Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Al cinema | 13 sale cinematografiche |
Regia di | Milad Tangshir |
Attori | Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota, Max Liotta . |
Uscita | mercoledì 11 settembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 3,72 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 9 settembre 2024
Un giovane immigrato clandestino viene assunto come rider. Il primo giorno di lavoro, però, viene derubato della sua bicicletta. Presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 81.
CONSIGLIATO SÌ
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Torino. Issa è un giovane immigrato clandestino, da sei anni in Italia, che è stato appena licenziato. Cerca così di farsi aiutare dal suo amico Mario, che lavora in un ristorante per trovare un'altra occupazione. Lui lo accompagna a comprare una bicicletta usata a un prezzo decente e gli fornisce uno zaino e uno smartphone per fare il rider. All'inizio le cose sembrano mettersi bene ma un giorno, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta. Vede il ladro, corre per raggiungerlo ma poi lo perde di vista. Non ha però il denaro necessario per comprarne un'altra. Così cerca disperatamente di ritrovare la sua. Inizia così a girare per la città per ritrovarla ma finisce per mettersi nei guai.
Le luci di città. Dalla notte al giorno e, ancora, la notte. L'ambientazione è quasi sempre in esterno e Torino viene attraversata seguendo gli spostamenti di Issa. A piedi, in bici, ancora a piedi. C'è una sorta di pedinamento zavattiniano nei suoi confronti.
È il giovane protagonista che sembra costruire
la propria storia e non viceversa in un cinema fatto di accadimenti che sembrano presi così come
sono dalla realtà, senza dare l'impressione di nessun cambiamento se non impercettibile. Il
riferimento a Ladri di biciclette è così immediato da apparire anche scontato. Ma più che un
omaggio, sembra esserci una corrispondenza privata con quel film. Come Antonio e Bruno nel film
di Vittorio De Sica, anche Issa cerca per gran parte di Anywhere Anytime la sua bicicletta rubata.
Milad Tangshir, regista originario di Teheran al suo primo lungometraggio che ha alle spalle anche
una carriera come musicista con il gruppo iraniano Ahoora, riprende quella lezione evitando di
seguirla scolasticamente ma aggiornandola con una sensibilità moderna, estremamente attuale. La
scritta sullo zaino giallo sulle spalle 'anywhere anytime' del titolo, è solo l'illusione di facciata di
un cinema che sa mostrare con energia, rabbia, impulsività, la storia di un'integrazione mancata.
Catapulta subito dentro la storia di Issa, già dalla scena iniziale in cui il suo datore di lavoro lo
licenzia perché ha paura dei controlli delle forze dell'ordine e poi aumenta anche i giri nel momento
in cui la ricerca della bicicletta assume anche i contorni di un thriller ma anche di un cinema
intimamente disperato, travolgente nella sua immediatezza. Apre qualche squarcio di luce (la
ragazza immigrata che accenna il motivo di una canzone, le foto sullo smartphone che gli ha
prestato Mario) ma poi torna ad essere una corsa affannata, tormentata, all'ultimo respiro.
C'è un
continuo scarto tra Issa che cerca di integrarsi e Torino che sembra respingerlo, malgrado qualche
momento come nell'incalzante momento alla mensa dei poveri e la scena, così privata e umana, con
l'anziana donna che chiede a Issa di aiutarla a portare il carrello della spesa a casa. Anywhere
Anytime non concede nulla, non si concede nulla. Dal dettaglio iniziale degli occhi del protagonista,
si avvertono tutti i suoi stati d'animo contrastanti, quello che sta provando nel momento in cui fa o
sta per fare qualcosa. Tutta la parte finale lascia il segno nella sua accecante cupezza. Un film di
grande impatto, autentico, tesissimo. Un esordio notevole.
Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo vecchio datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider, ma l'equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Il giovane intraprende così un'odissea disperata per le strade della città, per ritrovare la sua bici.
C'è aria di classici in questo "Anywhere anytime", opera prima di Milan Tangshir, giovane regista di nascita iraniana e da oltre una decina d'anni in Italia, a Torino, che è lo sfondo della storia di Issa, immigrato clandestino. "Ladri di biciclette" è dietro l'angolo e anche qui un furto azzera la possibilità lavorative di un improvvisato rider, che quindi è costretto a regolarsi di conseguenza.
Con lo sguardo attento alle piccole vicende della vita quotidiana che caratterizza il cinema iraniano, il regista, che da anni vive in Italia, racconta la condizione di un giovane immigrato senegalese. Issa è in Italia da sei anni, ma si barcamena con lavori precari e di notte dorme in un centro di accoglienza. Quando il suo ultimo datore di lavoro lo licenzia per paura dei controlli della polizia, [...] Vai alla recensione »
Prima di arrivare in Italia Milad Tangshir viveva in Iran, dove è nato - a Tehran nel 1983 - e suonava la chitarra in un gruppo rock, gli Ahoora coi quali ha realizzato tre album molto bene recensiti dalla critica internazionale. E lui, che nel 2011 si è trasferito in Italia, si è laureato, ha girato diversi corti (The Celebration; 13 Seconds), un doc in VR, Free, di quel graffio metal della sua musica [...] Vai alla recensione »
"Tu hai la tristezza negli occhi" dice a un certo punto del film una signora a Issa, che l'ha aiutata a portare in casa le pesanti borse della spesa per poi fermarsi a raccontarsi le reciproche storie davanti a un caffè. Lui è un immigrato senegalese senza documenti, arrivato in Italia da solo mentre la madre e lo zio sono rimasti in Senegal, e che ha perso il lavoro a causa del suo essere irregolare. [...] Vai alla recensione »
In Concorso alla Settimana della critica dell'81ª Mostra del cinema di Venezia, Anywhere Anytime è la storia di Issa, un giovane immigrato clandestino rimasto senza lavoro. Diventa così rider, grazie a un amico, comprandosi a pochi soldi una bicicletta per poter girare la città e consegnare le ordinazioni. Ma il destino crudele è dietro l'angolo: un giorno gli rubano la bici.
"Tu hai la tristezza negli occhi" dice a un certo punto del film una signora a Issa, che l'ha aiutata a portare in casa le pesanti borse della spesa per poi fermarsi a raccontarsi le reciproche storie davanti a un caffè. Lui è un immigrato senegalese senza documenti, arrivato in Italia da solo mentre la madre e lo zio sono rimasti in Senegal, e che ha perso il lavoro a causa del suo essere irregolare. [...] Vai alla recensione »
I giovani immigrati di oggi come i disoccupati del dopoguerra? Gli Issa sono i nuovi Antonio Ricci nell'Italia delle impari opportunità? La questione di fondo posta dal bel film italiano della SIC - Settimana Internazionale della Critica, diretto da un immigrato iraniano, Milad Tangshir, è in fondo evidente: testare l'aderenza - politica prima ancora che estetica - del neorealismo nell'Italia senza [...] Vai alla recensione »