Anno | 2025 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 96 minuti |
Al cinema | 358 sale cinematografiche |
Regia di | Gennaro Nunziante |
Attori | Angelo Duro, Giorgio Colangeli, Matilde Piana, Marilù Pipitone, Evelyn Famà Simone Montedoro, Carlo Ferreri. |
Uscita | giovedì 9 gennaio 2025 |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 1,94 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 gennaio 2025
"Un giorno i tuoi genitori non ci saranno più e sarai pieno di rimorsi" è la frase che convince Angelo a prendersi cura dei suoi vecchi genitori ora che non sono più autosufficienti. Io sono la fine del mondo è 1° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 185.990,00 e registrato 26.563 presenze.
CONSIGLIATO NÌ
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Angelo Duro fa l'autista di notte raccattando gli adolescenti ubriachi fuori dalle discoteche. La sorella, che non sentiva da anni, una mattina lo chiama per responsabilizzarlo sulla gestione dei genitori anziani di cui lei si è sempre e sola preoccupata. È estate, ha una vacanza programmata e gli implora di darle il cambio. Prima riluttante, Angelo Duro accetterà l'incarico nell'ottica di vendicarsi con loro di tutto quello che gli hanno vietato o costretto di fare da piccolo.
Gennaro Nunziante, il regista dei primi film con Checco Zalone e con Pio e Amedeo, costruisce una cornice da commedia irriverente e paradossale sul personaggio comico, popolare in tv e al teatro, di Angelo Duro.
Ennesimo esperimento di teletrasporto sul grande schermo di un personaggio comico televisivo
reso popolare dal programma Le Iene ma anche dall'apparizione, un po' contestata, al Festival di
Sanremo 2023. Ma il siciliano Angelo Duro la popolarità se l'è ben costruita e blindata con tour
teatrali (a febbraio 2025 arriva il nuovo spettacolo Ho tre belle notizie) che hanno registrato il tutto
esaurito e con un rapporto con il pubblico tutto suo, giocato su un personaggio cinico e cattivo (di
carattere) che dice le sue battute senza battere mai ciglio sicuramente anche quando indossa gli
occhiali da vista scuri.
Il dilemma però è sempre quello, come rendere cinematografico l'arco narrativo di uno stand-up
comedian che in genere sta da solo su un palco e, per di più, nel caso di Angelo Duro, è
praticamente inespressivo? Entra così in gioco Gennaro Nunziante che dà al film una cornice di
grande qualità che, a volte, può apparire addirittura sprecata. Il regista dei primi quattro film con
Checco Zalone apporta tutta la sua esperienza nella sceneggiatura, scritta insieme al comico, in
cui costruisce una situazione da commedia paradossale - un figlio ingrato che si vendica con i
genitori anziani di tutto quello che gli hanno negato da piccolo - per cercare di riflettere su alcuni
tabù della nostra società. Primo fra tutti quello del "fine vita" dei nostri vecchi affidati, appena
possibile, alle Rsa. La coppia dei coniugi anziani, interpretata dal navigato Giorgio Colangeli, qui in
una versione sicula che un po' lo limita, e da una strepitosa Matilde Piana che, finalmente,
giocando sugli stereotipi della mamma siciliana se ne libera, è infatti il fulcro narrativo sul quale la
comicità di Angelo Duro si esprime per tutta la durata del film.
Il meccanismo del contrappasso dantesco a cui il protagonista sottopone i suoi genitori si rivela
però, appunto, molto meccanico e, soprattutto, ripetitivo. Ogni sketch interno al film si muove sulle
stesse corde comiche e sullo stesso risvolto paradossale (ad esempio: mi lasciavate da piccolo dai
nonni? E ora io vi lascio al cimitero dai nonni; e così via). Il fatto è che quando l'idea del
politicamente scorretto è così artefatta ed estrema, proprio come lo può essere il politicamente
corretto (qualsiasi cosa voglia esattamente e veramente dire), la comicità perde la sua forza
trasgressiva e graffiante. Il personaggio di Angelo Duro, per statuto respingente, attraversa tutto il
film dicendo le sue battute - esattamente come sul palco - senza che la sua fisicità prenda alcuna
forma sul grande schermo. Si potrà dire che questa è proprio la sua cifra stilistica -
l'imperturbabilità, la fissità, gli occhiali neri che spesso nascondono gli occhi del comico che
quando invece sono visibili non guardano mai la persona con cui sta parlando, ennesima
sprezzatura del personaggio - però qualcosa non funziona sul grande schermo, diversamente dalla sua partecipazione in Tiramisù di Fabio De Luigi.
Ciononostante si ride a denti molto stretti, forse anche un po' vergognandosene. Anche se le idee
comiche - ad esempio il lavoro del protagonista che la notte porta a casa i giovani ubriachi e
vomitanti dalle discoteche, il body shaming anche sui bambini - non acquistano mai una forza
veramente trasgressiva proprio perché la gag di Angelo Duro inizia e finisce sempre e solo
verbalmente («Preferisco le parole, uccidono di più» teorizza il protagonista quando gli mettono
un'arma in mano) ma al cinema, essendo visiva, toglie pure quel poco di immaginazione che le
parole del comico possono ispirare.
Forse non è corretto fare paragoni con altri personaggi passati dalla tv al cinema come Checco
Zalone che utilizza registri comici completamente opposti, legati proprio alla fisicità e alle
espressioni facciali portate alle loro estreme conseguenze. Però sul gioco comune del
politicamente scorretto, il comico pugliese al cinema, grazie proprio al lavoro di Gennaro Nunziante
che qui collabora anche al montaggio con il suo fido Pietro Morana (e, a sorpresa, lo stesso
Angelo Duro), ha sempre cercato di accordare la parola con l'immagine perché, appunto, l'idea è
che dovremmo essere al cinema. E purtroppo non bastano gli sforzi del direttore della fotografia
Massimiliano Kuveiller che, oltre alla giusta luce palermitana, cerca di dare movimento, anche di
macchina, a un'estenuante ripetitività comica.
Un film inguardabile e inaccettabile: siamo rimasti fino alla fine del film soltanto nella speranza che Angelo potesse, in qualche impossibile modo, venire sanzionato per la sua idiozia. A cosa serve un film di questo tipo? Che messaggio vorrebbe/potrebbe mai sperare di trasmettere? A quale categoria di film possiamo ricondurre questo concentrato di pochezza intellettiva, luoghi comuni, iniezioni di [...] Vai alla recensione »
Film di cattivo gusto, ironia pesante e sgradevole, in modo irrispettoso demolisce la figura dei genitori nei confronti dei figli esaltando sentimenti di vendetta e punizione piuttosto che di perdono e rispetto. Film che esalta un egoismo sfrenato che arriva a eliminare i sentimenti più elementari: il rispetto per gli anziani e l'amore per i genitori
Un film che non è un film. Un insieme di spezzoni, un insieme di tiktok uniti uno dietro l'altro per raggiungere almeno i 90 minuti per essere proiettato al cinema. Non c'è un'evoluzione della trama, non c'è una trama. Non c'è un'evoluzione dei personaggi. Ripetitivo, più che cinico e ironico semplicemente volgare da dar fastidio.
Abbiamo enormemente bisogno di non pensare ai fatti della società, o meglio, non siamo più in grado di analizzare quello da cui siamo circondati. Assorbiti dai social network, dalla TV e dalla ipocrisia politica, siamo come una nave in balìa del mare. Ci aggrappiamo per cui a quello che riusciamo a capire: quiz televisivi, spiegazioni semplificate di fatti complessi attraverso [...] Vai alla recensione »
...la parte pi? bella del film? ..i titoli di coda! Il film pi? brutto che abbia mai visto , anzi, credo il film pi? brutto che sia mai stato girato dai tempi dei fratelli Lumi?re ad oggi !!
battute banali e storia insistente ... il politicamente scorretto ben venga, ma non come u na sfilza di banalità e forzature.
Film molto divertente che rispecchia il personaggio con il suo cinismo e l sua comicità cattiva. fantastico abbiamo riso dal primo all'ultimo minuto voto 5/5
Mi diverto a leggere alcune critiche che compaiono all'interno di questo forum . Cosa vi aspettavata di trovare da un film di Angelo Duro ? Un pensiero filosofico incessante? Se siete amanti dei fiolm di Hanna Schigulla , probabilmente questa pellicola non fà per voi. Siete ridicoli con questo giudizio. Umorismo cinico, sprezzante.
Film orrendo, il protagonista stupido e crudele Non mi è piaciuto per nulla.
Metto una stella solo perchè su MyMovies il non mettere nessuna stella non fa media. Squallida sfillza di gag sentite e risentite . Avevo apprezzato in Tv qualche gag "scorretta" del cabarettista Angelo Duro ed ero incuriosito dall' idea di vedere l'ennesimo comico traslato imna trama da Cinema . Ora gli unici aggettivi davanti a questa accozzaglia seriale di gag ( definirlo [...] Vai alla recensione »
Davvero film pessimo ...offensivo nei confronti di bambini e di persone grasse e anche nei confronti di donne e bambine ...per non parlare del poco rispetto nei confronti dei genitori ... veramente basita ,sarebbe opportuno evitare di farlo vedere ai ragazzini
Mi dispiace ma avevo altre aspettative...credo che sia uno dei film più sciocchi degli ultimi anni, anche salvando alcuni punti di riflessione e battute azzeccate, ma per il resto (cioè la quasi totalità del film) siamo vicini allo zero assoluto! Angelo Duro puoi fare molto di meglio, in bocca al lupo
Film bruttissimo senza un senso e non mi ha fatto assolutamente ridere dato che maltratta male male i suoi genitori per non averli dati forse le troppe attenzioni che lui voleva. Pessimo come film sconsigliato
Purtroppo non c'è la scelta zero stelle. Inguardabile, irriverente, e lui alla fine insopportabile. Peccato avere già preso i biglietti per vederlo a teatro.
Mi diverto a leggere alcune critiche che compaiono all'interno di questo forum . Cosa vi aspettavata di trovare da un film di Angelo Duro ? Un pensiero filosofico incessante? Se siete amanti dei fiolm di Hanna Schigulla , probabilmente questa pellicola non fà per voi. Siete ridicoli con questo giudizio. Umorismo cinico, sprezzante.
Non capisco il motivo per cui questo film è uscito nelle sale cinematografiche, Sono quasi sicura che i ragazzi e le ragazze oppure coloro che hanno un risentimento radicato verso i propri genitori, potrebbero emulare i comportamenti inqualificabili che il protagonista mantiene per tutta la durata del film Siamo tutti influenzabili E' come gettare benzina sul fuoco.
Il film ? divertente, in sala risate in abbondanza tuttavia si rimane delusi da una situazione che non ha sviluppo. Non c'? un'evoluzione del protagonista ne un cambiamento della situazione di partenza. Nel complesso ci si diverte ma si esce con l'amaro in bocca.
Film esilarante...scritto e diretto con una tale maestria da restare basito. Cast capitanato da Angelo Duro in stato di grazia che restituisce vette di originalità molto rare almeno in Italia. Il resto del cast (Marilù Pipitone, Matilde Piana ,Giorgio Colangeli, Evelyn Fama' e Simone Montedoro) solo per citare i comprimari è sempre credibile, divertente e misurato allo stesso [...] Vai alla recensione »
Un film cattivo, noioso, mono espressivo. Penso unondei film peggiori che ho visto. Mi sono dovuto scusare con chi ho invitato al cinema. Assolutamente da evitare.
Duro non ? realmente un attore comico, esiste solo nelle vesti de ?Il Rissoso?, il suo personaggio di successo dalle iene, passando per il teatro, fino ad oggi al cinema.E se negli spettacoli il black humor ? in inserito nella logica di quello che si sta dicendo nel monologo, in questo film ? tutto gratuito e quindi poi perde di efficacia. Non c?? l?attore e non c?? neanche qualcosa da dire.
Chi non riceve affetto, non da affetto. Una commedia politicamente scorretta, ma che in fondo ha la sua morale sui valori familiari e sui traumi infantili. Duro non sarà un super attore, ma va a pennello con il ruolo
Chi non riceve affetto, non da affetto. Una commedia politicamente scorretta, ma che in fondo ha la sua morale sui valori familiari e sui traumi infantili. Duro non sarà un super attore, ma va a pennello con il ruolo
Innanzitutto c?? da dire che la comicit? di Angelo Dur? non ? quella di Zalone n? di Pio e Amedeo; ? una comicit? che non si avvale di volgarit? o doppi sensi, ma di un cinismo tagliente che fa da specchio ai nostri reali pensieri. Al bando politically correct, buonismo e moralismo spicciolo! Ed ? proprio perch? esprime tutto ci? che non si osa pi? dire, che il film risulta veramente divertente.
Angelo vive a Milano, riporta a casa i ragazzi che dai locali escono ubriachi, campa di questo. La sorella lo chiama a Palermo: in partenza per una vacanza, provveda lui ad assistere i vecchi genitori. Angelo va, controvoglia. E coglie l'occasione per sfogare su mamma e papà i suoi rancori. Questa la trama. Che trama può dirsi solo sulla carta. Gennaro Nunziante la commedia la sa fare e ci ha provato [...] Vai alla recensione »
Una commedia che funziona bene al botteghino dice sempre molto dello stato delle cose, del cinema e più in generale del paese, ma c'è un equivoco: Io sono la fine del mondo non è una commedia. È una tragedia travestita da commedia, un agnellino mascherato da lupo cattivo che alza la voce per evitare di ascoltarsi, indica ipocrisie e malcostumi sentendosene assolto perché onesto e, eccoci qua, politicamente [...] Vai alla recensione »
«Il nuovo film di Gennaro Nunziante» strilla il trailer e il nome del regista nella comunicazione sta (quasi) alla pari con quello del protagonista Angelo Duro. D'altronde, dopo il suo sodalizio con Zalone, Nunziante è stato spesso chiamato a cucire vestiti cinematografici sensati addosso a veri e propri UFO come Fabio Rovazzi e a comici complicati come Pio & Amedeo.
Dopo Checco Zalone, Fabio Rovazzi e Pio e Amedeo. Gennaro Nunziante propone la stessa formula anche con Angelo Duro. Come in tutti gli altri film, dalla prima collaborazione con Zalone in Cado dalle nubi fino a Come può uno scoglio che ha diretto prima di Io sono la fine del mondo, il regista ha sempre scritto la sceneggiatura con l'attore protagonista, sia per esaltare la comicità che l'ha reso celebre [...] Vai alla recensione »