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francesca50
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venerdì 11 dicembre 2015
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un film che lascia traccia!
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Un film da vedere per la bravura degli attori e della regia prima di tutto, la cui fatica va premiata.
Difficile da spiegare bene perché esso è nuovo, ma questo film per me lo è, nonostante che esso sia basato su una tecnica conosciuta, il flash-back, e su un tema noto l'amore, di cui fa vedere la parte passionale e di scoperta che dà fascino ancora una volta a una storia.
Tale opera ancora una volta fa capire che l'amore passione, fascinoso e prorompente, da solo non basta ad incontrarsi veramente se i due non sono pronti ad accettarsi.
Il re degli stronzi è tale anche perché lui non è maturo per un rapporto a due e doveva forse trovare una donna più pronta ad accettarlo qual è, come lui egoisticamente cerca di spiegarle, e in grado di attenderne la maturazione, che in fondo è lunga e "forse" avviene quando lei se ne distacca forzatamente.
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Un film da vedere per la bravura degli attori e della regia prima di tutto, la cui fatica va premiata.
Difficile da spiegare bene perché esso è nuovo, ma questo film per me lo è, nonostante che esso sia basato su una tecnica conosciuta, il flash-back, e su un tema noto l'amore, di cui fa vedere la parte passionale e di scoperta che dà fascino ancora una volta a una storia.
Tale opera ancora una volta fa capire che l'amore passione, fascinoso e prorompente, da solo non basta ad incontrarsi veramente se i due non sono pronti ad accettarsi.
Il re degli stronzi è tale anche perché lui non è maturo per un rapporto a due e doveva forse trovare una donna più pronta ad accettarlo qual è, come lui egoisticamente cerca di spiegarle, e in grado di attenderne la maturazione, che in fondo è lunga e "forse" avviene quando lei se ne distacca forzatamente. Solo allora si intravede, anche se si rimane nel dubbio se i due torneranno insieme o no, che sarà possibile un rapporto meno distruttivo.
Quello comunque che insegna il film è che non è possibile cambiare un uomo e che esso va accettato com'è o lasciato dov'è.
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howlingfantod
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mercoledì 9 dicembre 2015
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"nè con te nè senza di te"
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Una specie di amore criminale giocato molto sulle dinamiche di tortura psicologica interne alla coppia e sul rapporto vittima-carnefice in una sorta di sindrome di Stoccolma, tale è infatti la forza del rapporto di lei vittima con il suo uomo- carnefice, Il tombeur de femme Cassel che decide forse di darsi una "calmata" e sposare una ragazza “normale” dopo una vita affettiva e personale sregolata e tormentata fra feste e festini, amanti di una notte, problemi con il fisco e con la droga, avrà un bambino da lei, ma niente cambia anzi ritorna su sé stesso, fra tradimenti e tutto il resto in un modo ossessivo, con lei vittima predestinata anche dopo aver avuto la forza di ottenere il divorzio.
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Una specie di amore criminale giocato molto sulle dinamiche di tortura psicologica interne alla coppia e sul rapporto vittima-carnefice in una sorta di sindrome di Stoccolma, tale è infatti la forza del rapporto di lei vittima con il suo uomo- carnefice, Il tombeur de femme Cassel che decide forse di darsi una "calmata" e sposare una ragazza “normale” dopo una vita affettiva e personale sregolata e tormentata fra feste e festini, amanti di una notte, problemi con il fisco e con la droga, avrà un bambino da lei, ma niente cambia anzi ritorna su sé stesso, fra tradimenti e tutto il resto in un modo ossessivo, con lei vittima predestinata anche dopo aver avuto la forza di ottenere il divorzio. Un film che opprime e che usa un interessante punto di vista regressivo nel montaggio alternato con lei che rievoca la sua vita sentimentale tormentata con colui che doveva essere l’uomo della sua vita da una clinica di riabilitazione dopo una caduta sugli sci ed essersi frantumata un ginocchio, un intenso simbolismo, quello di una persona, di una donna soprattutto con il suo coraggio, che impara di nuovo a camminare, a vivere, fino al finale quando anche lui, l’aguzzino sembra finalmente aver trovato il modo di vivere, amare e soprattutto mollare la sua preda, anche se lo sguardo di lei proprio nel finale si posa sul bellissimo volto del suo lui quasi a dirgli come nella “Signora della porta accanto”, (che per molti versi ricorda questa prova della quasi esordiente alla regia attrice e sceneggiatrice francese) “né con te né senza di te”. Il dilemma rimane aperto, nella finzione del film e nella vita di tante coppie.
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aaronoelle
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lunedì 7 dicembre 2015
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struggente
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attori perfettamente a fuoco per i ruoli da coprire. sullo schermo finalmente si racconta quel lato dell'amore che va oltre le crisi coniugali, ci parla del dramma psicologico di due individui e di come questo dramma influenzi poi la loro esistenza.
l'amore come dipendenza fisiologica e mentale.
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francesca
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domenica 6 dicembre 2015
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niente di speciale
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Lei, avvocato, conosce l'affascinante Georgio in discoteca. Il film si apre con un flash forward: Tony casca sciando sulla neve e si rompe il ginocchio. Per tutto il film, la storia dei due personaggi prosegue intervallata dal percorso di riabilitazione di Tony. I due, sebbene diversi negli interessi, si conoscono, si innamorano, si sposano e fanno un figlio. Quando lei rimane incinta iniziano i problemi tra di loro: litigate, cambi di casa, pianti, crisi isteriche, divorzio. La presenza di lui turba perennemente l'esistenza di lei che, appunto, lo considera il suo "re". Vincent Cassel interpreta l'uomo che non cresce mai, l'eterno bambino e per di più pieno di vizi. Il ritratto della coppia moderna nei suoi classici stereotipi.
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Lei, avvocato, conosce l'affascinante Georgio in discoteca. Il film si apre con un flash forward: Tony casca sciando sulla neve e si rompe il ginocchio. Per tutto il film, la storia dei due personaggi prosegue intervallata dal percorso di riabilitazione di Tony. I due, sebbene diversi negli interessi, si conoscono, si innamorano, si sposano e fanno un figlio. Quando lei rimane incinta iniziano i problemi tra di loro: litigate, cambi di casa, pianti, crisi isteriche, divorzio. La presenza di lui turba perennemente l'esistenza di lei che, appunto, lo considera il suo "re". Vincent Cassel interpreta l'uomo che non cresce mai, l'eterno bambino e per di più pieno di vizi. Il ritratto della coppia moderna nei suoi classici stereotipi. Niente di più.
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vanessa zarastro
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domenica 6 dicembre 2015
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l'homme fatale e il peterpanismo
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“Mon Roi” è un film inquietante sull’amore, sui rapporti di coppia, sulle dipendenze e sull’impossibilità di essere “normali”.
La protagonista Tony (la bravissima Emanuelle Bercot) è un avvocato che proprio non riesce a farsi piacere un suo simile, un professionista o un laureato con un’identità lavorativa certa e definita; una sera in discoteca rincontra Georgio, un tipetto niente male di cui aveva già intuito l’inaffidabilità qualche tempo prima. E proprio lì scoppia la passione. Georgio (un formidabile Vincent Cassel) è più Casanova che Don Giovanni, cioè non è solo un collezionista di donne ma uno che, probabilmente, ogni volta s’innamora buttandosi a capofitto nella nuova relazione.
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“Mon Roi” è un film inquietante sull’amore, sui rapporti di coppia, sulle dipendenze e sull’impossibilità di essere “normali”.
La protagonista Tony (la bravissima Emanuelle Bercot) è un avvocato che proprio non riesce a farsi piacere un suo simile, un professionista o un laureato con un’identità lavorativa certa e definita; una sera in discoteca rincontra Georgio, un tipetto niente male di cui aveva già intuito l’inaffidabilità qualche tempo prima. E proprio lì scoppia la passione. Georgio (un formidabile Vincent Cassel) è più Casanova che Don Giovanni, cioè non è solo un collezionista di donne ma uno che, probabilmente, ogni volta s’innamora buttandosi a capofitto nella nuova relazione. Gestisce un ristorante frequentato da gente del mondo della moda. Dice ti amo alla sua compagna la prima volta che fanno l’amore – ma ci crede veramente! - e dopo pochissimo dichiara di volere un figlio da lei. Proprio da lei, una donna normale con un lavoro normale e con un fisico normale non da modella né da velina come varie altre ragazze che l’hanno preceduta nel cuore di Georgio. Lui le dice scherzando “ io sono il re degli stronzi” senza forse sapere quanto sia profondamente vero. Georgio è un Moloch, divora la vita e le persone.
Sono proprio questi i grandi seduttori, gli uomini che piacciono di più alle donne (specialmente a quelle con un senso materno): bugiardi, affabulatori, pieni di contraddizioni, lunatici, piccoli o grandi imbroglioni affetti da peterpanismo. Lo si capisce da subito ma se ne è maledettamente attratti e, una volta entrati nella tela del ragno, non si sa più come uscirne e districarcisi. Il loro rapporto all’inizio è molto intenso un vero innamoramento che man mano si trasforma in una forte conflittualità dopo che lei rimane incinta e che si sono sposati. La presenza ingombrante di Margot, ex donna di Georgio tossicomane e autodistruttiva di cui lui si prende cura, minaccia la serenità della coppia creando tensioni e gelosie.
Ma perché Tony non riesce a liberarsi di lui né tantomeno a a distaccarsene? In fondo lei possiede un versante autodistruttivo (si ferisce con il vetro della finestra, cade con gli sci sciando con un’andatura troppo veloce e così via.). Anche nella clinica di riabilitazione, dove è per mesi degente dopo l’incidente che le ha spezzato i legamenti del ginocchio destro, fa amicizia con un gruppetto di “diversi” da sé: più giovani, immigrati o di prima generazione in terra di Francia, nullafacenti e nullatenenti.
Gli interpreti sono strepitosi: Vincent Cassel dà vita a un personaggio seduttivo che abbiamo la sensazione (ahinoi!) di aver incontrato nella vita, mentre Emanuelle Bercot con questo film presentato a Cannes nel 2015 vince (ex-aequo) il premio per la migliore interpretazione femminile.
Maïwenn Besco, la bellissima regista francese, riesce bene a entrare nei meandri della coppia. I suoi film spesso partono da dolorose esperienze personali; ad esempio, avendo subito maltrattamenti e vessazioni psicologiche dai suoi genitori, arriverà a montare la storia di “Polisse” del 2011 incentrata sulla violenza dei minori. Lo stesso “Mon Roi” sembrerebbe ispirato al play-boy Jean-Yves Le Fur secondo compagno della Besco, dopo essere stata lasciata dal marito Luc Besson (coazione a ripetere?).
La regista con Emanule Bercot - che è anche la sceneggiatrice del film - ha fondato la società di produzione MAI.
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