Interstellar |
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Un film di Christopher Nolan.
Con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 169 min.
- USA 2014.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 15 aprile 2024.
MYMONETRO
Interstellar
valutazione media:
3,87
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Interstellare!di FedsonFeedback: 7507 | altri commenti e recensioni di Fedson |
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lunedì 10 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
9° film di Christopher Nolan. Sotto una sceneggiatura altamente dettagliata, scritta dal fratello Jonathan e basata sulle teorie di uno dei maggiori esperti della relatività, Kip Thorne, il regista inglese ritorna con quella che può essere considerata la sua opera più ambiziosa. Sono pochissimi, oggi, i registi che osano come lui. Sono altrettanto pochi, sempre oggi, le grandi storie nei film fantascientifici. Sono pochi film come Interstellar. Ci troviamo in un futuro non troppo lontano, dove esistono più contadini che scienziati, vista la forte necessità di cibo (le persone vanno avanti a piantagioni di mais) e le quasi impossibili possibilità di residenza. La Terra è continuamente martellata da forti tempeste di sabbia, il mangiare scarseggia anno dopo anno, i giovani sono costretti a studiare le basi dell'agricoltura per cercare di sopravvivere quel poco che gli resta. Cooper, ex-pilota della NASA che ha abbracciato come gli altri l'agricoltura, viene inviato, insieme al suo ridotto staff tecnico di scienziati, a compiere un viaggio interstellare per portare a termine il famigerato piano A: trasferire l'attuale popolazione terrestre su un nuovo pianeta abitabile in un'altra dimensione. Per raggiungerlo, occorre attraversare un wormhole, un buco nero. Il lungo viaggio che il protagonista affronta, mette immediatamente in accensione il cervello dello spettatore, inducendolo a seguire, passo per passo, galassia per galassia, le stesse impronte che Cooper calcherà nel corso della storia. Ed è un viaggio, quello interstellare, in cui l'essere umano tenderà non solo ad esplorare una minima parte di quello che succede fuori dal mondo, ma anche una completa e profonta analisi di sé stesso, dei suoi problemi visti mille anni luce di distanza e delle sue stesse paure. Christopher Nolan ci mostra, con immensa maestria nel narrare, come Cooper (dunque l'essere umano in tutta la sua curiosità e voglia di superarsi) affronta coraggiosamente, ma anche paurosamente, l'infinito tragitto in uno spazio buio, freddo ed indifferente come la "nostra" stessa galassia. E lo fa amalgamando una miriade di intense emozioni che lo spettatore percepisce sulla propria mente e sulla propria pelle, una dopo l'altra. Assistiamo alla sfacciataggine di Cooper quando accetta istintivamente l'arduo incarico e dunque alla sua fede che ha in sé stesso, ma che a tempo stesso conserva per coltivare la possibilità di rivedere un giorno la figlia di dieci anni e il figlio di quindici. Vediamo Cooper operare le scelte giuste, quelle sbagliate, quelle pensate e quelle improbabili. Intanto lo spettatore si fa forte di una visione registicamente potente, carica di tensione, e a tempo stesso toccante. Le lacrime che scorrono dagli occhi di Cooper - occhi ambizioni, colmi di speranza, e che vedono un futuro quasi palpabile - sono le stesse che attraversano il nostro stomaco, pronto a fare i conti con un viaggio oltre lo spazio, il tempo e l'essere umano. L'elemento che rende più "umani" del solito tutti i protagonisti è l'enorme sentimento che non sentono di chiudere in loro stessi. Al contrario. Il gruppo di esploratori apre il proprio corpo, massa che attraversa lo spazio e il tempo, ad una scia di emozioni interne che non possono fare a meno di incatenare. Li si vede ridere, alle battute che il loro robot-compagno (quasi umano quanto loro) sfoggia solo per loro, cercando di abbassare la tensione (altissima nel film), li si vede piangere mentre salutano i loro cari ad anni luce di distanza, li si assiste cercare una soluzione (anche la più assurda e impossibile) per la sopravvivenza di loro stessi e dell'intera razza umana. Un'opera, quella del regista inglese, dotata dell'immenso potenziale di trascinarci all'interno di un buco nero pieno di emozioni, sentimenti, paure, misteri e terribili verità, che vanno a mescolarsi in un percorso che durerà giorni, mesi, anni. Un film in cui la squadra di attori (capitanata da un magistrale McConaughey), narra col proprio corpo e i propri impatti emotivi (sempre intensi e ben calibrati) la strada che l'essere umano, per comprendere sé stesso e i misteri dell'universo, è destinato a percorrere per il bene della sua stirpe. Un'affresco filmico che parla in nome di una fantascienza intelligente e che oggi non c'è più. Un film, dunque, che tratta di viaggi interstellari, scoperte straordinarie, verità nascoste, domande senza risposta, che parla di come la gravità ci tiene saldi alle nostre speranze, e di come una forza matematicamente incalcolabile come l'amore possa spingerci oltre l'ignoto e la paura per il bene delle persone che amiamo e con cui condividiamo fantasmi passati, storie presenti, misteri futuri, e la vita stessa. Un elemento che, per la sua bellezza visiva e profondità, quasi non può essere catalogato nella sezione "film". Esistono i film. Esitono i film originali. E poi c'è Interstellar.
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