La grande paura di Hitler. Processo all'arte degenerata

Film 2025 | Documentario, 90 min.

Anno2025
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata90 minuti
Regia diSimona Risi
AttoriClaudia Catani .
Uscitalunedì 3 novembre 2025
TagDa vedere 2025
DistribuzioneNexo Studios
MYmonetro 4,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Simona Risi. Un film Da vedere 2025 con Claudia Catani. Genere Documentario, - Italia, 2025, durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 3 novembre 2025 distribuito da Nexo Studios. - MYmonetro 4,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi La grande paura di Hitler. Processo all'arte degenerata tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento martedì 28 ottobre 2025

Il film racconta la guerra del nazismo contro l'arte moderna. Perché, ieri come oggi, creatività e pensiero critico sono la linfa vitale della democrazia. In Italia al Box Office La grande paura di Hitler. Processo all'arte degenerata ha incassato 37,9 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 5,00
ASSOLUTAMENTE SÌ
Il racconto puntuale di un momento storico del passato. Ma necessario per riflettere sul presente.
Recensione di Rossella Farinotti
martedì 28 ottobre 2025
Recensione di Rossella Farinotti
martedì 28 ottobre 2025

L'arte contemporanea pone delle domande e ha il compito (e l'urgenza innata) di fare pensare. L'arte e la cultura sono a servizio della gente. Sono elementi necessari per vivere bene e progredire. Hitler si era accorto di queste potenzialità e, immediatamente, si rese conto di quanto fossero pericolose per il suo progetto di militarizzazione e, soprattutto, per un nuovo mondo ariano, basato sul ritorno della cultura antica (quella greca e quella romana) e sul culto dell'uomo, a suo dire, perfetto. Perché risvegliare gli animi e le coscienze attraverso le straordinarie opere dell'intelletto di artisti, scrittori, musicisti, designer, architetti? Questi prodotti devono essere eliminati.

Il film di Simona Risi è un racconto puntuale in un momento storico dove è necessario ricordare il passato, rileggere gli errori per non ripeterli.

La storia tratta il mondo della cultura, partendo dalle avanguardie del Novecento che durante il periodo nazista vengono messe al bando, perché autori come Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, André Derain, Henri Matisse, Emil Nolde, Otto Freundlich, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Vasilij Kandinsky, Paul Klee, Max Ernst, per citarne alcuni, erano considerati volgari, tentatori, pericolosi.

Il ciclo narrativo, densissimo e minuziosamente elaborato attraverso interventi di professionisti, da critici e teorici dell'arte, fino a musicisti, criminologhe, bibliotecari, architetti - sir Norman Foster addirittura racconta la sua costruzione della cupola in vetro e acciaio del Reichstag di Berlino nel 1999 - procede come un continuum dove le più diverse tematiche culturali e sociali vengono trattate in maniera scrupolosa, con materiali documentativi (video e fotografie dell'epoca in dialogo con riprese recenti) narrate da Claudia Catani, la cui voce fa imprimere le immagini con forza.

Il film documentario si apre con la storia di Elfriede Lohse-Wächtler, pittrice tedesca che, per le sue opere modernissime e una personalità non aderente agli schemi che saranno poi quelli nazisti, viene segregata prima in un ospedale psichiatrico e poi, come da prassi naturale per il progetto di epurazione delle SS, in una camera a gas. Il ritratto in bianco e nero di Lohse-Wächtler raffigurante un primo piano della donna con un occhio scuro, segno di una violenza subita, è l'incipit di una serie di eventi che, dal 1933 fino alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945, hanno cambiato la Germania, tentando di raderla al suolo per ricostruire una nuova cultura. Perché è da li che Hitler parte: la cultura come mezzo di propaganda.

La grande paura di Hitler. Processo all'arte degenerata è un documento straordinario che mescola le discipline culturali: dall'arte visiva come la pittura o la scultura, all'architettura, il design, la letteratura, la musica, lo spettacolo, la danza. Tutti gli aspetti legati alla società e alla collettività vengono rimessi in discussione dalle politiche hitleriane per una ricostruzione di un intero sistema.

Eventi ormai diventati mitici e metafora di un passato disastroso, come la famosa mostra dell'arte degenerata - "Entartete Kunst" - del 1937, che ebbe un incredibile successo; l'asta a Lucerna presso la galleria Fischer dove un Picasso venne battuto a una cifra di quasi un milione di dollari attuali; il falò dei libri del 1933, momento di rito corale delle SS naziste come segnale dell'epurazione della letteratura. Autori come Marx e Freud, Arthur Schnitzler e Jack London, Proust e Thomas Mann, Hemingway e Kafka, venivano messi al bando. I tedeschi considerati scomodi, i pensatori, vennero esiliati, dopo aver perso il proprio lavoro come nel caso di tanti intellettuali che insegnavano. Qualcuno, come Kirchner il pittore, si suicidò, poiché bandito dal nazionalsocialismo e dalla propria società.

Se opere come "La famiglia Soler" di Picasso, oltretutto uno dei dipinti del pittore spagnolo tra i meno provocatori, o "Un pizzico di tabacco da fiuto" di Chagall venivano considerati pericolosi, il primo per uno sfondo neutro, azzurro, che dunque non assomigliava alla realtà percepita, il secondo perché ritraeva un ebreo in primo piano, allora i confini per la negazione della libertà non solo di espressione, ma della vita stessa, erano stati varcati. Hitler, come altri protagonisti della storia in precedenza - basti pensare a Napoleone Bonaparte che, attraverso le arti e la cultura cercava di conquistare le realtà che invadeva, lasciando delle tracce ancora oggi visibili - intuì da subito come la cultura potesse essere un'arma. I capolavori che considerava pericolosi, però, non li bruciava. Le vite di uomini e di donne sì.

E così nel film siamo testimoni di stermini, violenze, ribaltamenti di principi umani e culturali in una Berlino che, da città vivida, diversa, energica e sperimentale che veniva battuta forse solo da Parigi, con la crisi economica di Wall Street del '29 diviene fragile. I tedeschi soffrono la povertà e una profonda crisi d'identità e dunque il Führer si inserisce in questo contesto, come salvatore di un popolo sofferente, disperato. E così la città dove Murnau e Fritz Lang giravano capolavori come Nosferatu e Metropolis, dove Marlene Dietrich - dichiarata bisessuale in un modo che già da fine Ottocento aveva promosso i diritti che oggi chiamiamo LGBTQ+ - si esibiva al cabaret El Dorado, luogo creativo frequentato da tutti (anche da generali nazisti come Ernst Röhm che, durante la notte dei coltelli voluta da Hitler per epurare i tedeschi del partito di sinistra, fu ucciso per la "colpa" di essere omosessuale). Perché il mondo berlinese era fluido, era libero, era culturalmente attivo prima dell'avvento di Hitler. Un uomo che mette in discussione anche la scuola del Bauhaus, nata per il popolo e per migliorare, attraverso il design e l'architettura, le attitudini della vita di tutti. Fortunatamente la maggior parte delle architetture naziste, molte delle quali create dall'architetto Albert Speer (anch'egli restio agli ordini del Führer), non sono sopravvissute.

Come racconta la voce narrante del film "destinate a durare millenni, non rimasero neppure decenni". E così si spera che anche quegli ideali non abbiano più scampo. Che quegli stermini, genocidi, forzature per sistemi che non possono aderire alla cultura e all'essenza dell'uomo e della donna, non possano più esistere. Come si possono ripetere dei gesti che hanno portato solo dolore e distruzione? Questo è un film da guardare per imparare, educarsi e contestualizzare tutte queste tematiche al presente.

Sei d'accordo con Rossella Farinotti?

Tutti i film da € 1 al mese

Prisoner
Serie TV, Drammatico, Poliziesco - Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia, 2023, 6x60’

Prisoner

Guarda subito
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 4 novembre 2025
Alessandro Uccelli
Film TV

Entartete Kunst : "arte degenerata". Così il regime nazista classifica fin dalla propria ascesa i prodotti culturali dei vent'anni precedenti, e per più di dieci cercherà di annientarli, mettendoli alla berlina o distruggendoli, pur sapendo che fuori dal delirio collettivo tedesco quelle opere inquiete possono essere vendute per far cassa. Il film di Simona Risi si apre con qualcosa di relativamente [...] Vai alla recensione »

lunedì 3 novembre 2025
Marco Bolsi
Sentieri Selvaggi

Tornare al passato attraverso il presente, ma sotto una luce diversa, per comprendere meglio ciò che è stato e riflettere, inevitabilmente, sul nostro tempo. È quello che la mostra L'arte degenerata: il processo all'arte moderna sotto il nazismo, tenutasi nel 2025 al Musée Picasso di Parigi, ha voluto sottolineare, con l'esposizione di 57 dipinti che richiamavano in misura ridotta la storica mostra [...] Vai alla recensione »

NEWS
NEWS
giovedì 23 ottobre 2025
 

Il film racconta la guerra del nazismo contro l'arte moderna. Perché, ieri come oggi, creatività e pensiero critico sono la linfa vitale della democrazia. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 15 ottobre 2025
 

Regia di Simona Risi. Un film con Iaia Forte. Dal 3 al 5 novembre al cinema. Guarda il trailer »

Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2025 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Riserva TDM | Dichiarazione accessibilità | Cookie Policy