Il seme del fico sacro

Film 2024 | Drammatico, 168 min.

Regia di Mohammad Rasoulof. Un film Da vedere 2024 con Soheila Golestani, Missagh Zareh, Mahsa Rostami, Setareh Malek, Niousha Akhshi. Cast completo Titolo internazionale: The Seed of the Sacred Fig. Genere Drammatico, - Iran, 2024, durata 168 minuti. Uscita cinema giovedì 20 febbraio 2025 distribuito da Lucky Red, Bim Distribuzione. Oggi tra i film al cinema in 24 sale cinematografiche - MYmonetro 4,01 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 17 febbraio 2025

Un dramma che da familiare diviene sociale nell'Iran delle proteste giovanili di piazza. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 3 candidature agli European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, a National Board, ha vinto un premio ai Lumiere Awards, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a NSFC Awards, Il seme del fico sacro è 31° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 2.314,00 e registrato 75.971 presenze.

Consigliato assolutamente sì!
4,01/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,89
PUBBLICO 4,14
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un'opera estremamente coraggiosa che segna un fondamentale passo. È un megafono per dare voce a chi la vede soffocare nel sangue.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 25 maggio 2024
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 25 maggio 2024

Amin ha finalmente ottenuto, dopo due decenni di lavoro, la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori e spetta a lui rinviare dinanzi al giudice gli accusati per una condanna che poi sarà certa. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un'amica che viene gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l'arma che e stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova.

Un film militante dall'estremo coraggio che fa tesoro della lezione del cinema di impegno.

Sgombriamo subito il campo dal fatto che il regista sia riuscito a fuggire dall'Iran dopo una pesante condanna (che non era la prima) e che abbia potuto essere presente alla prima mondiale del film al festival di Cannes. Tutto ciò, che è indubbiamente importante, potrebbe costituire un filtro emotivo comunque distorcente rispetto al valore dell'opera in sé che invece c'è ed è molto elevato.

Perché Rasoulof realizza indubbiamente un film militante che fa del cinema un megafono per dare voce a coloro che la vedono soffocare nel sangue come accadeva nella seconda metà del secolo scorso, ad esempio dal cinema di Costa Gavras celebrato proprio a Cannes, ma fa molto di più.

Sin dalla prima inquadratura, in cui in dettaglio vediamo consegnare una pistola e delle pallottole, ci troviamo inseriti in una condizione di pericolo imminente che pervaderà con diverse valenze tutto il film. Perché di lì a breve quella realtà, quelle persone che Amin è chiamato a giudicare appellandosi a una legge divina che ritiene di poter interpretare ed applicare con rigore, inizieranno a sua insaputa ad entrare nella sua vita.

Le tre figure femminili al centro della narrazione, la madre e le due figlie, rappresentano, con i tratti della più assoluta verosimiglianza, le dinamiche che intercorrono tra generazioni. La madre, figlia di un uomo poco raccomandabile, ha trovato nel marito e nel rispetto dell'ordine un suo status che ora vede messo in discussione dalle figlie (in particolare da quella maggiore). Ma questo è solo l'inizio perché questo è un film in cui i nascondimenti fanno parte della necessità.

Amin non racconta alle figlie il suo mestiere di fornitore di teste al boia, la madre vuole tenerlo al riparo dalle loro turbolenze ed esse cercano, finché è loro concesso, di mediare con i genitori. Ma ciò che fa essere quest'opera cinema tout court è la disseminazione di segni che rimandano ad entità di potere invisibili quanto però onnipresenti.

Abbiamo visto in un recente passato Kafka a Teheran. Qui proseguiamo nel viverlo in una dimensione resa dall'attualità ancora più cogente e pervasiva (vedasi le riprese clandestine con i telefonini diffuse sui social che però al momento opportuno possono essere disattivati).

Chi detiene un potere ha sopra di sé qualcuno che, invisibile in un ufficio costellato di cartonati, lo controlla a sua volta. La fede cieca serve da alibi così come il timore della divinità si fonde con quello che nasce da una uno squillo di campanello al citofono a cui nessuno dà risposta.

Rasoulof sa portare sullo schermo l'oppressione quotidiana, e la supposta necessità del compromesso che le nuove generazioni non vogliono più accettare sapendola anche trasferire simbolicamente in tutta la parte finale del film in un villaggio abbandonato, novello 'castello' in cui interrogarsi sulle distorsioni di un Potere che reclama la propria onnipotenza.

Il cinema tout court (non solo quello iraniano) fa con questo film un fondamentale passo avanti nella fusione tra denuncia e sua rappresentazione sullo schermo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 3 marzo 2025
gabriella

 Dopo " Il male non esiste", il regista, sceneggiatore iraniano Mohammad Rasoulof più volte condannato in patria, imprigionato a causa dei suoi film ora esiliato in Germania,, riesce a veicolare un altro potente e significativo lavoro mostrandoci un paese dove la vita stessa è una prigione. Quando non si possono fare film che denunciano la mancanza di libertà, quando [...] Vai alla recensione »

venerdì 21 febbraio 2025
cardclau

Il film Il seme del fico sacro (The Seed of the Sacred Fig) di Mohammad Rasoulof è sponsorizzato da Arte France e Arte Deutschland, altrimenti quello che succede in quel paese sarebbe invisibile e coperto dalle bugie del regime. Ho visto numerosi film iraniani che denunciano un sistema assolutamente liberticida, una dittatura a fondo religioso, dove viene suggerito che tutto appartiene a Dio, [...] Vai alla recensione »

giovedì 20 febbraio 2025
francesca meneghetti

Non bastano le scene finali che riprendono le manifestazioni di Donne, vita e libert?, e il gesto di vittoria di una ragazza in moto per sollevare lo spettatore, trascinato per quasi tre ore in un vortice di rabbia e frustrazione. Sollecitare la prima emozione tra le due era sicuramente nelle intenzioni del regista iraniano, Mohammed Rasoulof, pi? volte perseguitato, riuscito a fuggire e a riparare [...] Vai alla recensione »

sabato 1 marzo 2025
Marco

Ormai non se ne esce,in occidente i film,per essere considerati dalla critica devono parlare di: Femminismo  Ambientalismo Tematiche LGBT  Immigrazione Anche questo non fa specie,parte bene,condannando una teocrazia feroce e il liberare,come in tutto l'islam,ma guai a parlare di islam,meglio parlare di patriarcatoh... è più di moda Sono quei film lenti che potrebbero [...] Vai alla recensione »

giovedì 27 febbraio 2025
Ofelia

 Ancora una volta Mohammad Rasoulof non lascia domande ma rappresenta la realtà  iraniana in tutto il suo 'splendore'! Fortemente claustrofobico e narrato con una precisione di dialogo che fotografa ogni personaggio in toto. Dalla metafora della pianta del fico che ingloba l'albero ospite, allo stesso modo, questa volta la condanna è destinata alla più alta [...] Vai alla recensione »

martedì 25 febbraio 2025
athos

Ottimo film di denuncia, freddo come il ghiaccio. Un uomo piccolo borghese che fa carriera come giudice approfittando della dittatura religiosa. Il regista, che fortunatamente è riuscito a riparare all'estero, ha descritto la società iraniana uguale a quella occidentale, con tanto di casa con tutti i confort, cellulari, e in generale un auspicabile benessere.

FOCUS
FOCUS
martedì 3 dicembre 2024
Marzia Gandolfi

La primavera scorsa Mohammad Rasoulof (Il male non esiste) è partito, a piedi, attraverso le montagne. La sua condanna era stata pronunciata, otto anni di carcere per “messa in pericolo della sicurezza nazionale”, e il suo arresto era inevitabile. Non gli restava che fuggire lontano, fino in Germania dove vive attualmente con la figlia. Pochi mesi prima, il regista iraniano aveva girato clandestinamente Il seme del fico sacro, un film di quasi tre ore - candidato a 3 Premi EFA (la cerimonia di premiazione sarà in streaming su MYmovies)- che racconta l’irruzione del movimento “Donne, Vita, Libertà” nella famiglia di un giudice istruttore devoto al regime dei mullah. Una dichiarazione di guerra alla Repubblica Islamica, dove le attrici sono riprese a capo scoperto nelle scene d’interni. Mohammad Rasoulof, a cui viene negato il passaporto dal 2017 e che è stato condannato al carcere nel 2010 e di nuovo nel 2019 per “propaganda contro il regime”, voleva continuare il suo lavoro, cambiare il mondo col cinema, questione annosa che il suo film riprende con una potenza estetica e politica inaudite. Un film realizzato come atto di resistenza prima di lasciare illegalmente il suo Paese alla fine di aprile e approdare a Cannes, dove vince il Premio Speciale della Giuria.

Il seme del fico sacro nasce da un’urgenza e da una necessità. La necessità di raccontare un Iran sfidato dalle donne. Il Paese dell’oscurantismo è scosso dalla loro voce che afferma, denuncia e porta a casa il punto. La sua ambizione formale e narrativa (il film è allo stesso tempo un processo a porte chiuse, un thriller e un western) è vertiginosa, così come il coraggio del suo team nell’affrontare le riprese in una terra ostile. Mohammad Rasoulof realizza questo film con la coscienza pulita, non per gusto ma per dovere. A fianco di un’intera generazione di giovani e contro il regime teocratico che impone la sua legittimità ricorrendo a una violenza sempre maggiore. Concepito in carcere, girato in clandestinità e portato sullo schermo grazie al coraggio di un manipolo di anime libere, Il seme del fico sacro ha la forza esplosiva di un atto di resistenza. L’autore lancia coraggiosamente una serie di granate e fa boom, riducendo l’orrore totalitario alla dimensione di un microcosmo familiare e integrando la fiction coi filmati crudi e selvaggi che circolano sui social network e mostrano assembramenti di donne in rivolta, di donne al volante trascinate fuori dai propri veicoli, di pestaggi sistematici e di una Teheran sull’orlo dell’implosione. Un clima insurrezionale in cui distinguiamo forti e chiari gli slogan: “Abbasso la teocrazia! Abbasso il dittatore! Donne, vita, libertà!”. La clamorosa morte di Mahsa Amini, una studentessa arrestata e picchiata a morte nel settembre 2022 perché non indossava il velo in “maniera appropriata”, viene evocata direttamente e registra il punto di non ritorno.
 

Frasi
Iman: "Se non come padre, come esperto al servizio di questo regime da 20 anni, non pensi che io ne sappia più di te?"

Rezvan: "No. Non è vero, papà.
Perché tu ci sei dentro.
Tu ci credi.
Vuoi salvarlo a tutti i costi."
Dialogo tra Iman (Missagh Zareh) - Rezvan (Mahsa Rostami)
dal film Il seme del fico sacro - a cura di Roberto
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 8 marzo 2025
Filiberto Molossi
La Gazzetta di Parma

Il sonno della ragione genera mostri: anche tra le quattro mura di una (nuova) casa. Dove, seduti assai poco comodamente sul scivoloso divano del dubbio, si rischia di diventare giudici delle proprie «amate» figlie. O della donna che si è sposata. Ma mai, proprio mai, di se stessi. È il film di un regista in fuga, le cui opere non sono mai state proiettate nel suo Paese, censurato e messo all'indice, [...] Vai alla recensione »

domenica 2 marzo 2025
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Mentre per le strade di Teheran le donne iniziano a protestare, Iman viene promosso giudice istruttore. Gli danno una pistola, gli promettono una casa più grande, una stanza in più in un quartiere bene. Però. Come giudice deve solo firmare condanne a morte senza manco leggere gli atti: la cosa lo turba. E la pistola scompare ed è un fatto grave, punibile con il carcere.

giovedì 27 febbraio 2025
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Dramma di famiglia avvitato al tragico politico della dittatura iraniana, ha costretto il regista del già condannato Il male non esiste all'esilio. Tra figlie e moglie, chi sta mentendo sulla scomparsa della pistola che potrebbe costare il carcere al padre, appena nominato giudice di ambigue sentenze di morte? Nel crescendo, l'investigazione del capofamiglia diventa ossessione distruttiva.

domenica 23 febbraio 2025
Gaetano Vallini
L'Osservatore Romano

Teheran. Iman riceve una promozione a giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria, un ruolo che aumenta le sue responsabilità. Fin da subito gli viene chiesto di firmare condanne a morte senza avere il tempo di valutare le accuse. Cosa che gli pone problemi di coscienza. La promozione comporta anche un maggiore prestigio personale e privilegi per la sua famiglia.

sabato 22 febbraio 2025
Claudio Fraccari
La Voce di Mantova

Teheran, 2022, le manifestazioni politiche sono all'ordine del giorno. Le donne sono infatti scese in piazza per contestare la segregazione femminile ed in particolare il codice di abbigliamento islamico dello Hijab. All'anacronistica imposizione del velo hanno risposto con capelli al vento e con il motto "Donne, vita e libertà". Sullo sfondo di questo drammatico scenario, Iman neo promosso giudice [...] Vai alla recensione »

sabato 22 febbraio 2025
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Un altro regista condannato dall'Iran a pene spropositate. Otto anni, più la fustigazione (proprio un paese moderno) per "atti contro la sicurezza nazionale". Dopo il film "A Man of Integrity", visto a Cannes nel 2017, gli era stato ritirato il passaporto. "Il seme del fico sacro" è stato girato in segreto - come il precedente, vincitore dell'Orso d'oro a Berlino nel 2020: "Il male non esiste".

venerdì 21 febbraio 2025
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Cellulari e cineprese, realtà e finzione. Nel film di un maestro del cinema iraniano. Costretto alla fuga da un regime che ha troppo da nascondere Quanto pesa una pistola? Quanto pesa una manciata di pallini da caccia che rimbalzano dentro un lavandino? E una foto che circola sui social? In breve: quanto pesa un'immagine? Dipende. Se vivete in Iran per esempio, dove la libertà si misura a colpi di [...] Vai alla recensione »

venerdì 21 febbraio 2025
Francesco Alò
Il Messaggero

«Se in un racconto spunta una pistola, è necessario che a un certo punto venga fatta sparare» diceva echov. Dentro Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof la pistola entra in scena al minuto 1. La porta con sé dal lavoro nella sua bella casa di Tehran l'appena promosso Iman, investigatore giudiziario per conto del Tribunale Rivoluzionario. «Mi hanno dato questa per proteggerci» dirà alla moglie [...] Vai alla recensione »

venerdì 21 febbraio 2025
Valerio Caprara
Il Mattino

Il cinema politico va preso con le molle perché spesso le ragioni della denuncia sovrastano quelle del linguaggio. Dunque una volta constatate la veridicità e la tempestività del j'accuse intrinseco alla trama di "Il seme del fico sacro", occorre aggiungere che si tratta di un dramma che proprio grazie all'atmosfera claustrofobica generata dalla preminente location di un appartamento di Teheran evidenzia [...] Vai alla recensione »

venerdì 21 febbraio 2025
Stefano Giani
Il Giornale

Nell'Iran intransigente Amin ottiene dopo decenni l'attesa promozione. È addetto agli interrogatori ma è lui a rischiare il carcere perché della pistola in dotazione si perdono le tracce. Radiografia lucida e impietosa di una dittatura. Il regista, già bi -condannato, tesse un dramma intenso che ha le tinte del cinema di Costa Gavras e denuncia il regime.

venerdì 21 febbraio 2025
Jacques Mandelbaum
Le Monde

Dal 2002, Mohammad Rasoulof ha realizzato otto lungometraggi, per la maggior parte prodotti clandestinamente. L'ultimo lo ha costretto all'esilio. Nel film Rasoulof cerca di descrivere i meccanismi interni del pensiero totalitario attraverso il prisma di una famiglia della classe media che cova sulle braci di un conflitto intergenerazionale. Il dramma è innescato da due eventi simultanei: la nomina [...] Vai alla recensione »

giovedì 20 febbraio 2025
Alberto Crespi
La Repubblica

Sarebbe fin troppo facile affermare che Il seme del fico sacro va assolutamente visto perché è un film "importante". Ovviamente lo è. È "il" film per capire l'Iran di oggi, le proteste delle donne per i diritti civili, l'anacronismo di un regime ormai intollerabile. Ma è anche un'altra cosa, ancora più rimarchevole: è un grande film in cui l'indignazione diventa narrazione, apologo, riflessione mescolata [...] Vai alla recensione »

giovedì 20 febbraio 2025
Michele Gottardi
Il Mattino di Padova

Nella prima inquadratura c'è già il senso di questo piccolo grande film di Mohammad Rasoulof: primo piano di due mani che scaricano una rivoltella, i cui proiettili rimbalzano sul tavolo, a fianco un foglio e una penna. Altre due mani firmano qualcosa, capiremo poi che si tratta della consegna della pistola. Segretezza, insicurezza, violenza sottotraccia pronta a esplodere, difesa, attacco: in quei [...] Vai alla recensione »

giovedì 20 febbraio 2025
Gian Luca Pisacane
Famiglia Cristiana

Non bisogna essere esperti di botanica per cogliere la metafora insita nel titolo del nuovo bellissimo film di Mohammad Rasoulof: II seme del fico sacro. Sono semi che germogliano su una pianta ormai morente. E che alla fine tendono a prenderne il posto. L'immagine è quella di un Iran dilaniato, agonizzante, alla ricerca della libertà. Ma che può rinascere attraverso la forza dei più giovani.

giovedì 20 febbraio 2025
Cinzia Cattin
Close-up

La storia narrata in The Seed of the Sacred Fig, il nuovo film del regista iraniano Mohammad Rasoulof (Il male non esiste, Orso d'oro a Berlino nel 2020) si concentra sulle vicende di una famiglia iraniana che vive sulla propria pelle i tragici e recenti eventi che hanno travolto l'Iran dopo la morte violenta di Mahsa Amiri. Dopo lunghi anni di devoto lavoro la carriera di Iman (Missagh Zareh) riesce [...] Vai alla recensione »

mercoledì 19 febbraio 2025
Ilaria Falcone
NonSoloCinema

Torna nei Cinema con Il Seme del Fico Sacro Mohammad Rasoulof, regista Orso d'Oro a Berlino per il capolavoro Il male non esiste (4 episodi o 4 storie, ambientate nell'Iran contemporaneo sul tema della pena di morte eseguita da civili o soldati in un regime teocratico e sul diritto al lavoro in un Paese dove c'è chi "ha scelto di sottostare alle regole imposte che quella di chi, invece, ha deciso di [...] Vai alla recensione »

mercoledì 19 febbraio 2025
Alessandro De Simone
Ciak

Il seme del fico sacro è un film drammatico diretto dal regista iraniano dissidente Mohammad Rasoulof. Presentato al Festival del cinema di Cannes 2024, ha vinto il premio speciale della giuria. Il film è interpretato da Misagh Zare, Soheila Golestani, Mahsa Rostami e Setareh Maleki. Il seme del fico sacro è candidato all'Oscar 2025 per il Miglior film internazionale.

martedì 18 febbraio 2025
Giona A. Nazzaro
Film TV

Il carcere proietta un'ombra ingombrante sul cinema di Mohammad Rasoulof. Così come l'esilio, la fuga e i suoi scontri con Teheran. Rasoulof è senza dubbio uno dei maggiori autori del cinema contemporaneo. La parabola della sua evoluzione artistica, dalle prime opere allegoriche e metaforiche ai drammi degli ultimi anni, evidenzia un pensiero critico - teso verso un'essenzializzazione del segno e al [...] Vai alla recensione »

venerdì 31 maggio 2024
Peter Bradshaw
The Guardian

Mohammad Rasoulof è un regista iraniano dissidente in fuga dal suo paese, dov'è ricercato, e arrivato a Cannes con un film sfrontato e sorprendente che rende giustizia all'incredibile dramma che sta vivendo personalmente e all'agonia che sta vivendo l'Iran. È un film sulla misoginia e la teocrazia di stato che rende evidente l'angoscia dei cittadini dissenzienti.

martedì 28 maggio 2024
Massimo Causo
Duels.it

Nella vita di Rezvan e Sana c'è la norma e c'è la normalità: sono le figlie di Iman, che è stato appena eletto giudice istruttore, ed è proprio questa agognata promozione, comunicata alle ragazze con una certa severità dalla madre Najmeh, a cadere sulle loro teste come una scure, che taglia a metà le loro esistenze e trasforma la normalità alla quale sono abituate nell'impero della norma.

martedì 28 maggio 2024
Eddie Bertozzi
Film TV

Dentro: moglie, marito, due figlie. Fuori: una città, Teheran, e un paese, l'Iran, sconvolti da un'ondata di proteste senza precedenti dopo la morte di Mahsa Amini. La paranoia prende in ostaggio la famiglia quando la pistola d'ordinanza del padre, giudice istruttore dalla coscienza pesante, scompare nel nulla. Un film girato in condizioni più che ostili, dal passo ineguale e dalla durata sovrabbondante. [...] Vai alla recensione »

sabato 25 maggio 2024
Alessandro Uccelli
Cineforum

Teheran, nelle strade si moltiplicano le proteste e gli arresti in seguito alla morte di Mahsa Amini, la studentessa ventitreenne morta il 16 settembre del 2022. Abbiamo visto da poco Iman (Missagh Zareh) diventare procuratore, dopo vent'anni di carriera fedele alla causa della rivoluzione - verrà poi il sospetto che non sia avvenuto nella più limpida delle maniere -, e lo abbiamo visto opporre una [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2024
Federico Pontiggia
La Rivista del Cinematografo

Il regista e sceneggiatore Mohammad Rasoulof porta in Concorso a Cannes 77 The Seed of the Sacred Fig: "Il regime iraniano può rimanere al potere solo attraverso la violenza contro il suo stesso popolo". Condannato a otto anni di carcere, e passibile di pena aggiuntiva proprio in virtù del film, Rasoulof ha lasciato la patria - la Repubblica Islamica gli ha confiscato il passaporto nel settembre 2017 [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2024
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Probabile Palma, perché è un film bello e potente e al tempo stesso vede la presenza del regista (e non la consueta sedia vuota), fuggito dall'Iran e arrivato a Cannes. Poco più che cinquantenne, Rasoulof da almeno una quindici d'anni è costantemente aggredito dalle forze politiche e militari iraniane: censurato, condannato, fustigato, i suoi film non sono mai stati proiettati in patria.

venerdì 24 maggio 2024
Raffaele Meale
Quinlan

Già nella primissima sequenza di The Seed of the Sacred Fig Iman, il padre di famiglia che ha ricevuto una promozione ed è ora giudice istruttore presso il tribunale rivoluzionario di Tehran mostra a letto alla consorte la pistola che gli è stata consegnata per "difendersi". Chiunque si occupi anche in modo episodico di cinema sa bene che vige la massima secondo la quale se in un film si mostra una [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 maggio 2024
Aldo Spiniello
Sentieri Selvaggi

Iman ha appena ottenuto una promozione a investigatore presso la procura del tribunale. Il nuovo incarico rappresenta uno scatto di carriera importante, che apre prospettive di una vita più agiata. Ma anche problemi di non poco conte. In termini di coscienza personale. E di sicurezza per sé e la sua famiglia, la moglie e le due figli. Nel Paese sono sempre più accese le proteste contro il regime.

NEWS
TRAILER
venerdì 24 gennaio 2025
 

Regia di Mohammad Rasoulof. Un film con Soheila Golestani, Missagh Zareh, Mahsa Rostami, Setareh Malek, Niousha Akhshi. Da giovedì 20 febbraio al cinema. Guarda il trailer »

TRAILER
venerdì 24 gennaio 2025
 

Regia di Mohammad Rasoulof. Un film con Soheila Golestani, Missagh Zareh, Mahsa Rostami, Setareh Malek, Niousha Akhshi. Da giovedì 20 febbraio al cinema. Guarda il trailer »

CANNES FILM FESTIVAL
sabato 25 maggio 2024
Giancarlo Zappoli

Un'opera estremamente coraggiosa che segna un fondamentale passo avanti. In concorso a Cannes. Vai all'articolo »

winner
premio speciale della giuria
Festival di Cannes
2024
winner
miglior film straniero
National Board
2024
winner
miglior co-produzione internaz.
Lumiere Awards
2025
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