Anno | 2010 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Gabriele Salvatores |
Attori | Sandra Milo, Diego Abatantuono, Fabio De Luigi, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy Carla Signoris, Valeria Bilello, Corinna Agustoni, Gianmaria Biancuzzi, Alice Croci. |
Uscita | venerdì 26 marzo 2010 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,30 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 giugno 2018
Filippo e Marta hanno sedici anni e intendono sposarsi. Devono solo convincere i rispettivi genitori. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Happy Family ha incassato 4,7 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Filippo e Marta hanno sedici anni e la ferma decisione di sposarsi. Marta dovrà persuadere i suoi genitori, passando sopra l'isteria della madre e l'indolenza del padre, Filippo dovrà convincere la madre ma può contare sulla benedizione del suo secondo marito, Vincenzo. Alla cena che riunisce alla stessa tavola i figli cocciuti e i parenti sballati, finisce anche Ezio, il narratore di questa storia, coinvolto da un incidente in bicicletta e convinto da un colpo di fulmine in ascensore.
Salvatores "fait du cinema", nel senso in cui i francesi usano la locuzione per dire "mente, inventa, dice cose che non sono vere", ma lo fa scopertamente, mostra il dispositivo, si chiede e ci chiede cosa, in fondo, sia vero e cosa illusorio. I suoi personaggi escono ancora una volta da uno schermo, come fanno quelli di Majakovskji, Buster Keaton o Woody Allen, anche se questa volta è lo schermo di un computer, un monitor. Non è questo genere di boutade che interessa forse al regista, ma egli pare servirsi del fortunato testo di Alessandro Genovesi per "monitorare" lo stato di un sistema in evoluzione e "ammonire" tutti quanti, in platea o dietro le quinte della macchina produttiva, rispetto alla paura di cambiare, di provare sentieri nuovi, di muovere ciò che è fermo, dato, riconoscibile. Come i sei personaggi di Pirandello in cerca di autore (un testo che, non a caso, avrebbe da sempre voluto tradurre in cinema Godard), Salvatores e i suoi compagni di viaggio rivendicano con brio la possibilità di un cambiamento all'interno dell'apparentemente immutabile tradizione del realismo nella messa in scena cinematografica italiana.
Happy Family gioca con la filmografia del suo creatore e con il cinema altrui -soprattutto quello di Wes Anderson ( Rushmore , I Tenenbaum ) ma anche I Soliti Sospetti e 8 e ½ (la malinconica bellezza di Bentivoglio)- per costruirsi ancora una volta lungo la spina dorsale di ciò che davvero interessa e riempie il modo di fare cinema di Salvatores, almeno da Nirvana (dove Abatantuono era già protagonista di un videogioco) in poi, vale a dire la contaminazione tra i media e i loro differenti linguaggi. Teatro, letteratura, immagini della Storia (Milano di notte, così vera da sembrare fantastica) e storia delle immagini (le tante citazioni): come fa Ezio con quel che ha in casa - una pallina della lavatrice, un disco di Simon e Garfunkel, una cartolina da Panama - Salvatores crea sempre a partire da ciò che ama ma non conosce replica o duplicato. Lasciata la pioggia fredda e senz'anima di Come Dio Comanda approda con altrettanta intensità di fattura e risultato alla commedia. Ancora padri e figli e sogni di libertà, ma ora anche madri e figlie, una vecchia e un cane. La famiglia si amplia, il cinema italiano con lei.
«Il mare non pensa, ed è lì da sempre. Noi invece pensiamo e moriamo». Come a dire che la vita - quando si ferma a ripensare se stessa e si cristallizza in una forma - cessa di essere eterno divenire, e si raffredda in statico simulacro di sé, astrazione sclerotizzata, museificata, rigida pietra tombale. È questo il messaggio più importante di Happy Family, la surreale commedia di Gabriele Salvatores, [...] Vai alla recensione »
Un tendone che si apre e si chiude all'inizio e alla fine del film, davanti a un palcoscenico, ci ricorda quello che nessun appassionato di cinema dovrebbe mai dimenticare, cioè che il cinema è soprattutto finzione. In questo caso la finzione prende l'avvio dalla mente creativa di Ezio, scrittore e sceneggiatore di una pièce, che nasce e si sviluppa dalla sua collaborazione con una folla di personaggi, [...] Vai alla recensione »
Davvero sorprendente, una commedia che accantona la volgarità ed invece scegliendeo uno schema fuori dalle righe si concentra sull'intessere una trama e sul dare una definizione ai personaggi, anche se il finale risulta prevedibile, il film è ottimo comunque; grazie agli attori tutti bravi e alla mano esperta del regista. Da vedere
Bello, commovente, comico, teatrale e cinematografico si snoda tra tanti personaggi dalle molteplici sfaccettature. Film che emoziona per una storia semplice, pulita e per degli attori bravissimi. Grande Salvatore!!!
Grande opera di puro cinema, in contrapposizione al cinema d'azione da milioni di dollari a pellicola. Ottima la scelta di Fabio De Luigi come "autore". La sua semplicità e simpatia fanno da volano all'opera tragi-comica della vita. Il finale, sorridente per la maggior parte degli attori, racchiude il senso della vita: uno scherzo. Se la prendessimo sempre e solo per quello che è senza volergli accollare [...] Vai alla recensione »
Salvatores si riconferma nel suo genere... in una commedia che ti fa ridere, mentre racconta una storia di due Famiglie con i problemi che ogni famiglia puo' avere... con le Paure di ognuno di noi, tra paure reali e paure create... Da guardare in un pomeriggio per riempire un buco in cui hai voglia di guardare un film ma non sai su che genere andare a puntare le ricerche :)
Realizzazione sofisticatissima da parte di Salvatores che in questo "Happy Family" vuole dimostrare di essere un regista di un altro livello: e quasi quasi ci riesce. Il film è impeccabile, la regia quasi perfetta ma è il "quasi" che non permette di gridare al capolavoro. Fotografia, recitazione, trama, sonoro.. tutto strepitoso e colto ma troppo artificioso, la ricerca [...] Vai alla recensione »
Film gradevolmente metafisico. Leggero ma non troppo. Ottime le inquadrature, le musiche, gli espedienti stilistici. Un'ora e mezzo di piacevole divertimento. Semplice e sofisticato. Anche se il dialogo tra autore e attori non è inedito il film non può certo dirsi banale.
HAPPY FAMILY (IT, 2010) diretto da GABRIELE SALVATORES. Interpretato da FABIO DE LUIGI, DIEGO ABATANTUONO, FABRIZIO BENTIVOGLIO, MARGHERITA BUY, VALERIA BILELLO, SANDRA MILO, ALICE CROCI, CARLA SIGNORIS, CORINNA AGUSTONI, GIANMARIA BIANCUZZI, UGO CONTI Ezio è uno sceneggiatore quasi quarantenne, scapolo e in crisi creativa, che improvvisamente si butta a capofitto nella scrittura di un copione [...] Vai alla recensione »
La trasposizione da un medium a un altro è sempre problematica, specialmente quando il cinema prende a piene mani da fumetti, letteratura e teatro. Da un palcoscenico di intensa ispirazione pirandelliana giunge questa commediola di Salvatores, cognome altisonante che qui delude prontamente le aspettative. "Happy Family" (non è dato sapere perchè in inglese) non si preoccupa di coinvolgere, non riesce [...] Vai alla recensione »
Dopo l'insignificante trasposizione del romanzo di Ammaniti "Come Dio Comanda", Salvatores stupisce con una commedia insolita per il panorama italiano. A dispetto del titolo, la storia è quella di un autore, delle sue ispirazioni e dei suoi fantasmi. "Happy Family" è un film che non sempre coinvolge, ma stupisce per l'ottima regia, la fotografia, i montaggi e le belle dissolvenze.
Tra omaggi a Wes Anderson e Pirandello, tra autocitazione e adattamento cinematografico, “Happy Family” di Gabriele Salvatores non funziona pienamente, ma ha il pregio di riuscire a rappresentare una Milano, sì approssimativa ma più “contenutistica” rispetto a quella vista in altri film che pretendono di raccontarla.
Gabriele Salvatores, regista che spesso ci ha abituati a caratterizzare la sua produzione cinematografica con films dalle tinte drammatiche (si pensi a "Come Dio comanda" o a "Io non ho paura") questa volta si cimenta nel genere comico, col risultato di aver trasmesso in me, dopo aver naturalmente visto questo suo nuovo film, un tipo di sensazione non esaltante ma neanche disprezzante.
Due famiglie escono dalla fantasia di un autore e passano, dalla semplice battuta sulla tastiera del computer, ad una rappresentazione che somiglia alla vita. Sono famiglie dinamiche, diverse, con storie ,pregi e difetti e sogni da realizzare. I personaggi ,genitori, figli, nonna e cani sono ben caratterizzati ed assortiti, a volte tristi, a volte divertiti e divertenti.
Salvatores realizza una commedia all’italiana con uno sguardo oltre oceano, agli States. Lo intitola all’inglese “ Happy family “, sceglie la splendida colonna sonora del film “ Il Laureato “ di Mike Nichols e inserisce brevemente una scena simile ( Lei che corre da lui dall’altare, in questo caso dal camerino del concerto ). Ma la Famiglia non sembra Happy, né in senso ironico tantomeno serio o [...] Vai alla recensione »
Happy Family è secondo me il gioiellino modernista di un orafo settentrionale, le Mine vaganti il monile barocco di un orefice mediterraneo. E il gioco potrebbe continuare, data la pioggia di famiglie di cui gronda il nostro cinema. Ma il film in questione, come molte creazioni di Salvatores, è interessante anzitutto per il solito tentativo dell’autore di coniugare i media odierni, recenti e nuovissimi, [...] Vai alla recensione »
Le tre stelle (o forse meglio sarebbero state le due stellete e mezzo..) sono l'esatta media risultante da una votazione doppia. Si perchè questo film suscita una doppia considerazione; da una parte c'è un prodotto davvero valido, coinvolgente e pieno di sorprese sia narrative che stilistiche, con una Milano mai così affascinante (un bianco nero mozzafiato che sembra volercela raccontare in tutte le [...] Vai alla recensione »
Il gioco di mettere in scena lo sceneggiatore che mentre scrive la storia la vive mescolandosi con i personaggi si è già visto, nonostante questo il fuilm potrebbe avere valore come satira sui luoghi comuni dei film sulla famiglia (il figlio gay, il padre malato terminale, la nonna svampita, l'adolescente ribelle, la ragazza in cerca d'amore, il 50enne che si fa le canne ecc [...] Vai alla recensione »
L’ultima opera di Salvadores è un filmettino piacevole e ben girato ma che lascia l’amaro in bocca. In effetti ci sono alcune trovate, anche se non originali, come quella di parlare alla macchina da presa, i personaggi che interagiscono con l’autore, insomma un po’ di Pirandello, tanto che uno dei personaggi, se non sbaglio Abatantuono appella proprio come “Pirandello”, Fabio De Luigi, appunto l’autore [...] Vai alla recensione »
E' sempre il solito problema: quando compri a scatola chiusa ti può andare bene nove volte su dieci...ma basta quella volta per farti smettere di comprare a scatola chiusa ! Seguiamo Salvatores da Turnè. Abbiamo ancora negli occhi e nelle orecchie lo stupendo inizio, con un Bentivoglio bello e maledetto che recita Jagger e viene scambiato per Gracia Lorca.
Il film si differenzia molto dalla classica commedia italiana (in positivo) per le sue caratteristiche dinamiche e tecniche. De Luigi ottimo.
Mi pare evidente che Marianna Cappi abbia cominciato l'altro ieri a vedere films italiani. Ma i redattori di una rivista on-line di cinema non dovrebbero conoscere ciò di cui scrivono?
che tristezza vedere la maggior parte della critica arrampicarsi sui vetri nel commentare benevolmente, un film che se fosse stato diretto dai vanzina sarebbe stato oggetto di critiche feroci (anzi probabilmente non lo avrebbe commentato nessuno...). Alcune sembrano realmente paradossali. Salvatores ha diretto grandi film: ma questo è un piccolo film trasandato nella storia, nei contenuti e [...] Vai alla recensione »
Humor inglese e situazioni stravaganti per un film di Gabriele Salvatores. Devo dire che, man mano che guardavo questo film, mi veniva sempre più spontaneo chiedermi ,”Ma è veramente un film italiano?”. Questa domanda dopotutto è più che giustificata insomma per come sono costruiti i personaggi e per la qualità delle riprese non ti verrebbe [...] Vai alla recensione »
...mi attendevo molto di più. Film da.... italia 1.
Scusate l'impertinenza, ma questa colonnina piena di notizie SPESSISSIMO INUTILI e POCO ATTINENTI non solo alla materia ma anche al concetto stesso di spettacolo ha accolto la notizia della dipartita del critico Gregorio Napoli, FANTASTICO esempio di abnegazione alla causa; persona ironica, intelligente e soprattutto SEMPRE disponibile a cogliere il meglio in quello che vedeva a differenza di molti [...] Vai alla recensione »
Salvatores ha la capacita di emozionarmi e stupirmi ogni singola volta!!!
Film originale,interessante,in cui si mescola realtà e finzione.Le paure,quelle che teniamo in serbo più o meno palesemente....si ritrovano nel film e penso che ognuno si possa riconoscere.Si punta molto sulla caratterizzazione dei personaggi,ognuno di loro occupa uno spazio consistente,al punto che talvolta sembrano indipendenti l'uno dall'altro.Divertente e significativo,mai banale,è un film consigliabile [...] Vai alla recensione »
Ho visto con altri studenti del Dams il film ieri a Bologna. E' ua scopiazzatura mal riuscita del bel film dei mazzieri di parma. I virtuali. anche lì c'era uno scenggiatore in crisi creativa i personaggi si materializzavano. la malattia di uno di queti, la bicicletta, etc... Che pena. un premio Oscar ridotto così.
Non ho mai amato Salvatores, eppure stavolta sono costretto a fare un passo indietro perchè il film è bellissimo e geniale. E poi è ottimamente interpretato da DeLuigi stesso, da Abatantuono e da Bentivoglio, autore di uan prova strepitosa. Il personaggio di Abatantuono è meaviglioso, quasi surreale e la Signoris si lega a lui in maniera splendida.
Un film strano. Tratto da un'opera teatrale che sembra un remake dei Sei Personaggi di Pirandello Happy Family è un film zeppo di citazioni più o meno esplicite e che per questo motivo forse farà la gioia dei cinefili old style. Un lungo omaggio di Salvatores a se stesso, ai suoi miti, alle suo modo di fare cinema, a Milano (la scena dedicata alla città meneghina è [...] Vai alla recensione »
Bel film italiano con un cast perfetto. Si ride, si riflette, ci si commuove. Bravissimi in particolare Bentivoglio e Carla Signoris. De Luigi sempre simpaticissimo. Una spanna sopra ad un buon 90% di film italiani degli ultimi tempi.. Voto: 8
Un film particolarissimo e piacevole. Fabio De Luigi veramente forte e non si smentisce mai neanche nelle vesti di attore principale. Io penso che questo film sia diverso dai film alla quale ha abituato Gabriele Salvatores, ma è giusto ogni tanto cambiare!!!
Film teatrale sulla realtà vs finzione. Lavoro interessante ma non riuscito completamente, onore a Salvatores che cerca nuove vie per rinnovare il cinema: meglio una discreta originalità che una buona banalità...
Ho visto il film ieri sera dopo averne sentito tanto parlare in positivo ed essermene fatta un'aspettativa altrettanto positiva visto la composizione del cast e tanto più del regista. Ho sempre apprezzato Salvatores fino al suo ultimo "Come Dio comanda" (quello sì da non perdere!). Ebbene sono rimasta delusa a cominciare dalla storia, dalla sceneggiatura, alla scelta di immagini e di colori forti. Vai alla recensione »
So di essere antipopolare ma questo lavoro del bravo Salvatores mi é sembrato un filmetto non degno. L'idea era molto buona e in alcune scene mi ha molto divertita. Peccato abbia scelto di far recitare De luigi che sarà anche simpatico, ma non mi sembra un attore. La Buy é sempre uguale, Abatantuono ormai non recita più ma fa Abatantuono.
Salvatores ha girato dei bei film,ma questo è decisamente mediocre. Mi aspettavo qualcosa di meglio...
Ho apprezzato moltissime altre pellicole di Salvatores ma l'unica cosa che ricordo di questo film è "Preferisco leggere o vedere un film che vivere... Nella vita non c'è una trama!", (che compare in un passaggio nel film) perché questo è l'unico film che mi fa pensare esattamente l'opposto. Mi sembra l'apoteosi della canna, anzi a pensarci meglio forse è proprio stato concepito in preda agli effetti [...] Vai alla recensione »
Se si riesce a ridere un po' per me val già la pena di vederlo. Particolare il fatto che sono gli attori ad interrompere il film e ad incitare l'autore a continuare il racconto in un senso o nell'altro. Uno spaccato di vita familiare tra ricchi e meno ricchi. I due padri diventano amici nonostante ci sia un abisso tra di loro, e vivono un'avventura in mare dove diventa lecita [...] Vai alla recensione »
Nel cinema sono stati già espressi tutti i temi della vita, ma in questo film in cui il cinema si trova a fare una specie di simpatica introspezione sulle "volontà" di chi crea un film, si evidenzia il limite di una persona, che potrebbe essere ognuno degli spettatori, che decide di realizzare la trama di un film. La vita reale diventa la trama di una sceneggiatura articolata che cattura quelle reazioni [...] Vai alla recensione »
Il film è piacevole, originale, divertente. Riesce ad essere lieve senza essere mai superficiale. Bravi tutti gli attori. Su tutti Fabrizio Bentivoglio che dà al personaggio una nota dolente e commovente. Bellissima la sequenza notturna in bianco e nero su Milano.
Commedia italiana di Gabriele Salvatores. Il narratore fuori campo è Ezio, Fabio De Luigi, che interpreta uno scrittore di insuccesso che si innamora di Caterina, una giovane pianista. E proprio Caterina consentirà ad Ezio di entrare nel particolare mondo di due famiglie della buona borghesia milanese alle prese con il desiderio dei due figli, poco più che adolescenti di sposarsi. [...] Vai alla recensione »
Ci sono film in cui la regia e la sceneggiatura a volte bastano il prezzo del biglietto. Happy Family è uno di questi: l’idea è originale e riesce a rendere Milano seducente sotto il sole d’estate. Una commedia che parla di famiglie un po’ eccentriche ma poi non troppo lontane dalla realtà, che non pretende di insegnare nulla ma ti fa sorridere con una parodia su chi scrive e sceneggia storie e persone. L [...] Vai alla recensione »
geniale divertente e piacevolmente cinico. Che fico !!! Attori alla loro massima interpretazione abatantuono su tutti. Da non perdere !! VOTO AL FILM 8
Commedia italiana di Gabriele Salvatores. Il narratore fuori campo è Ezio, Fabio De Luigi, che interpreta uno scrittore di insuccesso che si innamora di Caterina, una giovane pianista. E proprio Caterina consentirà ad Ezio di entrare nel particolare mondo di due famiglie della buona borghesia milanese alle prese con il desiderio dei due figli, poco più che adolescenti di sposarsi. [...] Vai alla recensione »
Per passare un'ora e mezza in tranquillità sfogliando un libro di fotografie che disegnano una storia, prima interrota e poi integrata da un finale classico e scontato. Si può vedere; interpreti adeguati e regia ... sognante!
il film mi e piaciuto specialmente mi sono piaciuti alla follia sia il favoloso mondo di ameli, che i tenenbaum film che secondo me salvatores si e ispirato moltissimo quasi al punto del copiato e fare un incrocio tra di essi comunque il film e bello e particolare e si lascia vedere tranquillamente ,bentivoglio e abatantuono bravissimi. anche la regia molto ispirata a wes anderson .
Un film strano. Tratto da un'opera teatrale che sembra un remake dei Sei Personaggi di Pirandello Happy Family è un film zeppo di citazioni più o meno esplicite e che per questo motivo forse farà la gioia dei cinefili old style. Un lungo omaggio di Salvatores a se stesso, ai suoi miti, alle suo modo di fare cinema, a Milano (la scena dedicata alla città meneghina è tanto bella quanto posticcia).
Un film strano. Tratto da un'opera teatrale che sembra un remake dei Sei Personaggi di Pirandello Happy Family è un film zeppo di citazioni più o meno esplicite e che per questo motivo forse farà la gioia dei cinefili old style. Un lungo omaggio di Salvatores a se stesso, ai suoi miti, alle suo modo di fare cinema, a Milano (la scena dedicata alla città meneghina è tanto bella quanto posticcia).
Citare è difficile: il titolo del brano di Turnè è "Guardo gli asini che volano nel ciel"
M argherita Buy non arretra di un centimetro. In tanti, in Italia e all'estero, hanno il proprio momento di gloria, l'attimo magico in cui infiammano le platee e poi scompaiono. La Buy no, è affidabile come lo era un tempo il Marco tedesco, la moneta della Germania pre e post unione, rifugio dei risparmiatori ma anche degli speculatori. Così, dalla fine degli anni Ottanta a oggi, Margherita non conosce svalutazione: supera le mode e gli amori e ancora oggi, XXI secolo, anno del Signore 2010, stupisce e incontra un altro dei Maestri del cinema italiano, l'ennesimo della sua carriera.
Commedia umana da ridere e da piangere, divertente, intelligente, imprevista, colorata, persino ottimista: non una specialità di Gabriele Salvatores, che pure l'ha diretta benissimo, guidando gli attori in modo magistrale, traendola dal testo teatrale di Alessandro Genovesi. Happy Family, avvisa l'autore, non è uno slogan da biscotti inglesi per famiglia o un titolo brioso, si riferisce invece alla [...] Vai alla recensione »
Il fancazzista cannaiuolo Abatantuono (divertentissimo) con moglie alcolica e figlia cascoplatino. Il malato terminale Bentivoglio (monumento crepuscolare) con moglie in tensione (Margherita Buy, è ovvio) e figlio saccente col maglioncino a rombi. La nonna cuoca con l'Alzheimer e la splendida nipote con psicoproblemi di sudorazione. Sono gli otto personaggi in cerca dell'autore Fabio De Luigi, scrittore [...] Vai alla recensione »
Il primo a guardare in macchina fu Georges Méliès, in quasi tutti i suoi mirabolanti film a cavallo tra XIX e XX secolo. Lo imitò Charlie Chaplin, alla primissima apparizione su uno schermo nel 1914: era una comica di Mack Sennett, Kid Auto Races in Venice, e Charlie fingeva di disturbare le riprese di una corsa automobilistica piazzandosi davanti alla macchina da presa (la Venice del titolo era ovviamente [...] Vai alla recensione »
Otto personaggi in cerca d'autore. Una città grigia come Milano ridipinta in colori squillanti da musical anni 50 o da sogno a occhi aperti. Una sceneggiatura che si anima sotto i nostri occhi come un teatrino, con tanto di palcoscenico e sipario, confondendosi con l'immaginazione del suo autore Fabio De Luigi. Che a sua volta entra pirandellianamente nella sua storia, mescolandosi ai personaggi, salvo [...] Vai alla recensione »
È dedicato a chi ha paura, Happy Family (Italia, 2010, 90'). Guardando in platea, nella prima sequenza lo dichiara Ezio (Fabio De Luigi), scrittore trentottenne alle prese con il suo computer. Seduto alla scrivania, gli occhi persi nello schermo, gli manca una trama. Quando l'avrà trovata, ne trarrà un libro, o un film. Molti uomini e molte donne dimenticheranno allora che tutto è nato da una piccola [...] Vai alla recensione »
Gabriele Salvatores riunisce la sua famiglia cinematografica con cui dimostra affiatamento ormai più che ventennale e, a parte le maestranze, rimette insieme due attori del suo gruppo di amici, Fabrizio Bentivoglio e Diego Abatantuono che non si incontravano sul set dai tempi di Marrakech Express, viaggiatori sans frontières ed ora padri di famiglia ugualmente disponibili alle avventure che la vita [...] Vai alla recensione »
«Sapessi come è strano/sentirsi innamorati/a Milano»... Il coraggio non manca a Gabriele Salvatores: non tanto perché pennella di romanticismo certi slanci del cuore di solito snobbati dal cinema firmato o perché cattura preziose atmosfere in filigrana all'identikit di una metropoli ansiogena e affannata; quanto perché abbandona le comode autostrade della produzione nazionale e imbocca con viva curiosità [...] Vai alla recensione »
Più unico che raro, Gabriele Salvatores è un regista italiano che non detesta il caos del mondo. Anzi. "Happy Family" adotta la nostra vita caotica senza moralismi alla Verdone ("Io, loro, e Lara"), senza i lugubri sentimentalismi del cinema amoroso, senza andamenti farsesco-grotteschi. Semplicemente, il film vede l'esistenza irragionevole e complicata, intossicata dalle difficoltà e dalla memoria [...] Vai alla recensione »
Viene da dire Luigi Pirandello, Bertolt Brecht, ma anche Jean-Luc Godard. Happy family è il dramma dell'autore che diventa plot del film, mettendo in crisi finzione e verosimiglianza, mentre gli attori-personaggi intervengono in scena. Benissimo recitato da tutti, in particolare da Abatantuono, Carla Signoris e Fabrizio Bentivoglio (da antologia quel suo intercalare lumbard, pacato e borghese: «Che [...] Vai alla recensione »
C'è stato un momento, recente, della carriera di Gabriele Salvatores che, complice il sopravvalutato Ammaniti, credevamo stesse studiando da Paul Thomas Anderson. Sbagliavamo, Happy Family ci dice che è Wes Anderson il suo ultimo punto di riferimento. Fermo restando che il cineasta nel post Oscar ha cercato e trovato diverse strade e generi rispetto alla neocommedia all'italiana e sugli italiani (all'estero [...] Vai alla recensione »
Si comincia con un sipario che si alza. Si finisce con un sipario che si chiude. Teatro, dunque. Tanto più che la rappresentazione cui siamo chiamati ad assistere deriva da una commedia di Alessandro Genovesi prodotta dal Teatro dell'Elfo di Milano. Ad centro, Ezio, vive solo, va in bicicletta, aspira a diventare sceneggiatore, ma non ha molte idee.
I ragazzini sono perfetti e un po' isterici. Le madri stanno a guardare. I nonni hanno l'alzheimer da cucina. I padri girano intorno a se stessi. La fuga, non solo non è più un'arte, ma non ha più vie. Bentivoglio e Abatantuono fanno «amarcord Marrakech». La tournée è proprio finita. La ricerca della felicità si è fermata a Milano, Italia. I personaggi si presentano nel loft dell'autore Fabio De Luigi, [...] Vai alla recensione »
Vogliamo ribattezzarlo il Wes Anderson dei navigli? Vedi Happy Family, che esce domani targato Racinema, e ti chiedi perché Gabriele Salvatores, uomo squisito e intellettuale eclettico, abbia deciso di soavemente depredare I Tenenbaum. I due registi sono diversi, per età, sensibilità, provenienza: e tuttavia Salvatores, classe 1950, napoletano formatosi a Milano, un passato da sessantottino spinto, [...] Vai alla recensione »
Una caratteristica va riconosciuta a Gabriele Salvatores, che il suo cinema piaccia o no: la voglia di fare ciò che di volta in volta gli va a genio, sia che si tratti di sperimentare nuove tecniche di sceneggiatura o di regia (come in Nirvana, Denti, il recente Come Dio comanda), sia che si tratti di rivisitare il passato, come succede nel nuovo Happy Family, un ritorno a quel concetto di famiglia [...] Vai alla recensione »
Le tv finanziano il cinema, dicono soddisfatti gli ottimisti. Invece i realisti osservano che i film pensati (anche) per le tv hanno le stigmate dell'ibrido, per bravo che sia il regista. Di Gabriele Salvatores, Happy Family - titolo ironico e allusivo, che per gli italofoni sarebbe «Famiglia felice» - ha poi il difetto letale: rammenta ogni due per tre allo spettatore che sta assistendo a un film, [...] Vai alla recensione »