cinephilo
|
sabato 8 dicembre 2018
|
un western impareggiabile
|
|
|
|
Uno dei tre western più belli che abbia mai visto. Il maestro Tarantino non delude quasi mai e quando scrive una sceneggiatura come quella di questo film un buon cinefilo non può far altro che leccarsi i baffi. Un po' western all'italiana, un po' western all"americana". Strepitose le performances di Christoph Waltz e Leonardo diCaprio. Ineguagliabili direi, come il genio di Tarantino.
|
|
[+] lascia un commento a cinephilo »
[ - ] lascia un commento a cinephilo »
|
|
d'accordo? |
|
renaud
|
giovedì 25 gennaio 2018
|
insopportabile
|
|
|
|
Non amo Tarantino, il suo continuo ricorrere agli eccessi, alla violenza quasi grottesca, all'inverosimiglianza delle vicende e dei personaggi. E tra i suoi film questo, con la strampalato Bastardi senza gloria, e' quello che mi e' piaciuto meno. E'tutto dire.
|
|
[+] lascia un commento a renaud »
[ - ] lascia un commento a renaud »
|
|
d'accordo? |
|
higuain
|
martedì 12 dicembre 2017
|
il trionfo di quentin
|
|
|
|
ganialità allo stato puro per un film eccezionale che condensa scene riflessiva ad una brutalità sempre riflessiva, accurata, cupa e inserita in un ingranaggio perfetto che ti toglie il respiro per tutto il film. È un film geometrico.
|
|
[+] lascia un commento a higuain »
[ - ] lascia un commento a higuain »
|
|
d'accordo? |
|
xxx
|
mercoledì 22 novembre 2017
|
non mi è piaciuto.
|
|
|
|
Mi ha veramente annoiato, troppo lungo 165 minuti per questo film sono un eternità.
Preferisco di gran lunga altre pellicole di questoo genere, che non mi dispiace affatto.
|
|
[+] lascia un commento a xxx »
[ - ] lascia un commento a xxx »
|
|
d'accordo? |
|
renato c.
|
venerdì 16 dicembre 2016
|
violenza, violenza, violenza!
|
|
|
|
Nonostante la frase di lancio giudico questo film da 4 stelle! Col film degli anni '60 con Franco Nero, made in Italy, ha in comune solo il titolo, ed un cameo dello stesso Franco Nero in un saloon che conversava col protagonista sul nome "Django". Mi ha colpito il personaggio del Dr. King Shultz, personaggio insolito, dall'aspetto di persona per bene, ma che non lesinava a fare stragi quando lo riteneva opportuno! Del resto, il suo mestiere di cacciatore di taglie, che egli chiamava: commercio di corpi umani vivi o morti. e lo paragonava al mercato degli schiavi non poteva farne un personaggio diverso da quello che uccide un uomo davanti agli occhi del figlio per poi riscuotere la taglia! Leonardo DiCaprio interpreta bene la parte del sudista razzista che non si dispiace dei combattimenti all'ultimo sangue di negri, in stile gladiatorio, in cui il perdente doveva morire! Ed un po' faceva il magnanimo, ed un po' il tiranno! La cosa, comunque a cui teneva di più era il denaro! Non è poi chiaro il rapporto con sua sorella che sembrava un po incestuoso! Strana la sua morte da parte del Dr.
[+]
Nonostante la frase di lancio giudico questo film da 4 stelle! Col film degli anni '60 con Franco Nero, made in Italy, ha in comune solo il titolo, ed un cameo dello stesso Franco Nero in un saloon che conversava col protagonista sul nome "Django". Mi ha colpito il personaggio del Dr. King Shultz, personaggio insolito, dall'aspetto di persona per bene, ma che non lesinava a fare stragi quando lo riteneva opportuno! Del resto, il suo mestiere di cacciatore di taglie, che egli chiamava: commercio di corpi umani vivi o morti. e lo paragonava al mercato degli schiavi non poteva farne un personaggio diverso da quello che uccide un uomo davanti agli occhi del figlio per poi riscuotere la taglia! Leonardo DiCaprio interpreta bene la parte del sudista razzista che non si dispiace dei combattimenti all'ultimo sangue di negri, in stile gladiatorio, in cui il perdente doveva morire! Ed un po' faceva il magnanimo, ed un po' il tiranno! La cosa, comunque a cui teneva di più era il denaro! Non è poi chiaro il rapporto con sua sorella che sembrava un po incestuoso! Strana la sua morte da parte del Dr. Shultz, che lo uccide per non stringergli la mano e provocando una strage dei vari abitanti della ricchissima casa, finendo egli stesso tra le vittime! Il problema è comunque incentrato sulla schiavitù dove uno schiavo poteva vedere vendere sua moglie e non poter far niente, se non, come ha fatto Django, andarla a ricercare, seminando però, prima di ritrovarla, una marea di cadaveri! Il film è americano, tuttavia non si nascondono in vari riferimenti dei western made in Italy richiamati maggiormente alla mente dalla colonna sonora di Ennio Morricone!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renato c. »
[ - ] lascia un commento a renato c. »
|
|
d'accordo? |
|
johseph
|
sabato 22 ottobre 2016
|
interpretazioni da oscar
|
|
|
|
Insolito western, dimenticatevi steppa e cespugli rotolante, ma il film sbalordisce ugualmente. Di Caprio da Oscar, peccato solo per il doppiaggio dello stesso Di Caprio di Francesco Pezzulli. Francesco è molto bravo quando doppia il Leo aggressivo e psicopatico, in questa versione altezza a mio parere ha fatto cilecca.
|
|
[+] lascia un commento a johseph »
[ - ] lascia un commento a johseph »
|
|
d'accordo? |
|
pino1963
|
sabato 16 aprile 2016
|
un capolavoro
|
|
|
|
Un film da non perdere, film che fa invidia avari di Sergio leone.
|
|
[+] lascia un commento a pino1963 »
[ - ] lascia un commento a pino1963 »
|
|
d'accordo? |
|
danko188
|
sabato 12 marzo 2016
|
tributo tarantiniano ai vecchi spaghetti-western
|
|
|
|
Se avessi dovuto immaginare un film western di Tarantino, sarebbe stato senza ombra di dubbio Django Unchained.
Il western secondo Tarantino, il tributo di un autore appassionato, indicibilmente ispirato dagli ormai datati spaghetti-western di casa nostra, qui spudoratamente copiati o che dir si voglia, rubati.
Le citazioni si sono sprecate: a cominciare dalle musiche entrate nell’ immaginario collettivo dei più giovani come il sottoscritto, dalle inquadrature sempre ai limiti del minimalismo quasi maniacale, la cura del dettaglio alla Leone in tutto e per tutto, ai dialoghi. In un’ orgia di regalini ai più nostalgici del vecchio western Tarantino ci ha messo del suo e lo ha fatto con stile: ricorrente il tema della vendetta, consumata in un finale violento tra sparatorie alla Peckinpah, così come è ricorrente il montaggio frammentato, tipico del cinema postmoderno, tra flashback e flashforward, violenza esplicita, da bagno di sangue, fino alle lunghe ed estasianti chiacchierate a tavolino in cui emergono le sfumature dei personaggi nati dalla sua mente.
[+]
Se avessi dovuto immaginare un film western di Tarantino, sarebbe stato senza ombra di dubbio Django Unchained.
Il western secondo Tarantino, il tributo di un autore appassionato, indicibilmente ispirato dagli ormai datati spaghetti-western di casa nostra, qui spudoratamente copiati o che dir si voglia, rubati.
Le citazioni si sono sprecate: a cominciare dalle musiche entrate nell’ immaginario collettivo dei più giovani come il sottoscritto, dalle inquadrature sempre ai limiti del minimalismo quasi maniacale, la cura del dettaglio alla Leone in tutto e per tutto, ai dialoghi. In un’ orgia di regalini ai più nostalgici del vecchio western Tarantino ci ha messo del suo e lo ha fatto con stile: ricorrente il tema della vendetta, consumata in un finale violento tra sparatorie alla Peckinpah, così come è ricorrente il montaggio frammentato, tipico del cinema postmoderno, tra flashback e flashforward, violenza esplicita, da bagno di sangue, fino alle lunghe ed estasianti chiacchierate a tavolino in cui emergono le sfumature dei personaggi nati dalla sua mente.
Inquadrature di uso ricercato, movimenti di macchina di virtuosistica precisione, geniale la scena in cui la testa di Jamie Foxx mentre è a cavallo a Doughtrey, viene fatta rientrare in un cappio, così come quella in cui quest’ ultimo convince con astuzia a farsi liberare dai tre uomini (uno dei quali è Quentin) e la cinepresa gli ruota attorno di 360 gradi. Semplice ma efficace il piano sequenza su DiCaprio, prima della sbranamento ai danni del mandingo D’ Artagnan e meno semplici ma altrettanto efficaci le inquadrature espressionistiche che indugiano sulle ombre dei sette che di sera rincasano dal funerale di Calvin.
Irresistibile il siparietto che si prende gioco del goffo Ku Klux Clan capitanato da Don Johnson e Jonah Hill, memorabile quello a Candieland sia per scrittura che a livello registico, con sequenze scolastiche in interni scenografici favolosi.
Attori in stato di grazia. L’ austriaco Christoph Waltz si conferma essere uno dei migliori attori viventi, Leo Di Caprio ci regala un cattivo dai modi eleganti, irreprensibile e schizzato, fenomenale anche per aver continuato a recitare dopo il taglio alla mano. Samuel L Jackson è stato il migliore a mio modestissimo avviso, bravo e un po’ in ombra il vendicatore romantico Foxx. Kerry Washington diversa da ogni altra presenza femminile tarantiniana: meno cazzuta, più dolce ed espressiva.
Strabiliante la capacità di Tarantino di inserire trame da lui architettate in scenari storici reali. Dopo aver cambiato la storia in Bastardi Senza Gloria ci ha proposto un western pre-Guerra Civile in piena schiavitù. Come nel suo precendente film, in cui erano messi contro tedeschi nazisti e tedeschi buoni (i Bastardi) in Django si vedono uomini di colore talmente servili e sottomessi (Samuel L. Jackson) opporsi a neri liberi (Foxx). Intessante tradizione e messa in scena della lotta tra bene e vale in ottica tarantiniana.
Colonna sonora che rimanda i classici più disparati, dal Django di Corbucci (Bacalov) a Gli Avvoltoi hanno fame di Don Siegel e Lo chiamavano Trinità di Barboni (Morricone).
Spazio anche per il vero Django, l’ orgoglio italiano Franco Nero.
Due ore e mezzo che per quanto avvincenti vorresti non finissero mai.
Voto 8.5
Danko188
[-]
|
|
[+] lascia un commento a danko188 »
[ - ] lascia un commento a danko188 »
|
|
d'accordo? |
|
aldamar
|
giovedì 3 marzo 2016
|
fantastico!
|
|
|
|
Che dire Tarantino e' sempre un grandissimo regista,e questo film ne e' l'ennesima prova,questa pellicola e' stupenda non lascia tempi morti malgrado il film duri 2 ore e 45 minuti,ti tiene incollato alla sedia,uno spettacolo d'altri tempi!!
|
|
[+] lascia un commento a aldamar »
[ - ] lascia un commento a aldamar »
|
|
d'accordo? |
|
capitag
|
sabato 30 gennaio 2016
|
il ritorno dello spaghetti-western
|
|
|
|
Quando vidi questo film per la prima volta pochi giorni fa mi pentii di non averlo fatto prima, mi ha riportato indietro a quando guardavo estasiato Per un pugno di dollari, moltissime le citazioni a Sergio Leone ma la trama ha una personalità sua, l'opera ha un'impronta sua, molto "Tarantiniana" e la si riconosce già dai primissimi minuti quando il dottor Schultz (interpretato da un magistrale Christopher Waltz) uccide uno degli Spec Brothers.. Le musiche poi sono da orgasmi alle orecchie, puntando molto sull'effetto nostalgia ma trovando un giusto equilibrio, facendo comunque capire che Django Unchained è Django Unchained e non un'operazione nostalgia.
[+]
Quando vidi questo film per la prima volta pochi giorni fa mi pentii di non averlo fatto prima, mi ha riportato indietro a quando guardavo estasiato Per un pugno di dollari, moltissime le citazioni a Sergio Leone ma la trama ha una personalità sua, l'opera ha un'impronta sua, molto "Tarantiniana" e la si riconosce già dai primissimi minuti quando il dottor Schultz (interpretato da un magistrale Christopher Waltz) uccide uno degli Spec Brothers.. Le musiche poi sono da orgasmi alle orecchie, puntando molto sull'effetto nostalgia ma trovando un giusto equilibrio, facendo comunque capire che Django Unchained è Django Unchained e non un'operazione nostalgia. Ottimo Tarantino per un film eccezionale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a capitag »
[ - ] lascia un commento a capitag »
|
|
d'accordo? |
|
|