Titolo originale | Jeanne du Barry |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, Storico, |
Produzione | Francia |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Maïwenn |
Attori | Maïwenn, Johnny Depp, Benjamin Lavernhe, Pierre Richard, Melvil Poupaud Pascal Greggory, India Hair, Noémie Lvovsky, Marianne Basler, David Decraene, Luna Carpiaux, Edouard Michelon, Alexandre Styker, Thibault Bonenfant. |
Uscita | mercoledì 30 agosto 2023 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
MYmonetro | 2,71 su 22 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 agosto 2023
Un dramma liberamente ispirato alla vita di Jeanne du Barry, l'ultima amante di Luigi XV alla corte di Versailles, dopo Madame de Pompadour. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Jeanne Du Barry - La Favorita del Re ha incassato 1,7 milioni di euro .
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martedì 10 settembre 2024 ore 16,25 su SKYCINEMAROMANCE
CONSIGLIATO SÌ
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Jeanne, figlia del popolo avida di sapere le cose del mondo, divora libri e sogna la scalata sociale. Seduttrice incallita nel secolo libertino, cavalca irresistibili attrazioni e incontra il duca du Barry. È lui a trarre indebito vantaggio dalla sua bellezza insolente, introducendola nei salotti mondani e 'offrendola' a Versailles, dove si impone come la favorita di Luigi XV. La costernazione della famiglia reale è grande ma niente può contro i sentimenti e quel suo imprevedibile temperamento che deflagra il paesaggio cortigiano, abbatte il conformismo e innamora perdutamente il sovrano. Un re che dietro la maschera impassibile, non si rassegna agli inchini, ai riti grotteschi e alle ipocrisie che ingombrano i suoi saloni. Per averla accanto, Luigi XV le organizza un matrimonio di convenienza e le compra un titolo con la collana di diamanti. La nobile cortigiana du Barry 'regnerà' il tempo di un amore, spento dal vaiolo e dalla Storia che avanza fuori campo.
Non è facile liberarsi di se stessi e in questo senso ogni film di Maïwenn è una sfida. Diciassette anni e sei film dopo, è ancora lì, incapace di trascendere la propria piccola storia, di tentare anche solo l'universale. Ma è così Maïwenn, prendere o lasciare.
Nata in una famiglia 'plebea' e dalla leggenda nera (violenza, abuso, abbandono) che ha nutrito i suoi primi passi al cinema, l'autrice non ha mai smesso di 'girare' intorno alla disfunzione familiare e al regolamento artistico dei conti. Con buona pace dei detrattori, sempre pronti a tuonare sul suo eterno narcisismo, Jeanne du Barry non cade troppo lontano dai precedenti one-woman-show. Pardonnez-moi, Le Bal des actrices, Mon roi, DNA - Le radici dell'amore sono squisitamente autoreferenziali, un cinema diabolicamente efficace, che può sedurre con l'esibizionismo e il manicheismo della sua drammaturgia ma che proprio per questo pone qualche riserva.
Costantemente ossessionata da sé, dalle sue origini e dal suo clan, questa volta punta il suo complesso di inferiorità e il suo bisogno di legittimità scomodando la Contessa du Barry, nata Jeanne-Antoinette Poisson. La donna più invidiata e detestata del suo tempo, l'incarnazione per eccellenza dell'elevazione sociale e della riuscita.
Sotto la crinolina soffia un'aria di autofiction e solleva una sottana da 20 milioni di euro che riporta la grande storia, questa volta in costume, alla dimensione del suo teatro intimo. Jeanne du Barry, plebea della Meuse, è diventata la favorita del re, Maïwenn, cresciuta a Seine-Saint-Denis e in una famiglia modesta, è diventata attrice e autrice celebrata. Tre secoli le separano, un film le incontra.
La seconda scivola nella pelle della prima e in una fiction storica ambiziosa e deliberatamente lampante, che registra tuttavia qualche oscillazione: la voce fuori campo, la rinuncia all'improvvisazione, l'uso della pellicola, la sobrietà inattesa, il respiro del quadro, l'emancipazione dal disordine autoreferenziale e dalla dimostrazione (rumorosa) dei sentimenti. Certo, per incarnare questa ribelle che tanto l'affascina, Maïwenn non ha resistito al piacere di ingaggiare se stessa, nutrendosi dello straordinario destino dell'ultima grande favorita di Francia e seguendo i suoi passi: trovare la propria strada in un mondo codificato e patriarcale. Scelta discutibile? Poco importa, il ruolo le va come un guanto.
Onnipresente o quasi, l'attrice si filma in tutti i suoi stati (gioia, piacere, esasperazione, angoscia e tante lacrime) per 'specchiarsi' meglio nel riflesso della sua eroina e ribadire la posizione di elettrone libero che occupa oggi alla 'corte' del nobile cinema francese.
Insofferente ai protocolli, si inchina il tempo di una riverenza al sovrano depresso di Johnny Depp, lost in translation, nudo, senza mimica o effetti. Lo sguardo nero è altrove, opaco dentro quello azzurro di Maïwenn, si accende una volta sola per inchiodare le sue figlie reali, che convocano tutta la cattiveria delle sorelle di Cenerentola.
E in questa favola(ccia) che flirta col romanzo d'amore, si accompagna con losche figure maschili e ritratta la sua insolenza con mille piccoli 'passetti' indietro - è più perturbante "Lady Oscar" - il vero coup de théâtre è Benjamin Lavernhe, flemmatico valletto del re. La naturale eleganza, l'allure impeccabile e la solidità tecnica dell'attore producono una forma di vertigine che ridimensiona il delirio egocentrico dell'autrice e 'costruisce' un personaggio (La Borde) che vorremmo rivedere al cinema. "Favorito" al primo sguardo.
JEANNE DU BARRY - LA FAVORITA DEL RE disponibile in DVD o BluRay |
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Jeanne Du Barry poteva essere uno sfarzoso mélo avventuroso, un intreccio di trame, conflitti, inganni, seduzioni di corte; o uno scavo più moderno nella psicologia e nel riscatto femminile, un gioco scherzoso e amaro sul ruolo e la forza delle donne; o, considerato che è praticamente tutto ambientato tra interni ed esterni dei palazzi reali, un’analisi lucida del potere. Jeanne [...] Vai alla recensione »
Quella che la regista Maëwenn ci propina per due lunghe ore: del secolo dei lumi, della corta e di Versailles, della vita quotidiana, del suo essere " libertina" alla francese,ça va sans dire.Unica preziosità filologica che le concedo é la descrizione del cerimoniale di corte, che da perfettamente l'idea di quale fosse il gap tra la nobiltà e il terzo [...] Vai alla recensione »
Ci sono film storici e film in costume: questo è un film in costume, perché quanto a rappresentazione seria di cosa era Versailles nel '600 e nel '700 c'è ben poco, a parte le immagini del castello. Tutto è ridotto a spettacolo ridicolo, i personaggi sono macchiette o sono psicologicamente incomprensibili. Come per esempio il vecchietto dall'aspetto benevolo [...] Vai alla recensione »
E' una notizia interessante che la regista e protagonista Maïwenn di questo film “storico”, nata Le Besco, abbia rinnegato il suo cognome per i pessimi rapporti coi suoi genitori. Maïwenn è Marie Jeanne Bécu nel racconto (1743-1793): si staccò presto dalle sue origini. Chi dice fosse figlia di un monaco e di una cuoca, chi figlia illegittima di una [...] Vai alla recensione »
Finalmente un film in costume; che mi ha davvero impressionato fin dalla prima, intensissima sequenza iniziale: la scena presenta una bambina, immersa in un verdissimo prato, all’ombra di tre giganteschi alberi. Si tratta della protagonista del film, la piccola Jeanne, mentre posa davanti a un pittore, che tenta di cogliere il meraviglioso sorriso di quella che sembra solo un tenero angioletto [...] Vai alla recensione »
E' davvero arduo convincersi che la simpatica regista/produttrice/attrice, incarni credibilmente un personaggio così fascinoso da sedurre Luigi XV e buona parte della Corte. Non ha il minimo di seduttività e carisma che la renderebbero credibile nel ruolo. Non che il bolso Depp sia molto meglio, ma insomma... Prodottino autoreferenziale, indeciso su cosa vuole davvero essere.
Jeanne du Barry, la favorita del Re, e' un film diretto e interpretato(praticamente presente in ogni scena, delle quasi 2 ore di durata) dalla bellissima Maiwenn, e da un "imbolsito" e "stanco" Johhny Depp (nella parte del Re) qui in una delle sue interpretazioni meno memorabili della sua carriera. Gli splendidi costumi, la fotografia che da' ampio risalto ai castelli francesi, [...] Vai alla recensione »
Scintillante, colorato ed avvincente ritratto di un'eroina della seduzione impegnata in una gigantesca faica di Sisifo. Partita da zero, giunta all'apice e finita malissimo, con una bella decapitazione. Il ritratto è dipinto in modo realistico con una grande ricchezza di mezzi Basterebbero i costumi dei personaggi per rendere mil film meritevole di attenzione, per non parlare delle [...] Vai alla recensione »
La scenografia del film rende benissimo quel concetto di "Grandeur " che è tipico della Francia e delle sue monarchie e che di lì a poco avrebbe informato l'azione napoleonica dopo la rivoluzione del 1789. La sceneggiatura del film rende in aggiunta benissimo la leggerezza ostentata e noncurante di quella corte presente a Versailles, che non dimentichiamoci riunì [...] Vai alla recensione »
Jeanne-Antoinette Poisson era M.me de Pompadour, NON la Du Barry. Per sparare a zero su un film sarebbe opportuno vederlo, e dall'inizio: lì si parla appunto della nascita, senza confusione tra le favorite.
Trama deboluccia, J. Depp poco valorizzato, attrice protagonista poco convincente. Mi aspettavo qualcosa in più da questo film storico ambientato nella Francia del Re Sole. Meravigliosi i costumi realizzati con grande cura e ottima la performance di uno dei consiglieri del Re che ha oscurato quella dell'attrice protagonista mai davvero incisiva nello sviluppo della trama.
la trattazione dell'argomento e lo sviluppo del personaggio appare molto limitato ,essendomi documentata sulla reale esistenza di Jeanne.Al di là dell' ambientazione , sicuramente affascinante e della presenza di Deep ,il film appare deludente e poco coinvolgente.La rappresentazione della nobiltà mette in evidenza il vuoto e il conformismo che caratterizzo' un ' epoca [...] Vai alla recensione »
la trattazione dell'argomento e lo sviluppo del personaggio appare molto limitato ,essendomi documentata sulla reale esistenza di Jeanne.Al di là dell' ambientazione , sicuramente affascinante e della presenza di Deep ,il film appare deludente e poco coinvolgente.La rappresentazione della nobiltà mette in evidenza il vuoto e il conformismo che caratterizzo' un ' epoca [...] Vai alla recensione »
la trattazione dell'argomento e lo sviluppo del personaggio appare molto limitato ,essendomi documentata sulla reale esistenza di Jeanne.Al di là dell' ambientazione , sicuramente affascinante e della presenza di Deep ,il film appare deludente e poco coinvolgente.La rappresentazione della nobiltà mette in evidenza il vuoto e il conformismo che caratterizzo' un ' epoca [...] Vai alla recensione »
Sconcertante la leggerezza dilettantesca con la quale il film affronta il tema storico, a cominciare dalla sguaiata ed errata rappresentazione della protagonista come una prostituta, o di altre chicche come il re che chiede lo champagne, che a queste date era ancora lontano dall'affermarsi.
Deserto del Nevada, 1955. In una cittadina costruita intorno all'enorme cratere provocato dalla caduta di un asteroide si intrecciano i destini dei protagonisti di Asteroid City, il nuovo film di Wes Anderson. Praticamente un intero film costruito intorno a un buco. Una voragine scavata nella terra brulla del deserto, tra i rovi e i sassi, e troppe ombre.
«È grottesco». «No, è Versailles». Nello squallore della corte dove «morto un re se ne fa un altro» la grande recita di un mondo squallido e ignaro, destinato, da lì a poco, a perdere la testa. Ambisce al trono, ma non va molto al di là - nonostante sia bene apparecchiato e sontuoso al di là del calligrafismo - del rimettere la corona al già logoro, ma redivivo, Johnny Depp (restituito al grande schermo [...] Vai alla recensione »
Sembra incredibile, ma la presenza alla Mostra di Venezia di Woody Allen con l'ultimo film "Coup de chance" e di Roman Polanski con "The Palace" ancora scandalizza. Puntuale è arrivata la domanda: "Ma era proprio il caso?" (certo, finché faranno film belli come gli ultimi che abbiamo visto). Lo scorso maggio al Festival di Cannes, per tagliar corto con il #MeToo, hanno messo in apertura questo film. [...] Vai alla recensione »
Al sesto titolo da regista, Maïwenn cambia registro, non discorso. Se passa dal contesto contemporaneo a quello d'epoca, dalla strada al palazzo, dall'improvvisazione alle convenzioni cerimoniali, resta la volontà (comunque autobiografica) dell'anticonformismo. Nel raccontare l'ascesa irresistibile della popolana e figlia illegittima Jeanne, prima cortigiana, poi contessa du Barry, infine favorita [...] Vai alla recensione »
Marie-Jeanne Bécu, plebea originaria della Meuse diventata contessa du Barry e favorita del re Luigi XV di Borbone detto il Beneamato; Maïwenn, nata da una modesta famiglia di Seine-Saint-Denis, sposata sedicenne con il trentatreenne regista Luc Besson e diventata attrice e regista di rilievo: duecentotrentatré anni le separano e un film le riunisce.
Marco Giusti furioso su Dagospia: «Uno dei peggiori film d'apertura che si siano visti a Cannes». Che si tratti di una sòla non ci piove, eppure a modo suo il film perfetto per inaugurare il festival: francese, sfarzoso, e nel cast stellare Johnny Depp ritornante, vinta la battaglia legale con Amber Heard. Maïwenn racconta la vita di Jeanne, nata plebea e artefice di spettacolare scalata sociale, prima [...] Vai alla recensione »
Proiettato in apertura dell'ultimo festival di Cannes, Jeanne du Barry è dedicato al destino della celebre cortigiana di estrazione popolare e all'ostili- tà che affrontò alla corte di Versailles, a causa della sua relazione con il re di Francia Luigi XV (interpretato da Johnny Depp). La pellicola si deve anche confrontare con la delicata sfida del film in costume e in particolare del "film di corte" [...] Vai alla recensione »
"Ricordati che rimarrai pur sempre una puttana ignorante". Nel mezzo di una scena di terribile violenza fisica a piscologica il conte du Barry, futuro sposo (per convenienza) della giovane Jeanne, plebea della Meuse che sta per introdurre a corte, crede di riuscire a inchiodare la futura favorita di re Luigi XV alle sue modeste origini sociali e culturali.
Il tormento di Maïwenn è la famiglia. Per esteso, l'amore. E andrebbe scritto con la maiuscola per non personalizzare. Jeanne du Barry, la cortigiana favorita del re, viene dal substrato popolare e scala un primo gradino dell'ascesa sociale con un matrimonio strategico, sposando il duca Du Barry. Sarà lui a introdurla a Versailles, dove la donna riesce a catturare le attenzioni del sovrano che studierà [...] Vai alla recensione »
È forse un segno dei tempi che Jeanne du Barry - La favorita del re, film d'apertura del 76° Festival di Cannes, sia stato considerato non per quello che dovrebbe essere - un dramma storico su un'importante figura della corte francese pre Rivoluzione, amante e favorita di Luigi XV fino alla morte di quest'ultimo nel 1774 - ma per quello che la sua autrice, protagonista, co-sceneggiatrice e regista [...] Vai alla recensione »
Jeanne nata nel 1743, è figlia illegittima di un monaco e di una cuoca, quindi per l'epoca figlia di niente, e di conseguenza pronta a tutto per sopravvivere. Vive diverse vite fin dall'infanzia, è cresciuta dalla madre nella casa di un uomo colto e intelligente, e grazie a lui mandata in convento per evitarle un destino già scritto. Ma da adolescente si appassiona ai libri e alle storie erotiche, [...] Vai alla recensione »
Se c'è un mezzo in cui la confusione tra l'immagine di un autore e la sua opera rischia di fagocitare l'opera stessa, quello è il cinema. Non si contano gli attori, i registi e soprattutto gli attori-registi che hanno cavalcato questa sovrapposizione o ne sono stati travolti. Il caso di Maiwenn, notissima in Francia, meno in Italia, è addirittura clamoroso perché la sua identificazione con Madame du [...] Vai alla recensione »
«Prometeo donò il fuoco agli uomini di nascosto da Zeus», e il sommo tra gli dèi lo punì facendolo incatenare da Ermes a una roccia sulla vetta del Caucaso. Con questa citazione da Apollodoro inizia Oppenheimer (Usa, 2023, 180'). Ma si tratta di una citazione per così dire monca. Il dono del fuoco - cioè il suo furto dalla fucina di Efesto, il dio artigiano - fu decisivo per la sopravvivenza degli [...] Vai alla recensione »
Scelto dal presidente Thierry Fremaux per aprire il 16 maggio, fuori concorso, questa 76ema edizione del Festival di Cannes, il chiacchieratissimo film in costume di Maïwenn è diventato un evento già prima di essere stato proiettato. Il ruolo principale, com'è noto, viene interpretato dalla regista stessa al suo stesso film, mentre nei panni di re Luigi XV troviamo Johnny Depp, che riappare sugli schermi [...] Vai alla recensione »
Ultima favorita di re Luigi XV, fuori di Francia nota forse più come personaggio di Lady Oscar e già incarnata da Asia Argento in Marie Antoinette di Sofia Coppola, madame Du Barry vive col sovrano una storia d'amore scandalosa (pur incasellata nel protocollo regale di infedeltà "ufficiali") che ne esalta, sullo schermo, la natura di donna libera e moderna.
Du Barry Was a Lady titolava nel 1943 un musical piuttosto divertente di Roy Del Ruth, dove la favorita e il re erano interpretati da Lucille Ball e Red Skelton (e musiche di Cole Porter e coreografie di Charles Walters). Avrebbe potuto essere un titolo di Lubitsch, che invece aveva portato sullo schermo la storia di Jeanne nel 1919, in un filmone storico tutto passione, dinamismo e invenzioni visive [...] Vai alla recensione »
È sempre un rischio quando una pellicola viene scritta diretta e interpretata dalla medesima persona. Già, perché di fatto le possibilità che tale pellicola possa risultare pericolosamente pregna di autoreferenzialità sono sempre molto alte. Fatte le dovute eccezioni, ovviamente. Eppure, purtroppo, in tal senso non v'è stata alcuna eccezione per il lungometraggio Jeanne du Barry - La favorita del re, [...] Vai alla recensione »
Versailles, a un passo dalla fine. Luigi XV ha l'aria annoiata e imbolsita sotto l'eye liner di Johnny Depp, imbalsamato nei rituali di corte e colpito dalla presenza spontanea, intraprendente e semplice di Jeanne Vaubernier, che non è una delle abituali cortigiane cui concede i suoi favori. Jeanne viene dal popolo e suo marito, il conte du Barry, le usa senza troppi scrupoli per fare soldi: non sa [...] Vai alla recensione »
L'aspetto più inconsapevolmente morboso del nuovo film di Maïwenn, scelto come apertura del Festival di Cannes 2023, è la sua natura di veicolo per il ritorno sullo schermo di Johnny Depp dopo la vicenda del processo per diffamazione vinto contro la ex-compagna Amber Heard: l'attore, accolto trionfalmente sulla Croisette, interpreta il ruolo di un sovrano imbolsito che sembra farsi circuire da una [...] Vai alla recensione »
Difficile capire cosa abbia voluto tentare l'attrice e regista Maïwenn con Jeanne du Barry, film di apertura di Cannes 76, o se semplicemente l'esito manifesto sia l'inevitabile risultato di una sceneggiatura piatta e non ispirata, che prende la patina più superficiale della cronaca di corte e la restituisce in formato soap-opera, cui l'autrice non aggiunge neppure un'intuizione in grado di dare a [...] Vai alla recensione »
Francia, XVIII secolo, la popolana Jeanne Vaubernier anela a elevarsi socialmente. Bell'aspetto e fascino aiutano, la scalata può iniziare. Il suo amante, il conte du Barry, dopo averne tratto largo profitto vuole presentarla al re, Luigi XV, complice il duca di Richelieu. Tra il sovrano e Jeanne è amore a prima vista: scandalo a corte e scala(ta) reale.