peer gynt
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mercoledì 19 novembre 2014
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il sacrificio dell'uomo redime e salva l'umanita'
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Avventura cosmica di rara bellezza, sospesa fra il desiderio dell'uomo di una nuova terra e la lotta di ognuno di noi contro la solitudine, verso cui la vecchiaia e la morte ci destinano inesorabilmente (ma da cui piu' l'amore puo' salvarci, e il sacrificio di se').
Assistito da una splendida colonna sonora di Hans Zimmer, il film dei fratelli Nolan decolla verso gli spazi siderali del grande cinema d'autore grazie alla scrittura densa e raccolta, all'interpretazione intensa e partecipata degli attori principali (il trio McConaughey, Chastain e Hathaway), alla visionaria figuratività dei due viaggi nell'impossibile (la traversata del wormhole e la caduta nel buco nero).
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Avventura cosmica di rara bellezza, sospesa fra il desiderio dell'uomo di una nuova terra e la lotta di ognuno di noi contro la solitudine, verso cui la vecchiaia e la morte ci destinano inesorabilmente (ma da cui piu' l'amore puo' salvarci, e il sacrificio di se').
Assistito da una splendida colonna sonora di Hans Zimmer, il film dei fratelli Nolan decolla verso gli spazi siderali del grande cinema d'autore grazie alla scrittura densa e raccolta, all'interpretazione intensa e partecipata degli attori principali (il trio McConaughey, Chastain e Hathaway), alla visionaria figuratività dei due viaggi nell'impossibile (la traversata del wormhole e la caduta nel buco nero).
Le teorie scientifiche pervadono ma non uccidono il film, ricco di un'umanità ferita e prostrata dal distacco e dalla perdita dei propri amati, tema assolutamente non secondario di questo luminoso "Interstellar". L'amore, come e piu' della scienza, deve saper guidare quest'umanita' disperata verso un futuro finalmente utopico (dopo l'oppressione di tanto futuro distopico), futuro che l'uomo sa e puo' costruirsi. Cercano di farlo gli uomini del nostro tempo, lo faranno (o l'hanno gia' fatto? deliziosa bellezza del paradosso temporale) gli uomini del futuro, deve farlo, in un finale aperto di struggente bellezza, anche l'ingegnere e astronauta Cooper, alla ricerca della sola donna rimasta vicina al suo tempo, per quanto spazialmente lontanissima.
E alla fine dell'impossibile viaggio, con perfetta circolarita', il viaggio riprende.
Sublime.
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strikefight
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mercoledì 25 marzo 2015
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il cinema di fantascienza e' un altra cosa
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Che noia di film solo tanto ma tanto sonno; dei dialoghi insensati , un cast che per tutta la durata del film canta continuamente la canzone della ninna nanna accompagnata da una noiosissima e lunghissima colonna sonora di sottofondo, pensavo forse tutta un altra cosa cmq nota positiva mi sono fatto una bella dormita nella comoda poltrona del cinema che per fortuna era comoda altrimenti me ne sarei andato. Più che un film mi è sembrato di vedere un documentario fantascientifico ma non ho capito praticamente niente. Il cinema di fantascienza è tutta un altra cosa.
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mirko bradley
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venerdì 10 aprile 2015
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l’epica fantascientifica di christopher nolan
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In un futuro tanto prossimo quanto indeterminato, la piaga (un’anomalia atmosferica) minaccia di estinguere a breve la vita sulla Terra. La NASA organizza una spedizione spaziale, ideata dal Professor Brand (Michael Caine), per tentare di salvare la specie umana dalla catastrofe imminente. L’astronave è pilotata dall’esperto Cooper (Matthew McConaughey) e ospita a bordo scienziati di massimo livello, tra cui Amelia (Anne Hathaway), figlia del Professor Brand. Il cast annovera anche Matt Damon, che veste i panni del perfido Dottor Mann.
Il film (diretto da Christopher Nolan che l’ha anche scritto assieme al fratello Jonathan) ruota attorno a due perni principali: il desiderio di conoscenza, allegoricamente rappresentato dall’ambizione di guardare il nucleo di un buco nero per svelare i misteri della meccanica quantistica, e il sogno di tornare indietro nel tempo, per porre rimedio agli errori commessi.
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In un futuro tanto prossimo quanto indeterminato, la piaga (un’anomalia atmosferica) minaccia di estinguere a breve la vita sulla Terra. La NASA organizza una spedizione spaziale, ideata dal Professor Brand (Michael Caine), per tentare di salvare la specie umana dalla catastrofe imminente. L’astronave è pilotata dall’esperto Cooper (Matthew McConaughey) e ospita a bordo scienziati di massimo livello, tra cui Amelia (Anne Hathaway), figlia del Professor Brand. Il cast annovera anche Matt Damon, che veste i panni del perfido Dottor Mann.
Il film (diretto da Christopher Nolan che l’ha anche scritto assieme al fratello Jonathan) ruota attorno a due perni principali: il desiderio di conoscenza, allegoricamente rappresentato dall’ambizione di guardare il nucleo di un buco nero per svelare i misteri della meccanica quantistica, e il sogno di tornare indietro nel tempo, per porre rimedio agli errori commessi. L’epos che si respira sin dall’inizio, esaltato dalla fotografia di Hoyte Van Hoytema, si condensa nell’idea di chi è giunto sin qui (in un’altra galassia) «usando il cervello, più lontano di chiunque nella storia», e rivela l’angoscia dell’influenza provata da Nolan nei confronti di Kubrick (2001: Odissea nello spazio, 1968). Nolan non ha inteso fare un film di fantascienza, ma il film di fantascienza, una sorta di summa fantascientifica. Vi è anche un omaggio alla celebre e spericolata serie televisiva Lost, nella citazione «ci vediamo dall’altra parte», che si riferisce all’oltrepassamento della barriera spazio-tempo.
Il risultato è un’opera di un gradino sottostante al capolavoro. Il limite, paradossalmente, consiste nell’eccessiva perizia impiegata nella cura dei dettagli, nel disegno quasi ossessivo di voler incasellare tutte le tessere del mosaico, il che produce una certa sovrabbondanza drammatica. La mancanza di sfumature lascia scarso spazio all’immaginazione dello spettatore. Trappola in cui Kubrick non cadde.
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pelgrana
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sabato 8 novembre 2014
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un'irritante frittata
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Che Nolan abbia perso la bussola fin dai tempi del mediocre Inception me n'ero accorto, ma che arrivasse a gigioneggiare con la sua megalomania non me l'aspettavo proprio. La fantascienza del regista è un pasticcio di inappropriate conoscenze fisiche, banalissime filosofie sentimentali e ricorrenti luoghi comuni che rendono il film un'esperienza già vissuta, già vista, già noiosa. E' inutile ribadire che giocando col Tempo e soprattutto con i viaggi nel tempo si inciampa quasi sempre nel ridicolo e nell'illogico (quando però non si tratta di una spassosa avventura di sense of wonder spielberghiano come Back to the Future) e Interstellar ne è il più recente esempio.
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Che Nolan abbia perso la bussola fin dai tempi del mediocre Inception me n'ero accorto, ma che arrivasse a gigioneggiare con la sua megalomania non me l'aspettavo proprio. La fantascienza del regista è un pasticcio di inappropriate conoscenze fisiche, banalissime filosofie sentimentali e ricorrenti luoghi comuni che rendono il film un'esperienza già vissuta, già vista, già noiosa. E' inutile ribadire che giocando col Tempo e soprattutto con i viaggi nel tempo si inciampa quasi sempre nel ridicolo e nell'illogico (quando però non si tratta di una spassosa avventura di sense of wonder spielberghiano come Back to the Future) e Interstellar ne è il più recente esempio. I rapporti personali sono quanto di più banale si possa trovare, a cominciare dalla relazione padre-figlia con un tardivo complesso di Elettra e per finire col risibile mi stai simpatico ma sei anche un po' stronzo rapporto tra i due protagonisti. Che dire poi degli stereotipi che abbondano, straripano da tutta la pellicola: l'uomo di colore lasciato da solo nella base maledetta, lo scienziato pazzo risvegliato dopo anni di ibernazione, il protagonista-prescelto che vive a pochi chilometri dalla base più segreta del pianeta, i messaggi dal futuro, gli universi multi-dimensionali... Che poi stavolta Nolan arriva persino a fare, ammetto, delle simpatiche citazioni: ovviamente da 2001 Odissea nello Spazio (che giganteggia nel confronto fra le due pellicole), da The Black Hole, da (addirittura!) Star Wars; ma Nolan si spinge oltre, arrivando (stancamente) a citare sè stesso (l'onda gigante che sembra l'isolato che oniricamente si inclina su Inception). Eppure perde sempre il confronto, seppur spettacolarizzandolo, perchè non innova ma costruisce sopra, non inventa ma recupera, senza correggere, senza rendere personale, senza osare.
Il messaggio non arriva: la solitudine e l'umanità del piccolo uomo sono già tessute con inarrivabile maestria nei capolavori di Kubrick (Odissea nello Spazio) e Tarkovskij (Solaris); amore, incomunicabilità e vicinanza non hanno bisogno di trattazioni così banali; e iperboli fantascientifiche sono più appassionanti nei trattati scientifici del Cern di Ginevra.
Cosa rimane? La tecnologia? Gli effetti speciali? Lo spettacolo? La tecnica cinematografica?
No. Nessuna sapiente inquadratura, nessun originale gioco di sequenze, nessuna novità nel saper narrare per immagini.
Un'occasione sprecata, un intestellare perdita di denaro.
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[+] mi chiedo come fa a piacer tanto....
(di no_data)
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baud14
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venerdì 28 novembre 2014
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un guazzabuglio di assurdità interstellari
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Un film lungo, noioso e banale, con pretese di riformulazione di teorie astrofisiche di einsteiniana memoria in pillole, inevitabilmente mal recitate da attori in difficoltà che discorrono tra loro, tra un buco nero e una quinta dimensione, come fossero in un cenacolo di cultori dei massimi sistemi. Una grande, ennesima, riuscitissima operazione di marketing hollywoodiana. Niente di più. L’unica scena da salvare è il colloquio del protagonista con i professori dei figli all’inizio del film: 5 minuti su tre ore…il rapporto è sbilanciato…
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lovilove
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venerdì 26 dicembre 2014
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classico film di qualità ma poco "longevo"
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Il film per qualità complessiva meriterebbe la quarta stella ma il finale inverosimile al limite dell'assurdo ed una sceneggiatura sfilacciata ridimensionano la godibilità dello spettacolo offerto pur con buoni propositi.
Per quanto riguarda la pagella al film ritengo che in ogni caso la quinta stella significherebbe essere troppo magnanimi perché il prologo del film e le scene "terrestri" sono veramente troppo banali. Le scene "interstellari" sono di eccellente qualità ma a mio avviso non impediscono al prodotto finale di guadagnarsi solo 3 stelle per i motivi precedentemente esposti.
Il finale della pellicola, pur con effetti visivi notevoli, ritengo sia un modo impacciato di dare una risposta finale ed un senso ai quesiti posti all'inizio del film e risulta essere sconnesso con la narrazione delle teorie scentifiche sapientemente esposte nella prima parte.
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Il film per qualità complessiva meriterebbe la quarta stella ma il finale inverosimile al limite dell'assurdo ed una sceneggiatura sfilacciata ridimensionano la godibilità dello spettacolo offerto pur con buoni propositi.
Per quanto riguarda la pagella al film ritengo che in ogni caso la quinta stella significherebbe essere troppo magnanimi perché il prologo del film e le scene "terrestri" sono veramente troppo banali. Le scene "interstellari" sono di eccellente qualità ma a mio avviso non impediscono al prodotto finale di guadagnarsi solo 3 stelle per i motivi precedentemente esposti.
Il finale della pellicola, pur con effetti visivi notevoli, ritengo sia un modo impacciato di dare una risposta finale ed un senso ai quesiti posti all'inizio del film e risulta essere sconnesso con la narrazione delle teorie scentifiche sapientemente esposte nella prima parte.
Inoltre la sceneggiatura che definirei, a parte i dettagli tecnici, povera ed appunto sfilacciata non coinvolge quasi mai lo spettatore o perlomeno non con la potenza emotiva che ci si aspetterebbe da una produzione di questo calibro. Ciò sembra costringere gli attori ad una interpretazione seppur di livello ma non all'altezza del loro talento
Insomma un film da vedere assolutamente una volta ma non sarà certo questo film, pur dichiarandolo apertamente, a prendere il posto di 2001 odissea nello spazio...
Il mio personale giudizio di pancia è che Cristofer Nolan con gli strumenti a disposizione avrebbe potuto realizzare un prodotto leggendario. Se ciò non è accaduto è perchè il genere non è nelle sue "corde"...
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fortesque
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venerdì 1 maggio 2015
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perché così tanto lodato?
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Film di fantascienza appena discreto, che mette così tanta carne al fuoco al punto di scadere spesso nel banale e persino annoiare.
Certo alcuni aspetti sono belli, come la rappresentazione delle idee ispiratrici della relatività, o il ruolo della NASA. Però una sconnessione e una incoerenza attraversano tutto il film. Le spiegazioni scientifiche che sfidano il ridicolo, procedono senza mai tentennamenti per flash scollegati tra loro: l’equazione! Turbolenza gravitazionale! Dati quantistici! Insomma non si può trattare quella che sarebbe la scoperta scientifica più importante di ogni tempo quasi come se fosse ovvia, fredda e marginale. E poi per fare cosa? per dare spazio a inutili personaggi secondari e a dei dialoghi stucchevoli sull’amore, amore che peraltro viene grottescamente appiccicato alla fisica.
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Film di fantascienza appena discreto, che mette così tanta carne al fuoco al punto di scadere spesso nel banale e persino annoiare.
Certo alcuni aspetti sono belli, come la rappresentazione delle idee ispiratrici della relatività, o il ruolo della NASA. Però una sconnessione e una incoerenza attraversano tutto il film. Le spiegazioni scientifiche che sfidano il ridicolo, procedono senza mai tentennamenti per flash scollegati tra loro: l’equazione! Turbolenza gravitazionale! Dati quantistici! Insomma non si può trattare quella che sarebbe la scoperta scientifica più importante di ogni tempo quasi come se fosse ovvia, fredda e marginale. E poi per fare cosa? per dare spazio a inutili personaggi secondari e a dei dialoghi stucchevoli sull’amore, amore che peraltro viene grottescamente appiccicato alla fisica.
Inoltre sulla Terra ci viene narrato di una umanità fragile e all’estinzione, sembrerebbe per una fantomatica sabbia assassina (!), e poi di contro esce dal cilindro l’umanità onnipotente dei viaggi interstellari, di colonizzazioni in altre galassie, di robot auto-riconfiguranti più intelligenti di Einstein etc. Ecco direi che è per lunghi tratti un fantasy mascherato, mi ha ricordato talvolta l’armadio delle cronache di Narnia. La colonna sonora invadente e ipnotizzante è stata il colpo di grazia.
Insomma trovo Interstellar distante anni luce dalla robustezza di capolavori come Avatar. Nolan secondo me è più per i fumetti (geniale) che per la fantascienza.
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rainsaint
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sabato 8 novembre 2014
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mi spiace chris. purtroppo non posso farlo...
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Non volendo dilungarmi troppo (anche perché non ho intenzione di sprecare il mio “tempo”, non avendo buchi spazio-temporali con i quali recuperarlo) arrivo subito al punto: Christopher Nolan è un regista indubbiamente mediocre e sopravvalutato. Interstellar è un film inutilmente lungo, diretto male e scritto anche peggio. Prima di tutto la sceneggiatura. La storia, benché le premesse siano alquanto semplici, affascinanti e lineari (la specie umana, in procinto di estinguersi a causa della penuria di cibo e delle condizioni climatiche, è costretta a cercare nuovi pianeti che possano accoglierla) è astrusa, a tratti ridicola, priva di senso, caratterizzata da molte lacune e da una morale spiccia e buonista.
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Non volendo dilungarmi troppo (anche perché non ho intenzione di sprecare il mio “tempo”, non avendo buchi spazio-temporali con i quali recuperarlo) arrivo subito al punto: Christopher Nolan è un regista indubbiamente mediocre e sopravvalutato. Interstellar è un film inutilmente lungo, diretto male e scritto anche peggio. Prima di tutto la sceneggiatura. La storia, benché le premesse siano alquanto semplici, affascinanti e lineari (la specie umana, in procinto di estinguersi a causa della penuria di cibo e delle condizioni climatiche, è costretta a cercare nuovi pianeti che possano accoglierla) è astrusa, a tratti ridicola, priva di senso, caratterizzata da molte lacune e da una morale spiccia e buonista. Essa si vuole dotare di fondamenta rigorosamente scientifiche (basandosi, a detta dello stesso Nolan, “a ore e ore di lezioni sui buchi neri e sulla teoria della relatività”), ma che fa del suo cardine una “legge” pseudo-scientifica dal carattere prettamente ironico: la legge di Murphy (citata e citata e citata fino alla noia). I fratelli Nolan hanno ormai abituato il pubblico a trame “complesse e articolate” (Memento, The Prestige, Inception) che sommariamente, se ben metabolizzate dallo spettatore, di fatto, non portano da nessuna parte, con il loro immancabile “finale-non finale” a sorpresa il cui unico scopo è stupire lo spettatore senza significare assolutamente nulla (Inception). E così accade in questo film, alla fine del quale si arriva a domandarsi:”Ma come è finito?”. Lo scopo di tutto ciò è quello di indurre lo spettatore, esattamente come usava Stanley Kubrick (del quale non posso, benché non sia uno dei miei registi preferiti, non riconoscerne e affermarne la grandezza) a riguardare e riguardare il film per cercare di cogliere particolari che gli consentano di completare il puzzle e farlo sorridere e compiacersi in questa forma di intrattenimento che va oltre lo schermo. Il problema è che qui, come negli altri film per altro, gli indizi non ce ne sono. Il protagonista, Cooper, è il solito “tipo”, caratterizzato dai soliti comportamenti dettati dai soliti stereotipi del solito Nolan: un uomo di mezza età, bianco, reietto, con problemi familiari (come del resto Bruce Wayne, Dom Cobb, Robert Angier, Leonard Shelby). I personaggi femminili (Murph e la dott.ssa Brand) sono, come al solito, la causa scatenante (la figlia) di ogni azione del protagonista o ne sono l’ostacolo principale (la scienziata). I personaggi sono privi di spessore, semplici caratteri. I robot presenti nel film sono la brutta copia di HAL 9000… un pasticciaccio brutto che offende ogni degno cinefilo. E non c’è altro da dire poiché sono semplicemente un abominio. La trama, infine, (anche se si potrebbe continuare) è pervasa da un continuo desiderio di porre domande allo spettatore (come al solito) e da un’altrettanto insostenibile bisogno di fornirgli tutte le risposte, senza per altro adempiere allo scopo, aprendo anzi interrogativi ben più reali e concreti sullo sviluppo della storia stessa, come accennato poc’anzi. Lo spettatore non viene lasciato mai solo per tutto il film, nel senso che ogni cosa è “detta” esplicitamente, senza alcun sottointeso particolare, da uno dei personaggi e mai “mostrata” attraverso le immagini. Tutte le rocambolesche “risposte”(?) di Nolan in Interstellar non valgono una singola domanda posta da Kubrick in 2001:Odissea Nello Spazio. Veniamo ora alla regia. Christopher Nolan in questo film vuole emulare Stanley Kubrick (e in piccola parte oserei dire anche Ridley Scott) e affermare la sua superiorità. Di contro dimostra palesemente la sua mediocrità. Le immagini di Saturno, della Terra, dello Spazio ricordano gli scenari di 2001:Odissea Nello Spazio o Alien, scenari da cartolina, un po’ sfocati, vuoti e dalle tinte nuance pastello di assoluta magnificenza e bellezza, sulla scia dei quali Nolan vuole porsi e immancabilmente risulta fuori luogo. La colonna sonora (benché io consideri il maestro Hans Zimmer uno dei più grandi compositori della storia del cinema, con le sue indimenticabili colonne sonore de “Il Gladiatore”, “L’Ultimo Samurai”, “Pirati dei Caraibi”, “Il Codice Da Vinci”, “Sherlock Holmes” solo per citarne alcune) è ridondante, sempre presente (pochissime le scene in cui vi è assoluto silenzio…perché caspita siamo nello Spazio) e spesse volte non è altro che un baccano assordante, un mix mal riuscito tra la musica elettronica e new age di Vangelis in Blade Runner e il “Così Parlò Zarathustra” di Strauss in 2001. Le citazioni di Nolan al capolavoro di Kubrick si sprecano e si ridicolizzano da sé invogliando lo spettatore a tornare a casa e rivedersi 2001 (durante la scena del salvataggio di Cooper nello spazio prima dell’epilogo ci si può quasi aspettare di vedere attraverso il suo casco il feto nella placenta di 2001). Il medium close up (primo piano a distanza media che lascia intravvedere lo sfondo) e il montaggio frenetico non valorizzano al massimo gli attori presenti (come del resto nei precedenti film del regista). Le inquadrature sono spesso sterili e ripetute, benché in assenza di gravità il regista avrebbe potuto sorprendere e reinventarsi con shots sempre diversi: in Gravity, di Alfonso Cuaron, a stento si riesce a orientarsi grazie alle fini ed elaborate e preziose acrobazie della telecamera, in Interstellar di Nolan, benché si sia ai confini dell’Universo, lo spettatore è sempre con i “piedi per terra”. Gli effetti speciali risultano, indubbiamente, spettacolari e i nuovi mondi visitati dagli esploratori spaziali sono alquanto carichi, al contempo, di desolazione e bellezza, ma quale prodotto cinematografico contemporaneo dall’alto budget (come lo sono i film di Nolan) oramai non è ineccepibile nell’utilizzo della computer grafica? Nessuno. Nolan con Interstellar vuole affermarsi come il nuovo Kubrick, come un regista di spessore in grado di unire la cripticità dello stesso Kubrick alla spettacolarità di Scott, rivelandosi altezzoso e pieno di boria, finendo, con la sua arroganza derivante da una completa sopravvalutazione del proprio ruolo o dei propri meriti, a poter essere paragonato a un “primate che sbalordito si avvicina a stento a qualcosa che non potrà mai non solo raggiungere, ma nemmeno avere la capacità di comprendere”.
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(di gnoma)
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nicola1
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giovedì 14 maggio 2015
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finché c'è birra c'è speranza.
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Sono molto indeciso su quante stelle dargli. Due forse sono poche ma tre sono decisamente troppe. Mai avuto la Nolanmania grazie a Dio, e questo film ne è un’ulteriore conferma. I tre Batman tanto decantati li trovo ai livelli delle ragazzate di Abrams e Bay. Inception confusionario a dismisura, va bene invece con Prestige e Memento. Su questo, che dire, così così. Da apprezzare il rigore scientifico che è stato dato sia allo script che alle scelte visive. Ma dall’altra parte invece certi passaggi di sceneggiatura sono di una banalità incredibile tanto che avvolte ti sembra di star a guardare uno schizofrenico montaggio tra un documentario di Discovery Channel e una soap opera.
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Sono molto indeciso su quante stelle dargli. Due forse sono poche ma tre sono decisamente troppe. Mai avuto la Nolanmania grazie a Dio, e questo film ne è un’ulteriore conferma. I tre Batman tanto decantati li trovo ai livelli delle ragazzate di Abrams e Bay. Inception confusionario a dismisura, va bene invece con Prestige e Memento. Su questo, che dire, così così. Da apprezzare il rigore scientifico che è stato dato sia allo script che alle scelte visive. Ma dall’altra parte invece certi passaggi di sceneggiatura sono di una banalità incredibile tanto che avvolte ti sembra di star a guardare uno schizofrenico montaggio tra un documentario di Discovery Channel e una soap opera. Tralasciando tutto l’aspetto campestre che pervade gran parte del film (stanno morendo di fame ma la classica birra sulla veranda col discorso virile tra suocero e genero nel classico stile hollywoodiano non manca) se da una parte i discorsi sul viaggio nello spazio e gli inevitabili riscontri con le teorie di Einstein (mai trattati dal cinema di fantascienza) sono molto godibili, dall’altra, quelli della Hathaway, che l’amore è la prima forza dirompente del creato, sono di una banalità che neanche i programmi tv pomeridiani avrebbero mai enunciato. Le battutine (o le spie) comiche dei robot sono insopportabili. Se volevano creare un anti-HAL9000 hanno toppato alla grande. Va bene che in un film ci vuole pathos ma senza esagerare! Sono stati scoperti fino ad ora circa 2000 pianeti extrasolari, hanno scelto proprio tre intorno ad un buco nero? Il cattivo Damon è addirittura inguardabile. Poteva essere approfondito molto di più e molto meglio gli sfasamenti temporali, non tanto quello con il rincontro con la figlia vecchia ma quello col loro compagno sull’astronave dopo 23 anni. Niente da dire sull’aspetto tecnico del film, begli effetti speciali tra miniature e il digitale, forse dopo Inception, Nolan ha imparato che una sovrabbondanza di azione frenetica non è il massimo nel montaggio. L’apparente lentezza di questo giova di gran lunga. Un appunto per i critici: smettetela di tirare in ballo 2001 (l’avete fatto anche per Gravity e non era proprio il caso) Un appunto per chi crede che questo film sia un capolavoro: andatevi a guardare quel piccolo gioiello che è Moon.
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epika
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sabato 8 novembre 2014
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interstellar - ricetta guidata
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Allora, preparate il piano di lavoro: sgombrate la testa da ogni Star Trek-Wars e lasciateli a casa.
Kit necessario: Un sacchetto enorme di pop corn, un pacchetto di patatine molto croccanti, bottiglietta d'acqua frizzante. Una decina di frasi tipo Facebook (quelle sull'amore, sull'amicizia su sfondo di stelline e cuoricini). Una buona presa di Gravity, Elysium q.b. aroma di Odissea nello spazio, nonché un alito di Harry Potter. Prima di cominciare procuratevi anche due cose fondamentali: un'amica/o con cui vederlo, una di quelle spiritose e che ama la fantascienza, e una confezione di M&M da chilo, a testa.
Il film comincia. Fotografia bellissima, bella regia. Interviste ai posteri di sopravvissuti, e sai già che non ci sarà da ridere.
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Allora, preparate il piano di lavoro: sgombrate la testa da ogni Star Trek-Wars e lasciateli a casa.
Kit necessario: Un sacchetto enorme di pop corn, un pacchetto di patatine molto croccanti, bottiglietta d'acqua frizzante. Una decina di frasi tipo Facebook (quelle sull'amore, sull'amicizia su sfondo di stelline e cuoricini). Una buona presa di Gravity, Elysium q.b. aroma di Odissea nello spazio, nonché un alito di Harry Potter. Prima di cominciare procuratevi anche due cose fondamentali: un'amica/o con cui vederlo, una di quelle spiritose e che ama la fantascienza, e una confezione di M&M da chilo, a testa.
Il film comincia. Fotografia bellissima, bella regia. Interviste ai posteri di sopravvissuti, e sai già che non ci sarà da ridere. Si apre sui campi di mais sconfinati, (e pensi al Kansas e ti vedi arrivare Clark Kent che corre fra le pannocchie). Molta polvere, terra affamata, gente triste, dialoghi belli e dialoghi (Facebook).
Attori bravissimi, (mettete in saccoccia), musica pazzesca a base di organo che più tragico non si può, bellissima (mettete in saccoccia). Dopo un'ora avete finito i pop corn e mezza bottiglietta d'acqua e siamo ancora sulla terra a discutere di come i protagonisti abbiano trovato il posto più segreto della terra (dicono) che in fondo è un casotto recintato nel nulla. Dentro però c'è una intera stazione spaziale in costruzione la borsa di Hermione, la tenda del matrimonio di uno dei gemelli ecc ecc) con migliaia di persone. Vien da pensare che basterebbe seguire il furgone del fornaio. Dialoghi scientifici (patatine molto croccanti così non senti i tecnicismi orrendi e ti resta solo l'immagine smarrita degli occhi degli attori che, si vede benissimo, stanno pensando ma cosa sto dicendo, ma tanto voi mangiate le patatine).
Si parte per l'esplorazione.Effetti speciali giusti(mettete in saccoccia.Ti riprendi un po' dall'ora iniziale. Credi. Poi tutto rallenta di nuovo,(patatine, il molto croccante è perché così non vi potete addormentare). Copritevi con la giacca, che dopo due ore avete un freddo della madonna. Le vicende nello spazio vanno a momenti alterni, alcune sorprendono, altre un po' telefonate. dialoghi alcuni belli e altri (facebook) Avete già usato tutti gli aromi che avevate e allora aggiungete Odissea nello spazio, Gravity, e la buona presa di Elysium. Abbandonatevi alla follia della bella grafica digitale e avviatevi al finale con organo Zimmer stupendo ma che vi sta facendo venir voglia di tagliarvi le vene. Cast stellare in ogni singolo momento, ma davvero davvero. Finale gradito.
Si spengono le luci, la gente si alza va via, silenziosa, voi e la vostra amica vi guardate, silenziose. Uscite, l'aria è fresca, quello è il momento del sacchetto da chilo di M&M.Croccanti, dolci, cioccolatosi, antidepressivi. Salite in macchina. Che giudizio (personalissimo) dare?
In quel momento potete sorridere, perché sta arrivando il momento che avete atteso da una vita. Quello in cui vi vendicate di tutti coloro che vi hanno giudicato prima, a scuola.
"Che vuol che le dica, signor Nolan, ma sì, arriva alla sufficienza piena, tre stelle, e mezza, ma il suo film poteva fare di più. Molte potenzialità ma non si applica abbastanza".
Andate piano al ritorno. Dice la vostra amica: Ma quando lo passano su Sky lo rivedi? Mettetevi a ridere mentre rispondete "Assolutamente no. Bello, imponente, ma mi sono sfracellata i coglioni per tre ore".
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