bigpask
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domenica 16 novembre 2014
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un film davvero bene ma non un capolavoro
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Il film di fantascienza che aspettavamo e che negli ultimi anni è mancato (Gravity non può essere considerato un vero e proprio film di fantascienza, direi solo scienza).
Una piccola grande nota dolente è che per tutto il film rimane sotto il palato un retrogusto già sentito... Non è proprio un buon segnale se per tutta la durata dell'opera pensi ad un altro film, come se a letto con una donna dici tra te e te: "Hey ma questa mi ricorda Teresa". Non credo sia obiettivo di quella donna ricordarti la tua ex, così come non credo che l'obiettivo di Nolan fosse citare, più e più volte, altri famosi sci-fi del passato (2001: Odissea nello spazio, Donnie Darko ecc.
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Il film di fantascienza che aspettavamo e che negli ultimi anni è mancato (Gravity non può essere considerato un vero e proprio film di fantascienza, direi solo scienza).
Una piccola grande nota dolente è che per tutto il film rimane sotto il palato un retrogusto già sentito... Non è proprio un buon segnale se per tutta la durata dell'opera pensi ad un altro film, come se a letto con una donna dici tra te e te: "Hey ma questa mi ricorda Teresa". Non credo sia obiettivo di quella donna ricordarti la tua ex, così come non credo che l'obiettivo di Nolan fosse citare, più e più volte, altri famosi sci-fi del passato (2001: Odissea nello spazio, Donnie Darko ecc.) eppure Interstellar li ricorda tremendamente.
Senza dubbio il finale non ci lascia completamente disorientati come nel caso dei due capolavori prima citati, anzì, su questo punto, possiamo dire che il significato è estramente esplicito, Nolan ci imbocca col cucchiaino la filosofia alla base del suo lungometraggio e la sua interpretazione sui concetti di spazio e tempo. Senza volerlo (o forse si) ci spiega anche la sua interpretazione su quei finali un po' più complicati (ve li ricordate quei due film che in meno di dieci righe ho già nominato tre volte? Beh quelli lì). Piccolo Spoiler: Non avete capito perché il tizio di 2001 diventa un neonato? Guardatevi Interstellar.
Continuando a parlare del finale (dura tre ore e io parlo solo degli ultimi venti minuti), anche questo, come in altri film di Nolan, da un ottimo senso di ciclicità all'opera, in parole povere: il finale spiega l'inizio! Wow! Eppure questo finale (ATTENZIONE GRANDE SPOILER), dopo che aveva raggiunto il picco della drammaticità con lui bloccato in un'altra dimensione costretto a vivere per l'eternità in un posto dove non esiste nè spazio e nè tempo, cosa fa? Ci regala il lieto fine: la dimensione esplode, lui viene salvato da una navicella uscita dal nulla, parla per dieci secondi con la figlia che non vede da 50 anni ma che nel frattempo ha salvato il mondo e col sorriso sulle labbra parte per salvare la donna, presumibilmente, amata. Che tra l'altro non ce lo fa neanche vedere se la salva o no. (Grazie Nolan, con Inception non ci avevi fatto incazzare abbastanza!).
Però gli ho dato quattro stelle, e se gli ho dato quattro stelle c'è un motivo: questa è un'avventura fantascientifica e, come avventura fantascientifica, è un'avventura fantascientifica (Mi piace ripetere il termine avventura fantascientifica così come mi piace mettere parentesi tonde qua e là) con i, permettemi, controcoglioni: onde gigantesche, pianeti ghiacciati, robot parlanti, paradossi temporali e Matt Damon che fa l'infame!
Poi ha una CGI utilizzata davvero bene, dei personaggi interpretati davvero bene, una regia davvero bene, insomma possiamo definire questo film come davvero bene; non il miglior film di Nolan, ma di sicuro uno dei miglior film di quest'anno.
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giak96
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martedì 18 novembre 2014
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imperdibile
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Interstellar si presenta come un film molto ambizioso e , come raramente nel suo genere , riesce quasi alla perfezione . Ottimo mix di relazioni sociali , fantascienza e fantasia del regista nel voler rispondere e far capire parte dell'ignoto del nostro universo. Davvero originale rappresentazione della quinta dimensione , con spezzoni di coscienza umana inseriti spesso al momento giusto . Il film perde in alcuni punti qualcosa e lascia lo spettatore poco attento dubbioso . Nel complesso opera di grande livello e attese pienamente rispettatrispettate. Ci aspettavamo un film nuovo e diverso , in un periodo di carenza di capolavori e abbiamo avuto un grande pezzo di Nolan che ci lascia ancora stupefatti dopo il grande successo , a mio parere , di Inception
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savio 86
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mercoledì 19 novembre 2014
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una summa del genere
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Una delle grandi regole che ha insegnato Hitchcock, maestro assoluto non solo dell’ horror ma del cinema, è che non bisogna mai badare alla verosimiglianza.
In effetti se uno volesse analizzare ogni virgola del film, a partire dai continui ed imperfetti enunciati fisici, passerebbe le ore solo a considerare gli errori e gli sviluppi narrativi altamente improbabili.
Così come è errato vedere in Interstellar un film a sé, unico ed indipendente. Non è la creazione originale di una mente eletta come quella di Nolan: qualsiasi elemento, spezzone narrativo, spunto o atmosfera, è presa da altri film di genere. Così quella fattoria immersa nei campi di mais sembra quella di Signs, il viaggio nella navicella tra solitudine e l’ibernazione ricorda Alien, la trama s’intreccia su sé stessa come in Inception, la sequenza di lancio del Lazarus si potrebbe sovrapporre all’ Apollo 13, e così ancora 2001:Odissea nello spazio, Star Trek e via dicendo.
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Una delle grandi regole che ha insegnato Hitchcock, maestro assoluto non solo dell’ horror ma del cinema, è che non bisogna mai badare alla verosimiglianza.
In effetti se uno volesse analizzare ogni virgola del film, a partire dai continui ed imperfetti enunciati fisici, passerebbe le ore solo a considerare gli errori e gli sviluppi narrativi altamente improbabili.
Così come è errato vedere in Interstellar un film a sé, unico ed indipendente. Non è la creazione originale di una mente eletta come quella di Nolan: qualsiasi elemento, spezzone narrativo, spunto o atmosfera, è presa da altri film di genere. Così quella fattoria immersa nei campi di mais sembra quella di Signs, il viaggio nella navicella tra solitudine e l’ibernazione ricorda Alien, la trama s’intreccia su sé stessa come in Inception, la sequenza di lancio del Lazarus si potrebbe sovrapporre all’ Apollo 13, e così ancora 2001:Odissea nello spazio, Star Trek e via dicendo.
Interstellar è la summa di gran parte del cinema di fantascienza prodotto negli ultimi 30 anni: forse Nolan ha capito meglio di tutti che tutto è già stato raccontato, e allora trova il suo personalissimo metodo che è quello di portare quel tutto alle estreme conseguenze, di mettere lo spettatore nelle mani dei paradossi, dell’eccesso: così si passa dall’avere una assoluta fiducia nella scienza ad un totale abbandono ai sentimenti umani.
Ogni momento della vita dei protagonisti è il punto di partenza per una indagine filosofica - che non può non ricordare i monologhi di Joker e Bane- il tutto miscelato in un avvilupparsi della realtà. A differenza di Inception non è il sogno che lancia allo sbando i protagonisti - e lo spettatore- ma è il complesso rapporto relativistico tra il tempo, lo spazio, la gravità e le altre governanti fisiche della galassia.
E’ un film nolaniano al 100%, che segue ritmi e tempi tutti suoi, distaccati da ogni sorta di realismo o immaginazione( altro punto di totale originalità). Ne esce, alla fine della fiera, non solo una storia che riesce ad attrarre ed emozionare per quasi 3 ore, ma è una analisi profonda e completa dell’essere umano, in tutte le sue sfaccettature, il suo essere, il suo eroismo e la sua vigliaccheria, la sua razionalità e le sue emozioni.
La realtà è sottosopra, forse perché non esiste una realtà, non vi sono punti di riferimento, e la camera si agita e ruota in quello spazio, ripetitivamente, assiduamente, assillamente...senza trovar pace. Manca un inizio e una fine: lo spettatore è preso nel mezzo di qualcosa, senza sapere esattamente cosa ci sia prima, e viene abbandonato d’improvviso ancora in quel mezzo, senza che i protagonisti possano aver detto di vivere felici e contenti: non vi è un lieto fine, perché la storia dell'uomo è e sarà una perenne evoluzione, una perenne sfida a mettere da parte quello che abbiamo su questo pianeta ed andare alla ricerca di qualcos'altro. E' la stessa forza che spingeva i marinai a non restare a casa con le famiglie, che ci fa imbarcare verso il peggiore di tutti i pericoli ma che porta alle estreme conseguenze il nostro istinto di sopravvivenza.
L’unica cosa veramente reale è la consapevolezza che esistiamo noi, con tutto l’universo che siamo e che rappresentiamo, fatto di sogni e speranze, di affetti ed egoismi, di illusione e verità: oltre c’è solo il silenzio assordante dello spazio.
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jayan
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domenica 23 novembre 2014
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quando la fantascienza va oltre il verosimile
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Un altro ottimo film del grande regista Christopher Nolan. Bellissime le immagini e gli effetti speciali. Buona l'interpretazione e originale (in parte) la sceneggiatura, anche se è chiaramente ispirata a "2001 Odissea nello Spazio" di Stanley Kubrick. Il primo tempo del film è abbastanza lineare, nel secondo tempo, e specialmente alla fine, diviene un po' confuso. Nel film l'astronauta donna dice che non è possibile andare nel passato (perché interferisce sul meccanismo di causa ed effetto su cui è basato l'universo e di cui si è parlato anche in altri film, dove, se si va indietro nel tempo e si impedisce l'accoppiamento dei nostri genitori, che fine faremo noi che siamo i loro figli? E invece, in qualche modo, l'astronauta Cooper riesce ad andare nel passato, anzi il film inizia con un misterioso "fantasma" (era lui e proveniva dal futuro) che interagiva con la figlia per spingerla a impedire suo padre dal partire per la missione spaziale.
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Un altro ottimo film del grande regista Christopher Nolan. Bellissime le immagini e gli effetti speciali. Buona l'interpretazione e originale (in parte) la sceneggiatura, anche se è chiaramente ispirata a "2001 Odissea nello Spazio" di Stanley Kubrick. Il primo tempo del film è abbastanza lineare, nel secondo tempo, e specialmente alla fine, diviene un po' confuso. Nel film l'astronauta donna dice che non è possibile andare nel passato (perché interferisce sul meccanismo di causa ed effetto su cui è basato l'universo e di cui si è parlato anche in altri film, dove, se si va indietro nel tempo e si impedisce l'accoppiamento dei nostri genitori, che fine faremo noi che siamo i loro figli? E invece, in qualche modo, l'astronauta Cooper riesce ad andare nel passato, anzi il film inizia con un misterioso "fantasma" (era lui e proveniva dal futuro) che interagiva con la figlia per spingerla a impedire suo padre dal partire per la missione spaziale. E così tante altre cose contraddittorie che rovinano un po' la bellezza del film. Mentre "2001 Odissea nello Spazio" ha un finale in cui l'astronauta va al di là dello spazio e del tempo, in quel luogo da cui nasce la vita e la morte e tutto lo spazio e il tempo, e ciò viene illustrato in modo poetico e superlativo, qui, in "Interstellar" si vogliono dare troppe spiegazioni... e alla fine si finisce col creare solo confusione. Ma, a parte questo, il film è ben fatto, con una regia straordinaria, che crea una suspance che ti avvince e non ti lascia finché non arrivi alla parola "fine". Tutti bravi. Un film da vedere assolutamente. In breve la trama. Sulla terra l'inquinamento sta distruggendo i raccolti e la possibilità di sopravvivenza del genere umano è in pericolo. Gli atronauti partono, entrano in un cunicolo spazio temporale che li porterà in un'altra dimensione, sempre alla ricerca di un nuovo mondo in cui vivere, con la speranza di teletrasportare l'intero genere umano. C'è anche un forte messaggio ambientalista. Prima di cercare altri mondi in cui vivere, non sarebbe meglio smettere di inquinare la terra, in modo da poter rimanere qui? -Anche se questo non è un argomento importante nel film, ma avrebbe potuto esserlo-. Questo film va assolutamente visto sul grande schermo! Ma a me è piaciuto di più "2001 Odissea nello Spazio", l'ho visto ben 7 volte! Ciò che manca è la musica, una grande musica classica (come "Sul bel Danubio blu" di Strauss) che fa muovere le navicelle, le persone e le cose.
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andreafalci
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lunedì 24 novembre 2014
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e vissero felici e contenti..........
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I quasi 160 minuti del film scorrono sul velluto; Un ex astronauta vedovo a riposo che fa l' agricoltore con due figli ma la cocca del babbo è la figlia di circa 7 anni; la NASA che opera in modo occulto perchè troppo costosa, in un mondo ormai ostle all' uomo sia climicamente che per alimentare l' umanità; quindi la NASA manda nel cosmo lì agricoltore insieme alla bella astronauta Hathaway, dopo un salto nell' iperspazio trovano un pianeta semiostile, dove già esiste una base con un povero astronauta abbandonato e pazzoide che poi aggredisce il nuovo arrivato: quindi i due arrivati scappano, ma per tornare indietro uno dei due deve rimanere nel modulo madre, quidi lui si sacrifica e la bella astronauta prosegue destinazione Terra, ma fortunatamente trova un bel pianetino accogliente come la nostra Terra; nel frattempo il compagno si ritrova catapultato sulla Terra in un altro tempo successivo a quello della partenza e nella quinta dimensione.
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I quasi 160 minuti del film scorrono sul velluto; Un ex astronauta vedovo a riposo che fa l' agricoltore con due figli ma la cocca del babbo è la figlia di circa 7 anni; la NASA che opera in modo occulto perchè troppo costosa, in un mondo ormai ostle all' uomo sia climicamente che per alimentare l' umanità; quindi la NASA manda nel cosmo lì agricoltore insieme alla bella astronauta Hathaway, dopo un salto nell' iperspazio trovano un pianeta semiostile, dove già esiste una base con un povero astronauta abbandonato e pazzoide che poi aggredisce il nuovo arrivato: quindi i due arrivati scappano, ma per tornare indietro uno dei due deve rimanere nel modulo madre, quidi lui si sacrifica e la bella astronauta prosegue destinazione Terra, ma fortunatamente trova un bel pianetino accogliente come la nostra Terra; nel frattempo il compagno si ritrova catapultato sulla Terra in un altro tempo successivo a quello della partenza e nella quinta dimensione. Qui osserva la Sua famiglia ormai invecchiata i figli sono diventati padri e ci sono anche i nipotini; alla fine si rende conto che è di troppo e sentendosi solo, riesce a ripartire verso la Sua amata collega che l' aspetta.per cui l' essere umano continuerà ad esistere grazie ai nuovi "Adamo ed Eva" . Ottime le interpretazioni, la fotografia, i dialoghi miscelati in una fantascienza filosofica che sfida le leggi della fisica.
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[+] beh... quattro stelle...
(di franco1206)
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fedemug87
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martedì 2 dicembre 2014
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il coraggio di osare e di amare
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Interstellar è un film che non può lasciare indifferenti, tanto la storia è complessa e affascinante con enormi implicazioni filosofiche-esistenziali, scientifiche e letterarie. Dall'amore tra padre e figlia che come un lungo filo tiene unito il film per tutto il tempo, alla speranza per un mondo nuovo in contrasto con la rassegnata vita bucolica sulla Terra, questi sono temi che non possono non appassionare lo spettatore fino a farlo emozionare e commuovere grazie anche ad effetti speciali e colonna sonora grandiosi. Un capolavoro, insomma, con l'eroe spaziale che in realtà è un novello Ulisse e la figlia che gioca un ruolo molto più importante della Penelope omerica perchè è anche protagonista nel decifrare i codici che le permettono di risolvere l'equazione per salvare l'umanità e che il padre le invia in una dimensione spazio-temporale diversa attraverso l'orologio.
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Interstellar è un film che non può lasciare indifferenti, tanto la storia è complessa e affascinante con enormi implicazioni filosofiche-esistenziali, scientifiche e letterarie. Dall'amore tra padre e figlia che come un lungo filo tiene unito il film per tutto il tempo, alla speranza per un mondo nuovo in contrasto con la rassegnata vita bucolica sulla Terra, questi sono temi che non possono non appassionare lo spettatore fino a farlo emozionare e commuovere grazie anche ad effetti speciali e colonna sonora grandiosi. Un capolavoro, insomma, con l'eroe spaziale che in realtà è un novello Ulisse e la figlia che gioca un ruolo molto più importante della Penelope omerica perchè è anche protagonista nel decifrare i codici che le permettono di risolvere l'equazione per salvare l'umanità e che il padre le invia in una dimensione spazio-temporale diversa attraverso l'orologio. Salvare l'umanità dall'infelicità in Terra. Quella Terra un tempo fonte di progresso e emancipazione è diventata arida di speranze e gioia, anche perché l'uomo ha abbandonato la scienza (infatti a scuola viene insegnato che l'uomo non è mai andato sulla Luna, ma che si trattava soltanto di propaganda antisovietica)per tornare all'agricoltura che però è in crisi a causa di fortissime tempeste di sabbia che minano i raccolti. Così il film insiste tra questi due "mondi", tra la Terra e lo Spazio, tra futuro e presente, tra coraggio e rassegnazione, tra mondo finito e infinito. E poi c'è la variabile tempo a mescolare passato-presente e futuro. Tempo che nei vari pianeti interstellari scorre in maniera diversa del nostro a causa della vicinanza a buchi neri, per cui un'ora può valere sette anni terrestri. E' una corsa contro il tempo la missione del protagonista, a dimostrazione di quanto sia effimera la vita umana dinanzi all'infinità dello spazio. Il tempo dicevamo, come quello che intercorre tra la partenza e il ritorno del padre dalla figlia che lo attende ormai anziana in un letto di ospedale, a far ritrovare insieme i due eroi del film, in un abbraccio che va oltre i confini dello spazio, perché l'amore trascende ogni cosa, ogni impresa, ogni conquista. E il ritrovarsi insieme dopo tanti anni è il cerchio che chiude la storia dopo quasi tre ore di film, mai noioso e sempre avvincente. Il viaggio come salvezza è un tema che fa presa sul pubblico, un tema anche biblico come il viaggio degli ebrei in Egitto e epico come quello di Ulisse. Il coraggio di osare e di amare salverà il mondo: è questo in definitiva il messaggio che il film lascia allo spettatore. Immaginare un futuro oltre la Terra pare oggi azzardato, ma non impossibile. E' il grande sogno dell'umanità del Terzo millennio e questo ha sicuramente suscitato nello spettatore stupore e meraviglia trascinandolo in una storia immaginaria che lo ha portato a superare tutti i confini che separano la realtà dall'irrealtà.
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[+] da un''altra dimensione
(di silver94 )
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great steven
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giovedì 30 luglio 2015
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vitalità narrativa e movimentati piani-sequenza.
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INTERSTELLAR (USA/UK, 2014) diretto da CHRISTOPHER NOLAN. Interpretato da MATTHEW MCCONAUGHEY, ANNE HATHAWAY, JESSICA CHASTAIN, MICHAEL CAINE, JOHN LITHGOW, MACKENZIE FOY, ELLEN BURSTYN, CASEY AFFLECK, MATT DAMON, TOPHER GRACE, WES BENTLEY, WILLIAM DEVANE
Uno dei film più originali del 2014. E finalmente un’opera di science-fiction che riesce ad abbracciare uno scenario distruttivo e apocalittico e contemporaneamente inserire nella trama un significato la cui profondità va di pari passo con una positività che troppo spesso manca ai messaggi di questo genere cinematografico. La vicenda ruota intorno a Cooper, ex pilota che ora fa con passione l’agricoltore, padre di un maschietto e una femminuccia, il quale si ritrova costretto a riprendere il suo vecchio mestiere di aviatore, ma questa volta per la più responsabile e impossibile delle missioni: salvare il genere umano da un cataclisma nucleare senza precedenti che rischierebbe di annientare completamente i nostri simili.
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INTERSTELLAR (USA/UK, 2014) diretto da CHRISTOPHER NOLAN. Interpretato da MATTHEW MCCONAUGHEY, ANNE HATHAWAY, JESSICA CHASTAIN, MICHAEL CAINE, JOHN LITHGOW, MACKENZIE FOY, ELLEN BURSTYN, CASEY AFFLECK, MATT DAMON, TOPHER GRACE, WES BENTLEY, WILLIAM DEVANE
Uno dei film più originali del 2014. E finalmente un’opera di science-fiction che riesce ad abbracciare uno scenario distruttivo e apocalittico e contemporaneamente inserire nella trama un significato la cui profondità va di pari passo con una positività che troppo spesso manca ai messaggi di questo genere cinematografico. La vicenda ruota intorno a Cooper, ex pilota che ora fa con passione l’agricoltore, padre di un maschietto e una femminuccia, il quale si ritrova costretto a riprendere il suo vecchio mestiere di aviatore, ma questa volta per la più responsabile e impossibile delle missioni: salvare il genere umano da un cataclisma nucleare senza precedenti che rischierebbe di annientare completamente i nostri simili. In che modo? Cercando un luogo di sopravvivenza sicura al di fuori del nostro sistema solare e addirittura esternamente ai confini della stessa Via Lattea. Lo accompagnano nella missione due astronauti professionisti, un uomo di carnagione scura e un’intrepida donna, ma l’impresa si preannuncia estremamente minata e pericolosa fin dal principio, contando anche il fatto che i tre viaggiatori spaziali raccolgono da una distesa d’acqua siderale un ingegnere che intende sacrificare l’umanità per un conveniente ma ristrettissimo progetto di conservazione. Lavorando insieme ai premi Oscar McConaughey e Hathaway, il regista di Inception e della trilogia de Il cavaliere oscuro ha saputo portare a termine il colpo grosso: l’esito è un kolossal fantascientifico che inventa, attraverso un deserto montuoso brullo e sconfinato, un mondo alternativo da popolare con i superstiti alla catastrofe (geniale l’idea di farla sempre intendere senza mai chiarirla apertamente) che, come i protagonisti sanno, sterminerà gli animali più intelligenti e produttivi che la Terra abbia mai veduto. Il movimento e l’azione sono distribuiti in modo pressoché uniforme nel corso dell’intera durata, ma si avverte un’eccezionale concentrazione in particolar modo nella scena dell’attraversamento in parallelo della piantagione di pannocchie all’inseguimento del drone volante e nella superba sequenza dell’onda marina dalle sembianze di tsunami: un paio di pezzi di bravura veramente irripetibili e dal sensazionalismo mozzafiato. L’idea di far parlare i robot pensanti che assistono gli astronauti durante il viaggio interstellare non è cattiva, anche se risulta un po’ ingenua e ripetitiva, in quanto già usata e abusata in prodotti che non reggono affatto il confronto con questa pellicola dai tratti ondivaghi che sa alternare con incredibile abilità il pessimismo orwelliano con la ricerca di una serenità interiore da estendere ai soggetti cari ai personaggi. McConaughey è sublime nel tracciare con un’ammirevole precisione recitativa il suo agricoltore/pilota che diventa alla fine vecchissimo pur mantenendo inalterato il suo aspetto e rivolge sempre lo scopo delle sue azioni, anche le più sconsiderate, alla famiglia che rimane costantemente al centro dei suoi pensieri. Una A. Hathaway in un ruolo insolito per le sue corde abituali e appunto per questo motivo costruito benissimo e sostenuto con pervicacia inarrestabile, una J. Chastain sentimentalmente tenace e mai noiosa e un M. Caine nei panni di un eccentrico professore di fisica quantistica scopritore di una formula che permette al bizzarro e mastodontico mezzo spaziale di solcare l’universo grazie ad una rielaborazione della teoria della relatività. Qualche elaborazione intellettuale di troppo che probabilmente gli ha negato un ampio successo nelle sale, ma il tutto è potentemente riscattato da una forza espressiva che ne esalta le intime qualità elevandolo al rango di capolavoro discutibile ma pur sempre emozionante e travolgente, nonostante le possibili divergenze di apprezzamento.
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fabal
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domenica 16 agosto 2015
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oltre kubrick, oltre i simboli
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In un futuro imprecisato una piaga costringe gli agricoltori a coltivare mais, unica coltura in grado di sopravvivere. La Nasa non esiste più, il pianeta è vittima di tempeste magnetiche e di sabbia, ben presto diventerà inospitale. Cooper, ex pilota, compirà un viaggio attraverso un buco nero alla ricerca di un nuovo mondo da abitare.
Con Interstellar ci troviamo di fronte all'audacia di Nolan che punta ancora più in alto rispetto al già ambizioso Inception. Ma l'esplorazione fornita da Interstellar agisce molto più in profondità nella riflessione cosmica, lasciando davvero "qualcosa" nello spettatore.
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In un futuro imprecisato una piaga costringe gli agricoltori a coltivare mais, unica coltura in grado di sopravvivere. La Nasa non esiste più, il pianeta è vittima di tempeste magnetiche e di sabbia, ben presto diventerà inospitale. Cooper, ex pilota, compirà un viaggio attraverso un buco nero alla ricerca di un nuovo mondo da abitare.
Con Interstellar ci troviamo di fronte all'audacia di Nolan che punta ancora più in alto rispetto al già ambizioso Inception. Ma l'esplorazione fornita da Interstellar agisce molto più in profondità nella riflessione cosmica, lasciando davvero "qualcosa" nello spettatore. Che approccia un film inizialmente angosciato dal meccanicismo apocalittico. Successivamente però, Nolan è in grado di convertire in un sentimento totalizzante le esatte fonti scientifiche di cui si avvale, trovando un nesso coraggioso non solo tra teorie einsteniane e quantistiche, ma anche con la temporalità umanamente vissuta. Lo fa con un continuo raffronto tra l'esperienza di Cooper nello spazio e della figlia ancora sulla Terra, prima creando un senso di separazione incolmabile, poi riunificando le due vite nella bellissima sequenza finale.
Splendida fotografia sia terrestre che spaziale, mai portata all'eccesso. Lunghe sequenze senza musica non possono che introdurre uno scontato raffronto visivo con 2001, che Nolan cita senza malizia, ma con la volontà di provare ad andare oltre. Interstellar si addentra nella spiegazione anche a costo della forzatura, ma con il coraggio di tradurre in immagini di positiva angoscia quel che Kubrick si era limitato a illustrare con i simboli.
La ricerca di un'intima coerenza di fondo, pur sempre fantascientifica e infarcita di sentimentalismo, non può lasciare indifferenti: l'ambizioso film di Nolan si preoccupa di dare speranza, di offrire un senso finale all'analogia tra macro e microcosmo. Una lezione di fantascienza imbastita da kolossal, ma passata realtivamente in sordina: se pensiamo al pluripremiato Gravity dell'anno precedente, è lecito chiedersi perché Interstellar meritasse un solo Oscar per gli effetti speciali.
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antonio
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martedì 5 settembre 2017
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non andartene docile in quella buona notte
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Uno dei più riusciti film di Christopher Nolan se non il suo miglior capolavoro. Un regista che ormai da un po' ci abitua a film sempre più potenti. Un regista che riesce a prendere un film di supereroi comune come il Cavaliere Oscuro e a trasformarlo in un film capolavoro. E anche questa volta Nolan scrive insieme al fratello Jonathan (co-sceneggiatore di tutti i film di Christopher Nolan) un storia emozionante e potente che non è un semplice film di fantascienza che parla di viaggi spaziali in quanto l'intero film è basato e costruito intorno alle teorie del fisico Kip Thorne e alla teoria della relatività di Einstein il fisico più famoso della storia.
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Uno dei più riusciti film di Christopher Nolan se non il suo miglior capolavoro. Un regista che ormai da un po' ci abitua a film sempre più potenti. Un regista che riesce a prendere un film di supereroi comune come il Cavaliere Oscuro e a trasformarlo in un film capolavoro. E anche questa volta Nolan scrive insieme al fratello Jonathan (co-sceneggiatore di tutti i film di Christopher Nolan) un storia emozionante e potente che non è un semplice film di fantascienza che parla di viaggi spaziali in quanto l'intero film è basato e costruito intorno alle teorie del fisico Kip Thorne e alla teoria della relatività di Einstein il fisico più famoso della storia. Un racconto che parla dell'uomo e del futuro della nostra casa: la Terra. Un futuro che effettivamente non è poi così impossibile da raggiungere se continuiamo a distruggere il nostro pianeta. Il film comunque è un capolavoro assoluto che funziona come un puzzle, ogni suo pezzo si attacca alla perfezione con un altro, la sceneggiatura si collega ad una regia potente e realistica che eleva alla perfezione ogni momento del film, gli effetti speciali (premiati con il premio Oscar) che danno vita ad una messa in scena visivamente potente e meravigliosa rendendo lo spazio realisticamente inquietante, la colonna sonora di Hans Zimmer candidata all'Oscar, che riesce a dare maggior spessore al film conferendogli un ritmo serrato, l'uso del sonoro e del montaggio sonoro, la scenografia che rende il tutto più realistico (tutte e tre premiate con la nomination al Premio Oscar), la fotografia e a chiudere il puzzle e a comporre l'immagine finale è la recitazione degli attori tutti bravissimi che riescono a caratterizzare alla perfezione tutte le paure dei personaggi, le loro emozioni e i loro pensieri, la delusione e il pubblico riesce piano a piano a entrare in ognuno di loro e immedesimarsi e provare empatia. In poche parole il film è uno dei maggiori capolavori della storia del cinema che emoziona dall'inizio fino al sorprendente finale. Ma quella che fa provare allo spettatore non semplice emozione, non è solo un film che fa piangere ma è un'opera che fa star male, che lascia un nodo in gola agli spettatori, grazie film che lascia l'amaro nella bocca degli spettatori, film che descrive in maniera impeccabile anche cosa vuol dire essere genitori e cosa vuol dire allontanarsi dai propri figli, questo grazie all'interpretazione di Matthew McConaughey e alla giovane Mackenzie Foy, a Jessica Chastain, a Ellen Burstyn, Michael Caine e Anne Hathaway, mostrando il rapporto tra genitori e figli. Interstellar è un'opera d'arte visionaria e potente che non potrà non coinvolgere gli spettatori.
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greyhound
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mercoledì 1 maggio 2019
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quel luogo dentro la propria anima
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Parlare di Interstellar significa molto probabilmente tralasciare il mero piano cinematografico e considerare il film di Christopher Nolan (la sua opera più ambiziosa secondo il parere di colui che scrive) come un’esplorazione metaforica all’interno dell’animo umano. Esattamente nello stesso modo in cui sul finire degli Anni ’70 Francis Ford Coppola tentò di fare con la sua risalita del fiume cambogiano in Apocalypse Now.
La Terra è sconvolta da immensi mutamenti climatici, con tempeste di sabbia devastanti che colpiscono l’imprecisata regione degli Stati Uniti nel quale il protagonista (un credibile e misurato Matthew McConaughey) sopravvive con la propria famiglia.
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Parlare di Interstellar significa molto probabilmente tralasciare il mero piano cinematografico e considerare il film di Christopher Nolan (la sua opera più ambiziosa secondo il parere di colui che scrive) come un’esplorazione metaforica all’interno dell’animo umano. Esattamente nello stesso modo in cui sul finire degli Anni ’70 Francis Ford Coppola tentò di fare con la sua risalita del fiume cambogiano in Apocalypse Now.
La Terra è sconvolta da immensi mutamenti climatici, con tempeste di sabbia devastanti che colpiscono l’imprecisata regione degli Stati Uniti nel quale il protagonista (un credibile e misurato Matthew McConaughey) sopravvive con la propria famiglia. Si potrebbe a questo punto pensare a una sorta di omaggio al romanzo più famoso di Steinbeck, ossia Furore, ma a differenza di quest’ultimo non vi è nella pellicola una destinazione sicura verso cui andare. L’unica prospettiva è data dai dustbowl e dalla morte che essi portano con loro. Tuttavia è proprio in quel momento che il cuore della narrazione prende il via; e con esso i suoi numerosi interrogativi. Infatti, una missione verso lo spazio è lanciata: lo scopo è trovare una nuova “casa” per il genere umano. Ma questa impresa sarà compatibile con i sentimenti più profondi dei personaggi?
Il nostro protagonista lascia, infatti, la propria famiglia (con la ragionevole certezza di non rivederla mai più) per assicurarle la salvezza o in quanto la spedizione rappresenta la sua occasione di rivincita nei confronti della vita e delle occasioni perdute? Parimenti, la sua compagna d’esplorazione Ann Hathaway viaggia per il bene dell’umanità o per ritrovare l’uomo che ama, inviato anni prima come esploratore in un pianeta sconosciuto? Il Matt Damon disperso è pronto a uccidere in quanto reso folle dall’isolamento prolungato a cui è stato costretto o per imporre la propria volontà coincidente con il presunto bene collettivo?
Infine, anche l’anziano scienziato Michael Caine potrebbe essere letto come un personaggio ambivalente. Pur sapendo che l’equazione su cui lavora da una vita è irrisolvibile, invia una spedizione verso morte certa sperando di trovare una soluzione al problema di cui sopra (e così conquistare gloria perdurante) o solamente poiché incapace di lasciar consumare i propri simili all’interno di una vita senza più speranza?
In ogni caso una luce in fondo al tunnel la porta con sé Jessica Chastain, figlia del protagonista, giovane donna mai doma nella ricerca di una soluzione. Soluzione che arriverà in maniera sorprendente; conducendo lo spettatore a comprendere come spesso la realtà non sia quella che appare, e che la forza dei sentimenti è dirompente e capace di travalicare le dimensioni percepite dai sensi e, soprattutto, dalla ragione.
Anche il messaggio finale, esemplificato dalla ripartenza di McConaughey, è di speranza, dato che mostra come nessuno, mai, vada abbandonato, pur quanto pericoloso e difficile sia il viaggio.
In definitiva, una pellicola costantemente sul confine del capolavoro sia per quanto attiene alla storia in sé che per il messaggio. Anzi, in particolar maniera a causa di quest’ultimo, e delle riflessioni che esso ingenera in coloro che guardano.
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