Titolo internazionale | They Call Me Jeeg |
Anno | 2015 |
Genere | Azione, |
Produzione | Italia |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Gabriele Mainetti |
Attori | Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi Maurizio Tesei, Francesco Formichetti, Daniele Trombetti, Antonia Truppo, Salvatore Esposito, Gianluca Di Gennaro, Joel Sy, Juana Jimenez (II), Tommaso Di Carlo, Gianpaolo Crescenzio, Tamken Abdulaziz, Hassen Jamal, Luigi Mazzullo, Daniela De Vita, Marta Pinna, Jennifer Distaso, Roberto Libertini, Leandro Carano, Matteo Bianchi (II), Matteo Barbaliscia, Elisa Benigni, Nicola Guaglianone, Raffaele Crisai, Stefano Agresti, Adriano Giannini. |
Uscita | giovedì 25 febbraio 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,48 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 4 marzo 2016
Claudio Santamaria nei panni di un piccolo delinquente che diventa invulnerabile al dolore e decide di usare questo potere per la sua carriera di criminale. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 2 Nastri d'Argento, 16 candidature e vinto 7 David di Donatello, In Italia al Box Office Lo chiamavano Jeeg Robot ha incassato 5,1 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Enzo Ceccotti non è nessuno, vive a Tor Bella Monaca e sbarca il lunario con piccoli furti sperando di non essere preso. Un giorno, proprio mentre scappa dalla polizia, si tuffa nel Tevere per nascondersi e cade per errore in un barile di materiale radioattivo. Ne uscirà completamente ricoperto di non si sa cosa, barcollante e mezzo morto. In compenso il giorno dopo però si risveglia dotato di forza e resistenza sovraumane. Mentre Enzo scopre cosa gli è successo e cerca di usare i poteri per fare soldi, a Roma c'è una vera lotta per il comando, alcuni clan provenienti da fuori stanno terrorizzando la città con attentati bombaroli e un piccolo pesce intenzionato a farsi strada minaccia la vicina di casa di Enzo, figlia di un suo amico morto da poco. La ragazza ora si è aggrappata a lui ed è così fissata con la serie animata Jeeg Robot da pensare che esista davvero. Tutto sta per esplodere, tutti hanno bisogno di un eroe.
Quello tentato da Gabriele Mainetti è un superhero movie classico, con la struttura, le finalità e l'impianto dei più fulgidi esempi indipendenti statunitensi. Pensato come una "origin story" da fumetto americano degli anni '60, girato come un film d'azione moderno e contaminato da moltissima ironia che non intacca mai la serietà con cui il genere è preso di petto, Lo chiamavano Jeeg Robot si muove tra Tor Bella Monaca e lo stadio Olimpico, felice di riuscire a tradurre in italiano la mitologia dell'uomo qualunque che riceve i poteri in seguito a un incidente e che, attraverso un percorso di colpa e redenzione, matura la consapevolezza di un obbligo morale.
Il risultato è riuscito oltre ogni più rosea aspettativa, somiglia a tutto ma non è uguale a niente, si fa bello con un cast in gran forma scelto con la cura che merita ma ha anche la forza di farlo lavorare per il film e non per se stesso. Claudio Santamaria è il protagonista, outsider da tutto, un po' rintronato e selvaggio, avido, alimentato a film porno, pieno di libido ma anche dotato della dirittura morale migliore; Luca Marinelli è la sua nemesi, piccolo boss eccentrico e sopra le righe, spaventoso e sanguinario con i suoi occhi piccoli e iniettati di follia ma anche malato di immagine (ha partecipato a Buona Domenica anni fa e sogna di diventare famoso e rispettato con il crimine), l'anello di congiunzione tra la borgata di Roma e il Joker. Intorno a loro un trionfo di comprimari tra i quali spicca (per adeguatezza alla parte e physique du role) Ilenia Pastorelli.
Il duo creativo Mainetti/Guaglianone (regia e sceneggiatura) si era già fatto notare anni fa, prima mettendo in scena Lupin III con attori romani (tra cui Valerio Mastandrea nella parte principale) nel corto Basette e poi con Tiger boy (alla lontana ispirato a L'uomo tigre). I due, con la collaborazione alla sceneggiatura di Menotti, hanno così costruito un percorso creativo e tecnico originale centrato sulla forza dell'ispirazione. Ciò che nel loro primo lungometraggio emerge infatti è come le storie che assorbiamo influenzino la nostra vita, come siamo i primi a desiderare una narrazione di noi stessi. Alessia crede che Jeeg Robot esista, Enzo sa bene che non è così eppure lentamente comincia ad aderire alla sua visione senza senso per la quale è lui l'eroe, comincia a crederci e a ragionare in quella maniera. Da quando sostituisce i DVD porno con quelli della serie animata nella sua dieta mediatica inizia anche a maturare un'altra consapevolezza, dentro di lui germogliano altri concetti. Guardando un mito e assistendo alle sue storie egli stesso si "fa" personaggio.
Ma anche a un livello più immediato quello di Lo chiamavano Jeeg Robot è un trionfo di puro cinema, di scrittura, recitazione, capacità di mettere in scena e ostinazione produttiva, un lungometraggio come non se ne fanno in Italia, realizzato senza essere troppo innamorati dei film stranieri ma sapendo importare con efficacia i loro tratti migliori. Soprattutto è un'opera che si fa portatrice di una visione di cinema d'intrattenimento priva di boria e snoberia intellettuale, una boccata d'aria fresca per come afferma che il meglio di quest'arte non sta nel contenuto o nel tema ma nella forma (da cui tutto il resto discende). Nonostante un budget evidentemente inadeguato al tipo di storia Lo chiamavano Jeeg Robot è un trionfo di movimenti interni alle inquadrature, di trovate ironiche e invenzioni visive, un tour de force di montaggio creativo e fotografia ispirata (per non dire di effetti digitali a costo contenuto), tutto ciò che serve per raccontare un mito senza crederci troppo e divertendosi molto.
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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT Nel suo frigo ci sono solo budini alla crema. E per terra solo Dvd Porno. Eppure agli occhi della sua innamorata (Ilenia Pastorelli), nel ruolo di Alessia, una squilibrata, problematica, semi fumetto lei stessa oltre che fanatica del cartone Jeeg Robot d’acciaio, Enzo Il protagonista, chiamato Hiroshi Shiba (anzi, [...] Vai alla recensione »
Enzo Ceccotti è un balordo, un ladruncolo schivo e taciturno. Vive in uno squallido appartamento a Tor Bella Monaca, un quartiere periferico di Roma. Ossessionato dai dvd porno, si nutre avidamente di dessert alla vaniglia. Dopo essersi buttato nel Tevere per sfuggire alla polizia finisce dentro un fusto abbandonato e si sporca con un misterioso fluido tossico radioattivo.
Potrebbe essere e mi auguro che lo sia, il film italiano dell’anno. “Lo chiamavano Jeeg Robot” deve essere un successo e in parte già lo è stato quando è stato presentato lo scorso Ottobre al Festival del Cinema di Roma, per due motivi essenziali. Uno riguarda il coraggio di Mainetti. Si, il coraggio perché non è vero che il pubblico italiano ama [...] Vai alla recensione »
Lo Chiamavano Jeeg Robot è un film del 2015 diretto e prodotto da Gabriele Mainetti (autore anche dei cortometraggi Basette e Tiger Boy) e scritto da Nicola Guaglianone e Menotti. Il film è un omaggio al cartone animato (e manga) giapponese "Jeeg Robot" di Gō Nagai: il riferimento a Jeeg Robot è il fatto che uno dei personaggi del film, crede che il protagonista [...] Vai alla recensione »
Film più che riuscito,con una storia semplice di un ragazzo di borgata alla ricerca del lunario con furti per sopravvivere,abita in una casa squallida sporca,senza amici ma solo gente losca utile solo per vendergli ciò che ruba,quando all'improvviso per nascondersi dalla polizia si deve gettare nel Tevere e qui nel fiume più bello del mondo (scusate l'esagerazione) la fantasia,i sogni, tutto ciò [...] Vai alla recensione »
Come molti esordi, non solo sul grande schermo, il primo lungometraggio di Gabriele Mainetti – quarantenne romano con un passato d’interprete in prodotti televisivi – saccheggia a piene mani l’immaginario infantile e adolescenziale del regista, ma la rielaborazione degli spunti che ne derivano è tutto meno che banale tanto da sfociare in un curioso film d’azione [...] Vai alla recensione »
"Lo chiamavamo jeeg robot" è il film che ci risolleva, dal punto di vista morale e dal punto di vista "patriottico" (nel senso di ridare vigore al cinema italiano). Una sceneggiatura ottima che coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine, cercando di dare un quadro completo a tutta la storia (riuscendoci pienamente). Nonostante la storia sia la stereotipata trama supereroistica, anche se quasi prevedibile [...] Vai alla recensione »
Mi rivolgo in particolare a quelli come me che prima di vedere il film si sono fatti un giro fra le recensioni, bhe, vi dico che merita davvero. Ero partito molto scettico quando è uscito (25/02), non lo presi minimamente in considerazione, ma poi, tutte le persone che lo hanno visto lo hanno reputato un ottimo film, così, a due mesi esatti dall'uscita, sono andato a vederlo [...] Vai alla recensione »
Ma chi è questo Gabriele Mainetti, che mescola con bravura tanti generi diversi, che riesce a farmi ridere, commuovere, inorridire, sorprendere ed a farmi sperare che non finisca mai ,il tutto nello spazio di due ore? Ma chi sono quei tre protagonisti così bravi che non li puoi levare gli occhi di dosso e che riescono a rendermi simpatico lo stretto romanesco adoperato? Mi ricorda [...] Vai alla recensione »
Bravo Gabriele Mainetti (regista) movimento macchina e inquadrature e locations inappuntabili, bravo Claudio Santamaria (attore principale) supereroe per caso, abbastanza stralunato ma adorabile, la storia e’ giusta, che un supereroe vada in soccorso di una periferia e’ meraviglioso, diciamo troppo lungo e il finale poteva essere studiato in maniera diversa, ultima mezzora discutibile
Forse qualcosa si muove all'orizzonte del cinema italiano, che fa ben sperare per il futuro. Forse giungerà il tempo in cui smetteremo di fare commediole da due soldi o filmetti strappalacrime con il copia e incolla. Forse torneremo al tempo in cui il cinema nostrano valeva qualcosa a livello mondiale. Forse però, perchè per ora possiamo solo sussurrarlo, per paura che troppi [...] Vai alla recensione »
Molti sostengono che il cinema italiano sia soltanto cinepanettoni e storie di famiglie più o meno in crisi. Non è vero, ovviamente, ma solo se si considera anche il "piccolo" cinema. Per quanto riguarda i prodotti più accessibili, questa diventa immediatamente una verità assoluta che questo film prova a scardinare.
Con il film di Sollima (Suburra) si potrebbe dire che questo film non ha nulla in comune se non l'ambientazione a Roma e una serie di scene di estrema violenza. Rispetto a Suburra invece questo "Lo chiamavano Jeeg robot" costituisce la naturale evoluzione: di fronte ad un mondo senza speranza (la Roma di Sollima, dove l'unica speranza è la vendetta), la Roma di Mainetti [...] Vai alla recensione »
Ho letto alcuni commenti di gente disgustata da alcune scene del film ed inorridita da tanta violenza gratuita...Rispettabilissimi i commenti altrui, ma "Jeeg" è un film perfettamente riuscito in ciò che voleva rappresentare a mio parere. Era noto del resto che non fosse un film per educande. Film denuncia, attraverso una storia fantastica, del degrado urbano delle nostre periferie, della delinquenza [...] Vai alla recensione »
Ti aspetti un film incentrato sulle capacità di un "uomo" trasformato in un supereroe, invece è la scusa per raccontare i drammi di un quartiere (Torbellamonaca nello specifico), una periferia, una generazione. Personaggi probabili girano attorno all'incapacità emotiva del protagonista, chiuso tra furtarelli e porno. Un dipinto di un pezzo di Roma, girato con occhio critico, spietato, ironico.
Enzo Ceccotti è un uomo solo e in bolletta. Sbarca il lunario con piccoli furti e passa il tempo che gli resta in compagnia della sua collezione di dvd porno. Durante l’ultimo colpo, in fuga dalla polizia, cade nel Tevere e si infila in un bidone di scorie radioattive. Dopo momenti di sofferenza e tremori, Enzo si accorge di avere una forza sovraumana.
Lo chiamavano Jeeg Robot è uno di quei film che mi ha reso contento di essere andato al cinema a vederlo, contento di essere andato a spenderli quei soldi per il biglietto e soprattutto orgoglioso di poter amare il cinema italiano. L'italia deve ripartire da film come questo. Per certi aspetti semplice e umile per altri ricercato e profondo.
Ho letto un’intervista di Claudio Santamaria, il protagosista,. Lui si chiedeva: ma se un’epidemia colpisce la terra e rende tutti degli zombie, questi possono arrivare anche in Italia!!?. …come per sottolineare che l’Italia e gli italiani sembrano avere poco a che fare con storie fantastiche di supereroi, zombie e vampiri. Io mi sono sempre chiesto, perchè i superpoteri devono sempre toccare a [...] Vai alla recensione »
Una bella sorpresa. Temevo l'imitazione del solito superero americano, o peggio una commedia all'italiana adattata su una storiella da fumetti. Ma già dai primi secondi ho capito che qualcosa si era evoluto nel cinema italiano: niente apertura di scena dentro una camera da letto, ma una ripresa aerea basculante di Roma, ed il cuore mi è letteralmente scoppiato in corpo.
“Lo chiamavano Jeeg Robot” ma in realtà si chiama Enzo Ceccotti, vive a Tor Bella Monaca, sopravvive facendo piccoli furti, solitario erotomane, si nutre di porno, di budini e non ha amici. I super poteri li ha trovati per caso in fondo al biondo Tevere, scappando dalla polizia, il suo alter ego si chiama “o‘ Zingaro”, un perfido Joker, sadico allevatore di cani, [...] Vai alla recensione »
Enzo Cicotti (Claudio Santamaria) è il tipico borgataro romano, ultimo erede della tradizione pasoliniana. Vive di piccoli furti e ricettazione, ma anche svolgendo lavori ingrati per la piccola criminalità romana. Sarà l'incontro con una ragazza (Ilenia Pastorelli) e un'immersione nel Tevere, dove entra a contatto con una sostanza radioattiva, a cambiare la sua visione del mondo e a dargli una nuova [...] Vai alla recensione »
Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. Sicuramente il più insolito e sorprendente. Due temi e due scenari: da una parte, lo scenario di una società devastata, in cui il degrado della città fa da sfondo all’emarginazione e all’abiezione morale degli individui; dall’altra parte, il percorso di un piccolo malavitoso di borgata, che proprio nel degrado (i barili di inquinante radioattivo affondati [...] Vai alla recensione »
Indubbiamente "Lo chiamavano Jeeg Robot" del regista Gabriele Mainetti è un film decisamente interessante, soprattutto perché tenta l'esperimento, già magnificamente riuscito da un'altra pellicola italiana, appunto "Il ragazzo invisibile"di Gabriele Salvatores, di unire il genere fantascientifico, esclusivamente riguardante un tipo di produzione estera, soprattutto americana, ad un tipo di filmografia [...] Vai alla recensione »
Un film italiano? Davvero? Be' spettacolo. Gabriele Mainetti al suo primo lungometraggio, realizza un piccolo capolavoro di genere, ribaltando i clichè americani dei film superomistici e riuscendo in un'impresa non da poco, cucire addosso la Roma rozza e sporca ad una storia di supereroi, rimanendo coerente con se stesso ed i toni che ha ideato e creato per questo film, Lo chiamavano Jeeg Robot.
Un tamtam di giudizi positivi tra amici e conoscenti mi ha portato ieri sera a vincere il freddo, la pioggia e la pigrizia. E sono contento di aver accolto l'invito. Davvero una ventata d'aria fresca nel cinema italiano, come non si vedeva da tempo. Finalmente qualcosa di innovativo, unico nel suo , brutale, ironico, poetico. Un perfetto prequel per raccontare le origini di un super-eroe [...] Vai alla recensione »
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) ha appena rubato un orologio ed è inseguito da due poliziotti nella Roma squassata da attentati terroristici e percorsa da manifestazioni antiviolenza. Si nasconde in un casotto sotto Ponte S. Angelo e non esita a gettarsi in acqua per non essere arrestato. Quando cerca di risalire sulla banchina sfonda un bidone con scorie radioattive.
Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto. Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti [...] Vai alla recensione »
Film che in un linguaggio molto "Pulp", ma di borgata "nostrana", narra la vicenda di un solitario e taciturno ladro di Tor bella Monaca trasformato da una sostanza radioattiva presente nel Tevere (in cui è costretto a immergersi) in Supereroe forzuto e resistente agli urti /cadute. Egli viene creduto "Jeeg Robot" da una condomina, una ragazza con problemi psichici (che a casa vede solo il celebre [...] Vai alla recensione »
Premetto che Il mio commento è indipendente dal fumetto da cui è tratto, che non conosco per niente, avendo sempre avuto una spiccata repulsa per questo tipo di comics. Il film invece mi è piaciuto e, come spesso accade quando un film mi piace, è perché trovo che siano buoni o eccellenti i i più diversi ingredienti. Notevole la trama, che sta a mezza strada tra la narrazione di un Suburra-2, un Gotham [...] Vai alla recensione »
Lo chiamavano Jeeg robot: metamorfosi del protagonista con agape catartica e palingenetica. 1) La metamorfosi: analogamente a quanto avviene in natura allorché un bruco strisciante dopo la metamorfosi diviene farfalla ed acquisisce poteri nuovi, come la capacità di volare, così il protagonista, Enzo Ceccotti, piccolo delinquente della periferia romana, dopo essere entrato casualmente in contatto [...] Vai alla recensione »
Finalmente un film italiano, lontano dalla commedia o dal giallo mafioso/camorristico a cui ci stavamo quasi assuefacendo, finalmente un "supereroe" made in italy... il virgolettato nel classificare Enzo Ceccotti è quasi d'obbligo, perchè era facile, facilissimo cadere nel deja vu, nello scontato, nel classico hero usa, nella copia, ma questa pellicola va oltre.
Lo chiamavano Jeeg Robot Un film di Gabriele Mainetti , Italia 2015 A volte , quando una maschera, un fumetto, un personaggio del cinema, viene assimilato, digerito, e quindi introietteto, da parte di chi lo , insegue per tutto il tempo che ha disponibile , e nel caso dei giovani della periferia di grandi metropoli, il tempo è molto [...] Vai alla recensione »
Film abbastanza piacevole e scorrevole. Tutte cose già viste ma è buono l'adattamento degli stereotipi alla borgata romana. La sceneggiatura si svela più lentamente nelle parti iniziale e finale. Nonostante qualche scena risulti inverosimile chiudiamo un occhio anzi no, dobbiamo godere appieno della bella fotografia e del montaggio.
Faccio i miei più sinceri complimenti a Mainetti per una delle pellicole più originali e coraggiose degli ultimi anni. Hiroshi Shiba non era in realtà un supereroe classico,tuttavia con l'ausilio dei componenti riusciva a trasformarsi in uno dei robot più forti di sempre in un Manga che è rimasto leggenda. Qui il componente che rende Enzo Ceccotti invincibile [...] Vai alla recensione »
Favola più che fumetto metropolitano. Favola perché il suo mirabile personaggio centrale è Alessia, una fatina debole e malata psichicamente, ma vera super-eroina nel candore disarmante della sua bellezza e della sua follia. È una cosplay, ossia una di quelle ragazze fissate e vestite con gli abiti di eroi ed eroine da fumetto, che sono diventate un fenomeno sociale e di [...] Vai alla recensione »
Il protagonista di "Birdman" è un attore il cui rammarico è quello di essere stato osannato dalle folle soltanto perché interprete di un supereroe . E allestisce una commedia a Broadway , autofinanziandosi , per dimostrare di essere un vero attore ; a prescindere dalla maschera di "uomo-uccello". Parimenti in "Youth" di Sorrentino , un avventore della clinica svizzera , nel ruolo di un attore che [...] Vai alla recensione »
Mi sono domandato se “Lo chiamavano Jeeg robot” possieda una storia che vale la pena raccontare o, se invece il personaggio del supereroe sia soltanto un’inopportuna trasposizione cinematografica di un fumetto che, in tal modo, svilisce anche l’autonomo valore del linguaggio fumettistico. Devo ammettere che il genere non è di quelli che soddisfano il mio palato, ma essendo io onnivoro e apprezzando [...] Vai alla recensione »
Già dal titolo, "Lo Chiamavano Jeeg Robot", si intuisce che ci si troverà di fronte ad una storia fantastica e pertanto poco attinente alla realtà, e che, essendo appunto concepito come un fumetto od un cartoon, presenta allo spettatore una vicenda provvista anche di una sorta di lezione morale. Il protagonista (Claudio Santamaria) è un piccolo delinquente [...] Vai alla recensione »
Lo chiamavano Jeeg Robot è un film tra realismo e fantascienza. Da un lato, eredita tutta la tradizione del neorealismo portando sullo schermo la realtà della periferia romana fatta di ladruncoli, di piccoli boss, di sfruttatori di bambini, di spacciatori, di malavita in genere. Così come fa, a suo modo, la serie Romanzo Criminale di Stefano Sollima (lì è la banda [...] Vai alla recensione »
Il coraggio di seguire una strada nuova, imparando dai percorsi seguiti dai più grandi del 'genere' ma senza ricalcarli in carta carbone. "Lo chiamavano Jeeg Robot" è una ventata di aria fresca nel panorama cinematografico italiano, impantanato da decenni nella commediola dei cinepanettoni e degli Zalone o nel cinema d'autore più di nome che di fatto.
Una storia di delinquenza e redenzione nelle periferie romane narrata con approccio originale e nessuna remora a miscelare i generi cinematografici: tra fantasy e Suburra, tra splatter e action movie. Il tutto sorretto da buon ritmo e una prova d’attori convincente; nonché da un uso spregiudicato della macchina da presa e degli effetti speciali (a basso costo).
Dopo gli interessanti corti "Basette" e "Tiger Boy",il regista esordisce con un progetto tra i più atipici degli ultimi 20 anni(non per niente sono stati innumerevoli i rifiuti di produrlo,prima di ottenere un budget striminzito di nemmeno 2 milioni di euro).In parecchi si aspettavano una mega-trashata,ma il risultato è invece una piacevole sorpresa.
Nella Roma attuale , un ladruncolo dei bassi fondi chiamato Enzo Ceccotti fugge da due agenti di polizia che vogliono arrestarlo, ma dopo essere finito in un barile contenente delle scorie, , diventa un essere umano dotato di una forza sovraumana simile a quella di Superman , però, egli diventa un eroe allo stato puro solo quando la sua amata Alessia dipartisce [...] Vai alla recensione »
ieri sera con un certo scetticismo ho visto questa pellicola che mi incuriosiva molto. ho trovato un film che alza notevolmente l'asticella del cinema nostrano, ma conserva alcune delle sue tipiche pecche, a mio avviso la più grave è il doppiaggio. ci decidiamo a far doppiare gli attori da veri professionisti, con voci chiare e sopratutto belle? sembra cosa da poco, ma il doppiaggio [...] Vai alla recensione »
un vero film d'azione italiano. Finalmente arriva da noi un genere diverso dalle classiche commedie. Abituato ai film stranieri doppiati in italiano corrente, in questo film spesso, essendo del nord, ho fatto fatica a capire certi dialoghi. Effetti scenici ben studiati. Unico dubbio e andare allo stadio e non avere all ingresso e nelle vicinanze auto parcheggiate e gente che si sposta.
A mio avviso il film italiano dell'anno , tanta aspettativa prima di vederlo per nulla tradita . Grandissima interpretazione di marinelli , che seppur un aspetto a favore del film , oscura un po la figura del protagonista (Santamaria ) la quale risulta un pò cupa e se coerente con il copione in quanto il personaggio nella prima parte del film non è nulla che un egocentrico apatico [...] Vai alla recensione »
In un'atmosfera romana sempre cupa, anche quando c'è il sole, la storia di catarsi e riscatto di un ladruncolo che diviene un (super)eroe: perchè un eroe è chi fa qualcosa per gli altri a suo rischio quando non ne ha nessun vantaggio. Ed è una storia degli ultimi: Jeeg (sì: è Jeeg, lo conferma la maschera finale) è appunto un borgataro che vive di microcrimine; acquista i poteri sfuggendo alla polizia; [...] Vai alla recensione »
In un'atmosfera romana sempre cupa, anche quando c'è il sole, la storia di catarsi e riscatto di un ladruncolo che diviene un (super)eroe: perchè un eroe è chi fa qualcosa per gli altri a suo rischio quando non ne ha nessun vantaggio. Ed è una storia degli ultimi: Jeeg (sì: è Jeeg, lo conferma la maschera finale) è appunto un borgataro che vive di microcrimine; acquista i poteri sfuggendo alla polizia; [...] Vai alla recensione »
L'ho visto quasi casualmente ed è stata una piacevole sorpresa. Mi spiace che la musica finale che sta sui titoli di coda non sia stata inserita all'interno del film, magari durante la morte della ragazza. Davvero bella canzone. Il film è piacevole, non amo il genere suburra e la violenza delle scene e ogni tanto in sala vedevo gente coprirsi gli occhi.
Tra Batman e Superman, della DC e Spiderman e Capitan America, che ci fa un supereroe a Roma, a Tor Bella Monaca, tra palazzoni malmessi, piccoli spacciatori ed un amore impossibile per una ragazza che vive nel mondo fatato di Jeeg Robot e di un mondo immaginifico? Da oggi ci fa, perché questo film di Mainetti merita di essere preso in considerazione come uno dei più intelligenti prodotti [...] Vai alla recensione »
Claudio Santamaria è un micro delinquente della periferia romana che se ne sta per conto suo, misantropo e misogino. Inseguito dalla polizia lungo l'argine del Tevere gli capita qualcosa di straordinario. Per nascondersi s'immerge nel fiume finendo dentro un bidone di materiale radioattivo. L'indomani si rende conto di possedere super poteri. La vicina di casa, una borgatara soave e molto picchiatella, [...] Vai alla recensione »
Si chiama Enzo Ceccotti, vive a Tor Bella Monaca, vive di scippi e furtarelli, consuma in modo compulsivo budini alla vaniglia e film porno. Ed è il primo supereroe riuscito, cioè socialmente, e psicologicamente credibile, del cinema italiano dopo Il ragazzo invisibile di Salvatores. Opaco e così infarcito di buone intenzioni da risultare costruito come l'eroe di un Cuore postmoderno.
L'Italia sta attraversando un ottimo momento ispirativo. Dopo il ciclone Zalone e il meritato successo di Perfetti Sconosciuti, arriva questa opera prima di Gabriele Mainetti (segniamoci il suo nome), sorprendente per intuizioni, freschezza di idee, bravura del cast (stunt compresi). Oltretutto, su un tema del tutto «americano» come quello dei supereroi, genere nel quale, dopo il positivo il ragazzo [...] Vai alla recensione »
Da Bim bum bam a Tor Bella Monaca. Con tanto di superpoteri. C'è un percorso a ostacoli da attraversare prima di concepire un'operazione stracult come Lo chiamavano Jeeg Robot, il folgorante esordio del romano Gabriele Mainetti, che solo in pochi ricordano recitare ventenne con Elio Germano ne il cielo in una stanza di Carlo Vanzina. Anzitutto, serve crescere coi cartoni dei supereroi giapponesi, immergersi [...] Vai alla recensione »
Considerato la piaga di corruzione che infetta Roma - alludiamo al fenomeno noto come Mafia Capitale il cui Maxi Processo è in corso - un supereroe dei Sette Colli non viene male. E pazienza se a rivestirne i panni è il ladruncolo di periferia Enzo Ceccotti, un tipo triste che abita in una specie di tugurio, si nutre di schifezze e fa sesso solitario tirando a campare.