vanessa zarastro
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domenica 6 dicembre 2015
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l'homme fatale e il peterpanismo
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“Mon Roi” è un film inquietante sull’amore, sui rapporti di coppia, sulle dipendenze e sull’impossibilità di essere “normali”.
La protagonista Tony (la bravissima Emanuelle Bercot) è un avvocato che proprio non riesce a farsi piacere un suo simile, un professionista o un laureato con un’identità lavorativa certa e definita; una sera in discoteca rincontra Georgio, un tipetto niente male di cui aveva già intuito l’inaffidabilità qualche tempo prima. E proprio lì scoppia la passione. Georgio (un formidabile Vincent Cassel) è più Casanova che Don Giovanni, cioè non è solo un collezionista di donne ma uno che, probabilmente, ogni volta s’innamora buttandosi a capofitto nella nuova relazione.
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“Mon Roi” è un film inquietante sull’amore, sui rapporti di coppia, sulle dipendenze e sull’impossibilità di essere “normali”.
La protagonista Tony (la bravissima Emanuelle Bercot) è un avvocato che proprio non riesce a farsi piacere un suo simile, un professionista o un laureato con un’identità lavorativa certa e definita; una sera in discoteca rincontra Georgio, un tipetto niente male di cui aveva già intuito l’inaffidabilità qualche tempo prima. E proprio lì scoppia la passione. Georgio (un formidabile Vincent Cassel) è più Casanova che Don Giovanni, cioè non è solo un collezionista di donne ma uno che, probabilmente, ogni volta s’innamora buttandosi a capofitto nella nuova relazione. Gestisce un ristorante frequentato da gente del mondo della moda. Dice ti amo alla sua compagna la prima volta che fanno l’amore – ma ci crede veramente! - e dopo pochissimo dichiara di volere un figlio da lei. Proprio da lei, una donna normale con un lavoro normale e con un fisico normale non da modella né da velina come varie altre ragazze che l’hanno preceduta nel cuore di Georgio. Lui le dice scherzando “ io sono il re degli stronzi” senza forse sapere quanto sia profondamente vero. Georgio è un Moloch, divora la vita e le persone.
Sono proprio questi i grandi seduttori, gli uomini che piacciono di più alle donne (specialmente a quelle con un senso materno): bugiardi, affabulatori, pieni di contraddizioni, lunatici, piccoli o grandi imbroglioni affetti da peterpanismo. Lo si capisce da subito ma se ne è maledettamente attratti e, una volta entrati nella tela del ragno, non si sa più come uscirne e districarcisi. Il loro rapporto all’inizio è molto intenso un vero innamoramento che man mano si trasforma in una forte conflittualità dopo che lei rimane incinta e che si sono sposati. La presenza ingombrante di Margot, ex donna di Georgio tossicomane e autodistruttiva di cui lui si prende cura, minaccia la serenità della coppia creando tensioni e gelosie.
Ma perché Tony non riesce a liberarsi di lui né tantomeno a a distaccarsene? In fondo lei possiede un versante autodistruttivo (si ferisce con il vetro della finestra, cade con gli sci sciando con un’andatura troppo veloce e così via.). Anche nella clinica di riabilitazione, dove è per mesi degente dopo l’incidente che le ha spezzato i legamenti del ginocchio destro, fa amicizia con un gruppetto di “diversi” da sé: più giovani, immigrati o di prima generazione in terra di Francia, nullafacenti e nullatenenti.
Gli interpreti sono strepitosi: Vincent Cassel dà vita a un personaggio seduttivo che abbiamo la sensazione (ahinoi!) di aver incontrato nella vita, mentre Emanuelle Bercot con questo film presentato a Cannes nel 2015 vince (ex-aequo) il premio per la migliore interpretazione femminile.
Maïwenn Besco, la bellissima regista francese, riesce bene a entrare nei meandri della coppia. I suoi film spesso partono da dolorose esperienze personali; ad esempio, avendo subito maltrattamenti e vessazioni psicologiche dai suoi genitori, arriverà a montare la storia di “Polisse” del 2011 incentrata sulla violenza dei minori. Lo stesso “Mon Roi” sembrerebbe ispirato al play-boy Jean-Yves Le Fur secondo compagno della Besco, dopo essere stata lasciata dal marito Luc Besson (coazione a ripetere?).
La regista con Emanule Bercot - che è anche la sceneggiatrice del film - ha fondato la società di produzione MAI.
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biancaspa
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domenica 27 dicembre 2015
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disambiguizione dell'amore
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Film, meraviglioso, con numerosi riferimenti psicologici, a cominciare dal significato inconscio della rottura del ginocchio, che può solo flettersi in avanti e fare inginocchiare e che contiene sia la parola "occhio" che "Io". Il senso profondo del doversi fermare e rivedere la propria vita, perché la malattia, l'incidente, non è mai casuale. Allora finalmente Tonì si ferma e rivede il moto tortuoso e pericoloso della sua dipendenza da un uomo bipolare, che fagocita e vomita, avvicina e distrugge! Distrugge tutto quello che crede di amare, per distruggere se stesso, allora manipola, si vittimizza, ma poi torna ad essere quello che è davvero. Ma ha ragione quando dice a Tonì che lei si è innamorata di lui, perché lui è così.
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Film, meraviglioso, con numerosi riferimenti psicologici, a cominciare dal significato inconscio della rottura del ginocchio, che può solo flettersi in avanti e fare inginocchiare e che contiene sia la parola "occhio" che "Io". Il senso profondo del doversi fermare e rivedere la propria vita, perché la malattia, l'incidente, non è mai casuale. Allora finalmente Tonì si ferma e rivede il moto tortuoso e pericoloso della sua dipendenza da un uomo bipolare, che fagocita e vomita, avvicina e distrugge! Distrugge tutto quello che crede di amare, per distruggere se stesso, allora manipola, si vittimizza, ma poi torna ad essere quello che è davvero. Ma ha ragione quando dice a Tonì che lei si è innamorata di lui, perché lui è così. Ma ognuno è figlio della sua storia, delle proprie fragilità e l'uomo deve sempre trincerarsi dietro un'immagine fallace di forza, che spesso non ha. E nel disagio di entrambi si forma il legame.
Film che fa riflettere sulle relazioni morbose e malate che vengono confuse con l'abusato termine amore, invece è solo disagio psicologico, malattia. Questo film fa capire che a volte nel momento più difficile, è possibile ricominciare. Ma prima bisogna necessariamente fermarsi. E come diceva lo psicologo Winnicott, l'oggetto va prima distrutto per poi ricostruirlo.
Merita più stelle qiesto film. Ma forse non tutti ne comprendono la valenza effettiva.
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francesca50
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venerdì 11 dicembre 2015
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un film che lascia traccia!
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Un film da vedere per la bravura degli attori e della regia prima di tutto, la cui fatica va premiata.
Difficile da spiegare bene perché esso è nuovo, ma questo film per me lo è, nonostante che esso sia basato su una tecnica conosciuta, il flash-back, e su un tema noto l'amore, di cui fa vedere la parte passionale e di scoperta che dà fascino ancora una volta a una storia.
Tale opera ancora una volta fa capire che l'amore passione, fascinoso e prorompente, da solo non basta ad incontrarsi veramente se i due non sono pronti ad accettarsi.
Il re degli stronzi è tale anche perché lui non è maturo per un rapporto a due e doveva forse trovare una donna più pronta ad accettarlo qual è, come lui egoisticamente cerca di spiegarle, e in grado di attenderne la maturazione, che in fondo è lunga e "forse" avviene quando lei se ne distacca forzatamente.
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Un film da vedere per la bravura degli attori e della regia prima di tutto, la cui fatica va premiata.
Difficile da spiegare bene perché esso è nuovo, ma questo film per me lo è, nonostante che esso sia basato su una tecnica conosciuta, il flash-back, e su un tema noto l'amore, di cui fa vedere la parte passionale e di scoperta che dà fascino ancora una volta a una storia.
Tale opera ancora una volta fa capire che l'amore passione, fascinoso e prorompente, da solo non basta ad incontrarsi veramente se i due non sono pronti ad accettarsi.
Il re degli stronzi è tale anche perché lui non è maturo per un rapporto a due e doveva forse trovare una donna più pronta ad accettarlo qual è, come lui egoisticamente cerca di spiegarle, e in grado di attenderne la maturazione, che in fondo è lunga e "forse" avviene quando lei se ne distacca forzatamente. Solo allora si intravede, anche se si rimane nel dubbio se i due torneranno insieme o no, che sarà possibile un rapporto meno distruttivo.
Quello comunque che insegna il film è che non è possibile cambiare un uomo e che esso va accettato com'è o lasciato dov'è.
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lamoreaitempidelcolera
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domenica 10 luglio 2016
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"il re degli stronzi"
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Bellissimo film sull'Amore che devasta solo una metà della coppia, lei, Tony.
Nonostante le sue risorse, la sua maturità, le premure fraterne, Tony è travolta e precipita in una voragine infernale, dove i gironi sono il sesso ad alto grado di soddisfazione, il travolgimento emotivo, la progressiva perdita di amor proprio, l'accecamento della ragione, l'attrazione micidiale.
Georgio è, per sua stessa definizione, "Il Re degli Stronzi", un funambolo in bilico sull''assenza di senso, sull'irresponsabilità, sul cinismo, sull'edonismo, sul suo NARCISISMO.
Un uomo che non dà niente, ma dice molto: dichiara di amare dopo dieci minuti, lascia e prende donne assecondando le sue pulsioni, si sposa, ma non convive, diventa padre, ma non alleva, molla, ma ritorna, sceglie, ma non apprezza.
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Bellissimo film sull'Amore che devasta solo una metà della coppia, lei, Tony.
Nonostante le sue risorse, la sua maturità, le premure fraterne, Tony è travolta e precipita in una voragine infernale, dove i gironi sono il sesso ad alto grado di soddisfazione, il travolgimento emotivo, la progressiva perdita di amor proprio, l'accecamento della ragione, l'attrazione micidiale.
Georgio è, per sua stessa definizione, "Il Re degli Stronzi", un funambolo in bilico sull''assenza di senso, sull'irresponsabilità, sul cinismo, sull'edonismo, sul suo NARCISISMO.
Un uomo che non dà niente, ma dice molto: dichiara di amare dopo dieci minuti, lascia e prende donne assecondando le sue pulsioni, si sposa, ma non convive, diventa padre, ma non alleva, molla, ma ritorna, sceglie, ma non apprezza. Un uomo vuoto, che costruisce la sua brillante immagine sociale su un baratro emotivo interiore. Invidioso del successo professionale di Tony, l'annichilisce sul piano affettivo. La sua condotta distilla violenza psicologica a somministrazione lenta e prolungata. Una violenza che non si può descrivere o denunciare. Georgio non picchia, ma induce al suicidio.
Ora la domanda è: perchè un uomo così ha presa su una donna così? Qual è la maledizione che si sconta, quando si sceglie di stare con il re degli stronzi? Il film dovrebbe avere un seguito, che paradossalmente dovrebbe parlarci di Tony prima di incontrare Georgio. Allora forse capiremmo e saremmo in grado di difenderci dagli altri suoi consimili. Purtroppo, il regno è affollato di simili sovrani.
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howlingfantod
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mercoledì 9 dicembre 2015
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"nè con te nè senza di te"
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Una specie di amore criminale giocato molto sulle dinamiche di tortura psicologica interne alla coppia e sul rapporto vittima-carnefice in una sorta di sindrome di Stoccolma, tale è infatti la forza del rapporto di lei vittima con il suo uomo- carnefice, Il tombeur de femme Cassel che decide forse di darsi una "calmata" e sposare una ragazza “normale” dopo una vita affettiva e personale sregolata e tormentata fra feste e festini, amanti di una notte, problemi con il fisco e con la droga, avrà un bambino da lei, ma niente cambia anzi ritorna su sé stesso, fra tradimenti e tutto il resto in un modo ossessivo, con lei vittima predestinata anche dopo aver avuto la forza di ottenere il divorzio.
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Una specie di amore criminale giocato molto sulle dinamiche di tortura psicologica interne alla coppia e sul rapporto vittima-carnefice in una sorta di sindrome di Stoccolma, tale è infatti la forza del rapporto di lei vittima con il suo uomo- carnefice, Il tombeur de femme Cassel che decide forse di darsi una "calmata" e sposare una ragazza “normale” dopo una vita affettiva e personale sregolata e tormentata fra feste e festini, amanti di una notte, problemi con il fisco e con la droga, avrà un bambino da lei, ma niente cambia anzi ritorna su sé stesso, fra tradimenti e tutto il resto in un modo ossessivo, con lei vittima predestinata anche dopo aver avuto la forza di ottenere il divorzio. Un film che opprime e che usa un interessante punto di vista regressivo nel montaggio alternato con lei che rievoca la sua vita sentimentale tormentata con colui che doveva essere l’uomo della sua vita da una clinica di riabilitazione dopo una caduta sugli sci ed essersi frantumata un ginocchio, un intenso simbolismo, quello di una persona, di una donna soprattutto con il suo coraggio, che impara di nuovo a camminare, a vivere, fino al finale quando anche lui, l’aguzzino sembra finalmente aver trovato il modo di vivere, amare e soprattutto mollare la sua preda, anche se lo sguardo di lei proprio nel finale si posa sul bellissimo volto del suo lui quasi a dirgli come nella “Signora della porta accanto”, (che per molti versi ricorda questa prova della quasi esordiente alla regia attrice e sceneggiatrice francese) “né con te né senza di te”. Il dilemma rimane aperto, nella finzione del film e nella vita di tante coppie.
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giulia cortella
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venerdì 19 febbraio 2016
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gli sguardi dell'amore
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Ma come si fa a dubitare che Tonina, alla fine del film, non guardi con gli occhi dell'amore il suo Giorgio? Dopo l'ouverture iniziale della meravigliosa sequenza panoramica del Monte Bianco con la neve, in cui accade ciò che determina la struttura duplice del film che gira sul piano continuo del flashback e del flashforward, il film si apre e si chiude con l'attenzione degli sguardi della protagonista che osserva, non vista, il suo uomo. All'inizio in discoteca, dove con una citazione più o meno consapevole la regista richiama "La grande Bellezza" di Sorrentino e mette a fuoco le personalità dei suoi protagonisti senza troppe parole lasciando che la drammatica intensità della musica elettronica dipinga ai nostri occhi la forza fatale dell'attrazione magnetica che si instaura tra i due.
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Ma come si fa a dubitare che Tonina, alla fine del film, non guardi con gli occhi dell'amore il suo Giorgio? Dopo l'ouverture iniziale della meravigliosa sequenza panoramica del Monte Bianco con la neve, in cui accade ciò che determina la struttura duplice del film che gira sul piano continuo del flashback e del flashforward, il film si apre e si chiude con l'attenzione degli sguardi della protagonista che osserva, non vista, il suo uomo. All'inizio in discoteca, dove con una citazione più o meno consapevole la regista richiama "La grande Bellezza" di Sorrentino e mette a fuoco le personalità dei suoi protagonisti senza troppe parole lasciando che la drammatica intensità della musica elettronica dipinga ai nostri occhi la forza fatale dell'attrazione magnetica che si instaura tra i due. Alla fine, all'interno di una scuola, lo sguardo della donna si posa di nuovo sull'uomo e sembra come la prima volta, una nuova scoperta, un particolare del viso, delle mani, un sorriso, ma lo spazio stesso ci suggerisce che il tempo è passato e non è passato invano. Bel film sull'amore, sulla passione col suo furore, col fuoco che brucia e fa battere l'elettrocardiogramma del cuore, con il suo messaggio positivo nelle parole di una grande Tonina, personaggio moderno ma in fondo assai più tradizionale di quanto si creda, una donna che lancia nel cuore del film il suo monito contro un mondo in cui tutto viene consumato e si butta via, e che lotta con tutte le sue forze contro questo mondo sbagliato.
Ella denuncia con le sue urla il mondo bambino-infantile-falso-corrotto-estremo-distruttivo e mortale di lui, Giorgio, che attraverserà negli anni il suo percorso di formazione aiutato da lei a non perdersi, a non finire male, a redimersi.
Bel film che, come il film di Sorrentino, racconta di un salvamento, di una speranza contro la deriva distruttiva dell'Occidente e ci racconta che la donna può, col suo amore e con la sua forza, redimere il mondo.
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nerone bianchi
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giovedì 18 febbraio 2016
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un film chirurgico
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Un film diritto, fendente, chirurgico sin dalla prima inquadratura, quella sulle alpi, quando la protagonista si lancia in una discesa/metafora della propria vita. La vicenda è narrata su piani paralleli, dove la riabilitazione per la rovinosa caduta sugli sci cammina mano nella mano con le tristi vicende matrimoniali, fino all'epilogo, quando la guarigione si sovrappone all'uscita dal rapporto coniugale e alla nuova vita che si apre ancora e sempre. Si scava per l'ennesima volta nella patologia profonda che può nascondersi nel rapporto di coppia, dall'euforia dei primi momenti fino alla disperazione del sentire che non si può più proseguire insieme, come pure andare da soli. Il film ci porta in quella zona buia dove alla notte non succede più il mattino e dove ogni soluzione sembra essere preclusa, lo fa con scanzonata precisione, come avviene nella realtà delle cose, senza che nessuno lo abbia voluto e meno che mai immaginato.
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Un film diritto, fendente, chirurgico sin dalla prima inquadratura, quella sulle alpi, quando la protagonista si lancia in una discesa/metafora della propria vita. La vicenda è narrata su piani paralleli, dove la riabilitazione per la rovinosa caduta sugli sci cammina mano nella mano con le tristi vicende matrimoniali, fino all'epilogo, quando la guarigione si sovrappone all'uscita dal rapporto coniugale e alla nuova vita che si apre ancora e sempre. Si scava per l'ennesima volta nella patologia profonda che può nascondersi nel rapporto di coppia, dall'euforia dei primi momenti fino alla disperazione del sentire che non si può più proseguire insieme, come pure andare da soli. Il film ci porta in quella zona buia dove alla notte non succede più il mattino e dove ogni soluzione sembra essere preclusa, lo fa con scanzonata precisione, come avviene nella realtà delle cose, senza che nessuno lo abbia voluto e meno che mai immaginato. Due ore che poggiano esclusivamente sui due protagonisti, più che bravi, e che scorrono senza concedere flessioni all'attenzione. Un film di una regista sconosciuta (almeno per me) e che si iscrive a tutto diritto nella grande tradizione del cinema francesce.
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a.neglia
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sabato 12 dicembre 2015
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perché vuoi che io sia come vuoi tu, se...
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Ritengo che il film apra una finestra di discussione interessante sui rapporti tra le persone, che trova la sua massima esplicitazione nella frase: "Perché vuoi che io sia come vuoi tu, se sei venuta da me proprio perché sono esattamente come sono?"
La coppia protagonista vive questo rapporto paradossale, un po' morboso e un po' frivolo. Un rapporto che alla fine risulta però, almeno per come io l'ho interpretato, molto più sincero di altri. Perché entrambi conoscono quanto sia imperfetto l'altro e, nonostante tentino di fuggire da queste imperfezioni o di eliminarle, finiscono per abbandonarsi ad un fatto: che si amano per come sono. Per questo boccio il finale: dopo aver messo a nudo questa tremenda ma rassicurante verità, alla fine sembra che entrambi siano guariti da loro stessi.
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Ritengo che il film apra una finestra di discussione interessante sui rapporti tra le persone, che trova la sua massima esplicitazione nella frase: "Perché vuoi che io sia come vuoi tu, se sei venuta da me proprio perché sono esattamente come sono?"
La coppia protagonista vive questo rapporto paradossale, un po' morboso e un po' frivolo. Un rapporto che alla fine risulta però, almeno per come io l'ho interpretato, molto più sincero di altri. Perché entrambi conoscono quanto sia imperfetto l'altro e, nonostante tentino di fuggire da queste imperfezioni o di eliminarle, finiscono per abbandonarsi ad un fatto: che si amano per come sono. Per questo boccio il finale: dopo aver messo a nudo questa tremenda ma rassicurante verità, alla fine sembra che entrambi siano guariti da loro stessi. Terribile! La sceneggiatura, che fino alla fine era stata irriverente verso la società e i suoi cliché su quello che una coppia deve essere, alla fine alza le mani e sembra dirci: "Sì ok, abbiamo giocato. Ma le cose non possono andare così perché il mondo gira diversamente!". Molto interdetta..
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flyanto
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lunedì 14 dicembre 2015
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la storia di una passione amorosa travolgente
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L'amore, la passione, quasi l'ossessione, sono i temi affrontati da Maiween Le Besco nella sua ultima pellicola "Mon Roi". Già dal titolo ("Mio Re") si evincono le suddette tematiche in cui il proprio compagno viene considerato e paragonato addirittura al proprio signore da cui dipendere completamente.
La storia è incentrata tutta sulla protagonista, una giovane donna avvocato (Emanuelle Bercot), che una sera in discoteca incontra un uomo, un imprenditore nel campo della ristorazione (Vincent Cassel), molto affascinante e coinvolgente, nonchè assai benestante. Ella inizia con lui subito una relazione sentimentale da cui in breve tempo nasce un bambino, seguito dal matrimonio ed ovviamente dalla conseguente convivenza.
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L'amore, la passione, quasi l'ossessione, sono i temi affrontati da Maiween Le Besco nella sua ultima pellicola "Mon Roi". Già dal titolo ("Mio Re") si evincono le suddette tematiche in cui il proprio compagno viene considerato e paragonato addirittura al proprio signore da cui dipendere completamente.
La storia è incentrata tutta sulla protagonista, una giovane donna avvocato (Emanuelle Bercot), che una sera in discoteca incontra un uomo, un imprenditore nel campo della ristorazione (Vincent Cassel), molto affascinante e coinvolgente, nonchè assai benestante. Ella inizia con lui subito una relazione sentimentale da cui in breve tempo nasce un bambino, seguito dal matrimonio ed ovviamente dalla conseguente convivenza. Ma nel corso degli anni che passano, l'avvocato si rende conto sempre di più di avere a che fare con un marito piuttosto instabile in quanto dedito più o meno saltuariamente al bere ed all'uso di sostanze stupefacenti e, per quanto egli si dimostri sincero nei suoi sentimenti verso di lei, assai insofferente alla routine, ai legami stretti e pertanto parecchio dedito ai tradimenti ed a rincorrere la propria libertà individuale. Non riuscendo più a sopportare questa penosa, dolorosa ed avvilente, nonchè distruttiva, relazione, la donna decide di divorziare e staccarsi, rendendosi più indipendente, dal proprio consorte. Ma in fondo in fondo ella non vi si staccherà del tutto in quanto il suo legame è troppo profondo e troppo radicato in lei e pertanto lei considererà sempre il proprio ex-marito come l'unico, travolgente e grandissimo amore della propria vita.
La regista Maiween, forse troppo ben conoscitrice delle forti passioni sentimentali visto il proprio forte e burrascoso passato legame sentimentale col regista Luc Besson, riesce in maniera quanto mai efficace a rappresentare l'evoluzione e la natura di un sincero e profondo amore verso un uomo che, anche quando non si verifica essere proprio il compagno adatto della propria vita, è però dotato da una forte personalità, nonchè carisma e, pertanto, difficile, se non addirittura impossibile, da staccarvisi. Ed il valore del film risiede proprio in questa dettagliata analisi, forse un poco eccessivamente lunga (il film avrebbe avuto, infatti, una resa migliore con una quindicina di minuti in meno), ma molto veritiera e profonda.
I due attorio protagonisti, Emanuelle Bercot (che peraltro ha vinto il miglior premio come attrice all'ultimo Festival del Cinema a Cannes) e Vincent Cassel (lo avrebbe giustamente meritato anche lui) interpretano al meglio i propri ruoli di donna e uomo presi da un'a forte attrazione sentimentale e fisica l'una per l'altro.
Consigliabile a chi, ovviamente, è interessato all'argomento.
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francesca
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domenica 6 dicembre 2015
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niente di speciale
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Lei, avvocato, conosce l'affascinante Georgio in discoteca. Il film si apre con un flash forward: Tony casca sciando sulla neve e si rompe il ginocchio. Per tutto il film, la storia dei due personaggi prosegue intervallata dal percorso di riabilitazione di Tony. I due, sebbene diversi negli interessi, si conoscono, si innamorano, si sposano e fanno un figlio. Quando lei rimane incinta iniziano i problemi tra di loro: litigate, cambi di casa, pianti, crisi isteriche, divorzio. La presenza di lui turba perennemente l'esistenza di lei che, appunto, lo considera il suo "re". Vincent Cassel interpreta l'uomo che non cresce mai, l'eterno bambino e per di più pieno di vizi. Il ritratto della coppia moderna nei suoi classici stereotipi.
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Lei, avvocato, conosce l'affascinante Georgio in discoteca. Il film si apre con un flash forward: Tony casca sciando sulla neve e si rompe il ginocchio. Per tutto il film, la storia dei due personaggi prosegue intervallata dal percorso di riabilitazione di Tony. I due, sebbene diversi negli interessi, si conoscono, si innamorano, si sposano e fanno un figlio. Quando lei rimane incinta iniziano i problemi tra di loro: litigate, cambi di casa, pianti, crisi isteriche, divorzio. La presenza di lui turba perennemente l'esistenza di lei che, appunto, lo considera il suo "re". Vincent Cassel interpreta l'uomo che non cresce mai, l'eterno bambino e per di più pieno di vizi. Il ritratto della coppia moderna nei suoi classici stereotipi. Niente di più.
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