Titolo originale | Sweet and Lowdown |
Anno | 1999 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Woody Allen |
Attori | Sean Penn, Samantha Morton, Uma Thurman, Brian Markinson, Anthony LaPaglia, Woody Allen Ben Duncan, Daniel Okrent, Dan Moran, Tony Darrow, Chris Bauer, Constance Shulman, Kellie Overbey, Darryl Alan Reed, Marc Damon Johnson, Ron Cephas Jones, Steve Bargonetti, Benjamin Franklin Brown, James Urbaniak, Denis O'Hare. |
Tag | Da vedere 1999 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,13 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
La storia tragicomica di Ray, un chitarrista jazz assurto a fuggevole fama alla fine degli anni 30, secondo soltanto al grande chitarrista gitano Djan... Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, Al Box Office Usa Accordi e disaccordi ha incassato 4,1 milioni di dollari .
CONSIGLIATO SÌ
|
Alcuni personaggi del mondo della musica (tra cui Woody) rispondono a domande su un grande chitarrista del passato: Emmet Ray. Sono concordi nel considerarlo il numero due assoluto superato solo dal genio di Django Reinhardt. Di ciò era consapevole anche Emmet e se lo vedeva rinfacciare da chi gli stava accanto e lo accusava di essere incapace di far emergere il suo io più interiore. Ma a lui più dei sentimenti interessava la musica. Fin quando un giorno incontrò Hattie, una giovane sordomuta, con la quale iniziò una relazione stabile anche se costellata di problemi dettati dall'incostanza di un musicista valido ma destinato a rimanere un eterno secondo.
A partire dal titolo Allen ci indica come ha costruito questo suo film Sweet and Lowdown, dolce e confidenziale così come il sessantacinquenne Woody sembra sentirsi intimamente. I suoi sono pensieri sussurrati che si nascondono dietro a un personaggio di totale finzione che a tratti assume il carattere di una macchietta. La riflessione già avviata con Celebrity sulle conseguenze del raggiungimento della notorietà prosegue e va oltre indagando sul rapporto che sussiste tra chi viene sfiorato dall'ala della genialità e il suo vero essere.
Le mani di Ray scorrono velocemente sulle corde della chitarra ma il suo rapporto con gli esseri umani non è altrettanto agevole. Emmett è e resta un 'numero due', una frustrazione che Woody ha sempre provato nei confronti dei sui numi tutelari Fellini e Bergman e che qui mette in scena con una forte dose di autoironia. Perché non riesce ad essere 'il primo'? Perché non sa metterci ciò che ha dentro. Ma che cosa abbia effettivamente maturato dentro di sé potrebbe restare un mistero fino a quando Hattie (uno dei personaggi femminili più intensi della filmografia alleniana) proprio perché muta riesce a farlo 'parlare'. Sa trasformare la finta prosopopea di lui nell'imbarazzo dinanzi alla sua spontaneità. Sa seguirlo senza subirlo accettandolo senza sottomettersi e alla fine sa vincere il confronto determinante: quello con la vita e i sentimenti.
Emmett è Woody ma anche Hattie è Woody, come quasi sempre accade in particolare nei film in cui Allen non compare come attore. Ancora una volta sa far scorrere le dita sulla tastiera dei nostri sentimenti tenendo lontano l'accordo della banalità.
Emmer Ray e' un chitarrista famoso ma si sente secondo al grande Django Reinhardt,passa la sua vita a suonare in vari locali ma la sua condotta sempre dedita ai piaceri mondani lo rende inaffidabile verso chiunque.Dalla ragazza che egli abbandona e la moglie con cui ci si lascia perche' lo tradisce,fino ad arrivare alla piu' completa solitudine ,Emmet Ray vivra' [...] Vai alla recensione »
Amare se stessi perchè l'amore degli altri fa paura. Un padre che picchiava ed una madre scomparsa. La chitarra come strumento di riconciliazione con il mondo in quanto alto riconoscimento sociale. Questi temi fanno da accompagnamento alla linea melodica del racconto, le tensioni e le cadenze dell'esistenza vengono abbellite dall'improvvisazione della vita stessa, dato un tema sul [...] Vai alla recensione »
Un umorismo garbato (Lo sapevamo), un'ironia particolare (Lo sapevamo, anche se chi scrive, ho già scritto, non è un patito di Allen). La chiave sta, forse, nell'atteggiamento di devozione e d invidia che l'eterno secondo prova per l'eterno primo. Da un lato ne parla con ironia, dall'altra farebbe di tutto per incontrarlo. L'inizio promette meglio, almeno quando entra in ballo il personaggio interpretato [...] Vai alla recensione »
A mio parere non eccellente come altre opere del regista,però e un film più che buono e assolutamente geniale come il mitico regista.La sceneggiatura è sempre perfetta,come woody ci ha abituati,i personaggi bellissimi e originali,con un ottimo e simpatico sean penn,un film da vedere se vi definite dei geni imbattibili.un ottima colonna sonora che omaggia il jazz anni 30 è un buon cast,un film chè in [...] Vai alla recensione »
il film è molto piacevole sotto tuti i punti di vista, peccato per il finale semi tragico che lascia un leggero senso di vuoto
Storia del chitarrista Emmet Ray, in un ritratto personale e al tempo stesso collettivo e di un'epoca. Un film diverso dal solito per Woody Allen che, stavolta, affida il ruolo del protagonista al bravissimo Sean Penn piuttosto che farlo lui stesso. Nonostante tutto non mi ha entusiasmato più di tanto.
Storia del chitarrista Emmet Ray, in un ritratto personale e al tempo stesso collettivo e di un'epoca. Un film diverso dal solito per Woody Allen che, stavolta, affida il ruolo del protagonista al bravissimo Sean Penn piuttosto che farlo lui stesso. Nonostante tutto non mi ha entusiasmato più di tanto.
Non conoscevo la storia di questo artista, che Allen racconta con grande ilarità, aiutato anche da un grande Sean Penn
Per quei vari pastrocchi che alla Cecchi Gori chiamano strategie distributive, il film di Woody Allen Accordi e disaccordi, presentato in anteprima mondiale alla Mostra del cinema 1999, arriva a uscire in Italia con quasi un anno di ritardo, contemporaneamente all'uscita negli Stati Uniti del nuovo film Small Time Crooks, una storia di ladri. Per fortuna Accordi e disaccordi è così divertente, intelligente [...] Vai alla recensione »
Il più grande chitarrista jazz del suo tempo dopo Django Reinhardt: questo è orgoglioso d'essere Emmet Ray (uno straordinario Sean Penn). Tuttavia, insieme con l'orgoglio, s'avverte in lui un'amarezza cupa. Per quanto le sue dita s'affatichino, la genialità di Reinhardt resta un modello irraggiungibile. D'altra parte, si può essere davvero grandi, senza esserlo dopo qualcun altro, specchiandosi in [...] Vai alla recensione »
Se lo conosci lo eviti. Meglio tenersi alla larga da un tipo come Emmet Ray. Il protagonista di Accordi e disaccordi, di Woody Allen, umanamente parlando è un vero disastro. Egocentrico fino al parossismo, spudorato, amorale, beone: accumula tanti difetti in un colpo solo da far spavento. Però ha anche un pregio, un enorme pregio: la chitarra come lui non la suona nessuno.