steven92
|
sabato 15 settembre 2007
|
la società usa sotto lo sguardo feroce di altman
|
|
|
|
Sembrerebbe quasi impossibile che in una città enorme come Los Angeles, 9 e più famiglie si trovino collegate tra di loro, in un modo o in un altro, anche solo per uno sguardo. Uno scontro continuo, che scivola in un vortice di tensione, culminante con un potente terremoto, metafora del temibile Big One. Ed è in questo modo che possiamo seguire le vicissitudini di un poliziotto don giovanni, che non riesce più a sopportare il caos della famiglia, tra pargoli piangenti e un cane che non gli lascia un attimo di tregua, abbaiandolo o mordendolo continuamente. O quelle di un pescatore che, dopo aver trovato un cadavere di una ragazza ventenne nudo e galleggiante sull'acqua, rimane completamente indifferente e si preoccupa solo di svolgere il suo hobby preferito.
[+]
Sembrerebbe quasi impossibile che in una città enorme come Los Angeles, 9 e più famiglie si trovino collegate tra di loro, in un modo o in un altro, anche solo per uno sguardo. Uno scontro continuo, che scivola in un vortice di tensione, culminante con un potente terremoto, metafora del temibile Big One. Ed è in questo modo che possiamo seguire le vicissitudini di un poliziotto don giovanni, che non riesce più a sopportare il caos della famiglia, tra pargoli piangenti e un cane che non gli lascia un attimo di tregua, abbaiandolo o mordendolo continuamente. O quelle di un pescatore che, dopo aver trovato un cadavere di una ragazza ventenne nudo e galleggiante sull'acqua, rimane completamente indifferente e si preoccupa solo di svolgere il suo hobby preferito. O anche quelle di un uomo la cui moglie ha scelto di fare come "lavoro" sesso orale, e sente i suoi gemiti e i suoi orgasmi simulati che urla alla cornetta del telefono, intenta anche a cambiare il pannolino della figlia o a sfogliare una rivista, come se si trattasse di un lavoro qualsiasi, neanche troppo faticoso.O infine quella del telegiornalista che vede pian piano morire proprio figlio in un letto dell'ospedale, mentre il padre, che ha incontrato dopo tantissimi anni, si preoccupa delle sorti del ragazzo della stanza affianco, che non aveva mai conosciuto prima e col quale non aveva alcun vincolo di parentela.
Ad Altman non sfugge nessuno di questi particolari, che registra minuziosamente con la sua telecamera. Altman è un narratore onniscente che rimane a guardare in silenzio i suoi personaggi, mentre racconta di una società sporca e viziata, quella americana.
Una società che, dopo il sogno, sembra svegliarsi in un incubo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a steven92 »
[ - ] lascia un commento a steven92 »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
giovedì 20 gennaio 2011
|
stupendo
|
|
|
|
Una grande prova di regia per Robert Altman e un meritatissimo Leone D'Oro.
"America Oggi" non è solo un attuale ritratto della società occidentale di fine XX secolo, ma anche un nuovo modo di fare cinema e di raccontare storie.
Cast strepitoso.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
anna aurora
|
giovedì 6 settembre 2007
|
realtà, ogni tanto ci vuole
|
|
|
|
Un grande, piccolo semplice film. Racconti di cruda realtà. Si insegue la storia, o meglio, si apre una piccola finestra sulla vita di diversi personaggi e si insegue per la durata del film, il corso di una parte della loro vita, immersa nello scenario di un'America fatta di tradimenti, dolori, povertà, famiglia, birre e sogni. Tutti hanno dei dolori, tutti li affrontano, ma il messaggio del film ci rassicura che questi presto o tardi passano; come alla fine passa anche uno dei tanti terremoti a Los Angeles. Ma….. non per questo saremo salvi, perché quel terremoto non era ancora quello più forte!!
|
|
[+] lascia un commento a anna aurora »
[ - ] lascia un commento a anna aurora »
|
|
d'accordo? |
|
fabal
|
giovedì 27 agosto 2015
|
tre ore di armonia marcia
|
|
|
|
Nove vicende riprese dai racconti di Raymond Carver in Di cosa parliamo quando parliamo d'amore.
Robert Altman riesce ad intrecciare storie diverse in un film solido e immediato, in cui la coerenza di fondo è alimentata da una mancata redenzione dei personaggi. Lo svolgimento è cadenzato, il ritmo piuttosto sostenuto dai dialoghi interminabili offerti da un cast stellare, benché le tre ore di durata siano eccessive. Bene tutti gli interpreti, ciauscuno superficiale a modo suo: particolarmente irritante Tim Robbins nei panni di un poliziotto farfallone che tradisce sistematicamente la moglie per poi tornare in famiglia a testa bassa. Da questa ipocrisia nessuno è esente, salvo forse la musicista e la moglie (Andie Mc Dowell) di un celebre showman, ma non a caso questi due personaggi sono quelli colpiti più duramente da una sceneggiatura spietata.
[+]
Nove vicende riprese dai racconti di Raymond Carver in Di cosa parliamo quando parliamo d'amore.
Robert Altman riesce ad intrecciare storie diverse in un film solido e immediato, in cui la coerenza di fondo è alimentata da una mancata redenzione dei personaggi. Lo svolgimento è cadenzato, il ritmo piuttosto sostenuto dai dialoghi interminabili offerti da un cast stellare, benché le tre ore di durata siano eccessive. Bene tutti gli interpreti, ciauscuno superficiale a modo suo: particolarmente irritante Tim Robbins nei panni di un poliziotto farfallone che tradisce sistematicamente la moglie per poi tornare in famiglia a testa bassa. Da questa ipocrisia nessuno è esente, salvo forse la musicista e la moglie (Andie Mc Dowell) di un celebre showman, ma non a caso questi due personaggi sono quelli colpiti più duramente da una sceneggiatura spietata. La prima col suicidio, la seconda con la perdita del figlio. Più il film va avanti più lo spettatore, specie se già avvezzo allo stile di Altman, si rende conto che il finale non sarà una catarsi ma un continuo accumulo di scheletri nell'armadio. Il paradosso del film è il persistere di un'armonia marcia, che nemmeno spinge le coppie alla rottura: anzi, nel finale, l'ubriacone e fragile Tom Waits ritorna dalla sua Doreen che ha da poco investito il bambino con la macchina.
I due cataclismi naturali, la piaga iniziale della mosca della frutta e la catastrofe finale, possono essere interpretati come un castigo divino o come l'ennesimo effetto di un meccanicismo sadico e calcolatore. A questo finale aperto e tragico si ispira A serious man dei fratelli Coen, che nel limbo amorale dei loro personaggi trovano più di un punto in comune con il cinema di Altman.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabal »
[ - ] lascia un commento a fabal »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
giovedì 3 settembre 2015
|
un film discreto ampiamente sopravvalutato
|
|
|
|
L’America di oggi, anzi di ieri visto che il film è del 1993 è la perfetta rappresentazione dei disagi della società civile di sempre, chiusa nei propri vizi, incapace di trovare una dimensione dove collocare le proprie virtù. E nel rappresentare un mondo che non va, o che va accettato per quello che è, forse questo il messaggio vero, Altman gioca con i difetti dei singoli, con una sorta di sovrapposizione di varia (dis)umanità. Il ritratto, impietoso, dei singoli denuncia il problema collettivo della perdita di valori, tra alcool, tradimenti, bugie e bassezze. La scelta narrativa del regista è quella di dare al film una grande linearità con un ritmo lento e privo di scossoni, anche sotto il profilo emotivo.
[+]
L’America di oggi, anzi di ieri visto che il film è del 1993 è la perfetta rappresentazione dei disagi della società civile di sempre, chiusa nei propri vizi, incapace di trovare una dimensione dove collocare le proprie virtù. E nel rappresentare un mondo che non va, o che va accettato per quello che è, forse questo il messaggio vero, Altman gioca con i difetti dei singoli, con una sorta di sovrapposizione di varia (dis)umanità. Il ritratto, impietoso, dei singoli denuncia il problema collettivo della perdita di valori, tra alcool, tradimenti, bugie e bassezze. La scelta narrativa del regista è quella di dare al film una grande linearità con un ritmo lento e privo di scossoni, anche sotto il profilo emotivo. America Oggi fa parte della storia del cinema contemporaneo per l’approccio entusiastico della critica, poi alla fine basta poco, criticare gli States e le penne voleranno sui fogli per decantare la grandezza del progetto, ma, a mio parere, si tratta di un discreto film sopravvalutato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
teardrop
|
mercoledì 28 ottobre 2015
|
gente comune alla ricerca d'amore.
|
|
|
|
I film di Robert Altman che preferisco, sono "Nashville" e "America Oggi" (Short Cuts). Forse perchè hanno in comune la struttura narrativa, costituita da svariate storie che s'intrecciano l'una con l'altra, e, entrambe costituiscono una dura critica al "sogno americano". Ma se il primo mostra la politica trasformata in un luna park, uno show, in "America Oggi" si assiste alla vita di persone che hanno in comune il fatto di vivere nella stessa città e di essere infelici.
Alternando il banale e il drammatico, Altman racconta frammenti di vita, drammi privati dei suoi antieroi, antieroi nei quali ci si può rispecchiare. Un cinico poliziotto che pensa solo a tradire la moglie, abbandona il cagnolino di casa, colpevole di abbaiare troppo.
[+]
I film di Robert Altman che preferisco, sono "Nashville" e "America Oggi" (Short Cuts). Forse perchè hanno in comune la struttura narrativa, costituita da svariate storie che s'intrecciano l'una con l'altra, e, entrambe costituiscono una dura critica al "sogno americano". Ma se il primo mostra la politica trasformata in un luna park, uno show, in "America Oggi" si assiste alla vita di persone che hanno in comune il fatto di vivere nella stessa città e di essere infelici.
Alternando il banale e il drammatico, Altman racconta frammenti di vita, drammi privati dei suoi antieroi, antieroi nei quali ci si può rispecchiare. Un cinico poliziotto che pensa solo a tradire la moglie, abbandona il cagnolino di casa, colpevole di abbaiare troppo. Una casalinga fa telefonate erotiche, mentre cambia il pannolino del suo piccolo. La vita di una coppia benestante, si fa dramma, quando il loro bambino Casey, è investito involontariamente da Doreen, cameriera di un fast food. Una cantante di night club, canta "i'm a prisoner of life" il titolo è emblematico perchè allude alla condizione dei vari protagonisti del film, perdenti alla ricerca di un esistenza migliore, schiavi di quel niente chiamato routine, "prigionieri della vita", appunto.
Il regista si è ispirato ai racconti di Raymond Carver, consegnandoci un film di persone che amano, odiano, ci mostra episodi di vita comune, individui tirano avanti nella Los Angeles degli anni novanta, per trovare uno spazio, un briciolo di fortuna, o forse, solo un po' d'amore. Altman non vuole insegnare, ci invita a seguire la vita di esistenze difficili, spesso assurde. Una raffigurazione inclemente, della natura umana, della solitudine di persone che non sanno rapportarsi con gli altri. Esemplare in questo senso, la rappresentazione di Paul, nonno di Casey, il quale si fa vivo all'ospedale, dopo molti anni di silenzio. Non si fa coinvolgere dalla sorte del bambino ma attacca bottone coi parenti di un altro ragazzino. Non capisce il dramma che vive la propria famiglia, così racconta i fatti suoi, disinteressandosi del nipotino. Paul è il centro, per lui la sola realtà degna d'attenzione, è lui stesso. Ritratti desolanti, dove a farne le spese sono i più deboli. La figlia della Jazzista, una fragile violoncellista che cerca di colmare il deserto di sentimenti nel quale è vissuta, prova invano a stabilire un rapporto con la madre, donna insensibile, disillusa, la gentile ragazza non regge il peso dell'ennesimo fallimento e si suicida. Il percorso del film ci porta pure a conoscere tre pescatori che scoprono nel fiume il cadavere di una donna, invece di avvertire la polizia, fissano il corpo alla sponda, per poter continuare a pescare e trastullarsi indisturbati. Il film termina con una scossa di terremoto che provoca una caduta di sassi, ma dà anche modo alla violenza di Jerry (Chris Penn) accumulata in anni di frustrazioni, di manifestarsi nel modo più rabbioso. Un terremoto che può essere inteso metaforicamente, non esiste sciagura, dopo la quale la vita non continui, nonostante tutto.
In "America Oggi" non c'è sogno nè allegria, uno spaccato amaro, senza speranza, della società americana. Dura tre ore, ma se entriamo nel meccanismo del film, se capiamo lo sviluppo delle storie, è inevitabile essere conquistati da quest'opera sincera, dal sapore veritiero. Straordinaria anche la sceneggiatura, perchè lega magistralmente storie, che nei racconti di Carver non hanno niente in comune.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a teardrop »
[ - ] lascia un commento a teardrop »
|
|
d'accordo? |
|
teardrop
|
mercoledì 28 ottobre 2015
|
e' l'amore che manca
|
|
|
|
I film di Robert Altman che preferisco, sono "Nashville" e "America Oggi" (Short Cuts). Forse perchè hanno in comune la struttura narrativa, costituita da svariate storie che s'intrecciano l'una con l'altra, e, entrambe costituiscono una dura critica al "sogno americano". Ma se il primo mostra la politica trasformata in un luna park, uno show, in "America Oggi" si assiste alla vita di persone che hanno in comune il fatto di vivere nella stessa città e di essere infelici.
Alternando il banale e il drammatico, Altman racconta frammenti di vita, drammi privati dei suoi antieroi, antieroi nei quali ci si può rispecchiare.
[+]
I film di Robert Altman che preferisco, sono "Nashville" e "America Oggi" (Short Cuts). Forse perchè hanno in comune la struttura narrativa, costituita da svariate storie che s'intrecciano l'una con l'altra, e, entrambe costituiscono una dura critica al "sogno americano". Ma se il primo mostra la politica trasformata in un luna park, uno show, in "America Oggi" si assiste alla vita di persone che hanno in comune il fatto di vivere nella stessa città e di essere infelici.
Alternando il banale e il drammatico, Altman racconta frammenti di vita, drammi privati dei suoi antieroi, antieroi nei quali ci si può rispecchiare. Un cinico poliziotto che pensa solo a tradire la moglie, abbandona il cagnolino di casa, colpevole di abbaiare troppo. Una casalinga fa telefonate erotiche, mentre cambia il pannolino del suo piccolo. La vita di una coppia benestante, si fa dramma, quando il loro bambino Casey, è investito involontariamente da Doreen, cameriera di un fast food. Una cantante di night club, canta "i'm a prisoner of life" il titolo è emblematico perchè allude alla condizione dei vari protagonisti del film, perdenti alla ricerca di un esistenza migliore, schiavi di quel niente chiamato routine, "prigionieri della vita", appunto.
Il regista si è ispirato ai racconti di Raymond Carver, consegnandoci un film di persone che amano, odiano, ci mostra episodi di vita comune, individui tirano avanti nella Los Angeles degli anni novanta, per trovare uno spazio, un briciolo di fortuna, o forse, solo un po' d'amore. Altman non vuole insegnare, ci invita a seguire la vita di esistenze difficili, spesso assurde. Una raffigurazione inclemente, della natura umana, della solitudine di persone che non sanno rapportarsi con la vita. Esemplare in questo senso, la rappresentazione di Paul, nonno di Casey, il quale si fa vivo all'ospedale, dopo molti anni di silenzio. Non si fa coinvolgere dalla sorte del bambino ma attacca bottone coi parenti di un altro ragazzino. Non capisce il dramma che vive la propria famiglia, così racconta i fatti suoi, disinteressandosi del nipotino. Paul è il centro, per lui la sola realtà degna d'attenzione, è lui stesso. Ritratti desolanti, dove a farne le spese sono i più deboli. La figlia della Jazzista, una fragile violoncellista che cerca di colmare il deserto di sentimenti nel quale è vissuta, prova invano a stabilire un rapporto con la madre, donna insensibile, disillusa, la gentile ragazza non regge il peso dell'ennesimo fallimento e si suicida. Il percorso del film ci porta pure a conoscere tre pescatori che scoprono nel fiume il cadavere di una donna, invece di avvertire la polizia, fissano il corpo alla sponda, per poter continuare a pescare e trastullarsi indisturbati. Il film termina con una scossa di terremoto che provoca una caduta di sassi, ma dà anche modo alla violenza di Jerry, accumulata in anni di frustrazioni, di manifestarsi nel modo più rabbioso. Un terremoto che può essere inteso metaforicamente, non esiste sciagura, dopo la quale la vita non continui, nonostante tutto.
In "America Oggi" non c'è sogno nè allegria, uno spaccato amaro, senza speranza, della società americana. Dura tre ore, ma se entriamo nel meccanismo del film, se capiamo lo sviluppo delle storie, è inevitabile essere conquistati da quest'opera sincera, dal sapore veritiero. Straordinaria anche la sceneggiatura, perchè lega magistralmente storie, che nei racconti di Carver non hanno niente in comune.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a teardrop »
[ - ] lascia un commento a teardrop »
|
|
d'accordo? |
|
|