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Ultimo aggiornamento domenica 6 dicembre 2015
La storia appassionata e complicata di un amore, nel corso di molti anni, di una coppia con un bambino. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 7 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Mon Roi - Il mio Re ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 511 mila euro e 148 mila euro nel primo weekend.
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Tony, quarantenne e madre di un bambino, si infortuna gravemente un ginocchio sciando. Durante il lungo periodo necessario per la riabilitazione ha il tempo per ripensare al proprio rapporto con Georgio e a come dall'amore siano arrivati ai contrasti più accesi.
Maïwenn è finalmente riuscita a girare una storia che, per sua stessa ammissione, le girava intorno da anni. Le domande sono quelle di sempre: come è nato il loro amore? Cosa lo ha reso così intenso e poi così distruttivo? Come ha potuto rifiutare ma anche accettare atteggiamenti e azioni che la offendevano nel profondo?
Sono temi già trattati un infinito numero di volte dal cinema. Come trovare un modo originale per tornare a parlarne? Innanzitutto scegliendo di rappresentarlo attraverso una fascia d'età (i 40 anni) in cui si potrebbe, illusoriamente, presupporre che un uomo e una donna abbiano una maggiore consapevolezza dei propri sentimenti e della propria disponibilità verso un rapporto di coppia 'maturo'. Poi adottando il punto di vista femminile senza alcun manicheismo ma anche con la precisa intenzione di leggere il comportamento di un maschio capace di divorare, grazie anche alle proprie indiscutibili doti di seduttore a 360°, chi afferma di amare.
Perché questo è un film che, scegliendo la struttura narrativa del flashback, ne fa un elemento di forza posizionandolo in parallelo con il percorso di rieducazione ortopedica della protagonista femminile. A Tony occorrono forza e costanza per credere di poter tornare a camminare normalmente dopo aver subito un trauma così serio al ginocchio. Il ripercorrere la propria vicenda sentimentale le consente di diventare definitivamente consapevole di quante fratture la sua vita di coppia ha dovuto affrontare e di come ciò che sembrava irreparabile si sia rivelato poi superabile.
Mon Roi non è un film che piacerà agli uomini o, almeno, a un certo tipo di uomini che vedendosi ritratti con abbondanza di particolari finiranno con il desiderare di mandare in frantumi lo specchio che si trovano di fronte. Perché Cassel è straordinario nell'offrire tutte le sfumature possibili a un Georgio consapevole del proprio fascino ma anche fondamentalmente sincero quando afferma di amare, non riuscendo però a comprendere di amare di fatto solo la propria egoistica libertà di prendere e lasciare senza alcun senso positivo di legame. Maïwenn ci parla delle molteplici sfaccettature del rapporto di coppia riuscendo a definirlo (Tony avvocato, Georgio proprietario di ristorante con molti agganci nel mondo della moda) ma conferendogli anche l'universalità necessaria a far riflettere come delle straordinarie sintonie possano trasformarsi in devastanti conflittualità. Non solo sullo schermo.
“Mon Roi” è un film inquietante sull’amore, sui rapporti di coppia, sulle dipendenze e sull’impossibilità di essere “normali”. La protagonista Tony (la bravissima Emanuelle Bercot) è un avvocato che proprio non riesce a farsi piacere un suo simile, un professionista o un laureato con un’identità lavorativa certa e definita; una [...] Vai alla recensione »
Film, meraviglioso, con numerosi riferimenti psicologici, a cominciare dal significato inconscio della rottura del ginocchio, che può solo flettersi in avanti e fare inginocchiare e che contiene sia la parola "occhio" che "Io". Il senso profondo del doversi fermare e rivedere la propria vita, perché la malattia, l'incidente, non è mai casuale. Allora finalmente Tonì si ferma e rivede il moto tortuoso [...] Vai alla recensione »
Un film da vedere per la bravura degli attori e della regia prima di tutto, la cui fatica va premiata. Difficile da spiegare bene perché esso è nuovo, ma questo film per me lo è, nonostante che esso sia basato su una tecnica conosciuta, il flash-back, e su un tema noto l'amore, di cui fa vedere la parte passionale e di scoperta che dà fascino ancora una volta a una [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film sull'Amore che devasta solo una metà della coppia, lei, Tony. Nonostante le sue risorse, la sua maturità, le premure fraterne, Tony è travolta e precipita in una voragine infernale, dove i gironi sono il sesso ad alto grado di soddisfazione, il travolgimento emotivo, la progressiva perdita di amor proprio, l'accecamento della ragione, l'attrazione micidiale. [...] Vai alla recensione »
Ma come si fa a dubitare che Tonina, alla fine del film, non guardi con gli occhi dell'amore il suo Giorgio? Dopo l'ouverture iniziale della meravigliosa sequenza panoramica del Monte Bianco con la neve, in cui accade ciò che determina la struttura duplice del film che gira sul piano continuo del flashback e del flashforward, il film si apre e si chiude con l'attenzione degli sguardi della protagonista [...] Vai alla recensione »
Una specie di amore criminale giocato molto sulle dinamiche di tortura psicologica interne alla coppia e sul rapporto vittima-carnefice in una sorta di sindrome di Stoccolma, tale è infatti la forza del rapporto di lei vittima con il suo uomo- carnefice, Il tombeur de femme Cassel che decide forse di darsi una "calmata" e sposare una ragazza “normale” dopo una vita [...] Vai alla recensione »
Un film diritto, fendente, chirurgico sin dalla prima inquadratura, quella sulle alpi, quando la protagonista si lancia in una discesa/metafora della propria vita. La vicenda è narrata su piani paralleli, dove la riabilitazione per la rovinosa caduta sugli sci cammina mano nella mano con le tristi vicende matrimoniali, fino all'epilogo, quando la guarigione si sovrappone all'uscita dal rapporto coniugale [...] Vai alla recensione »
L'amore, la passione, quasi l'ossessione, sono i temi affrontati da Maiween Le Besco nella sua ultima pellicola "Mon Roi". Già dal titolo ("Mio Re") si evincono le suddette tematiche in cui il proprio compagno viene considerato e paragonato addirittura al proprio signore da cui dipendere completamente. La storia è incentrata tutta sulla protagonista, [...] Vai alla recensione »
Ritengo che il film apra una finestra di discussione interessante sui rapporti tra le persone, che trova la sua massima esplicitazione nella frase: "Perché vuoi che io sia come vuoi tu, se sei venuta da me proprio perché sono esattamente come sono?" La coppia protagonista vive questo rapporto paradossale, un po' morboso e un po' frivolo. Un rapporto che alla fine risulta però, almeno per come io [...] Vai alla recensione »
Lei, avvocato, conosce l'affascinante Georgio in discoteca. Il film si apre con un flash forward: Tony casca sciando sulla neve e si rompe il ginocchio. Per tutto il film, la storia dei due personaggi prosegue intervallata dal percorso di riabilitazione di Tony. I due, sebbene diversi negli interessi, si conoscono, si innamorano, si sposano e fanno un figlio.
A meno che non si voglia considerare la violenza sulle donne un cliché già accettato con uno sbadiglio magari anche dalle presunte femministe, questo film merita di essere giudicato per la profondità della regia e dei dialoghi, per l'intensità dei protagonisti entrambi vittime e carnefici avviluppati nella spirale di un rapporto tossico e disfunzionali.
Una grande Bercaut ( attrice che non conoscevo) non basta a creare un film particolarmente interessante. La storia, pur mostrando continui cambiamenti nella vicenda amorosa dei due protagonisti, diventa a poco a poco monotona e non molto coinvolgente. Cassel si dimostra troppo istrionico e gigioneggia in modo eccessivo, ripetendo gli stereotipi, seppur in parte attenuati, del bello e impossibile.
Che brava Le Besco.. Brava a cucire un vestito perfetto e su misura per Cassel.. Interessante la trama anche se in realtà nulla cambia, si finisce come si comincia . Interessante analisi della psicologia umana, manca tuttavia una parte fondamentale nel racconto, ovvero il rapporto tra i genitori ed i protagonisti.
Sono andata a vedere questo film convintissima: delle prime battute si capisce il tenore del film...un film che racconta una storia tra due persone, lui un superficiale , frivolo , uomo pressapochista, lei una donna che , nonstante la ppisizione segue i malumori di cistui. Un film che si snoda tra dialoghi e due poco banali, scialbo, qualunquisti, il film peggiore in assoluto mai visto secondo solamente [...] Vai alla recensione »
attori perfettamente a fuoco per i ruoli da coprire. sullo schermo finalmente si racconta quel lato dell'amore che va oltre le crisi coniugali, ci parla del dramma psicologico di due individui e di come questo dramma influenzi poi la loro esistenza. l'amore come dipendenza fisiologica e mentale.
Che cosa racconta Mon Roi? Una storia d'amore. Ecco un caso in cui non vi è alcuna chance che l'originalità narrativa possa comparire tra le caratteristiche del nuovo film di Maïwenn Le Besco. Si tratta, come ovvio, di un dato di partenza. Chi mai potrebbe pretendere dopo 120 anni di storia del cinema (e della letteratura, del teatro, dell'opera, della canzone...) che un racconto su una coppia che si ama, si lascia, si riprende e si dilania possa dire qualcosa di nuovo sui rapporti sentimentali tra le persone?
Attrice e regista, Emmanuelle Bercot è stata la grande attrazione della sessantottesima edizione del Festival di Cannes. Anima divisa in due, ha aperto le danze col suo film (A testa alta) e si è congedata con il premio all'interpretazione femminile nella passione distruttrice di Maïwenn (Mon roi). Emmanuelle Bercot non è nuova a Cannes, che diciotto anni prima l'aveva ricompensata per Les Vacances, un cortometraggio che anticipa la sua grande ossessione: l'adolescenza.
Tony (Emmanuelle Bercot) è ricoverata in un centro riabilitazione, dopo un grave incidente al ginocchio. L'occasione buona per rivivere la turbolenta relazione avuta con Georgio (Vincent Cassel, bravissimo), un legame talmente forte da portarla quasi all'annichilimento emotivo e fisico. Interessante l'idea di raccontare un simile rapporto attraverso due quarantenni.
Molto attesa dai francesi all'ultimo Festival di Cannes, Maïwenn mette in scena l'amore difficile tra la borghese Tony, di professione avvocato, e Georgio, uomo travolgente seduttivo carismatico ma poco affidabile. Mentre è in rieducazione per una gamba rotta sciando, lei ripensa in flashback al loro rapporto, che ha prodotto un bel bambino e tante delusioni.
Film disturbante e scorticato, masochista e liberatorio, sensuale e fisico, «Mon Roi» non viene per unire ma per dividere la gente. Nelle tappe del verosimile calvario della protagonista Tony, interpretata dalla straordinaria Bercot, si specchia, infatti, la logica distorta di molte storie di passione: l'opera quarta dell'ex attrice Maiwenn non a caso si sviluppa in flashback nel corso della lunga [...] Vai alla recensione »
L'attrice (32 titoli all'attivo) ed ex-signora Luc Besson, la regista Maiwenn (Le Besco) fa un cinema che, rivelando una più o meno subliminale matrice autobiografica, provoca un legittimo sospetto di narcisismo. E tuttavia in Mon Roi - cronaca dell'autodistruttivo trasporto amoroso dell'avvocatessa Emmanuelle Bercot per il ristoratore dal fascino pericoloso Vincent Cassel - la distanza dai personaggi [...] Vai alla recensione »
Maiwenn, sorella dell'attrice (molto brava) e anche regista (suo un episodio nel film collettivo I ponti di Sarajevo) Isild Le Besco, famiglla «cbrismarkeriana» (sono le figlie dela magnifica icona Level Five di Marker, Catherine Belkodja) è una regista stracoccolata dalla critica d'oltralpe che ha accolto il suo precedente Polisse, una fastidiosa celebrazione glamour del machismo poliziesco, come [...] Vai alla recensione »