Lo chiamavano Jeeg Robot |
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Un film di Gabriele Mainetti.
Con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi.
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Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 112 min.
- Italia 2015.
- Lucky Red
uscita giovedì 25 febbraio 2016.
MYMONETRO
Lo chiamavano Jeeg Robot
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Spiderman vs Joker a Roma.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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giovedì 28 aprile 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto. Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria. Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film. I tre caratteri principali beneficiano di una recitazione ottima e di un comparto dialoghi efficiente, guadagnandone in solidità e credibilità. Il risultato è un film ben girato che, grazie alla consapevolezza dei propri mezzi, non sfigura di fronte ai colossi dal budget stellare. Inoltre, anche se con un ritmo non sempre costante, riesce a riempire benissimo le due ore della visione. Ma forse non è il capolavoro tanto decantato. Attorno a questa pellicola si è creata un'aura di esaltazione tutta particolare. Ed è giusto andare fieri del lavoro di Mainetti, perché si inserisce in quella new wave utile al cinema nostrano per togliersi dalle secche nelle quali è incagliato da troppo tempo. Però, a uno sguardo disincantato, appare evidente come la narrazione rimanga imprigionata nelle strettissime maglie che il genere le impone. Questo, in un periodo sovraffollato di super eroi come quello che stiamo vivendo, per me rimane un limite.
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