The Black Balloon

Un film di Elissa Down. Con Rhys Wakefield, Luke Ford, Toni Collette, Erik Thomson, Gemma Ward.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 97 min. - Australia 2008.
   
   
   

Normale è relativo Valutazione 5 stelle su cinque

di Fedson


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domenica 10 gennaio 2016

Thomas è un ragazzo che tenta di vivere come un normale quindicenne. La sua è una famiglia bizzarra. Il fratello, Charlie, è affetto da autismo. La madre è incinta di un altro fratellino, e sembra più attenta alla vita di Charlie che a quella di Thomas. Il padre, un militare, è anche lui più interessato alle esperienze del ragazzo autistico piuttosto che al figlio sano. Durante un corso di salvataggio in acqua, Thomas conosce Jackie, che diventerà la sua futura ragazza. Insieme alla sua famiglia e alla compagnia di Jackie, Thomas affronterà un conflitto interno che lo porterà all'accettazione del fratello. Il film, composto da un cast interamente australiano (regista inclusa), narra in maniera diretta e semplice quelli che possono essere i conflitti all'interno della vita di un comune ragazzo alle prese con la maturità, la sua famiglia e i problemi della stessa. Thomas ci viene dipinto come un ragazzo di indole solitaria, pacata e timida, il cui carattere è in netto contrasto con quello di tutti gli altri ragazzi della sua età con cui difficilmente fraternizza. Le cattiverie dei bulletti di scuola nei confronti suoi e del fratello autistico, lo inducono a chiudersi sempre più in se stesso. Sembra un palloncino nero rispetto al mondo che lo circonda, popolato da tanti palloncini colorati che esprimono la loro vivacità, la loro natura, e pronto a gonfiarsi di rabbia e ira nei confronti di Charlie. Solo quando il palloncino nero esploderà e sarà pronto a lasciare alle spalle il proprio colore negativo, forse Thomas troverà la risposta ai problemi che lo tormentano e a cambiare punto di vista, a cambiare colore. L'opera australiana in questione, di fattura indipendente, si presenta come un prodotto privo di ruffianeria, onesto, circondato da un'atmosfera così spensierata e meravigliosamente semplice, che sembra di trovarsi di fronte al cinema di un tempo. La storia, leggera e senza sotterfugi, scorre come un fiume in piena, ed è scritta da mani che riescono sapientemente a cogliere le giuste emozioni nei giusti tempi e a trasmetterli al pubblico. Mentre si assiste al corso degli eventi, si sorride quando i protagonisti scherzano e sorridono, ci si sente felici quando lo sono anche Thomas e gil altri personaggi, e si piange quando è necessario. La grandezza di un film così indipendente, piccolo e inosservato dalla gran parte della critica, deriva esclusivamente da uno dei tanti messaggi base dello stesso: non importa di che colore sei o come sei, la normalità è un fatto relativo. Il pubblico riesce ad immedesimarsi con Thomas perché è difficile cambiare il colore della nostra vita nonostante i problemi, è difficile trovare il giusto colore che ci rappresenta, ma non per questo deve essere impossibile. Un'opera, dunque, che brilla come un diamante grezzo tra tanti prodotti attuali di scarso interesse. Non esistono quasi più film così, che ci lasciano quel "qualcosa" dentro che formicola dopo la visione, quella positività, quella solarità che, ormai, è rara cosa trovare nel mercato statunitense. Tutti gli attori, a partire dai ragazzi, dimostrano una sensibilità che spazia verso ogni tipo di emozione. La loro bravura deriva anche dal fatto di essere stati guidati da una regista che, si spera, continuerà il suo percorso scrivendo e girando film di questo calibro. L'ambientazione in un'estate degli anni 90, poi - insieme a una soundtrack delicata, per niente ingombrante - dona al film anche quella trasparente nostalgia deliziosa, estranea dall'ingombrante tecnologia del mondo di oggi. Non esistono armi in questo film, ne violenza, ne sangue. Non ci sono neanche antagonisti in questo film, se non rappresentati dalle emozioni interiori del protagonista. Non servono elementi materiali di questo tipo per mandare avanti la pellicola. Bastano un piccolo cast di giovani, una piccola storia e un piccolo regista in erba. Una rara perla del cinema australiano, a dimostrazione del fatto che, ancora oggi, si possono creare quel tipo di storie semplici, riflessive, VERE, lontane dall'inquinamento hollywoodiano, distanti dal pomposo commercio cinematografico attuale. Non esistono più film così. Non esistono più quei palloncini neri, curiosi, da scoprire, sperduti in mezzo a tanti altri "macchiati" di un diverso - ma in fondo sempre uguale - colore.

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