La vita privata di Colangeli rimane chiusa tra le mura di casa dell'attore. Non si sa quasi nulla delle sue origini o di quale sia stato il percorso seguito per diventare un attore così riconosciuto. Questa discrezione nasconde però un talento straordinario che si è formato sui palcoscenici dei teatri di tutta Italia e che da un po' di tempo si è fatto strada anche al cinema.
Uomo di teatro prestato al cinema
In trent'anni di carriera teatrale ha lavorato con grandi registi come Calenda ed ha affiancato attori memorabili come Vittorio Gassman. Al cinema esordisce con la parte del giudice Matteo Guarino nel film d'inchiesta Pasolini un delitto italiano (1995) di Marco Tullio Giordana, poi partecipa ad un cortometraggio di Stefano Arduino intitolato Camera oscura (1997) dov'è una guardia di due carcerati. Il primo ruolo importante, anche se minore rispetto a quelli che seguiranno, è ne La cena (1998) di Ettore Scola, dopodiché partecipa al visionario Il ronzio delle mosche dove si riflette sull'origine della pazzia attraverso le gestualità quotidiane. Il rapporto stretto con Scola si vede anche nella collaborazione rinnovata in Concorrenza sleale con Sergio Castellitto e Diego Abatantuono e nel corale Gente di Roma, ritratto emozionato delle vite degli abitanti nella capitale, dall'alba al tramonto. Nel 2004 lo vediamo anche nel cast del poliziesco Dentro la città e nella commedia Ogni volta che te ne vai, due film minori che riscuotono un certo riscontro dal pubblico e che sottolineano la sua particolare capacità istrionica di adattarsi di volta in volta a registri diversi, dal comico al drammatico, dal diabolico all'ingenuo.
La memorabile interpretazione in L'aria salata
Agli impegni cinematografici e quelli teatrali, alterna la fiction televisiva: è in Una donna per amico 3, Le stagioni del cuore, La Omicidi e Questa è la mia terra.
Sotto la direzione semplice ed onesta del giovane regista Alessandro Angelini, autore de L'aria salata, vediamo Colangeli interpretare il padre di Fabio (Giorgio Pasotti) in un film drammatico che affronta il rapporto tra padre e figlio scegliendo una situazione estrema e disperata. Con questa immedesimazione superba, l'attore vince il David di Donatello e il premio per la miglior interpretazione maschile alla Festa del Cinema di Roma. Partecipa poi al surreale L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino e alla commedia Il giorno + bello di Massimo Cappelli dov'è un irresistibile prete marxista che scambia i sermoni per comizi contro il potere dei padroni, interpretazione che vale l'intera visione del film. Nel 2007 è nella commedia Cardiofitness, si trasforma nel boss Vincenzo Neri nella settima stagione della serie tv Distretto di polizia, poi è nel cast di Signorinaeffe di Wilma Labate e nell'esordio alla regia di Silvio Muccino, Parlami d'amore.
Fiction tv e cinema d'autore
Ancora in tv lo vediamo con Pierfrancesco Favino e Isabella Ferrari in Liberi di giocare tratto dalla storia vera della formazione di una squadra di calcio all'interno di un carcere e nel biografico Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu dov'è Alfio Cerioni, lo storico fondatore del Folkstudio che ebbe il merito di scoprire De Gregori e altri cantautori di talento. Al cinema invece è un poliziotto nel film di Sergio Rubini, Colpo d'occhio, è nel cast de I galantuomini di Edoardo Winspeare ed è il politico Salvo Lima ne Il Divo di Paolo Sorrentino, dove si riflette su Giulio Andreotti, uno degli uomini più contradditori del nostro tempo.
Di nuovo in tv nelle serie de I liceali , I liceali 2 ed è il giornalista Michele Giuttari, che ricostruisce la storia dei "Compagni di merende", ne Il mostro di Firenze (2009).
Torna al cinema nella commedia con Claudio Bisio Si può fare (2008) . L'anno successivo appare in molte pellicole: nella piccola Gomorra tarantina di Marpiccolo, nel thriller La doppia ora, la dramedy Ce n'è per tutti e al fianco di Sergio Castellitto in Alza la testa. È nel cast di La nostra vita diretto da Daniele Luchetti, in quello di La banda dei babbi Natale (2010) di Paolo Genovese e in quello de La donna della mia vita che può contare tra i tanti volti noti quello di Stefania Sandrelli.
Il 2011 lo vede presente nel cast del film di Giuseppe Gagliardi Tatanka e in quello di Saverio Di Biagio Qualche nuvola, mentre nel 2012 è nel cast di Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana e di 100 metri dal Paradiso di Raffaele Verzillo. Negli anni seguenti si dedica ancora alle commedie, comparendo nei cast di Stai lontana da me, Una piccola impresa meridionale, e nel 2014, Sogni di gloria del collettivo John Snellinberg e Cloro di Lamberto Sanfelice. Nel mezzo ci sono le partecipazioni in Pulce non c'è e Se chiudo gli occhi non sono più qui.
Negli ultimi anni partecipa a diversi film d'autore, come L'attesa di Piero Messina, Storie sospese di Stefano Chiantini e Cloro di Lamberto Sanfelice. Nel 2016 è nel cast del film di Alessandro Valori Come saltano i pesci. Recita poi in A Tor Bella Monaca non piove mai, in Lontano lontano di Gianni Di Gregorio e in Permette? Alberto Sordi. Interpreta poi il padre di Francesco Totti nella serie Speravo de morì prima.
Dal vivo, l’ex campione del mondo dei pesi massimi e oggi ct della nazionale di boxe Francesco Damiani è davvero grande come uno se lo immagina. Il suo corpo possente entra a fatica nello spazio cui la sala cinematografica lo costringe, le braccia muscolose compresse tra i braccioli, le mani da guantone che armeggiano con i piccoli tasti di un videofonino. Un gigante che non incute paura, ma una profonda tenerezza mentre riprende con il cellulare la prima conferenza stampa cinematografica della sua creatura, il pugile Clemente Russo, all’esordio da attore nel film Tatanka di Giuseppe Gagliardi al cinema dal 6 maggio: «Lo sapevo che se la sarebbe cavata anche come attore – dice Damiani sottovoce, mentre il regista, lo sceneggiatore Stefano Sardo e gli interpreti, Russo, Carmine Recano, il cantante Raiz e Giorgio Colangeli, riscuotono un lungo applauso all’entrata in sala – lui è uno poliedrico, suona, canta, balla
Cambio di registro A ureliano Amadei, unico civile sopravvissuto alla strage di Nassirya che costò la vita 19 italiani, ha trasformato il suo libro di memorie in un film, 20 sigarette. Un omaggio alle vittime, tutte chiamate con il nome e il cognome e presentate con grande rispetto e umanità, e un discorso sulla responsabilità. Il film, che parte come una commedia e cambia improvvisamente registro al momento dell'esplosione, è prodotto da Tilde Corsi e Gianni Romoli insieme con Claudio Bonivento e distribuito dall'Istituto Luce (quest'anno a Venezia con ben 8 titoli in catalogo, tra opere prime, seconde e documentari)
Chi è Giorgio Colangeli Attore di teatro, ma anche di cinema e televisione, Colangeli è un interprete attualmente molto richiesto. Dopo ben trent'anni di carriera teatrale, esordisce nel 1995 in Pasolini un delitto italiano, per la regia di Marco Tullio Giordana, e da lì in poi moltissime saranno le sue apparizioni, fino a quelle odierne: da Il divo di Sorrentino, nei panni di Salvo Lima, a Parlami d'amore di Silvio Muccino, fino al recente Alza la testa di Alessandro Angelini, regista con cui aveva già lavorato ne L'aria salata, film che gli valse nel 2007 il David come miglior attore non protagonista
Il film C'è un ospite d'eccezione tra il cast di Alza la testa ed è Giorgio Colangeli che qui a Roma è stato premiato come miglior attore per L'aria salata nella prima edizione del festival. E proprio lui prende la parola per primo per fare un elogio della prestazione di Sergio Castellitto in questo film concludendo con l'auspicio che la giuria ne tenga conto al momento di assegnare i premi. E chissà forse lo farà visto che realmente il modo in cui Castellitto ha trasfigurato se stesso ha dello straordinario
Umorismo grottesco ed espressionista Opera seconda, dopo Gas, del regista di estrazione teatrale Luciano Melchionna, Ce n'è per tutti festeggia oggi gli ultimi ciak, non a caso in un piccolo teatro romano. Prodotto da Sauro e Anna Falchi, il film vede protagonista Lorenzo Balducci nel ruolo di Gianluca, un ragazzo che, stanco del mondo, sale sul Colosseo, chiamando involontariamente a sé amici e nemici, parenti e mass media