antonio montefalcone
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venerdì 7 novembre 2014
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la grande forza dell’amore può spezzare la fisica.
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“Interstellar”, l’ultimo spettacolare film firmato da quel grande prestigiatore cinematografico che è Christopher Nolan, è un’apprezzabile opera che, tra pregi e difetti, riesce almeno in uno dei suoi obiettivi: meravigliare e regalare stupore allo spettatore. Le potenti immagini e il forte spettacolo visivo riescono a oscurare almeno in parte i suoi limiti e trasportare lo spettatore in una vera e propria esperienza cinematografica (non a caso filmata con pellicola 70 mm e per schermi IMAX). Ma se il linguaggio visivo è stilisticamente e tecnicamente impeccabile (vedi su tutto la bella sequenza del wormhole), non altrettanto si può dire per alcuni aspetti e scelte della parte narrativa. Preso spunto da un trattato di Kip Thorne, un fisico della Caltech impegnato nello studio della fisica gravitazionale, la sceneggiatura (firmata dal regista col fratello Jonathan) si poggia con rigore e fedeltà su una base scientifica che, tranne per alcune eccezioni, è valida e solida, e dona un tocco realistico e quasi documentaristico all’intera vicenda (l’attraccaggio dei moduli spaziali, la vita all’interno della navicella, la meraviglia del cosmo e del wormhole, il problema del diverso scorrere del tempo legato ai viaggi interstellari e al paradosso dei gemelli).
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“Interstellar”, l’ultimo spettacolare film firmato da quel grande prestigiatore cinematografico che è Christopher Nolan, è un’apprezzabile opera che, tra pregi e difetti, riesce almeno in uno dei suoi obiettivi: meravigliare e regalare stupore allo spettatore. Le potenti immagini e il forte spettacolo visivo riescono a oscurare almeno in parte i suoi limiti e trasportare lo spettatore in una vera e propria esperienza cinematografica (non a caso filmata con pellicola 70 mm e per schermi IMAX). Ma se il linguaggio visivo è stilisticamente e tecnicamente impeccabile (vedi su tutto la bella sequenza del wormhole), non altrettanto si può dire per alcuni aspetti e scelte della parte narrativa. Preso spunto da un trattato di Kip Thorne, un fisico della Caltech impegnato nello studio della fisica gravitazionale, la sceneggiatura (firmata dal regista col fratello Jonathan) si poggia con rigore e fedeltà su una base scientifica che, tranne per alcune eccezioni, è valida e solida, e dona un tocco realistico e quasi documentaristico all’intera vicenda (l’attraccaggio dei moduli spaziali, la vita all’interno della navicella, la meraviglia del cosmo e del wormhole, il problema del diverso scorrere del tempo legato ai viaggi interstellari e al paradosso dei gemelli). Eppure dopo una magnifica prima parte descrittiva di un futuro terrestre dalle cupe, inquietanti atmosfere, molto più credibile e interessante della seconda, tutto sembra svilupparsi su percorsi più riduttivi e confusi. Il film si perde in eccessivi intellettualismi e viene schiacciato dal peso delle sue ambizioni. Non giovano l’eccesso di spiegazioni scientifiche, l’eccesso di ambizioni filosofiche e le troppe storie all’interno di una trama che, seguendo due piste narrative (la sopravvivenza dell'umanità su altri mondi e il rapporto padre-figlia separati improvvisamente, ma legati da un grande amore) è efficace quando queste sono divise ma debole quando sono unite. Questa forzata convivenza finale tra scienza e sentimento, dilemmi morali e ossessioni intimistiche, rendono diseguale il film. Così come tutto l’impianto immaginifico, in fondo privo di una vera visionarietà. Ciò malgrado il messaggio finale passa in modo intenso: l’Amore è più vitale di qualsiasi forza misteriosa e trascende lo Spazio e il Tempo. Merito anche di un accurato ritratto dei personaggi e di un cast straordinario (il Cooper di Matthew McConaughey e sua figlia Murph sono convincenti, e non a caso ci sono molti primi piani e toccanti scene), ma anche di una regia che articola i piani narrativi, rende discontinui i ritmi, non teme l’eccessiva durata, si affida a un maestoso lavoro scenografico/fotografico e all'ottimo utilizzo di montaggio, musica e CGI integrati nel plot e mai gratuiti. La fantascienza autoriale degli anni ’60/’70, i film e la poetica di Spielberg, il “Contact” di Zemeckis, lo spazio come ultima frontiera e il viaggio come esperienza metafisica dentro di noi, gli omaggi a Kubrick (ma “2001 Odissea nello spazio” è ancora ineguagliabile) e a Tarkovskij, il destino autodistruttivo dell’uomo e la fiducia nelle sue capacità, il legame familiare e la voglia di sopravvivenza, il desiderio di conoscere o scoprire il nuovo (“esploratori”) e quello di conservazione (“guardiani”), tensione e avventura, sacrificio e superamento dei propri limiti, e altro ancora è raccontato e rappresentato con sincera, lodevole passione da Nolan; e questa sua ultima fatica, malgrado tutto, sa come coinvolgerci e affascinarci.
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ardoedo
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venerdì 7 novembre 2014
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imperdibile
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Sarò breve: questo film entra di diritto nel club dei film "unici" da riguardare più e più volte.
la storia, almeno inizialmente, non appare imprevedibile e ricca di sorprese: Terra che sta diventando inabitabile, quindi serve un altro mondo dove abitare, quindi ecco il progetto dell viaggio interstellare. Ma ecco la rivoluzione: non ci si sofferma più nel mostrare le solite pompose scene tipiche dei film spaziali (piloti che si preparano, musiche eroiche, sfrenata dettagliatura delle navicelle spaziali), ma si vada dritti al cuore della narrazione. Alcuni dei vari accadimenti nello spazio non sono di immediata comprensione per lo spettatore, quasi una conseguenza logica vista la mole di nozioni tecniche su cui si basano: ma questo mi è piaciuto, attriubuisce una certo realismo e una logica che sfuggono allo spettatore "medio", ma che vengono più che esaurientemente rese afferrabili col proseguire della trama.
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Sarò breve: questo film entra di diritto nel club dei film "unici" da riguardare più e più volte.
la storia, almeno inizialmente, non appare imprevedibile e ricca di sorprese: Terra che sta diventando inabitabile, quindi serve un altro mondo dove abitare, quindi ecco il progetto dell viaggio interstellare. Ma ecco la rivoluzione: non ci si sofferma più nel mostrare le solite pompose scene tipiche dei film spaziali (piloti che si preparano, musiche eroiche, sfrenata dettagliatura delle navicelle spaziali), ma si vada dritti al cuore della narrazione. Alcuni dei vari accadimenti nello spazio non sono di immediata comprensione per lo spettatore, quasi una conseguenza logica vista la mole di nozioni tecniche su cui si basano: ma questo mi è piaciuto, attriubuisce una certo realismo e una logica che sfuggono allo spettatore "medio", ma che vengono più che esaurientemente rese afferrabili col proseguire della trama. Inutile vermante soffermarsi sulla qualità tecnica del film, con effetti speciali di prima qualità e ottima fattura. Dal punto di vista contenutistico sono rimasto a bocca aperta riguardo ad un aspetto particolare: una nemmeno troppo implicita ammissione dell'esistenza di "esseri/essere" superiore all'uomo e non vincolato alla nostra esistenza tridimensionale, forse un nuovo modo di legare visioni trascendenti con la concezione puramente scientifica della realtà. In buona parte del film io ho avuto i brividi, specialmente quando venivano ad avere vero "contatto" momenti storico-temporali all'apparenza lontanissimi. Rivelazioni inaspettate che ci fanno sforzare all'ennessima potenza per capire momenti e scene visti nella parte iniziale del film, e questo ho amato di questa pellicola: la mia mente non si è mai soffermata a notare il singolo dettaglio perchè troppo impegnata a seguire il senso logico degli accadimenti, che si legano tra loro in un rapporto semplicemente geniale, di non immediata comprensione forse, ma geniale.
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ilpoponzimo
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venerdì 14 novembre 2014
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una nuova era
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Era il più atteso. Era l'uomo e il film che tutti aspettavano al varco. Stretto e soffocato, per più di due anni, dalle pretese e le aspettative di chi non vedeva l'ora o di gridare al capolavoro o di annichilirlo sotto il peso delle critiche. Fin dal primo giorno di produzione si sono sprecati paragoni, spesso azzardati, spesso no, sulla natura di questo film e sulla natura artistica del proprio demiurgo. Già, perche nel 2014 chiamarsi Christopher Nolan sembra abbia aquistato una notevole importanza. Tutto lo Star Sistem e anche il Fan Sistem (oltremodo quello dei social) continua a farsi carico di questo nome altisonante per creare appeal, che sommato al progetto in questione, ovvero un film FANTASCIENTIFICO, ha portato il mondo cinefilo a fissare per mesi l'orologio nell'attesa di questo INTERSTELLAR.
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Era il più atteso. Era l'uomo e il film che tutti aspettavano al varco. Stretto e soffocato, per più di due anni, dalle pretese e le aspettative di chi non vedeva l'ora o di gridare al capolavoro o di annichilirlo sotto il peso delle critiche. Fin dal primo giorno di produzione si sono sprecati paragoni, spesso azzardati, spesso no, sulla natura di questo film e sulla natura artistica del proprio demiurgo. Già, perche nel 2014 chiamarsi Christopher Nolan sembra abbia aquistato una notevole importanza. Tutto lo Star Sistem e anche il Fan Sistem (oltremodo quello dei social) continua a farsi carico di questo nome altisonante per creare appeal, che sommato al progetto in questione, ovvero un film FANTASCIENTIFICO, ha portato il mondo cinefilo a fissare per mesi l'orologio nell'attesa di questo INTERSTELLAR. L'attesa è finalmente finita e tutto va secondo i piani. Le sale sono inevitabilmente piene, su Internet è scoppiato il finimondo e ovviamente tra i tanti nel pollaio se ne trova sempre uno che se ne esce dicendo " Questo è il miglior film fantascientifico mai visto". Il genere con cui Nolan si trova a confrontarsi stavolta è un terreno pieno di insidie e sopratutto pieno ( almeno per i fan) di paragoni. La domanda quindi sorge spontanea. Sarà soltanto un buon omaggio al grande cinema fantascientifico con maree di citazioni e messaggi nascosti o sarà un salto nel buio, un tentativo di scardinare le vecchie regole dei classici per riscrivere finalmente la storia del genere. Nolan fa una cosa geniale. Si pone nel mezzo, come sempre. Rimane tra l'autorialità e il blockbuster, tra il grande cinema di intrattenimento e la propria spiritualità artistica. Ma lo fa osando, osando dove sa di poterlo fare. Da grande regista qual'è si mette al servizio dell'immagine e trascina, accompagna lo spettatore in un vorticose turbinio di immagini perfette e maestose. Gioca con tutto l'arsenale che ha a disposizione con una maestria totale, sublimando ogni scelta registica fino all'epicità dell'emozione più pura. Nolan produce un film che meraviglia ed emoziona, che ti apre la mente e te la analizza. Scardina la porta (enorme) di questo genere nobile e senza smontarlo gli ridona vita. Dura 3 ore ma ogni singolo istante è una gigantesca voragine nella quale perdersi e ritrovarsi, come il protagonista della nostra storia fa in quel gigantesco buco nero. Christopher Nolan finalmente riesce ad essere all'altezza di quel suo nome altisonante e lo fa puntando più in alto possibile, direttamente all'olimpo,e al suo trono dorato, dove fin dal 1968 siede incontrastata l'aleggiante anima di Stanley Kubrick ( si, l'ho detto) .Ma il film di Nolan va in tutt'altra direzione rispetto a "2001". Nolan sogna e fa sognare con gli occhi dell'uomo stesso che è protagonista della sua storia. Produce un atto di amore nei confronti dell'umanità cosi sentito e vibrante da spezzare definitivamente l'orizzonte nichilistico che con il sopracitato Odissea nello Spazio raggiungeva il culmine della sua poetica. Nolan ha fatto la scelta più difficile, ma anche la migliore possibile. Ha utilizzato il suo nome blasonato per portare più gente possibile nelle sale per poi spiazzarle con un film che non si aspettavano. E ha vinto lui. Pioveranno critiche, su questo non c'è dubbio, ma con il tempo questo film cambierà tutto, perche puntando all'olimpo ha capito che quel trono dorato non sarà mai messo in discussione, e allora ha deciso di costruirsene uno tutto per sè, magari d'argento, magari più adatto a noi, alla nostra epoca, che ha bisogno di un po di speranza nell'umanità. Questo Interstellar sarà per noi di questa generazione, la nostra Odissea nello spazio, non migliore o peggiore, semplicemente la nostra, nella quale l'autorialità tocca il blockbuster in modo infinitesimale, come è necessario fare oggiogiorno. Gli autori ( quelli veri e puri) stanno morendo giorno dopo giorno. Questa è l'epoca di chi osa senza rivoluzionare, di chi accompagna lo spettatore, di chi sa far emozionare anche durante un film cosi complesso. Questa è l'epoca di Christopher Nolan.
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jacopo b98
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lunedì 10 novembre 2014
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l'odissea nello spazio del terzo millennio
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La Terra sta morendo. L’unica coltura ancora coltivabile è il mais e l’umanità muore di fame. Cooper (McConaughey) è un ex-pilota, ora agricoltore vedovo con due figli, Murphy (Foy da bambina, Chastain da adulta e Burstyn da anziana) e Tom (Chalamet da bambino, Affleck da adulto). Un giorno per caso entra in contatto con la NASA e viene a conoscenza di una missione per salvare l’umanità. Inizialmente titubante a lasciare la famiglia per andare nello spazio, il professor Brand (Caine) riesce a convincerlo e Cooper parte insieme ad altri tre (Hathaway, Gyasi e Bentley) in cerca di una nuova casa dove trapiantare la civiltà umana. Sceneggiato dal regista con il fratello Jonathan, prodotto da ben quattro major con un budget complessivo di 165 milioni di dollari, con Interstellar Nolan realizza la sua opera più ambiziosa.
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La Terra sta morendo. L’unica coltura ancora coltivabile è il mais e l’umanità muore di fame. Cooper (McConaughey) è un ex-pilota, ora agricoltore vedovo con due figli, Murphy (Foy da bambina, Chastain da adulta e Burstyn da anziana) e Tom (Chalamet da bambino, Affleck da adulto). Un giorno per caso entra in contatto con la NASA e viene a conoscenza di una missione per salvare l’umanità. Inizialmente titubante a lasciare la famiglia per andare nello spazio, il professor Brand (Caine) riesce a convincerlo e Cooper parte insieme ad altri tre (Hathaway, Gyasi e Bentley) in cerca di una nuova casa dove trapiantare la civiltà umana. Sceneggiato dal regista con il fratello Jonathan, prodotto da ben quattro major con un budget complessivo di 165 milioni di dollari, con Interstellar Nolan realizza la sua opera più ambiziosa. Il proposito, esplicitato, è di essere il nuovo 2001: odissea nello spazio. Nolan non è Kubrik, e questo tutti lo sappiamo, ma ciò non vuol dire che il suo obiettivo sia irraggiungibile. E difatti Nolan punta in alto, molto in alto, forse persino troppo. Anzi, diciamo le cose come stanno: Nolan punta più in alto di chiunque altro nella Storia del Cinema. E lo fa con uno sci-fi antiquato e molto distante dalla tonitruante fantascienza moderna. Il risultato è qualcosa di mai visto prima. Nessuno aveva mai osato fare una cosa del genere, nemmeno Kubrik. E la cosa sorprendente e che Nolan ci riesce pure bene. È presto per dire se Interstellar sarà annoverato tra i più grandi film del cinema, ma quello che è sicuro è che è un capolavoro, e sono assolutamente convinto che prima o poi tutti arriveranno a valutarlo per quello che è: una pietra miliare, un’opera destinata, nel bene e nel male, a cambiare la Storia del Cinema. Interstellar è un trattato di fisica, di astronomia, un’esperienza visiva, un film sul legame d’amore che lega un padre ad una figlia, un’opera visionaria e per ultimo un maestoso intrattenimento. Interstellar quindi è tutto. È un mondo: in tre ore si parla di ogni cosa, vita, morte, spazio, esplorazione, coraggio, amore, sacrificio, futuro. E Nolan lo fa con un tatto ed una delicatezza che nel suo cinema ancora non avevamo trovato: i suoi film erano thriller tesi e freddi, meccanismi perfetti, oliati e perfettamente studiati (si vedano The Prestige e Inception). Non che questo film non abbia somiglianze a tratti con gli altri, ma il corpo del film è diametralmente opposto, seppur alla fin fine nella risoluzione della vicenda non si può non ripensare ai suoi precedenti film. Infatti Nolan va oltre il punto in cui Kubrik si era fermato con 2001: il maestro si era fermato alla “domanda”, l’allievo raggiunge la “risposta”. E Nolan qui costruisce un altro dei suoi immensi puzzle. E quando si giunge nella quinta dimensione la consapevolezza di trovarsi di fronte a qualcosa di immenso è palpabile: Nolan ritrae Dio. Il “loro” di cui più volte nel film si parla è Dio, un’entità superiore, non umana, ultraterrena. E il regno dell’amore in cui Cooper precipita è il regno di Dio. Cooper oltrepassa la morte per tornare alla vita. E alla fine tutto il mistero dell’universo è riconducibile ad una stanzetta in una catapecchia sperduta sulla Terra in cui un padre e una figlia si erano teneramente amati. Perché è l’amore l’unica cosa capace di trascendere tempo e spazio. Non è un film semplice, Nolan non spiattella tutte le risposte su un piatto d’argento e sta allo spettatore andare a interpretare determinate enigmatiche scene. Ma è così in tutti i grandi capolavori, e siamo contenti che ancora oggi, nel 2014, ci sia un uomo capace di spendere 165 milioni di dollari in un film sostanzialmente non d’azione che affronta temi esistenziali, e che abbia tutti gli elementi per essere ricordato per sempre. Non stupitevi se all’uscita sarete confusi, a bocca aperta, schiacciati e stanchi: Interstellar è un esperienza impegnativa, che richiede concentrazione e una lunga fase di rielaborazione post-visione. Ma ne vale la pena. Visivamente il film è incredibile: non si è mai visto nulla del genere! Nemmeno in Avatar avevamo assistito ad uno spettacolo così plausibile e realistico, e Interstellar è una rivoluzione! Le scene del whormhole e del buco nero Gargantua sono impressionanti e il fatto che siano state create appositamente seguendo criteri assolutamente scientifici (con l’aiuto del fisico teoretico Kip Thorne) rende il tutto ancora più straordinario di quanto già non sia. La regia di Nolan è la più matura della sua carriera: il regista fa uso abbondante di camera a spalla, ma anche di inquadrature ferme, rare a trovarsi nei film di oggi, ennesima riprova del valore del film. Le musiche di Hans Zimmer risuonano per il vuoto dello spazio, assordanti, e soprattutto meravigliose: il maestro ha realizzato una delle sue migliori colonne sonore in assoluto! Ottima fotografia di Hoyte Van Hoytema, ma è impossibile non guardare al passato con un goccio di rimpianto rispetto alle immagini ammalianti che solo Wally Pfister, storico collaboratore di Nolan, era riuscito a regalarci. Veniamo agli attori: McConaughey è ancora una volta bravissimo, eccellente sia nella parte di padre che in quella di astronauta, meriterebbe un secondo Oscar! Non sono da meno tutti gli altri attori di contorno, in particolare Anne Hathaway, Jessica Chastain (che però rispetto alla sua importanza ai fini della storia forse risulta un po’ sacrificata) e Michael Caine. Memorabile cameo di un’irriconoscibile Ellen Burstyn. In sostanza Interstellar è un film che ha il coraggio di osare in un periodo in cui a osare sono davvero in pochi. Non è cosa da poco. Se poi il risultato è da Storia del Cinema…beh, tanto meglio! Un capolavoro indimenticabile!
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ashtray_bliss
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sabato 22 novembre 2014
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un viaggio interstellare mesmerizzante.
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Interstellar si stacca decisamente dalla miriade di sci-fi e kolossal che mirano al botteghino. Pur essendo un film estremamente ambizioso, supera a testa alta ogni aspettativa posta dal pubblico e giustamente riesce a confermarsi una pellicola che trascende spazio e tempo si catapulta direttamente nel cuore e nella mente dello spettatore, lo rapisce, lo trascina nel suo universo galattico e non abbandona più. Questa pellicola vale molto di più che una mera valutazione, è un opera cinematografica di rara bellezza e fattura.
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Interstellar si stacca decisamente dalla miriade di sci-fi e kolossal che mirano al botteghino. Pur essendo un film estremamente ambizioso, supera a testa alta ogni aspettativa posta dal pubblico e giustamente riesce a confermarsi una pellicola che trascende spazio e tempo si catapulta direttamente nel cuore e nella mente dello spettatore, lo rapisce, lo trascina nel suo universo galattico e non abbandona più. Questa pellicola vale molto di più che una mera valutazione, è un opera cinematografica di rara bellezza e fattura. Un film mesmerizzante, travolgente, epico, magnifico, poetico, incisivo e potente come pochi altri film sanno esserlo. Un'esperienza cinematografica a 360 gradi che chiunque dovrebbe provare. Un viaggio dritto nell'anima e nel cuore di ogni singola persona, che ci ricorda come l'amore sia l'unico vero motore di questo universo fatto da molecole, galassie e atomi. Tutta la scienza che ci aiuta a superare i nostri limiti, i nostri confini e ci aiuta a raggiungere nuovi mondi, perchè come giustamente ci ricorda Cooper, noi siamo ancora pionieri, non è in grado di spiegare o comprendere l'amore. Il sentimento umano più potente che ha da secoli definito gli esseri viventi e ci ha aiutato a sopravvivere ad ostilitè e ostacoli di ogni tipo e natura. Interstellar supera facilmente i limiti del semplice film, ma offre un'esperienza unica e irripetibile. Facendoti provare possibilmente ogni singolo sentimento umano, toccando ogni corda dell'anima dello spettatore; dalla suspence, alla disperazione, all'eccitazione per la scoperta di nuovi orizzonti, tornado poi a esplorare il dolore del distacco, dell'abbandono ma anche del ricongiungersi con le persone amate. E in questo caso, Nolan decide di raccontare la sfumatura più pura e sacra dell'amore: quello famigliare, quello paterno. Riuscendo a confezzionare ad hoc una storia potente e spiazzante che facendo da filo conduttore nella trama intera, indaga il potentissimo e indissolubile rapporto padre-figlia che unisce i protagonisti trasmettendo in modo cristallino le sensazioni-emozioni provate dai due al pubblico. Murph e Cooper anche quando sono separati da migliaia di anni luce, trovano il modo di ricongiungersi e comunicare (seppur incompresi) e andare avanti, arrivando a servire da tasselo risolutivo che costituisce la fine della storia. Le emozioni che ti assalgono durante la visione del film sono indecifrabili, e proprio per questo le lacrime sono altresì assicurate. Pertanto Interstellar risulta un viaggio imperdibile, alla ricerca del cosmo, di nuovi pianeti abitabili ma in sostanza si tratta di un viaggio dentro noi stessi, la nostra anima e il nostro cuore. L'amore e' l'unica cosa che trascende lo spazio e il tempo, confermerà ad un certo punto la dott. Brand (Hathaway). L'amore unito all'istinto di sopravvivenza innato in ognuno di noi e ciò che spinge un piccolo gruppo di esploratori pionieri ad abbandonare la nostra galassia, la Via Lattea, ed intraprendere un suggestivo e adrenalinico viaggio cosmico, oltrepassando un wormhole arrivando alla scoperta di nuovi pianeti, ognuno con i suoi ostacoli e avversità pronti a mettere di nuovo le forze umane a dura prova. Ma la cornice fantascientifica è indispensabile per raccontare una storia epica, avventurosa, rischiosa ma sopra ogni cosa, umana. Ogni lato, ogni angolo dell'animo umano viene indagato in modo tragico e romantico (nel senso di nostalgico e dolce) che condiscono in modo unico e incisivo una storia potente e risonante che facilmente riempie il cuore e resta impressa nello spettatore. Condito da effetti speciali strabilianti e tecnicamente impeccabili che sono in grado di stupire e catturare totalmente l'attenzione dello spettatore, al quale viene data una vivida sensazione di vaggiare attraverso lo spazio, il tempo, i wormhole e i buchi neri.
Visivamente un goiello di fantascienza pura, supportato da un cast recitativo ispirato e in stato di grazia, dalla piccola Mackenzie Foy per finire al inossidabile Caine. Sempre più convincente e maturo nella scelta dei ruoli Matthew McConaughey, che qui ci regala nuovamente una interpretazione degna di Oscar. Denso e intenso, riesce a trasmettere perfettamente tutte le sensazioni e le contraddizioni di un padre amorevole e premuroso ma anche di un ingegnere e pilota che per il bene più grande (trovare un pianeta abitabile per salvare l'umanita') decide di partire in una lunga missione di esplorazione spaziale dall'esito incerto. Meraviglioso il finale, i minuti che precedono la chiusura del film sono quelli che contengono tutta la filosofia stessa della pellicola, il cuore e l'anima di Interstellar, che pochi hanno saputo cogliere forse troppo preoccupati a spiegarlo in modo tecnico e scientifico, tralasciando però la componente chiave dell'interpretazione singolare. Dopotutto il finale, come sucedette in Inception è apreto a tutte le teorie e sara' lo spettatore a decretare la piu' idonea. Supportato anche da un lato tecnico e scientifico notevole, questo capolavoro rimane impresso specialmente per l'ampiezza e la complessità che dona alla narrazione umanistica e metafisica. Musiche da brivido, fantasmagoriche che restano facilmente impresse.
Pellicola assolutamente visionaria, quasi onirica, che ti stimola a pensare, a riflettere e ricercare. Un film che facilmente si distacca dalla massa, per le tematiche proposte, per la potente carica emotiva che porta con se, per le immagini suggestive e al contempo poetiche che coinvolgono pienamente. Un capolavoro a pieni titoli, firmato ancora una volta da un regista veramente geniale che non ha paura a mettere insieme i pezzi e osare di andare oltre il convenzionale, il ragionevole e il razzionale. Un vero pioniere del cinema contemporaneo che continua a meravigliare e rapire gli spettatori negli universi da lui creati.
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[+] un opera di rara bellezza e fattura?
(di franco1206)
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parieaa
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martedì 2 dicembre 2014
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forse è un po' presto per tirare le somme
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Sicuramente è un film che ha fatto e che farà discutere molto in futuro, sia nel bene che nel male. Considerando che solo un numero relativamente basso di lungometraggi possono vantare tanto, questo mi pare sia già un buon indizio di longevità e quantomeno di particolarità in un mondo in cui il cinema in genere ha un disperato bisogno di rinnovarsi e trovare-creare qualcosa che lo riporti ai fasti del passato, in cui le persone amavano per davvero il cinema e non lo frequentavano solo per far passare il tempo (come hanno fatto anche in tanti che hanno visto anche questo film). Detto ciò capisco perchè possa essere così ostico a tanti: troppa Scienza e troppe teorie difficilmente spiegabili allo spettatore medio (sono comunque quasi tutte teorie in fase di studio a cui hanno dedicato la vita dei geni massimi quali Kip Thorne, Stephen Hawking, Rubbia e la compianta Hack, e chissà quanti altri.
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Sicuramente è un film che ha fatto e che farà discutere molto in futuro, sia nel bene che nel male. Considerando che solo un numero relativamente basso di lungometraggi possono vantare tanto, questo mi pare sia già un buon indizio di longevità e quantomeno di particolarità in un mondo in cui il cinema in genere ha un disperato bisogno di rinnovarsi e trovare-creare qualcosa che lo riporti ai fasti del passato, in cui le persone amavano per davvero il cinema e non lo frequentavano solo per far passare il tempo (come hanno fatto anche in tanti che hanno visto anche questo film). Detto ciò capisco perchè possa essere così ostico a tanti: troppa Scienza e troppe teorie difficilmente spiegabili allo spettatore medio (sono comunque quasi tutte teorie in fase di studio a cui hanno dedicato la vita dei geni massimi quali Kip Thorne, Stephen Hawking, Rubbia e la compianta Hack, e chissà quanti altri. Quindi arrivare ad affermare che sono tutte panzanate solo perchè non si riescono a comprendere, mi sembra molto arrogante e superficiale) e una campagna pubblicitaria a dir poco invasiva, che aveva venduto un'idea di film diverso da quello che poi ci si è potuti godere. Forse non è stata una idea del tutto vincente quella di mettere in un unico paniere la relatività, la teoria delle singolarità, i viaggi nei tunnel spazio-temporali, la teoria dei multiversi, la teoria delle multi-dimensioni e addirittura il tesseratto...sono tutte di difficile digestione a tanti, anche solamente per arrivare a carpirne gli aspetti più superficiali e le complicatissime conseguenze. Però da qui a definirlo in alcuni modi mi ha fatto davvero sorridere e non riesco nemmeno a capirne le reali motivazioni. La "critica" più frequente è sicuramente quella di non essere riuscito ad emulare 2001 di Kubrick....Tutto qui?! Ma è ovvio che il film di Kubrick resterà ancora per molti anni a venire (se non per sempre) il migliore film di fantascienza...non so come abbia potuto girare un film di quel calibro nel 1968...è semplicemente inarrivabile! E poi Nolan non ha mai detto di voler gareggiare con lui...ha detto che sarebbe stato un semplice omaggio, non una sfida! Poi non capisco nemmeno l'estremo accanimento su ogni singolo errore di sceneggiatura (che per carità ce ne sono, ma nella fantascienza è la regola più che l'eccezione) in una trama complessa e con temi che pochi atri avevano affrontato...avreste potuto fare di meglio voi? Io no. Certo il risultato sarebbe potuto essere migliore, soprattutto dal punto di vista della spettacolarità e dell'introspezione, e il finale, lo ammetto, lo avrei cambiato quasi in toto. Ma i veri limiti, secondo me, finiscono qui. Il cast è quasi perfetto:da McConaughey (e pensare che prima di True Detective lo detestavo), che rischia almeno un'altra candidatura agli Oscar, alla Hathaway (che non delude mai), alla Chastain (che brucia le tappe e diventa sempre più famosa) a Caine (che dire...è sempre Caine), che però avrei fatto molto più combattutto e triste (d'altronde è colui che ha deciso di rassegnarsi all'estinzione di massa) e persino la piccola Murphy (anche questa teoria esiste) è fenomenale. Colonna sonora in aria di Oscar (bellissima). Effetti speciali volutamente non spettacolari, almeno nel senso classico della parola, ma la sequenza dell'attracco alla stazione spaziale fuori controllo è semplicemente sensazionale e racchiude un po' il vero spirito di Nolan: non gli interessa intrattenere, vuole sperimentare, non è uno showman, è un prestigiatore, e come riesce a giocare lui con le inquadrature e gli effetti ottici non c'è nessuno! Scenografie molto affascinanti e mai viste e fotografia molto buona (anche se forse avrebbero dovuto osare un po' di più). Non riesco proprio a capire come lo si possa definire film decisamente mediocre, soprattutto da gente che si spaccia per cultrice della fantascienza, forse solo perchè richiede, come dice Niola, "il piacere della concentrazione", che a quanto pare per molti non è un piacere...niente di male comunque, ma tanti spettatori sarebbe stato meglio che se lo fossero lasciati sfuggire (anche se vedere che sfonderà a breve la soglia dei 10 mln in Italia e dei 600 mln nel mondo mi fa molto piacere, soprattutto visto il genere e senza il 3D. Io me lo sono potuto guardare nel formato 70mm...è valso il prezzo del biglietto). Forse per dargli del capolavoro è un po' presto, ma visto che non possiamo usare i mezzi voti, ho optato per le cinque stelle. Accanitevi pure.
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the jester
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venerdì 7 novembre 2014
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tra scienza e fantasia
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Mirando a 2001 Odissea nello spazio a livello registico e ricavando spunti dal suo genio narrativo, Nolan riesce a creare un colosso che trascende qualsiasi pellicola già vista, unendo abilmente scienza e fantascienza, realtà e sogno, facendo si che l'amore diventi una grandezza fisica tanto quanto il tempo e lo spazio.
Interstellar è un capolavoro che oltre ad intrattenere per quasi tre ore lo spettatore riesce a commuoverlo più volte, facendo leva sulle paure più grandi dell'uomo e sulle emozioni più radicate nella sua natura. Grazie a dialoghi toccanti, prestazioni eccezionali (Matt Damon unica pecca a parer mio) e una fotografia sapiente, Nolan è riuscito a confezionare un'opera d'arte in ogni sua sfumatura.
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Mirando a 2001 Odissea nello spazio a livello registico e ricavando spunti dal suo genio narrativo, Nolan riesce a creare un colosso che trascende qualsiasi pellicola già vista, unendo abilmente scienza e fantascienza, realtà e sogno, facendo si che l'amore diventi una grandezza fisica tanto quanto il tempo e lo spazio.
Interstellar è un capolavoro che oltre ad intrattenere per quasi tre ore lo spettatore riesce a commuoverlo più volte, facendo leva sulle paure più grandi dell'uomo e sulle emozioni più radicate nella sua natura. Grazie a dialoghi toccanti, prestazioni eccezionali (Matt Damon unica pecca a parer mio) e una fotografia sapiente, Nolan è riuscito a confezionare un'opera d'arte in ogni sua sfumatura.
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(di pisiran)
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alessiok
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domenica 16 novembre 2014
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il cinema racconta l'uomo attraverso lo spazio
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Quando un film diventa ricerca , lo spettro delle nostre emozioni viene stimolato, la nostra anima viene raccontata , la nostra mente cerca i colegamenti tra scienza amore e tempo . E questo film ci fa capire e ci fa avvicinare all'arte e ci fa sentire protagonisti di un paradosso che in realtà non viviamo e che invidiamo, ci rende vunerabili ma fornendoci i mezzi per reagire di fronte alla grandezza dell'ignoto che abbiamo paura ma voglia di scoprire. Come fare nella nostra era cosi tecnologicamente avanzata a spiegare e indagare sul singolo individuo? con tutte le sue paure e la sua inettitudine,ma anche la sua innata capacità di ragionare che nessun network sociale che rende semplice ogni modalità di rapportarsi e interagire potrà mai cancellare.
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Quando un film diventa ricerca , lo spettro delle nostre emozioni viene stimolato, la nostra anima viene raccontata , la nostra mente cerca i colegamenti tra scienza amore e tempo . E questo film ci fa capire e ci fa avvicinare all'arte e ci fa sentire protagonisti di un paradosso che in realtà non viviamo e che invidiamo, ci rende vunerabili ma fornendoci i mezzi per reagire di fronte alla grandezza dell'ignoto che abbiamo paura ma voglia di scoprire. Come fare nella nostra era cosi tecnologicamente avanzata a spiegare e indagare sul singolo individuo? con tutte le sue paure e la sua inettitudine,ma anche la sua innata capacità di ragionare che nessun network sociale che rende semplice ogni modalità di rapportarsi e interagire potrà mai cancellare.E' qui che volevano arrivare i fratelli Nolan o volevano solo creare un prodotto di qualità digitale che non lasci niente alle generazioni future? Qualsiasi sia l'intenzione il risultato è indubbiamente di una qualità innegabile sotto quasi ogni punto di vista. Se fosse stato un prodotto di un regista emergente avrei affidato parte dei meriti al caso,nell'ignoranza e non avendo materiale di paragone, ma l'intreccio narrativo di film come The Prestige,Memento o Inception mi fanno credere nelle immense potenzialità dei due fratelli. La trama è molto chiara anche se può essere faticosa da seguire perchè si racconta lentamente viaggiando su un climax spesso regolare che culmina in una parte finale di estrema intensità. Infatti l'evoluzione del personaggio interpretato con impegno e destrezza da Matthew McConaughey viaggia di pari passo con la trama senza mai risultare scomoda ai fini dell'immedesimazione delo spettatore. Tutti i talentuosi attori del cast hanno reso giustizia alla grandezza del prodotto , sapendo di essere protagonisti di un successo commerciale e di critica annunciato. Mi sento quindi di consigliare questo film sia a chi apprezza il cinema come forma di intrattenimento visivo e vuole quindi godere del comparto tecnico ed il design, ma soprattutto a chi vuole vedere un'opera importante che fa pensare,perchè questa vi farà sentire piccoli attraverso lo spazio , ma grandi grazie all'amore.
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cress95
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lunedì 13 aprile 2015
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il miglior film fantascientifico degli ultimi 50 anni?
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Ci sono davvero pochissimi film in grado di trasmettere ininterrottamente brividi costanti dalla prima scena fino ai titoli di coda, e quei pochi sono detti capolavori. Ebbene, definire "capolavoro" un film come "Interstellar" appare, almeno al sottoscritto, riduttivo. L'ultima fatica di Christopher Nolan (perfettamente paragonabile al sontuoso capolavoro fantascientifico del Kubrik "2001 Odissea nello spazio") concilia infatti una trama profonda e ben riuscita con una realizzazione tecnica di prim'ordine e con un cast di attori la cui recitazione sfiora la perfezione.
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Ci sono davvero pochissimi film in grado di trasmettere ininterrottamente brividi costanti dalla prima scena fino ai titoli di coda, e quei pochi sono detti capolavori. Ebbene, definire "capolavoro" un film come "Interstellar" appare, almeno al sottoscritto, riduttivo. L'ultima fatica di Christopher Nolan (perfettamente paragonabile al sontuoso capolavoro fantascientifico del Kubrik "2001 Odissea nello spazio") concilia infatti una trama profonda e ben riuscita con una realizzazione tecnica di prim'ordine e con un cast di attori la cui recitazione sfiora la perfezione. Ma andiamo per ordine.
Protagonista assoluto della storia è senza dubbio alcuno il sentimento umano più puro, l'unico in grado di trascendere tempo e spazio e di vincere persino la morte: l'amore di un genitore per un figlio (nella fattispecie per una figlia). Un film capace di ispirare trascendentali riflessioni metafisiche ma al contempo di rimanere estremamente godibile ai più grazie ad una trama avvincente e ricca di colpi di scena: ecco, questo è "Interstellar" in poche parole.
Il particolare che più di qualsiasi altro merita secondo me di essere sottolineato in questa sede è la sopracitata realizzazione tecnica (premiata tra l'altro con un oscar per i migliori effetti speciali) tramite la quale "Interstellar" riesce a distinguersi categoricamente dalla massa. Gli effetti speciali del capolavoro in questione godono infatti di una rigida base scientifica: buchi neri e wormhole sono rappresentazioni grafiche delle elaborazioni matematiche del dott. Kip Thorne, fisico teorico di fama mondiale. E la collaborazione di un fisico di tale calibro si fa sentire per tutta la durata del film, a causa delle molte leggi fisiche (come la teoria della relatività di Einstein) spesso citate dai personaggi. Anche per questo motivo ritengo "Interstellar" un film adatto ad un pubblico abbastanza colto e maturo, capace insomma di godersi in pieno l'ultima brillante fatica del Nolan.
Detto ciò "Interstellar" inscena, nel drammatico palcoscenico di una Terra morente, l'eterno conflitto tra lo scetticismo e la certezza scientifica. Il capolavoro del Nolan mette a nudo l'intima e conflittuale realtà dell'uomo, così fragile eppure così indistruttibile al tempo stesso, e lo fa nella spettacolare e al contempo claustrofobica immensità dell'universo che, alla pari dell'animo umano, è profondo e misterioso.
Sul fronte della recitazione gli attori danno, a mio avviso, il meglio di loro stessi, con prestazioni di altissimo livello. Applausi a scena aperta per Matthew McConaughey (Cooper) e per la piccola (ma bravissima) Mackenzie Foy (Murphy bambina).
Per quanto concerne la realizzazione sonora, è stata molto apprezzata, almeno dal sottoscritto, la scelta di omettere gli effetti sonori durante le scene ambientate nello spazio profondo. Scelta anch'essa sostenuta da solide teorie scientifiche.
La colonna sonora accompagna perfettamente l'andamento drammatico della vicenda, agevolando il costante crescendo di immedesimazione dello spettatore e risultando a tratti epica.
A conti fatti "Interstellar" è un film che farà molto parlare di sé, anche e soprattutto negli anni a venire, essendo diventato (di pieno diritto) nuovo termine di paragone del genere fantascientifico contemporaneo.
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francescom94
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venerdì 11 agosto 2017
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felicità e dramma, ragione e sentimento
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Senz'ombra di dubbio il film più chiacchierato (e, dati alla mano, più piratato) del 2014. Il motivo? Aver osato. La trama? Nulla di particolarmente innovativo o rivoluzionario, il cliché dell'astronauta NASA "deus ex" e del suo equipaggio che in un futuro prossimo abbandonano la Terra in cerca di altri mondi abitabili. Tutto così scontato? No. Alla cloche ci sono Christopher, Hans e Matthew: renderebbero interessante anche la mia colazione. Dunque perché sprecare tanto fiato per analizzare una pellicola così banale e riciclata? Beh, perché l'apparenza inganna. Perché chiunque abbia visto Interstellar ne è rimasto colpito, nel bene o nel male.
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Senz'ombra di dubbio il film più chiacchierato (e, dati alla mano, più piratato) del 2014. Il motivo? Aver osato. La trama? Nulla di particolarmente innovativo o rivoluzionario, il cliché dell'astronauta NASA "deus ex" e del suo equipaggio che in un futuro prossimo abbandonano la Terra in cerca di altri mondi abitabili. Tutto così scontato? No. Alla cloche ci sono Christopher, Hans e Matthew: renderebbero interessante anche la mia colazione. Dunque perché sprecare tanto fiato per analizzare una pellicola così banale e riciclata? Beh, perché l'apparenza inganna. Perché chiunque abbia visto Interstellar ne è rimasto colpito, nel bene o nel male. Perché, semplicemente, Interstellar è puro Cinema, che lo si ami o lo si odi. Interstellar è sperimentazione, è maestosità: Odissea rivisitata in chiave contemporanea. È spingersi oltre i confini della conoscenza e riconoscere, inermi, i propri limiti. È provare a spiegare l'inspiegabile realtà che ci circonda, che ci soffoca, che ci abbraccia, che ci stritola. È intimità, amore, Pathos. È cinismo sentimentalizzato. È l'apoteosi dell'altruismo, dell'abnegazione. E si potrebbe andar avanti così per ore e ore. Badiamo bene, non è esente da difetti: ma quando è il cuore, il Sentimento, ad essere dilaniato così dolcemente, non c'è Ragione che tenga. Grazie Christopher, grazie Hans, grazie Matthew, grazie Interstellar.
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