Lo chiamavano Jeeg Robot |
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Un film di Gabriele Mainetti.
Con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi.
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Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 112 min.
- Italia 2015.
- Lucky Red
uscita giovedì 25 febbraio 2016.
MYMONETRO
Lo chiamavano Jeeg Robot
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Mai Banale, si aprono nuovi mondidi Vicio1974Feedback: 100 |
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domenica 20 marzo 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Finalmente un film italiano, lontano dalla commedia o dal giallo mafioso/camorristico a cui ci stavamo quasi assuefacendo, finalmente un "supereroe" made in italy... il virgolettato nel classificare Enzo Ceccotti è quasi d'obbligo, perchè era facile, facilissimo cadere nel deja vu, nello scontato, nel classico hero usa, nella copia, ma questa pellicola va oltre... vi siete mai chiesti come sarebbe spiderman a milano? thor a bari? Bene questo capolavoro ci prova e ci riesce, regalandoci un eroe tutto italiano, con i suoi pregi e suoi difetti, calato in una realtà romana di malavita e loschi affari. Non mancano i colpi di scena, ed il cattivo di turno, il finale è il classico epilogo di un grande film che parla di un eroe prima e di un superoe dopo. Come le grandi opere, anche "lo chiamavano jeeg robot" lascia spazio quasi certamente ad una seconda parte, un sequel che speriamo sia all'altezza di questo favoloso debutto. Amore, droga e voglia di riscatto si mescolando in un cocktail che vi terrà incollati allo schermo, la storia di un uomo che combattuto e logorato dalla miseria e la disperazione, situazione tragicamente attuale, non ha altra soluzione che chiedere risposte alla malavita, compiendo quindi scelte sbagliate, ma quasi logiche per un uomo costretto a rubare e rapinare. Ultimo aspetto che mi va di sottolineare è certamente la possibilità che si apre per il cinema italiano di sfruttare anche la possibilità di creare eroi tutti italiani, con la logica conseguenza che un'operazione del genere si porterebbe dietro a livello editoriale (fumetti e libri) e soprattutto di gadget. Insomma una bella boccata d'ossigeno per il cinema italiano che comincia finalmente a guardare negli occhi i megacolossal d'oltreoceano.
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