Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Valerio Mastandrea |
Attori | Valerio Mastandrea, Dolores Fonzi, Lino Musella, Laura Morante, Giorgio Montanini Justin Korovkin, Barbara Ronchi, Luca Lionello. |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 30 agosto 2024
Un uomo è ricoverato in ospedale. Vive tranquillamente questa condizione fino a quando irrompe un'irrquieta compagna di reparto. In Italia al Box Office Nonostante ha incassato 2,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Un uomo vaga dentro e fuori un ospedale, divertendosi ad interagire con i suoi occupanti - medici, infermieri, pazienti - senza esserne visto. Quell'uomo è in coma, e mentre il suo corpo giace in un letto ospedaliero la sua essenza va in giro e parla con altri pazienti al momento separati dai loro corpi mortali. Ma quando la vittima di un incidente automobilistico entra in stato comatoso e viene ricoverata in quella che era stata la sua stanza tutto cambia per quell'uomo che prendeva la propria solitudine come un gioco. E che ora dovrà cominciare a porsi qualche domanda in più su quanto, e come, ognuno di noi desidera stare al mondo.
Una delle chiavi di lettura della seconda regia di Valerio Mastandrea dopo Ride è proprio il titolo, perché per un attore che ha fatto del proprio atteggiamento laconico e apparentemente disincantato la sua cifra prendere in considerazione la possibilità di un "nonostante" è già una piccola rivoluzione: sappiamo di dover morire ma nonostante questo viviamo; non sappiamo nulla dell'amore ma nonostante questo amiamo.
La parabola del film è surreale e onirica, ma affonda palpabilmente le sue radici in un dolore autentico e lacerante che riguarda la paura della morte propria e delle persone amate, e che colpisce un cinquantenne per cui questo rischio è diventato improvvisamente più tangibile: non sorprende che Nonostante sia dedicato ad Alberto Mastandrea, il padre di Valerio scomparso nel 2023. Una parte del protagonista pensa che niente serva a niente, l'altra reagisce con un "non è detto"; da un lato l'uomo sa che tutti prima o poi dobbiamo "lasciare la stanza", dall'altra afferra le mani di un amico e abbraccia una donna recuperando in quell'attimo un anelito all'eternità.
Nonostante inizia con un funerale ma coltiva la speranza in qualche forma di infinito, ponendosi gli stessi quesiti esistenziali rispetto alla morte e all'amore di Il paradiso può attendere di Warren Beatty (la donna di cui il protagonista si innamora ricorda il personaggio interpretato da Julie Christie) e di Ghost (con tanto di ruolo-tramite fra i vivi e i morti), ma ci sono dentro anche lavori interpretati in precedenza da Mastandrea, come Non pensarci e La linea verticale. Nonostante è un film visceralmente personale, che si esprime attraverso una leggerezza quasi naif, attenta più a veicolare lo straniamento rispetto al dolore che le capacità autoriali del regista: più a concentrarsi sul salto in lungo che sul salto in alto. La mano solida di scrittura e la sensibilità dello sceneggiatore Enrico Audenino accompagnano bene l'espressività di Mastandrea, rispettandone le peculiarità e l'intimità segreta. Non poteva che essere lo stesso Mastandrea ad interpretare l'uomo al centro di questa storia, e l'attrice argentina Dolores Fonzi ha grande intensità e una bellezza seducente ma allo stesso tempo "normale": una donna vera con una sensualità matura e un broncio ribelle che ricordano Jeanne Moraeau. Intorno a loro, in piccoli ritratti ben centrati, si muovono con grazia Laura Morante, Lino Musella, e una galleria di cammei ben selezionati, da Justin Korovkin a Barbara Ronchi, da Luca Lionello all'immancabile (accanto a Mastandrea) Raffaele Vannoli. Le musiche del compositore islandese Tóti Guðnason sono molto belle, come sono emozionanti le canzoni che le intervallano, ma potrebbero essere dosate in modo più discreto.
Per gli strani scherzi dei destini dei palinsesti festivalieri, capita - com'è avvenuto questo anno a Venezia con le aperture delle due principali sezioni officiali della Mostra - che nello stesso giorno passino film che trattano lo stesso argomento, anche se ovviamente in maniera radicalmente diversa l'una dall'altro. È capitato con Nonostante, opera seconda di Valerio Mastandrea, con cui "Orizzonti" [...] Vai alla recensione »
Guardarsi sdraiati su un letto d'ospedale, in coma. Valerio Mastandrea prova a insinuarsi in quella zona di confine che sta tra la vita e la morte, in quel vuoto apparente che qui diventa "corpo" ma chiaramente invece è "anima". Lo fa con un senso della tragedia leggero, con quel passo da commedia che riflette sull'esistenza, ma rimane ancorato alla vita di tutti i giorni, alle cosucce quasi insignificanti. [...] Vai alla recensione »
Tiene le carte coperte Valerio Mastandrea presentando qui il suo secondo film da regista (e protagonista), Nonostante, che inaugura la sezione Orizzonti. «Una bella storia d'amore», annuncia. «Una storia che parla della vita», aggiunge. «Come le feste di quando avevamo tredici anni», e questo sta scritto nelle note di regia a proposito del ruolo del caso e dell'intensità delle passioni.
Amore e morte è combinazione cinematograficamente appetibile, oltre che ampiamente sfruttata. Ma in «Nonostante», che ha inaugurato la competizione della sezione Orizzonti e sarà nelle sale a marzo 2025, Valerio Mastandrea (alla seconda regia, dopo «Ride» del 2018) sceglie una strada in buona parte inedita per riproporla, sebbene qua e là affiorino riverberi da «Parla con lei» di Almodóvar.
Nonostante è un film di vettori, di movimenti da fermo, di fughe in avanti per tornare indietro, ma anche di sguardi indietro che rischiano di non ricordare nulla... Singolare rilettura del mito orfico, quella pensata da Valerio Mastandrea per questo suo secondo film (nel concorso Orizzonti a Venezia81), con un Orfeo intrappolato nell'afterlife di un reparto ospedaliero, in una condizione che non è [...] Vai alla recensione »
Chi siamo quando la morte è lì, a un passo, ma la vita ancora non ci lascia andare realmente? Soprattutto, in che modo possiamo tornare liberi e sconfinare rispetto agli argini che noi stessi finiamo per costruirci intorno? Sei anni dopo Ride - film che si interrogava sulla possibilità (o meno) di soddisfare le aspettative del mondo nell'elaborare un lutto - Valerio Mastandrea torna dietro la macchina [...] Vai alla recensione »
Nonostante è un altro film perfetto per questi tempi sospesi che abbiamo cercato di raccontare nell'ultimo numero del nostro magazine, Sentieriselvaggi21st. L'ulteriore tassello di una lunga serie di titoli che si confrontano con la condanna o l'urgenza di una sospensione, "un diverso modo di vivere il tempo, di guardare o sentire". Che sia una difesa, La storia è esile, se vogliamo.
La morte attraversa l'idea di cinema di Valerio Mastandrea, al di là del suo lavoro attoriale, fin dai primi tentativi di approccio alla regia, come testimonia il cortometraggio Trevirgolaottantasette, con Elio Germano in attesa del trapasso; l'esordio al lungometraggio Ride (presentato nel 2018 al Torino Film Festival) ribadì il concetto, articolandosi attorno all'elaborazione del lutto da parte della [...] Vai alla recensione »
Parla della morte anche "Nonostante", opera seconda dell'attore Valerio Mastandrea, in veste anche di regista, a 6 anni di distanza da "Ride", dove curiosamente anche allora partiva da un funerale. Qui lo sconfinamento tra il mondo dei vivi e dei morti si blocca davanti a l'ultimo passo: il coma. L'idea, magari non troppo originale ma sufficientemente attraente è che nell'ospedale dove sono ricoverate [...] Vai alla recensione »