Regista italiano che predilige i toni della commedia, Massimo Cappelli, dopo una laurea in Giurisprudenza, decide di perseguire la sua passione, il cinema, e provare a trasformare il suo sogno in mestiere. Inizia la gavetta con la direzione di cortometraggi. Il primo, realizzato nel 1999, si intitola Toilette e gli frutta il premio come miglior soggetto originale al Kurzfilmfestival di Berlino e quello come miglior cortometraggio nell'ambito della rassegna Maremetraggio. Questi riconoscimenti lo esortano a pensare di avere intrapreso la strada giusta, ma il cammino è ancora lungo e altri cortometraggi dovranno essere prodotti prima che Cappelli possa compiere il grande passo del lungometraggio. Dopo aver diretto Il Sinfamolle (2000), il regista dà alla luce un altro corto, Ampio, Luminoso, Vicino Metro (2001), che gli vale il Premio Cinecittà Digital 2000 per la realizzazione di un cortometraggio da realizzarsi con nuove tecnologie digitali, insieme ad altri cinque lavori di altrettanti registi italiani, tutti apprezzati al Festival di Berlino e presentati assieme nel film Sei come sei (2002). Dopo due nuovi corti, Per Agnese (2004) - vincitore del premio per il miglior cortometraggio "Diamanti al cinema" al Festival di Venezia - e Tutto brilla (2005), Cappelli è finalmente pronto a spiccare il volo.

I lungometraggi
Per il suo debutto nel lungometraggio, Cappelli sceglie un tema abusato, il matrimonio, per mettere in luce le convezioni sociali - spesso castranti - che ruotano attorno a questo rito. Nella sua commedia Il giorno + bello (2006), Violante Placido e Fabio Troiano incarnano una coppia che vorrebbe organizzare delle nozze alternative, senza aver fatto i conti con amici e parenti. Dopo questo primo esperimento, il regista decide di tornare a solcare la confortante strada già battuta del cortometraggio, firmando Bulli si nasce (2008), che viene decretato miglior cortometraggio al XIII Premio Massimo Troisi e vince il Grifone d'argento al Giffoni Film Festival. Per il suo nuovo corto, 41 (2010), Cappelli sceglie la via del thriller esistenzialista, aggiudicandosi diversi riconoscimenti, tra cui il premio per il miglior cortometraggio al N.I.C.E. - New Italian Cinema Events di New York e il premio del pubblico al Sao Paulo Film Festival, in Brasile. I tempi sono maturi per un secondo lungometraggio, la commedia dai toni farseschi Non c'è 2 senza te (2015), che è ancora incentrata su una famiglia, ma questa volta omosessuale. Qui l'attore Fabio Troiano fa coppia con Dino Abbrescia, come già avvenuto in Cado dalle nubi di Checco Zalone. Questa composita e consolidata coppia gay entra in crisi quando il nipotino di uno dei due viene spedito dalla mamma a vivere con lo zio, pur non sapendo della sua omosessualità. Tanto più che il personaggio interpretato da Troiano viene scombussolato dalla conoscenza di una bella e impacciata insegnante di spagnolo, incarnata dalla showgirl Belen Rodriguez. Dell'anno successivo è invece il film con Vincenzo Salemme Prima di lunedì.