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Ultimo aggiornamento giovedì 19 maggio 2022
Amici, conoscenti e nemici di Luca quarantatreenne mite e sornione se la dovranno vedere con i vari componenti di un colorito nucleo malavitoso. In Italia al Box Office Uno di Famiglia ha incassato 904 mila euro .
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Luca è un ex attore diventato insegnante di dizione: un precario del nostro tempo che fa una gran fatica a farsi pagare dai suoi studenti. Uno di questi (fra i pochi che pagano) è Mario Serranò, un bel ragazzo che cerca di togliersi l'accento calabrese. Un giorno, in uscita da casa sua, Mario viene quasi investito da un'auto in corsa, e Luca riesce a strattonarlo via appena in tempo, proprio davanti agli occhi di Angela, la zia del ragazzo. Da quel momento Angela Serranò prenderà sotto la sua ala lo scombinato Luca, che fino a quel momento non aveva santi in Paradiso, e ora invece è protetto da una sfilza di Padrini: i Serranò formano infatti una potentissima Famiglia di 'ndranghetisti che tiene in mano le sorti della Capitale.
Uno di famiglia è una spassosa commedia che si fa beffe di tutto: cosche organizzate e lavoratori dello spettacolo, antiquari spocchiosi e figlie di giornalisti arroganti, politici, poliziotti e persino portatori di handicap.
Questa volta il quarantenne Alessio Maria Federici ha avuto la saggezza di mettersi accanto due sceneggiatori che hanno coscritto alcune delle commedie più riuscite del cinema italiano contemporaneo: Andrea Garello, nel team di Smetto quando voglio (ma anche di Senza nessuna pietà, Amnésia e della bella serie televisiva Via Zanardi 33), e Giacomo Ciarrapico, coautore di Boris (la serie e il film) ma anche di Ogni maledetto Natale e del recente Troppa grazia.
Questo dream team è riuscito a creare personaggi credibili pur nell'esagerazione comica, a uscire e rientrare disinvoltamente nello stereotipo con grande libertà creativa, spiazzando occasionalmente le aspettative e lasciando ai personaggi un fondo di umanità riconoscibile: ad esempio Regina, la fidanzata di Luca, sfugge alla macchietta dell'ottusa rompiballe per rivelarsi solidale e sfaccettata, pur nel tratteggio parodistico. La sceneggiatura affronta anche la realtà economica dei precari: sfidiamo qualunque lavoratore dell'"industria culturale" a non esultare quando i Serranò si occupano del recupero crediti del povero Luca.
Il cast fa onore alla buona scrittura: da Pietro Sermonti che, nei panni di Luca, tira fuori tutta la sua irresistibile bonomia, a Nino Frassica nel ruolo del boss Peppino Serranò, a Massimo De Lorenzo, calabrese autentico che afferisce alla sua recitazione tutta la potenza comica del dialetto regionale. Ma Uno di famiglia appartiene soprattutto a Lucia Ocone, che non solo fa suo un accento credibile, ma incarna perfettamente il ruolo della donna di potere del Sud, non limitandosi a tratteggiare una "mafia princess" ma attingendo all'archetipo della "reggitora" mediterranea. La sua determinazione è l'asse portante della storia e la spina dorsale del film, perfettamente contrapposta alla morbidezza e ignavia del Luca di Pietro Sermonti.
La regia di Federici trova un ritmo di commedia incalzante e aderente al contenuto, e si concede anche un certo piglio autoriale (come la scena iniziale, sui titoli di testa) azzardando soluzioni filmiche originali: persino il product placement è gestito con intelligenza e misura. Il merito, oltre che del regista, va alla produzione di Luigi e Olivia Musini, quest'ultima anche generazionalmente vicina a Federici e agli interpreti. E la Warner, che ha coprodotto con cura e che distribuisce in sala, darà a questa commedia la forza muscolare per farsi notare dal pubblico.
Il set di Uno di famiglia è di quelli faraonici. Più che altro per le dimensioni della villa, Villa Veientana a Roma, dove si sono appena concluse le riprese di Uno di famiglia. Dietro la macchina da presa, con lo sguardo fisso sul monitor, troviamo Alessio Maria Federici, regista già di Fratelli Unici e Terapia di coppia per amanti, alle prese stavolta con quella che definisce una "commedia dissacratoria" sulla malavita. Protagonista ancora una volta Pietro Sermonti, nei panni di Luca, professore di dizione del giovane Mario (il bravo Moisé Curia).
Vuole fare l'attore, Mario, ma ha un problema di dialetto che deve alla sua calabresissima famiglia: i Serranò, ndranghetisti capeggiati dal boss Peppino (Nino Frassica). Quando Luca salverà la vita di Mario, la famiglia gli sarà così riconoscente da risolvergli di colpo ogni problema, entrando a gamba tesa nella sua vita.
Completano il cast Lucia Ocone, nei panni della spietata Zia Angela, e Sarah Felberbaum, fidanzata di Luca/Sermonti.
Il film è scritto a sei mani da Giacomo Ciarrapico e Andrea Garello (rispettivamente firme di Boris e Smetto quando voglio) oltre allo stesso regista, che così illustra il suo film: "Cosa succede all'uomo onesto e perbene, rispettoso delle regole, che si trova a ricevere favori inaspettatamente da chi appartiene al mondo di illegalità di cui l'Italia si fa sempre forza? Me lo sono chiesto girando questo film, con un protagonista che vive il dramma di chi non ha mai conosciuto privilegi, così all'inizio se ne crogiola, poi si accorge che gli stanno togliendo ogni libertà di scegliere".
Si può ridere sulla malavita? "Si deve, soprattutto oggi che siamo abituati a vederla trattata in chiave noir nelle varie Gomorra, Suburra o Narcos: noi invece ridiamo sui mafiosi e mettiamo in scena come l'affiliazione sia qualcosa da cui alla fine non esci mai". I riferimenti, prosegue Federici, sono tutti oltreoceano: "Vorrei fare quello che ha fatto Ben Stiller con Tropic Thunder sulla guerra. L'autorialità non è qualcosa che inseguo, considero autori Ridley e Tony Scott. Sentivo la necessità di raccontare qualcosa che riguarda la nostra quotidianità, fatta di continui favori chiesti, ridendo sulle conseguenze imprevedibili di chi questi favori li riceve".
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Cosa avviene quando uno viene considerato come appartenente ad una famiglia? Che egli prende parte e condivide tutto ciò che riguarda essa e che si instaura un rapporto di reciproco aiuto e collaborazione tra i suoi vari componenti. Ed è quello che succede al protagonista di “Uno di Famiglia” del regista Alessio Maria Federici che, svolgendo il lavoro di insegnante di [...] Vai alla recensione »
Luca, ex attore di teatro e mite insegnante di dizione, al termine di una lezione salva la vita a Mario, un suo allievo, che stava per essere investito sotto casa. Da quel momento la riconoscenza della famiglia del ragazzo diventa per l’insegnante una vera persecuzione, soprattutto causa il fatto che i Serranò sono una delle più temibili cosche della ‘Ndrangheta.
Pare quasi che esalti la criminalità e lo stile di vita a dir poco superficiale che circonda il film. Mi delude sempre di più Marcorè che accetti ruoli del genere. Al confronto Franco Franchi e Ciccio Ingrassia erano da premi oscar.
E' una commedia? E' una denuncia? E'denuncia contro il potere ho i poteri? Questo film contiene tutte queste cose; mi è piaciuto decisamente dalla prima inquadratura; una sapiente mano ha messo in scena un film che lascia aperto un dialogo con chi è spettatore. A tratti è un messaggio disperato ,quasi [...] Vai alla recensione »
Solo che in questi caso ci sono i calabresi. Molto bello e godibile. Sicuramente non è un colossal, un filmone storico come quelli di De Palma ma si passa un'ora e mezza in allegria. Mai visto Frassica così in forma. Gli ho dato 4 solo perchè c'è Sermonti, altrimenti non lo avrei nemmeno visto. Durante la scena del disbile sono stato male per riprendermi due secondi [...] Vai alla recensione »
Una commedia che analizza varie sfaccettature della razza italica, con velata ironia e leggerezza, una leggerezza che alla lunga non paga, perchè rimane distaccata, superficiale, trasmettendo alle volte messaggi non del tutto positivi salvo poi redimersi in un finale frettolosamente archiviato mettendo le mani in pasta un pò dappertutto.
Davvero carino questo film che rappresenta in maniera intelligente ed ironica il rischio di infiltrazione della malavita nella vita delle persone comuni. Luca è un uomo per bene, colto ed onesto, con una vita normale ed un solo problema: il portafoglio precario come il suo lavoro. Luca insegna dizione a una ragazza terribile, ad un politico ignorante e ad un giovane calabrese, Mario.
Un film divertente e leggero. Tante risate con un intramontabile Nino Frassica
Un film noioso che non si sviluppa e non lascia alcun messaggio.Deludente e noioso. E poi la Calabria è anche altro...non lascia nulla e non diverte.preoccupate il finale che di fatto non lascia speranza.
Ennesima commedia raffazzonata, con una sceneggiatura traballante, inzeppata di macchiette, in cui le poche volte in cui si sorride è per qualche guizzo attoriale... Un film per il cinema è un'altra cosa.