni creative; si reca al lavoro di autista di autobus di linea (e chi può guidare meglio di un driver?), che gli permette di orecchiare il chiacchiericcio dei passeggeri con la stessa pacata indulgenza che rivolge alle lamentele di un collega di lavoro indiano; al ritorno a casa c’è la sorpresa delle modifiche prodotte dal pennello della moglie, e c’è Marvin, un dispettoso bulldog inglese con opinioni e gelosie tutte sue, da portare a spasso; poco male: il cane fornisce a Paterson l’occasione per una birra serale nel consueto bar. Il locale è un luogo metafisico che inscena le partite a scacchi del barista contro se stesso, i rimbrotti della moglie di costui e il dramma di un giovane innamorato rifiutato dalla donna che ama da sempre. Metafisico è anche il paesaggio che Paterson seduto su una panchina rimira appena può farlo: un ponte sul fiume che sembra una astrazione ideale, nitida ed essenziale come un dipinto di Edward Hopper. Dai piccoli fatti quotidiani l’autista trae ispirazione per gradevoli poesie minimaliste che fluiscono rapide dalla sua penna senza ripensamenti e correzioni andando a riempire il suo taccuino, ma …
Il film di Jarmush, autore a suo tempo del memorabile Daunbailò con Benigni, un bianco e nero tratteggiato in un bar americano, è leggero e cattivante, forse anche troppo, nella continua ricerca delle piccole cose di ogni giorno quasi fossero eventi irripetibili. Una vita senza scosse, se non un falso tentato suicidio da sventare o una inattesa avaria del bus; la distruzione del fatidico taccuino è l’unica “tragedia”: chiunque scrive poesie e racconti sa bene che non troverà mai più le parole perfette della prima stesura e patisce per una perdita irrimediabile che nuovi fogli bianchi da riempire non riusciranno a colmare. La pellicola fila liscia, anche troppo – ripetiamo –, nello scorrere di sequenze pacate e ripetitive. In un mondo dove tutti urlano assordanti la propria opinione, errata o giusta che sia, come fosse una verità assoluta forse parlare o scrivere o filmare a toni bassi, sommessamente, può essere una via di uscita. Forse. Non ne siamo sicuri, ma può essere proprio qui il limite del film. Anche da parte di chi pure è affascinato dal minimalismo non resta che dire al minimalista Jarmush, come al Sam di Woody Allen: riprovaci ancora, perché la vita è anche gremita di scosse e deviazioni memorabili. Resta comunque un film da vedere per la poesia che gli fornisce sostanza; e non è poco.
Valutazione ***
FabioFeli
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