flyanto
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venerdì 26 ottobre 2018
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intrappolato nel clan mafioso
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Cosa avviene quando uno viene considerato come appartenente ad una famiglia? Che egli prende parte e condivide tutto ciò che riguarda essa e che si instaura un rapporto di reciproco aiuto e collaborazione tra i suoi vari componenti. Ed è quello che succede al protagonista di “Uno di Famiglia” del regista Alessio Maria Federici che, svolgendo il lavoro di insegnante di dizione per aspiranti attori/attrici, salva la vita ad uno di loro in un incidente per la strada. In realtà il giovane è figlio di una potente e famosa famiglia mafiosa e l’incidente era un agguato alla sua vita. Da questo momento in poi, l’insegnate avrà la gratitudine e l’aiuto in varie situazioni critiche in cui egli si trova da parte dell’intero clan malavitoso e verrà da quest’ultimo considerato come un ‘affiliato’.
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Cosa avviene quando uno viene considerato come appartenente ad una famiglia? Che egli prende parte e condivide tutto ciò che riguarda essa e che si instaura un rapporto di reciproco aiuto e collaborazione tra i suoi vari componenti. Ed è quello che succede al protagonista di “Uno di Famiglia” del regista Alessio Maria Federici che, svolgendo il lavoro di insegnante di dizione per aspiranti attori/attrici, salva la vita ad uno di loro in un incidente per la strada. In realtà il giovane è figlio di una potente e famosa famiglia mafiosa e l’incidente era un agguato alla sua vita. Da questo momento in poi, l’insegnate avrà la gratitudine e l’aiuto in varie situazioni critiche in cui egli si trova da parte dell’intero clan malavitoso e verrà da quest’ultimo considerato come un ‘affiliato’. Sarà difficile per l’uomo interrompere il rapporto instauratosi.
E’ bene non raccontare tutto e tanto meno, ovviamente, il finale perché, per quanto sia paradossale, la storia è divertente proprio per il suo svolgersi, ricco di avventure e colpi di scena che rendono briosa ed incalzante questa pellicola. Attraverso un sceneggiatura costruita in maniera ironica, è proprio attraverso questa intelligente arguzia che il film prende in giro svariati aspetti della situazione del nostro Paese concernenti sia la Società in generale che i singoli individui. Sostenendo per assurdo che soltanto grazie alla presenza della Mafia le situazioni e certi mal costumi italiani si possono e si devono risolvere, Federici coglie l’occasione per denunciare tutto ciò che non va sul suolo italiano, creando una vicenda avvincente e piacevole a seguirsi. Tutti gli attori che vi prendono parte, a guisa di ‘macchietta’, rendono più che mai accattivante l’intera pellicola ma è soprattutto grazie alla presenza di Lucia Ocone, prima su tutti, e di Pietro Sermonti che essa acquista quel qualcosa in più che la contraddistingue dalle altre commedie dello stesso genere o peggio, dalla banalità più totale.
Pertanto, essendo ben girato, ben interpretato e quanto mai spassoso, il film è del tutto consigliabile nonostante la sua leggerezza.
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domenica 28 ottobre 2018
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banale, superficiale e non fa neppure ridere!
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Commedia banale e con una sceneggiatura a dire poco approssimativa. Non riesce neppure a fare ridere, rimane in superfice. Vengono toccati dei temi potenzialmente interessanti ma poi vengono lasciati andare, dispersi nella inconsistenza. Non si riesce quindi a capire se questo voleva essere una commedia per far ridere, o un film impegnato dove con un tocco ironico, nelle intenzioni del regista e degli sceneggiatori, si voleva mettere in evidenza la forza delle organizzazioni malavitose di origine calabrase basata su di un codice familiare inossidabile. La sintesi del film, potrebbe essere: approssimativo.
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jonnylogan
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domenica 17 ottobre 2021
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la famiglia allargata
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Luca, ex attore di teatro e mite insegnante di dizione, al termine di una lezione salva la vita a Mario, un suo allievo, che stava per essere investito sotto casa. Da quel momento la riconoscenza della famiglia del ragazzo diventa per l’insegnante una vera persecuzione, soprattutto causa il fatto che i Serranò sono una delle più temibili cosche della ‘Ndrangheta.
Pietro Sermonti si muove fra luoghi comuni e facili fraintendimenti partendo dall’assunto che “l’onestà non sempre paghi” e i propri allievi, per lui precario dei giorni nostri, siano perfettamente capaci di addurre ogni genere di scusa pur di non saldare i propri debiti.
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Luca, ex attore di teatro e mite insegnante di dizione, al termine di una lezione salva la vita a Mario, un suo allievo, che stava per essere investito sotto casa. Da quel momento la riconoscenza della famiglia del ragazzo diventa per l’insegnante una vera persecuzione, soprattutto causa il fatto che i Serranò sono una delle più temibili cosche della ‘Ndrangheta.
Pietro Sermonti si muove fra luoghi comuni e facili fraintendimenti partendo dall’assunto che “l’onestà non sempre paghi” e i propri allievi, per lui precario dei giorni nostri, siano perfettamente capaci di addurre ogni genere di scusa pur di non saldare i propri debiti. Tutti a parte Mario, Moisè Curia, ragazzo mite come Luca che sa saldare il conto del professore con regolarità teutonica. Dall’altro lato della doppia barricata si muove sia la famiglia dei Serranò, composta da Nino Frassica, ovvero Peppino il leader indiscusso, e Lucia Ocone, abile comica capace di dare alla figura della zia Angela una via di mezzo fra serietà, facezia e scene degne del padrino. Mentre dall’altro lato Sarah Felberbaum interpreta Regina, fidanzata storica di Luca che lo vorrebbe spingere ad abbandonare definitivamente la miriade di ‘piccoli piaceri’ cui i Serranò sottopongono il ragazzo e anche il gruppo di amici facoltosi e borghesi della ragazza che vedono in Luca un uomo inadeguato a frequentarla. Nel mezzo Sermonti confeziona una prova da protagonista di livello come solo nella trilogia di ‘Smetto quando Voglio’ e in ‘Boris’, e non a caso i co-sceneggiatori Andrea Garello e Giacomo Ciarrapico hanno partecipato a queste produzioni, lo avevamo visto. Una via perfettamente misurata fra il serio, con un rapporto affettivo che rischia di frantumarsi al primo ‘alito di Serranò’ e il comico, fra cui citiamo le continue e immancabili visite all’affittuario tetraplegico della sua abitazione, impersonato da Neri Marcorè, che da sempre si rifiuta di saldare il proprio debito. Si ride, si riflette e alla fine ci si diverte pur di fronte a soggetti fortemente marcati in termini comici e per quanto il tentativo di mischiare cittadini normali e membri delle cosche mafiose non sia di certo una novità.
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