Il seme del fico sacro |
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Un film di Mohammad Rasoulof.
Con Soheila Golestani, Missagh Zareh, Mahsa Rostami, Setareh Malek.
continua»
Drammatico,
durata 168 min.
- Iran 2024.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 20 febbraio 2025.
MYMONETRO
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Teocrazia dell'orrore
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Cellulari e cineprese, realtà e finzione. Nel film di un maestro del cinema iraniano. Costretto alla fuga da un regime che ha troppo da nascondere
Quanto pesa una pistola? Quanto pesa una manciata di pallini da caccia che rimbalzano dentro un lavandino? E una foto che circola sui social? In breve: quanto pesa un'immagine?
Dipende. Se vivete in Iran per esempio, dove la libertà si misura a colpi di VPN o di centimetri di capigliatura visibili sotto l'hijab, un fotogramma pesa una tonnellata. E ogni pixel che rimbalza nel vostro smartphone può avere conseguenze incalcolabili. Può rivelare un mondo e può portarvi in galera. Pochi secondi ripresi da un passante possono sbugiardare la tv di Stato, per esempio, mostrando cosa fa davvero la polizia nelle strade di Teheran (non è un bel vedere). Ma se quelle immagini generano un racconto con un inizio, una fine, un valore simbolico, possono anche costare la libertà.
Ne sa qualcosa Mohammad Rasoulof, regista di film fluviali e clandestini come questo bellissimo "Il seme del fico sacro", fuggito dal suo paese per evitare nuovi arresti. Tanto che tutto, subito, ruota intorno a quella pistola così reale e così metaforica. Tieni, sentila, prendila in mano, insiste con sua moglie l'uomo appena nominato giudice istruttore, incarico tanto pericoloso da richiedere un'arma per autodifesa. Prendila dunque - ma la moglie non vuole. Anzi a un certo punto nasconde quella pistola tra i panni sporchi, passando in un lampo da Cechov a Andreotti. Perché naturalmente sappiamo che quell'arma sparerà, ma intanto i colpi piovono da tutte le parti. Nelle strade, dove ragazze e ragazzi sfidano il regime (sullo schermo appare Mahsa Amini, la ragazza uccisa che diede il via al movimento Donna Vita Libertà). Ma soprattutto in casa di quel giudice, che dopo la promozione chiede alla moglie e alle figlie adolescenti di tenere un profilo basso e rispettare le regole, nel mondo e sui social. Innescando una spirale di rivolta che Rasoulof percorre fino in fondo. Maneggiando spericolatamente immagini di ogni genere.
Dal dramma familiare, con la madre nel ruolo impossibile della mediatrice (è lei il centro del film), a quel terzo atto di sapore quasi western. Dalla lotta domestica tra opposte visioni del mondo a quel lungo interrogatorio condotto da un vicino di casa su madre e figlie, la scena più agghiacciante del film. Senza dimenticare le immagini del web, strappate come carne viva alla cronaca, o quei primi piani delle vittime martirizzate, che sfidano la nostra capacità di sopportazione. Scoperchiando l'abisso che separa democrazie e teocrazie. Mai forse un film iraniano aveva mostrato con tanta crudezza, e raffinatezza, l'orrore. Ed è proprio questo che fa tanta paura al regime.
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Uscita nelle sale
giovedì 20 febbraio 2025 Distribuzione Il film è oggi distribuito in 3 sale cinematografiche: |