catcarlo
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mercoledì 12 novembre 2014
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interstellar
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Vestita con i sontuosi panni di una space-opera in cui ogni dollaro speso si fa notare, il nuovo lavoro di Cristopher Nolan va ben al dilà del banale film di fantascienza, intrecciando una serie di temi e interrogativi in una struttura complessa che non può non riportare alla memoria il monumento del genere, ovvero '2001: odissea nello spazio' (omaggiato a partire dalla forma a 'monolite' di TARS e dei suoi gemelli robot senzienti): dove però il film di Kubrick si occupava più che altro di massimi sistemi, qui l'attenzione è invece centrata sul rapporto tra generazioni con quelle attuali che devono sforzarsi di garantire la sopravvivenza di quelle che verranno.
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Vestita con i sontuosi panni di una space-opera in cui ogni dollaro speso si fa notare, il nuovo lavoro di Cristopher Nolan va ben al dilà del banale film di fantascienza, intrecciando una serie di temi e interrogativi in una struttura complessa che non può non riportare alla memoria il monumento del genere, ovvero '2001: odissea nello spazio' (omaggiato a partire dalla forma a 'monolite' di TARS e dei suoi gemelli robot senzienti): dove però il film di Kubrick si occupava più che altro di massimi sistemi, qui l'attenzione è invece centrata sul rapporto tra generazioni con quelle attuali che devono sforzarsi di garantire la sopravvivenza di quelle che verranno. Un rapporto che viene riecheggiato dalle molte relazioni tra padri e figli che caratterizzano una vicenda che, accompagnata dai versi di Dylan Thomas, ha l'amore come uno dei temi più rilevanti: il protagonista Cooper e la figlia Murph fanno la parte del leone, ma non meno importanti sono il legame, meno cristallino di quanto appaia all'inizio, tra il professor Brand e la rampolla astronauta oppure quello cocciuto di Tom che pur di non perdere (il contatto con) la terra è pronto a sacrificare il sangue del suo sangue. Curiosamente, le madri invece latitano, essendo premorte o incapaci di decidere, con la sola, laterale eccezione della cura con cui Brand figlia bada agli embrioni congelati che potrebbero far rinascere la vita su un nuovo pianeta. Con tali premesse, la storia non può essere lineare, ma la regia di Nolan è capace di tener desta l'attenzione dello spettatore per le quasi tre ore di durata, alternando con abilità i momenti più intimi e toccanti (sottolineati dalla colonna sonora nella quale Hans Zimmer mette il consueto eccesso di enfasi) a quelli in cui è l'azione a prevalere su pianeti inospitali e insidiosi oppure nello spazio profondo dove la bella fotografia di Hoyte Van Hoytema ha modo di giocare libera con i contrsti di luce e di buio. Costruito attorno alle teorie di Kip Thorne su wormholes e buchi neri, il soggetto vede una Terra ormai moribonda in cui l'ex astronauta Cooper si è dato all'agricoltura, ma viene ripescato per una missione alla ricerca di un pianeta abitabile grazie a un passaggio spazio-temporale (il buon vecchio iperspazio, insomma) che conduce in un'altra galassia. L'unico problema è che lo scorrere del suo tempo e di quello dei suoi compagni risulta assai più lento di quello terrestre, il che causa una serie di paradossi che conducono - oltre a forzature del corso passato degli eventi le cui conseguenze non vengono approfondite - a un finale non inatteso ma comunque costruito con efficacia tale da coinvolgere nel profondo anche chi si è magari un po' perso nelle verbose spiegazioni scientifiche (o pseudotali) che segnano gli unici momenti di stanca del racconto. Si tratta di un difetto in fondo di poco conto - anche se uno dei punti di forza della pellicola di Kubrick di cui sopra è che nessuno spiega nulla - al quale si aggiunge la strana impressione esercitata da un cast che, se non fosse per l'eccezione di David Gyasi (Romilly), sarebbe completamente composto di bianchi. In ogni caso, i nomi coinvolti sono di assoluto spessore e le loro interpretazioni vanno di conseguenza, guidate da un McConaughey oramai del tutto maturato e capace di regalare a Cooper tutte le sottigliezze necessarie a narrarne l'animo lacerato. Accanto a lui, la dolce Hathaway e la monolitica Chastain offrono due modelli diversi di femminilità, mentre Michael Caine mette ancora una volta la sua classe al servizio di Nolan. L'attore inglese è la punta di una vecchia guardia che annovera anche l'appena più giovane John Lithgow, molto bravo nel ruolo del suocero di Cooper, e la coetanea (di Caine) Ellen Burstyn che ritrovo sullo schermo dopo talmente tanto tempo da riconoscerla solo dopo averne letto il nome sui titoli di coda, dove, a meno di distrazioni, non compare invece quello di Matt Damon impegnato nello sgradevole ruolo del dottor Mann.
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gabryhope95
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mercoledì 12 novembre 2014
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nolan crea la nuova frontiera della fantascienza
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Ammettiamolo,tutti quando abbiamo saputo dell'uscita di un nuovo film di Christopher Nolan abbiamo avuto una marea di sensazioni forti e contrastanti:-Sarà sicuramente un capolavoro- -Ma sarà all'altezza?- -Ma sarà troppo pesante?- e via dicendo;ormai il regista con la trilogia di batman amata dal pubblico e il tanto apprezzato inception(che personalmente avevo trovato sottotono) è uno dei nomi più altisonanti del cinema contemporaneo e ogni sua uscita per i fan è una scommessa aperta.
Ma veniamo a noi,parliamo di Interstellar e partiamo da un misero incipit della trama:Sulla terra le scorte di cibo stanno esaurendosi e il pianeta ha gia visto morire la maggior parte degli uomini,la vita è perennemente sconvolta da tempeste di sabbia e se non fosse per gli agricoltori che lavorano il grano in infinite distese probabilmente l'umanità sarebbe estinta.
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Ammettiamolo,tutti quando abbiamo saputo dell'uscita di un nuovo film di Christopher Nolan abbiamo avuto una marea di sensazioni forti e contrastanti:-Sarà sicuramente un capolavoro- -Ma sarà all'altezza?- -Ma sarà troppo pesante?- e via dicendo;ormai il regista con la trilogia di batman amata dal pubblico e il tanto apprezzato inception(che personalmente avevo trovato sottotono) è uno dei nomi più altisonanti del cinema contemporaneo e ogni sua uscita per i fan è una scommessa aperta.
Ma veniamo a noi,parliamo di Interstellar e partiamo da un misero incipit della trama:Sulla terra le scorte di cibo stanno esaurendosi e il pianeta ha gia visto morire la maggior parte degli uomini,la vita è perennemente sconvolta da tempeste di sabbia e se non fosse per gli agricoltori che lavorano il grano in infinite distese probabilmente l'umanità sarebbe estinta.Proprio durante una tempesta di sabbia una famiglia composta da padre e 2 figli maschio e femmina rinviene in una loro stanza delle misteriose coordinate che sembrerebbero essere state messe da una qualche entità paranormale con cui la figlia era in contatto.Cooper il padre segue le coordinate e si ritrova in una base segreta dove per salvare la terra uno scienziato ha gia attutato un progetto di viaggio interstellare.
Ho appositamente riassunto il contenuto per non procurare altri fastidiosi spoiler;passiamo allora alla regia e alla fotografia...Perfette.Proprio cosi:le inquadreature di Nolan,lunghe angoscianti e fisse sono perfette al contesto e vi sembrerà a tratti di guardare un vero documentario sullo spazio,alcuni paesaggi e scelte stilistiche sono memorabili e faranno la gioia dei vostri occhi,la fotografia è scura:Lo spazio è vero,Interstellar vuole che sia tu a guidare l'astronave e a trovarti immerso nelle stelle;il sonoro curato da Hans Zimmer è ineccepibile:Musiche concitate e potenti nelle scene d'azione alternate minuziosamente a momenti silenziosi nelle scene tra le stelle,silenziosi come lo spazio infinito.Cast stellare:Matthew McCounaghey da Oscar affiancato da una bella e talentuosa Anne Hataway e il tutto condito con la leggerezza di Micheal Caine sullo sfondo.Sceneggiatura curata fin troppo bene,scavalca le barriere narrative e le abbatte violentemente imponendosi in tutto e per tutto come nuova frontiera dello Sci Fi,ritmo appositamente lento all'inizio per poi decollare come un'astronave per il resto io film fino all'incredibile finale.
Grazie Christopher Nolan...Interstellar è un film che segnerà il cinema.
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nellyty
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giovedì 13 novembre 2014
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scientificamente inspiegabile
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Ieri al cinema ho potuto finalmente vedere l'ultimo film di Christopher Nolan, dopo Inception, Memento e la trilogia di Batman le mie aspettative erano di gran lunga molto alte. La scelta del cast è accurata e gli attori hanno interpretato i propri personaggi in maniera egregia, soprattutto la piccola Mackenzie Foy e ovviamente Matthew McConaughey che non si smentisce mai. Il film è stato prodotto con un budget di 165 milioni di dollari e non mi sorprendo data la spettacolare sceneggiatura, gli effetti speciali, i costumi ecc. Interstellar ha diviso la critica che, in alcuni casi l'ha paragonato a film come "2001: Odissea nello spazio", ed in altri l'ha denigrato per la difficile comprensione e la molta confusione.
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Ieri al cinema ho potuto finalmente vedere l'ultimo film di Christopher Nolan, dopo Inception, Memento e la trilogia di Batman le mie aspettative erano di gran lunga molto alte. La scelta del cast è accurata e gli attori hanno interpretato i propri personaggi in maniera egregia, soprattutto la piccola Mackenzie Foy e ovviamente Matthew McConaughey che non si smentisce mai. Il film è stato prodotto con un budget di 165 milioni di dollari e non mi sorprendo data la spettacolare sceneggiatura, gli effetti speciali, i costumi ecc. Interstellar ha diviso la critica che, in alcuni casi l'ha paragonato a film come "2001: Odissea nello spazio", ed in altri l'ha denigrato per la difficile comprensione e la molta confusione. In sala ho visto persone che si addormentavano, chi si alzava e se ne andava . Lo ammetto 2:40:00 di Film non sono proprio una passeggiata per mente, anche io ho avuto i miei momenti dove perdevo il filo di tutto e non riuscivo più a comprendere la trama. Ma è stato proprio questo che mi ha fatto innamorare di questo film, la mente lottava, la mia concentrazione faceva a pugni con la distrazione e aveva la meglio su di essa, proprio come in Inception o in Memento ma a livelli altamente più elevati. Sono d'accordo con chi dice che NON è un film Fantascientifico. Non voglio fare spoiler, ma questo film è per chi ha ambizioni che vanno oltre il possibile, per chi ha la razionalità di capire che dinanzi ai sentimenti non c'è razionalità. Questo film è per chi accetta che "se qualcosa può succedere succederà". Per chi crede nella scienza ma di più nell'amore, per chi vede l'umanità anche dove effettivamente non c'è, e la ricerca. Per chi è curioso, per chi ha capito che restare su questo pianeta non ha senso se non si pensa a cosa può esistere oltre. La scienza non spiega il potere dell'amore, ciò che spinge un essere umano anche oltre la morte o dinanzi ad essa, ad avere stimoli e speranza, in quanto la scienza ci da semplicemente una spiegazione legata all'istinto di sopravvivenza o a reazioni chimiche o meccanismi cerebrali. La scienza non ha mai spiegato cos'è un "credo", ma non stiamo parlando di religioni. La scienza non spiega tante cose. E Nolan forse, non voglio esagerare, ma con questo film ha donato a tutti la "certezza" che semplicemente la scienza NON HA ANCORA dato una spiegazione a tante cose, ma prima o poi lo farà e "l'uomo del futuro" questo lo sa.
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mardou_
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martedì 25 novembre 2014
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la splendida illusione
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Quando in The Prestige venivano spiegate le parti in cui si divide un numero di magia, in realtà il regista Christopher Nolan ci stava raccontando la sua poetica.
Con titoli che hanno lasciato il segno nella storia recente del cinema come Memento e Inception e la leggendaria trilogia di Batman, quasto inglese classe 1970 è diventato a pieno titolo il miglior cineasta della sua generazione.
Anche in questa sua ultima fatica, avvalendosi come di consueto di un ottimo cast e di potenti effetti speciali, è riuscito a compiere qualcosa di magico e allo stesso tempo di incredibilmente reale, toccando le corde della nostra sensibilità più profonda e cercando di dare una spiegazione al mistero delle nostre vite attraverso un “semplice” film di fantascienza.
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Quando in The Prestige venivano spiegate le parti in cui si divide un numero di magia, in realtà il regista Christopher Nolan ci stava raccontando la sua poetica.
Con titoli che hanno lasciato il segno nella storia recente del cinema come Memento e Inception e la leggendaria trilogia di Batman, quasto inglese classe 1970 è diventato a pieno titolo il miglior cineasta della sua generazione.
Anche in questa sua ultima fatica, avvalendosi come di consueto di un ottimo cast e di potenti effetti speciali, è riuscito a compiere qualcosa di magico e allo stesso tempo di incredibilmente reale, toccando le corde della nostra sensibilità più profonda e cercando di dare una spiegazione al mistero delle nostre vite attraverso un “semplice” film di fantascienza.
Nella pellicola del 2006 Michael Caine ci diceva che “La prima parte è chiamata La Promessa: l’illusionista ci mostra qualcosa di ordinario.”
E’ così infatti che inizia Interstellar: nell’America tornata rurale in un tempo non meglio definito che solo grazie a qualche dettaglio si configura come un futuro ormai prossimo, Matthew McConaughey è un buon padre di famiglia che manda avanti la sua coltivazione di mais.
“Il secondo atto è chiamato La Svolta: l’illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario”
Ecco che il nostro eroe viene richiamato dalla Nasa per una decisiva missione nello spazio volta a salvare l’umanità. Cosa ne sarà allora dei suoi figli? Dovrà dire loro addio per sempre?
“…Ma ancora non applaudite, perché far sparire qualcosa non è sufficiente, bisogna anche farla riapparire”
E’ quindi nel terzo atto di questo film toccante e suggestivo che si compie la splendida illusione: il tempo perde di significato e mentre seguiamo parallelamente le vicende nello spazio e quelle sulla Terra, ci rendiamo conto poco a poco che il significato profondo di tutto è da ricercarsi soltanto dentro noi stessi, nelle azioni che compiamo ogni giorno e che determinano irrimediabilmente anche il futuro più lontano.
La soluzione per salvarci dalla deriva che sta distruggendo sempre più velocemente il pianeta in cui viviamo è così semplice che spesso non riusciamo a vederla: la risposta siamo noi, noi soltanto, capaci di annientare e creare ciò che di più terribile e di più meraviglioso si possa immaginare.
“Ora, voi state cercando il segreto, ma non lo troverete perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo…voi volete essere ingannati!”
Grazie, Nolan, sei il grande illusionista che accompagna per mano gli spettatori nei luoghi ancora inesplorati della settima arte.
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killbillvol2
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martedì 3 marzo 2015
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interstellar (spoiler)
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Si esce frastornati dopo la visione dell'ultimo film di Christopher Nolan. A causa delle tre ore di film, dall'accumularsi infinito di eventi e colpi di scena, dalle immagini meravigliose che ci opprimono solo come lo spazio (ovvero l'unico luogo senza fine che conosciamo) riesce a fare. Intrattenimento, digressioni a volte futili, ma, soprattutto, ambizione spropositata.
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Si esce frastornati dopo la visione dell'ultimo film di Christopher Nolan. A causa delle tre ore di film, dall'accumularsi infinito di eventi e colpi di scena, dalle immagini meravigliose che ci opprimono solo come lo spazio (ovvero l'unico luogo senza fine che conosciamo) riesce a fare. Intrattenimento, digressioni a volte futili, ma, soprattutto, ambizione spropositata. E' proprio questa che a tratti rischia di tarpare le ali ad Interstellar, che gli impedisce di essere un'unica e definita cosa, in favore di molte altre, meno complicate di quanto vogliano sembrare, più vaghe e derivative. Ma è proprio grazie a questa ambizione e al coraggio legato ad essa, entrambi enormi come il buco nero dove Cooper si lascia precipitare, che da semplice opera di intrattenimento commerciale come erano stati gli ultimi film del regista, Interstellar si trasforma in qualcosa di più, in vero cinema. Le cadute di stile sono molteplici, come quelle di tensione, così anche le incongruenze e gli episodi inopinati, ma tutto è funzionale, tutto fa parte dell'imbroglio che è il cinema, tutto è volto ad estasiare. Per questo non ha errato del tutto Tarantino, citando Malick e Tarkovskij, paragone che, nonostante rimanga azzardato (siamo lontani dalla perfezione stilistica dei due autori), risulta più veritiero di quanto possa sembrare in apparenza. Nolan è riuscito nella non facile impresa di congiungere e (quasi) fondere intrattenimento e buonismo Spielberghiano alla visionarietà e alla teorica del Kubrick di 2001, evidente onte di ispirazione (il riflesso del buco nero sul vetro del casco indossato da Cooper è preso di peso dal capolavoro del 1969). Ma, prima che i puristi si scandalizzino, spieghiamo meglio: Nolan non vuole "fare" Kubrick, ma sa perfettamente che, girando una space opera intimista e esistenzialista, non si può non confrontare e scontrare con il genio del cinema. Perciò, invece di nascondere l'ispirazione, la mette in scena e in bella vista, in modo assolutamente inequivocabile. Ma, così facendo, non eccede, non pecca di tracotanza, ma al contrario, si inchina umilmente al maestro, probabilmente sapendo di non poterlo mai eguagliare del tutto. Perché, nonostante tutto, Nolan è pur sempre Nolan, e il regista londinese sa sempre tutto, persino cosa c'è nella quinta dimensione e chi l'ha creata. Sa che gli uomini si evolveranno e riusciranno a salvarsi dalla distruzione e sa che cosa c'è oltre l'ignoto. Forse sta proprio qui il difetto che molti accusano in Interstellar e in molto cinema del regista: il bisogno di spiegare tutto e di non lasciare niente di irrisolto e irrisolvibile. Così anche in Inception, altra opera che cadeva quando mirava alla SPIEGaziONE di quanto di più inspiegabile e misterioso, paragonabile solamente allo spazio infinito, appunto. Ma questo è lo stile e l'ossessione del regista, così come il tempo: che si avvolge, si capovolge, si comprime, si dilata e si annulla. Il tempo è fondamentale in Interstellar ed è la chiave per capire tutto ciò che accade: non a caso, la risoluzione dell'enigma viene comunicata proprio attraverso un orologio rotto. Enigma, però, facilmente prevedibile e risolvibile molto prima della metà della pellicola (sinceramente, si può capire anche dopo una sola mezz'ora di film), cosa che tradisce la natura semplice, ma non sempre semplicistica, del lungometraggio. Il messaggio è sempre quello: l'amore trascende il tempo e lo spazio. Ma la decisione, seppur non originale, di rappresentare questo amore come quello asessuato e puro tra padre e figlia (e non tra uomo o donna, nonostante la possibilità ci fosse), è vincente. Forse è proprio per questo che il film accumula twist narrativi e cambi di prospettiva (il più azzeccato è quello legato al personaggio di Michael Caine): a tratti si vergogna di essere un intrattenimento familiare e già visto. Ma grazie alla mano di Nolan, che, qualsiasi cosa si dica, dietro la macchina da presa ci sa fare (meravigliose le inquadrature statiche sull'astronave mentre intorno ad essa succede il putiferio), ciò che è già visto ci appare, se non nuovo, rinato e affascinante. Un po' (senza fare paragoni) come le frasi fatte presenti in The Tree Of Life (è perciò si ritorna all'intervento di Tarantino). Non troppo convincente l'episodio eccessivamente lungo e abbastanza confuso dedicato a Matt Damon, il quale però riesce a dare il giusto spessore al personaggio. Però, al di sopra di tutto il cast, si trova Matthew McConaughey, in evidente stato di grazia: basta la sua reazione all'assistere impotente ai 23 anni di vita del figlio (il quale viene però dimenticato per strada) che passano inesorabilmente su uno schermo per applaudire. Schermo anch'esso molto simile a quello dell'Odissea Nello Spazio, con il quale però non condivide l'avversità per le macchine e per la tecnologia: qui il computer di bordo è un simpaticone che sa far dell'ironia (mai invasiva), cosa che riconduce Interstellar all'intrattenimento per famiglie dal quale disperatamente cerca di prendere le distanza e al quale inevitabilmente approda. Ma bisogna ricordarsi di una cosa: siamo pur sempre davanti a un film prodotto da una major hollywoodiana che ha speso milioni di dollari per realizzarlo. Qualcosa non funziona, qualcosa non torna, qualcosa è scontato, ma davanti a un'opera fiume (sono pur sempre 169 minuti) come questa, munita e fiera del suo grandissimo coraggio (non è mica facile propinare minuti di inquadrature silenziose di pianeti alle platee di oggi), bisogna soltanto prenderla, accettarla e godersela.
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willparry
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venerdì 29 maggio 2015
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the nolan space center
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Come già anticipato dalla recensione di MyMovies, Christopher Nolan non è solo un regista ma un “ingegnere cinematografico”. Ho sempre apprezzato moltissimo la sua capacità di gestire una storia complicatissima ed estremamente poco lineare che comunque, inevitabilmente, arriva ad un finale nitido, chiaro e determinato. Interstellar è proprio questo: una complicatezza notevolissima. Un film che esige che le nostre capacità di concentrazione siano mobilitate totalmente. La “filosofia” di Nolan, proprio per questa ragione, è basata sulla conoscenza, sul risultato; il finale dei suoi film è come l’esito della una missione spaziale: il frutto della mobilitazione di enormi risorse tecnologiche, umane e finanziare (come la conquista dello spazio e della Luna) arriva ad una conclusione semplice ma il cammino per arrivarci è lungo e complesso.
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Come già anticipato dalla recensione di MyMovies, Christopher Nolan non è solo un regista ma un “ingegnere cinematografico”. Ho sempre apprezzato moltissimo la sua capacità di gestire una storia complicatissima ed estremamente poco lineare che comunque, inevitabilmente, arriva ad un finale nitido, chiaro e determinato. Interstellar è proprio questo: una complicatezza notevolissima. Un film che esige che le nostre capacità di concentrazione siano mobilitate totalmente. La “filosofia” di Nolan, proprio per questa ragione, è basata sulla conoscenza, sul risultato; il finale dei suoi film è come l’esito della una missione spaziale: il frutto della mobilitazione di enormi risorse tecnologiche, umane e finanziare (come la conquista dello spazio e della Luna) arriva ad una conclusione semplice ma il cammino per arrivarci è lungo e complesso. E’ un modo di vedere le cose e il cinema molto diverso dall’enigmaticità di Kubrick ma, a mio parere, non rappresenta un difetto come dicono, a torto, molte persone. E’ un punto di forza. Le caratteristiche tecnico-artistiche del film sono di altissima qualità e fattura. Ottima la colonna sonora di Hans Zimmer, elegantissima e sofisticata la qualità degli effetti speciali e della fotografia. Buona la sceneggiatura (dico così perché pur essendo molto amabile non mi aspettavo dialoghi alla Quentin Tarantino). Pur non essendo un fisico, il film, da un punto di vista strettamente scientifico, mi sembra accurato. Molto interessante l’incipit che presenta una sorta di mondo post-apocalittico mai visto prima: la distruzione è molto “sottile”. Essa non solo è presentata come semplice “mancanza di cibo” o semplicemente come una civiltà che è regredita ad una cultura contadina molto vicina a noi nel tempo; è anche una distruzione “spirituale” della persone che non credono più nella scienza e nella storia passata: tutto ben rappresentato dal fatto che nelle scuole si insegnava che le missioni Apollo furono una cospirazione. Ottima è anche la raffigurazione delle leggi astrofisiche che, pensandoci bene, a volte, mettono più loro alla prova la nostra razionalità che i complicati pensieri religiosi (vedi il padre che, nel film, a causa della relatività dello spazio-tempo, si ritrova ad essere più giovane della figlia e molte altre cose che non voglio spoilerare!!!!!). Molto interessante il tema dell’amore. Esso può apparire banale, ma, secondo il regista, l’amore non ha solo una finzione sociale. Non è stato “inventato” dagli esseri umani, è quasi come una legge fisica, in questo caso indefinibile e irrazionale, che riesce, quasi come la gravità, ad influenzare le persone trascendendo lo spazio e il tempo. Sono molto belle e raffinatissime le citazioni delle altre opere di fantascienza presenti nel film: spero solo di averle colte tutte!!! Per concludere posso solo dire: GREAT MOVIE!!!!
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renatoc.
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giovedì 3 maggio 2018
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bellissimo film di fantascienza intelligente
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Film di fantascienza che si rifà un un po' a "2001 Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick, almeno per quanto riguarda le teoria spazio-temporali che intervengono nei finali di entrambi i films! Nel film di Kubrick nel finale il protagonista vede se stesso sempre più vecchio, morente, e poi allo stato fetale; in questo il protagonista torna sulla terra, a casa sua, in una stanza misteriosa tenuta segreta dalla biblioteca della figlia! Figlia che andrà a trovare sul letto di morte, molto anziana mentre egli ha ancora la stessa età di quando è partito per la sua missione spaziale! Non assiste alla morte della figlia perchè questa lo manda a ricercare Amelia Brand, donna astronauta per la quale gli era nata una tenera simpatia! Il
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Film di fantascienza che si rifà un un po' a "2001 Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick, almeno per quanto riguarda le teoria spazio-temporali che intervengono nei finali di entrambi i films! Nel film di Kubrick nel finale il protagonista vede se stesso sempre più vecchio, morente, e poi allo stato fetale; in questo il protagonista torna sulla terra, a casa sua, in una stanza misteriosa tenuta segreta dalla biblioteca della figlia! Figlia che andrà a trovare sul letto di morte, molto anziana mentre egli ha ancora la stessa età di quando è partito per la sua missione spaziale! Non assiste alla morte della figlia perchè questa lo manda a ricercare Amelia Brand, donna astronauta per la quale gli era nata una tenera simpatia! Il finale però non è chiaro, perchè si vede Amelia Brand incamminarsi verso una stazione spaziale sul pianeta dove era atterrata ma non si vede più alcun incontro col protagonista! Film molto bello da vedere e da capire, vale la pena passare davanti allo schermo quasi tre ore!
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paulnacci
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venerdì 7 novembre 2014
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fa pensare
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Bellissimo film di Nolan , nel quale si mischia la scienza la fantascienza e la psicologia umana !Nonchè un avvertimento sullo sfruttamento delle risorse del nostro pianeta . Molto curati gli effetti speciali soprattutto le scene nello spazio , belle le citazioni di 2001 ad esempio il rapporto tra uomo e robot nonchè la sua forma di monolite . Un pò complicato e di difficile comprensione la parte dell' attraversamento del buco nero e conseguente sblazo temporale, ma comuqnue molto coinvolgente la scena della libreria. Interessante anche la parte sull' istinto di sopravvivenza che ha poi la meglioanche sui valori morali.
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mrgm1221
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sabato 8 novembre 2014
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in fondo siamo sia guardiani che esploratori
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Tanti dicono che i film di fantascienza siano sogni, sogni che un giorno diventeranno realtà (basti pensare ai robot, che solo 60 anni fà erano immaginazione pura, ora sono tutt'intorno a noi). Se la terra non potesse più ospitarci, vorrei un futuro come quello del film, in cui l'umanità guarda avanti.
Non che la nostra Terra non sia importante, questo viene ribadito nella prima mezz'ora, ed è giusto così, perchè intraprendere un viaggio grandioso necessita di una spiegazione altrettanto importante, ed è questo il primo punto che tratta il film: la vita sul pianeta è diventata ormai impossibile (molto verosimile a ciò cui siamo destinati), ed è per questo che bisogna guardare oltre, ovviamente senza ripetere gli stessi errori.
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Tanti dicono che i film di fantascienza siano sogni, sogni che un giorno diventeranno realtà (basti pensare ai robot, che solo 60 anni fà erano immaginazione pura, ora sono tutt'intorno a noi). Se la terra non potesse più ospitarci, vorrei un futuro come quello del film, in cui l'umanità guarda avanti.
Non che la nostra Terra non sia importante, questo viene ribadito nella prima mezz'ora, ed è giusto così, perchè intraprendere un viaggio grandioso necessita di una spiegazione altrettanto importante, ed è questo il primo punto che tratta il film: la vita sul pianeta è diventata ormai impossibile (molto verosimile a ciò cui siamo destinati), ed è per questo che bisogna guardare oltre, ovviamente senza ripetere gli stessi errori.
Il film ha il giusto grado di realtà ed il giusto grado di immaginazione.
Vale a dire che non si tratta una pellicola realizzata in modo superficiale ed insensato come capita nella stragrande maggioranza dei casi, ma piuttosto vorrei definire la prima parte come una sorta di documentario che informa noi "comuni mortali" sui passi da gigante realizzati nella scoperta del cosmo da parte degli scienziati (non per niente l'intero lungometraggio si basa sulle teorie di Kip Thorne, astrofisico al pari del genio Hawking e della grandissima Margherita Hack).
Perciò non è un film troppo esigente, ed è un complimento, perchè preferisce piuttosto basarsi su solide realtà e non esuberare nella fantasia che rischirebbe di rovinare l'intera opera.
Difetti? Ad essere sinceri la bandiera americana compare fino alla nausea, senza contare che si, il marchio NASA sia importante in questo campo, ma rischia di oscurare il lavoro altrettanto essenziale che hanno realizzato enti come l'ESA (European Space Agency) e la RKA (Rossiskaja Kosmiciskaja Agjenstva) russa. Inoltre l'idea di "usa e getta" che alcuni personaggi hanno nei confronti della nostra Terra è molto simile all'idea americana di sfruttare le risorse del territorio. Forse avrebbero dovuto specificare meglio come si è arrivati ad una situazione come quella nella Terra del film.
E comunque, non essendo arrivati ancora a quel punto di non ritorno, dovremmo iniziare a pensarci, seriamente.
Per concludere, è il film giusto per il nostro tempo, come fù "2001:Odissea nello spazio" al tempo della sua uscita.
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[+] e' meglio capire..........
(di pisiran)
[ - ] e' meglio capire..........
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borro11
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sabato 8 novembre 2014
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tutto ciò che può accadere, accadrà.
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Finalmente esce nelle sale cinematografiche un ambizioso progetto nato nel lontano 2007, nato per Spielberg ma realizzato infine da Nolan. La pellicola risulta molto lunga e ben strutturata, la tensione è costante e 3 ore volano via fissando lo schermo. Si è avvolti in immagini spettacolari, un piacere per gli occhi. Nei singoli fotogrammi l'uomo non è mai al centro della scena, l'antropocentrismo si perde a confronto dell'immensità cosmica e i protagonisti e le astronavi si trovano spesso ad essere inquadrati con puntini marginali in scene dominate dall'ingombrante presenza di "bestioni galattici" ( siano essi pianeti, montagne, onde o buchi neri). Hans Zimmer impeccabile nelle colonne sonore, esse non sono mai troppo invasive e soprattutto sono alternate da tanti momenti di silenzio che rendono bene l'idea del nulla.
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Finalmente esce nelle sale cinematografiche un ambizioso progetto nato nel lontano 2007, nato per Spielberg ma realizzato infine da Nolan. La pellicola risulta molto lunga e ben strutturata, la tensione è costante e 3 ore volano via fissando lo schermo. Si è avvolti in immagini spettacolari, un piacere per gli occhi. Nei singoli fotogrammi l'uomo non è mai al centro della scena, l'antropocentrismo si perde a confronto dell'immensità cosmica e i protagonisti e le astronavi si trovano spesso ad essere inquadrati con puntini marginali in scene dominate dall'ingombrante presenza di "bestioni galattici" ( siano essi pianeti, montagne, onde o buchi neri). Hans Zimmer impeccabile nelle colonne sonore, esse non sono mai troppo invasive e soprattutto sono alternate da tanti momenti di silenzio che rendono bene l'idea del nulla. L'uomo, come già detto, risulta marginale ma contemporaneamente causa e origine del tutto. I sentimenti si sovrappongono alla scienza fredda e la psicologia umana permea la pellicola in più punti. L'umanità si tocca anche nel nulla, potere dei ricordi, e rimanda i figli di Adamo a protagonisti di tutto l'universo. Un interrogativo sorge spontaneo: vale la pena far sopravvivere la specie per poi perdere i propri cari? Ai posteri ( se ci saranno) l'ardua sentenza. Questa pellicola, tirando le somme, è un opera da cineteca un film da vedere e rivedere per cogliere ogni singola sfumatura, ciascun indizio, tutte le citazioni. Perché in Interstellar vale la legge di Murphy: tutto ciò che può accadere, accadrà.
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