patrizia
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lunedì 12 giugno 2023
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ti abbandono senza lasciarti, sono un narcisista.
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A meno che non si voglia considerare la violenza sulle donne un cliché già accettato con uno sbadiglio magari anche dalle presunte femministe, questo film merita di essere giudicato per la profondità della regia e dei dialoghi, per l'intensità dei protagonisti entrambi vittime e carnefici avviluppati nella spirale di un rapporto tossico e disfunzionali. Anche quando pare esserci alchimia c'é la violenza a fare da cornice. Fa simpatia la figura del fratello di Tonine, il cognato che disapprova dal principio e il grillo parlante inascoltato da lei. Mentre ai margini appare la figura del bambino che non é al centro del mondo dei genitori presi dal fare il punto tra loro.
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A meno che non si voglia considerare la violenza sulle donne un cliché già accettato con uno sbadiglio magari anche dalle presunte femministe, questo film merita di essere giudicato per la profondità della regia e dei dialoghi, per l'intensità dei protagonisti entrambi vittime e carnefici avviluppati nella spirale di un rapporto tossico e disfunzionali. Anche quando pare esserci alchimia c'é la violenza a fare da cornice. Fa simpatia la figura del fratello di Tonine, il cognato che disapprova dal principio e il grillo parlante inascoltato da lei. Mentre ai margini appare la figura del bambino che non é al centro del mondo dei genitori presi dal fare il punto tra loro. Il percorso riabilitativo della protagonista é significativo perché parte solo figurativamente dal suo ginocchio per addentrarsi nel fare luce, nel porre l'occhio sul suo IO. Magistrale a mio avviso il monologo interrogativo di Tonine sulla necessità di dover distruggere tutto così come il suo sguardo finale sulla figura di lui come se avesse riaperto gli occhi nel vederlo com'è davvero in una consapevolezza che assomiglia maggiormente all'amore che rincorrevano.
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lamoreaitempidelcolera
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domenica 10 luglio 2016
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"il re degli stronzi"
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Bellissimo film sull'Amore che devasta solo una metà della coppia, lei, Tony.
Nonostante le sue risorse, la sua maturità, le premure fraterne, Tony è travolta e precipita in una voragine infernale, dove i gironi sono il sesso ad alto grado di soddisfazione, il travolgimento emotivo, la progressiva perdita di amor proprio, l'accecamento della ragione, l'attrazione micidiale.
Georgio è, per sua stessa definizione, "Il Re degli Stronzi", un funambolo in bilico sull''assenza di senso, sull'irresponsabilità, sul cinismo, sull'edonismo, sul suo NARCISISMO.
Un uomo che non dà niente, ma dice molto: dichiara di amare dopo dieci minuti, lascia e prende donne assecondando le sue pulsioni, si sposa, ma non convive, diventa padre, ma non alleva, molla, ma ritorna, sceglie, ma non apprezza.
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Bellissimo film sull'Amore che devasta solo una metà della coppia, lei, Tony.
Nonostante le sue risorse, la sua maturità, le premure fraterne, Tony è travolta e precipita in una voragine infernale, dove i gironi sono il sesso ad alto grado di soddisfazione, il travolgimento emotivo, la progressiva perdita di amor proprio, l'accecamento della ragione, l'attrazione micidiale.
Georgio è, per sua stessa definizione, "Il Re degli Stronzi", un funambolo in bilico sull''assenza di senso, sull'irresponsabilità, sul cinismo, sull'edonismo, sul suo NARCISISMO.
Un uomo che non dà niente, ma dice molto: dichiara di amare dopo dieci minuti, lascia e prende donne assecondando le sue pulsioni, si sposa, ma non convive, diventa padre, ma non alleva, molla, ma ritorna, sceglie, ma non apprezza. Un uomo vuoto, che costruisce la sua brillante immagine sociale su un baratro emotivo interiore. Invidioso del successo professionale di Tony, l'annichilisce sul piano affettivo. La sua condotta distilla violenza psicologica a somministrazione lenta e prolungata. Una violenza che non si può descrivere o denunciare. Georgio non picchia, ma induce al suicidio.
Ora la domanda è: perchè un uomo così ha presa su una donna così? Qual è la maledizione che si sconta, quando si sceglie di stare con il re degli stronzi? Il film dovrebbe avere un seguito, che paradossalmente dovrebbe parlarci di Tony prima di incontrare Georgio. Allora forse capiremmo e saremmo in grado di difenderci dagli altri suoi consimili. Purtroppo, il regno è affollato di simili sovrani.
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giulia cortella
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venerdì 19 febbraio 2016
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gli sguardi dell'amore
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Ma come si fa a dubitare che Tonina, alla fine del film, non guardi con gli occhi dell'amore il suo Giorgio? Dopo l'ouverture iniziale della meravigliosa sequenza panoramica del Monte Bianco con la neve, in cui accade ciò che determina la struttura duplice del film che gira sul piano continuo del flashback e del flashforward, il film si apre e si chiude con l'attenzione degli sguardi della protagonista che osserva, non vista, il suo uomo. All'inizio in discoteca, dove con una citazione più o meno consapevole la regista richiama "La grande Bellezza" di Sorrentino e mette a fuoco le personalità dei suoi protagonisti senza troppe parole lasciando che la drammatica intensità della musica elettronica dipinga ai nostri occhi la forza fatale dell'attrazione magnetica che si instaura tra i due.
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Ma come si fa a dubitare che Tonina, alla fine del film, non guardi con gli occhi dell'amore il suo Giorgio? Dopo l'ouverture iniziale della meravigliosa sequenza panoramica del Monte Bianco con la neve, in cui accade ciò che determina la struttura duplice del film che gira sul piano continuo del flashback e del flashforward, il film si apre e si chiude con l'attenzione degli sguardi della protagonista che osserva, non vista, il suo uomo. All'inizio in discoteca, dove con una citazione più o meno consapevole la regista richiama "La grande Bellezza" di Sorrentino e mette a fuoco le personalità dei suoi protagonisti senza troppe parole lasciando che la drammatica intensità della musica elettronica dipinga ai nostri occhi la forza fatale dell'attrazione magnetica che si instaura tra i due. Alla fine, all'interno di una scuola, lo sguardo della donna si posa di nuovo sull'uomo e sembra come la prima volta, una nuova scoperta, un particolare del viso, delle mani, un sorriso, ma lo spazio stesso ci suggerisce che il tempo è passato e non è passato invano. Bel film sull'amore, sulla passione col suo furore, col fuoco che brucia e fa battere l'elettrocardiogramma del cuore, con il suo messaggio positivo nelle parole di una grande Tonina, personaggio moderno ma in fondo assai più tradizionale di quanto si creda, una donna che lancia nel cuore del film il suo monito contro un mondo in cui tutto viene consumato e si butta via, e che lotta con tutte le sue forze contro questo mondo sbagliato.
Ella denuncia con le sue urla il mondo bambino-infantile-falso-corrotto-estremo-distruttivo e mortale di lui, Giorgio, che attraverserà negli anni il suo percorso di formazione aiutato da lei a non perdersi, a non finire male, a redimersi.
Bel film che, come il film di Sorrentino, racconta di un salvamento, di una speranza contro la deriva distruttiva dell'Occidente e ci racconta che la donna può, col suo amore e con la sua forza, redimere il mondo.
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nerone bianchi
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giovedì 18 febbraio 2016
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un film chirurgico
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Un film diritto, fendente, chirurgico sin dalla prima inquadratura, quella sulle alpi, quando la protagonista si lancia in una discesa/metafora della propria vita. La vicenda è narrata su piani paralleli, dove la riabilitazione per la rovinosa caduta sugli sci cammina mano nella mano con le tristi vicende matrimoniali, fino all'epilogo, quando la guarigione si sovrappone all'uscita dal rapporto coniugale e alla nuova vita che si apre ancora e sempre. Si scava per l'ennesima volta nella patologia profonda che può nascondersi nel rapporto di coppia, dall'euforia dei primi momenti fino alla disperazione del sentire che non si può più proseguire insieme, come pure andare da soli. Il film ci porta in quella zona buia dove alla notte non succede più il mattino e dove ogni soluzione sembra essere preclusa, lo fa con scanzonata precisione, come avviene nella realtà delle cose, senza che nessuno lo abbia voluto e meno che mai immaginato.
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Un film diritto, fendente, chirurgico sin dalla prima inquadratura, quella sulle alpi, quando la protagonista si lancia in una discesa/metafora della propria vita. La vicenda è narrata su piani paralleli, dove la riabilitazione per la rovinosa caduta sugli sci cammina mano nella mano con le tristi vicende matrimoniali, fino all'epilogo, quando la guarigione si sovrappone all'uscita dal rapporto coniugale e alla nuova vita che si apre ancora e sempre. Si scava per l'ennesima volta nella patologia profonda che può nascondersi nel rapporto di coppia, dall'euforia dei primi momenti fino alla disperazione del sentire che non si può più proseguire insieme, come pure andare da soli. Il film ci porta in quella zona buia dove alla notte non succede più il mattino e dove ogni soluzione sembra essere preclusa, lo fa con scanzonata precisione, come avviene nella realtà delle cose, senza che nessuno lo abbia voluto e meno che mai immaginato. Due ore che poggiano esclusivamente sui due protagonisti, più che bravi, e che scorrono senza concedere flessioni all'attenzione. Un film di una regista sconosciuta (almeno per me) e che si iscrive a tutto diritto nella grande tradizione del cinema francesce.
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no_data
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martedì 12 gennaio 2016
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inguardabile
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Sono andata a vedere questo film convintissima: delle prime battute si capisce il tenore del film...un film che racconta una storia tra due persone, lui un superficiale , frivolo , uomo pressapochista, lei una donna che , nonstante la ppisizione segue i malumori di cistui. Un film che si snoda tra dialoghi e due poco banali, scialbo, qualunquisti, il film peggiore in assoluto mai visto secondo solamente a Bigas Luna, in confronto Alvaroi Vitali in capolavoro. Non si capisce come mai il buon Cassel sia caduto tanto in basso. Personaggi davvero isdiiti con dialoghi talmente scandalosamente idioti . SCONSIGLIATISSIMO.
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biancaspa
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domenica 27 dicembre 2015
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disambiguizione dell'amore
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Film, meraviglioso, con numerosi riferimenti psicologici, a cominciare dal significato inconscio della rottura del ginocchio, che può solo flettersi in avanti e fare inginocchiare e che contiene sia la parola "occhio" che "Io". Il senso profondo del doversi fermare e rivedere la propria vita, perché la malattia, l'incidente, non è mai casuale. Allora finalmente Tonì si ferma e rivede il moto tortuoso e pericoloso della sua dipendenza da un uomo bipolare, che fagocita e vomita, avvicina e distrugge! Distrugge tutto quello che crede di amare, per distruggere se stesso, allora manipola, si vittimizza, ma poi torna ad essere quello che è davvero. Ma ha ragione quando dice a Tonì che lei si è innamorata di lui, perché lui è così.
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Film, meraviglioso, con numerosi riferimenti psicologici, a cominciare dal significato inconscio della rottura del ginocchio, che può solo flettersi in avanti e fare inginocchiare e che contiene sia la parola "occhio" che "Io". Il senso profondo del doversi fermare e rivedere la propria vita, perché la malattia, l'incidente, non è mai casuale. Allora finalmente Tonì si ferma e rivede il moto tortuoso e pericoloso della sua dipendenza da un uomo bipolare, che fagocita e vomita, avvicina e distrugge! Distrugge tutto quello che crede di amare, per distruggere se stesso, allora manipola, si vittimizza, ma poi torna ad essere quello che è davvero. Ma ha ragione quando dice a Tonì che lei si è innamorata di lui, perché lui è così. Ma ognuno è figlio della sua storia, delle proprie fragilità e l'uomo deve sempre trincerarsi dietro un'immagine fallace di forza, che spesso non ha. E nel disagio di entrambi si forma il legame.
Film che fa riflettere sulle relazioni morbose e malate che vengono confuse con l'abusato termine amore, invece è solo disagio psicologico, malattia. Questo film fa capire che a volte nel momento più difficile, è possibile ricominciare. Ma prima bisogna necessariamente fermarsi. E come diceva lo psicologo Winnicott, l'oggetto va prima distrutto per poi ricostruirlo.
Merita più stelle qiesto film. Ma forse non tutti ne comprendono la valenza effettiva.
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flaw54
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martedì 15 dicembre 2015
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niente di nuovo
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Una grande Bercaut ( attrice che non conoscevo) non basta a creare un film particolarmente interessante. La storia, pur mostrando continui cambiamenti nella vicenda amorosa dei due protagonisti, diventa a poco a poco monotona e non molto coinvolgente. Cassel si dimostra troppo istrionico e gigioneggia in modo eccessivo, ripetendo gli stereotipi, seppur in parte attenuati, del bello e impossibile. Mi aspettavo di più.
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flyanto
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lunedì 14 dicembre 2015
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la storia di una passione amorosa travolgente
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L'amore, la passione, quasi l'ossessione, sono i temi affrontati da Maiween Le Besco nella sua ultima pellicola "Mon Roi". Già dal titolo ("Mio Re") si evincono le suddette tematiche in cui il proprio compagno viene considerato e paragonato addirittura al proprio signore da cui dipendere completamente.
La storia è incentrata tutta sulla protagonista, una giovane donna avvocato (Emanuelle Bercot), che una sera in discoteca incontra un uomo, un imprenditore nel campo della ristorazione (Vincent Cassel), molto affascinante e coinvolgente, nonchè assai benestante. Ella inizia con lui subito una relazione sentimentale da cui in breve tempo nasce un bambino, seguito dal matrimonio ed ovviamente dalla conseguente convivenza.
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L'amore, la passione, quasi l'ossessione, sono i temi affrontati da Maiween Le Besco nella sua ultima pellicola "Mon Roi". Già dal titolo ("Mio Re") si evincono le suddette tematiche in cui il proprio compagno viene considerato e paragonato addirittura al proprio signore da cui dipendere completamente.
La storia è incentrata tutta sulla protagonista, una giovane donna avvocato (Emanuelle Bercot), che una sera in discoteca incontra un uomo, un imprenditore nel campo della ristorazione (Vincent Cassel), molto affascinante e coinvolgente, nonchè assai benestante. Ella inizia con lui subito una relazione sentimentale da cui in breve tempo nasce un bambino, seguito dal matrimonio ed ovviamente dalla conseguente convivenza. Ma nel corso degli anni che passano, l'avvocato si rende conto sempre di più di avere a che fare con un marito piuttosto instabile in quanto dedito più o meno saltuariamente al bere ed all'uso di sostanze stupefacenti e, per quanto egli si dimostri sincero nei suoi sentimenti verso di lei, assai insofferente alla routine, ai legami stretti e pertanto parecchio dedito ai tradimenti ed a rincorrere la propria libertà individuale. Non riuscendo più a sopportare questa penosa, dolorosa ed avvilente, nonchè distruttiva, relazione, la donna decide di divorziare e staccarsi, rendendosi più indipendente, dal proprio consorte. Ma in fondo in fondo ella non vi si staccherà del tutto in quanto il suo legame è troppo profondo e troppo radicato in lei e pertanto lei considererà sempre il proprio ex-marito come l'unico, travolgente e grandissimo amore della propria vita.
La regista Maiween, forse troppo ben conoscitrice delle forti passioni sentimentali visto il proprio forte e burrascoso passato legame sentimentale col regista Luc Besson, riesce in maniera quanto mai efficace a rappresentare l'evoluzione e la natura di un sincero e profondo amore verso un uomo che, anche quando non si verifica essere proprio il compagno adatto della propria vita, è però dotato da una forte personalità, nonchè carisma e, pertanto, difficile, se non addirittura impossibile, da staccarvisi. Ed il valore del film risiede proprio in questa dettagliata analisi, forse un poco eccessivamente lunga (il film avrebbe avuto, infatti, una resa migliore con una quindicina di minuti in meno), ma molto veritiera e profonda.
I due attorio protagonisti, Emanuelle Bercot (che peraltro ha vinto il miglior premio come attrice all'ultimo Festival del Cinema a Cannes) e Vincent Cassel (lo avrebbe giustamente meritato anche lui) interpretano al meglio i propri ruoli di donna e uomo presi da un'a forte attrazione sentimentale e fisica l'una per l'altro.
Consigliabile a chi, ovviamente, è interessato all'argomento.
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a.neglia
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sabato 12 dicembre 2015
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perché vuoi che io sia come vuoi tu, se...
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Ritengo che il film apra una finestra di discussione interessante sui rapporti tra le persone, che trova la sua massima esplicitazione nella frase: "Perché vuoi che io sia come vuoi tu, se sei venuta da me proprio perché sono esattamente come sono?"
La coppia protagonista vive questo rapporto paradossale, un po' morboso e un po' frivolo. Un rapporto che alla fine risulta però, almeno per come io l'ho interpretato, molto più sincero di altri. Perché entrambi conoscono quanto sia imperfetto l'altro e, nonostante tentino di fuggire da queste imperfezioni o di eliminarle, finiscono per abbandonarsi ad un fatto: che si amano per come sono. Per questo boccio il finale: dopo aver messo a nudo questa tremenda ma rassicurante verità, alla fine sembra che entrambi siano guariti da loro stessi.
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Ritengo che il film apra una finestra di discussione interessante sui rapporti tra le persone, che trova la sua massima esplicitazione nella frase: "Perché vuoi che io sia come vuoi tu, se sei venuta da me proprio perché sono esattamente come sono?"
La coppia protagonista vive questo rapporto paradossale, un po' morboso e un po' frivolo. Un rapporto che alla fine risulta però, almeno per come io l'ho interpretato, molto più sincero di altri. Perché entrambi conoscono quanto sia imperfetto l'altro e, nonostante tentino di fuggire da queste imperfezioni o di eliminarle, finiscono per abbandonarsi ad un fatto: che si amano per come sono. Per questo boccio il finale: dopo aver messo a nudo questa tremenda ma rassicurante verità, alla fine sembra che entrambi siano guariti da loro stessi. Terribile! La sceneggiatura, che fino alla fine era stata irriverente verso la società e i suoi cliché su quello che una coppia deve essere, alla fine alza le mani e sembra dirci: "Sì ok, abbiamo giocato. Ma le cose non possono andare così perché il mondo gira diversamente!". Molto interdetta..
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marcello1979
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sabato 12 dicembre 2015
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buono
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Che brava Le Besco..
Brava a cucire un vestito perfetto e su misura per Cassel..
Interessante la trama anche se in realtà nulla cambia, si finisce come si comincia .
Interessante analisi della psicologia umana, manca tuttavia una parte fondamentale nel racconto, ovvero il
rapporto tra i genitori ed i protagonisti..
Rimane la sensazione di aver visto un buon film, onesto e ben fatto ..
Realistico...
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