esco_nonesco
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domenica 7 aprile 2024
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pop quiz: conosci enzo ceccotti?
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Pop quiz: elenca i primi 5 supereroi che ti vengono in mente. Capitan America, Hulk, Thor, Flash e Enzo Ceccotti. Come sarebbe a dire, non conosco Ceccotti? Probabilmente lo ricorderai come Jeeg Robot. Neanche? L’Hiroshi di Trastevere? Niente. Allora devi vedere questo film. Enzo, quarantenne romano proveniente dai bassifondi, entra quasi per caso nell’Olimpo dei supereroi, così come questo film è entrato di diritto nella cerchia ristretta dei film italiani contemporanei memorabili. La pellicola di Gabriele Mainetti è stata fedele all’iter ascensionale del proprio protagonista. In seguito ad una prima stesura, Mainetti è stato respinto dalle maggiori case produttrici italiane.
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Pop quiz: elenca i primi 5 supereroi che ti vengono in mente. Capitan America, Hulk, Thor, Flash e Enzo Ceccotti. Come sarebbe a dire, non conosco Ceccotti? Probabilmente lo ricorderai come Jeeg Robot. Neanche? L’Hiroshi di Trastevere? Niente. Allora devi vedere questo film. Enzo, quarantenne romano proveniente dai bassifondi, entra quasi per caso nell’Olimpo dei supereroi, così come questo film è entrato di diritto nella cerchia ristretta dei film italiani contemporanei memorabili. La pellicola di Gabriele Mainetti è stata fedele all’iter ascensionale del proprio protagonista. In seguito ad una prima stesura, Mainetti è stato respinto dalle maggiori case produttrici italiane. L’idea di un supereroistico made in Italy sembrava utopistica, folle, rischiosa. Andarsi a confrontare con un genere tutt’altro che nostrano, “sfidando” il colosso americano e mantenendo un’identità nazionale, suonava fallimentare. Perché riadattare una dinamica vista e rivista? Come farlo, evitando di (s)cadere nei cliché e negli stereotipi? Scrivendo una sceneggiatura brillante, impeccabile, asciutta ma ricca di sottotesti, sfumature, parole scelte col calibro. Girando il film in un perfetto equilibrio fra “Pulp Fiction” e un videogioco giapponese, giocando sui colpi di scena e su un ritmo così incalzante da far volare 120 minuti. Scegliendo un cast di livello e dando modo di portare in scena la propria italianità. Ecco che quello che poteva in prima battuta sembrare un enorme ostacolo, diventa un incommensurabile valore aggiunto. Un film personale, nel quale è impossibile non perdersi, fra un sorriso e una lacrima. Privo di pietismi o di frasi fatte, suscita emozioni ambivalenti, grazie alla fusione fra testo e musica. Una menzione speciale va infatti alla colonna sonora, anch’essa orgogliosamente italiana, che fin da “Un’emozione da poco” dichiara apertamente il proprio ruolo catartico. Il Deejay? Lo Zingaro di Marinelli, che a più riprese ci obbliga ad ascoltare quella che è a tutti gli effetti la colonna sonora della sua vita. Ed ecco che si aggiunge un prezioso espediente narrativo: la colonna sonora non è esterna alla vicenda ma è presente non soltanto al pubblico ma anche ai personaggi. Parlando del cast: Santamaria e Marinelli, sono due facce della stessa medaglia, così diversi eppure potenzialmente così simili. La dicotomia bene-male pugnala lo spettatore a tradimento, presentandosi inizialmente offuscata, sfumata, flebile, e mostrandosi poi decisa e netta verso la conclusione. Enzo, un “eroe” solitario, abitudinario, che ha chiuso il mondo fuori dal proprio cuore, e che soltanto aprendo uno spiraglio e lasciandosi toccare nel profondo riesce davvero a costruirsi e a diventare quello che, fin dai primi minuti di pellicola, ci è stato mostrato in potenza. Fabio, lo Zingaro, vittima dell’italianità media, delle aspirazioni artistiche di una folla di volti grigi, del bisogno spasmodico di essere ricordato, ammirato, temuto. Sofferente, invidioso, imprevedibile e rabbioso, niente ha da invidiare ai celeberrimi cattivi della Marvel. Ha molto da insegnare invece Luca Marinelli, che con la propria interpretazione di lucida follia si è guadagnato una meritata consacrazione internazionale. Ultima, ma non per importanza, Ilenia Pastorelli, Alessia, la coscienza, la voce femminile necessaria in questo film. Questo film è limitato da qualsiasi tentativo di definizione. Molto più di un film d’azione, di un thriller, di un film drammatico o fantascientifico.
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biscotto51
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mercoledì 8 settembre 2021
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peccato per il romanesco
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Un film da 5 stelle, peccato che sia parlato inn romanesco, per cui si perde almeno la metà dei dialoghi. Era tanto difficile mettere i sottotitoli inh italiano?
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fabrizio friuli
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martedì 3 agosto 2021
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una manna dal cielo per la cinematografia italiana
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Nella Roma attuale , un ladruncolo dei bassi fondi chiamato Enzo Ceccotti fugge da due agenti di polizia che vogliono arrestarlo, ma dopo essere finito in un barile contenente delle scorie, , diventa un essere umano dotato di una forza sovraumana simile a quella di Superman , però, egli diventa un eroe allo stato puro solo quando la sua amata Alessia dipartisce sotto il suo sguardo , abbandonando l'idea di usare i suoi poteri per fini abietti ( ovvero i furti e giù di lì ) , ma quando c'è un eroe c'è anche un cattivo da sconfiggere , ed il suo antagonista è lo psicopatico Zingaro.
Oltre ad essere un film italiano differente dal solito ( per fortuna ) il suo protagonista non è un genio miliardario playboy e filantropo , non è un giustiziere notturno come un pipistrello , non è un giovane imbranato americano che diventa un eroe grazie al morso di un aracnide e non proviene neppure da un altro pianeta, bensì egli è un furfante dei bassifondi romani che diventa un vero eroe senza mantello e senza mezzi particolari, grazie ald un amore perduto, che gli permette di imboccare una strada migliore, ed oltre al protagonista principale è lecito doversi soffermare sia sulla protagonista femminile: una ragazza problematica ma buona di nome Alessia che, pur non essendo bella possiede una grande importanza , facendo diventare Enzo Ceccotti un eroe come Hiroshi Shiba , che sul cattivo della storia : Fabio Cannizzaro detto Lo Zingaro , un mafioso romano megalomane e squilibrato che ricalca il Joker di Heath Ledger .
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Nella Roma attuale , un ladruncolo dei bassi fondi chiamato Enzo Ceccotti fugge da due agenti di polizia che vogliono arrestarlo, ma dopo essere finito in un barile contenente delle scorie, , diventa un essere umano dotato di una forza sovraumana simile a quella di Superman , però, egli diventa un eroe allo stato puro solo quando la sua amata Alessia dipartisce sotto il suo sguardo , abbandonando l'idea di usare i suoi poteri per fini abietti ( ovvero i furti e giù di lì ) , ma quando c'è un eroe c'è anche un cattivo da sconfiggere , ed il suo antagonista è lo psicopatico Zingaro.
Oltre ad essere un film italiano differente dal solito ( per fortuna ) il suo protagonista non è un genio miliardario playboy e filantropo , non è un giustiziere notturno come un pipistrello , non è un giovane imbranato americano che diventa un eroe grazie al morso di un aracnide e non proviene neppure da un altro pianeta, bensì egli è un furfante dei bassifondi romani che diventa un vero eroe senza mantello e senza mezzi particolari, grazie ald un amore perduto, che gli permette di imboccare una strada migliore, ed oltre al protagonista principale è lecito doversi soffermare sia sulla protagonista femminile: una ragazza problematica ma buona di nome Alessia che, pur non essendo bella possiede una grande importanza , facendo diventare Enzo Ceccotti un eroe come Hiroshi Shiba , che sul cattivo della storia : Fabio Cannizzaro detto Lo Zingaro , un mafioso romano megalomane e squilibrato che ricalca il Joker di Heath Ledger . Tale meraviglia cinematografica vanta una sceneggiatura perfetta , esattamente come la regia di Gabriele Mainetti che ha generato un film rivoluzionario e utile per la cinematografia italiana che ha bisogno di essere risollevata dal decadimento attuale, inoltre , sono presenti degli attoroni sbalordivi, specialmente Luca Marinelli , che ha impersonato un cattivo iconico quasi quanto il Joker di Chistopher Nolan , sebbene la sua interpretazione sia ispirata all'attore che ha interpretato Buffalo Bill nel lungometraggio intitolato IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI ( Ted Levine ) . Per chiudere in bellezza: qualsiasi regista italiano alle prime armi dovrebbe avere Gabriele Mainetti come modello di riferimento e cercare di offrire nuove idee per il cinema italiano, perché le idee nuove vanno generate ed anche supportate , esattamente come il film in questione: LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT.
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domenica 25 ottobre 2020
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gli occhi di luca
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Il commento è bello e preciso,ma dire che Luca Marinelli ha gli occhi piccoli forse non ci sta.sono sfolgoranti di azzurro perfido.
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sandokan1967
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lunedì 7 settembre 2020
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jeeg robot ...non portateci i bambini
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La commissione di censura composta tra l altro da psicologi dell eta' evolutiva e' da sempre in Italia un gruppo di ridicoli personaggi che valutano un film a seconda di come si alzano al mattino.E' vero che un genitore prima di portare un minore al cinema dovrebbe informarsi visto che i canali d' informazione esistono.My movies e' uno di questi.
Sta' di fatto che giudicare un film,tra l altro molto interessante,come Lo Chiamavano Jeeg Robot e' un atto vergognoso,teoricamnte il film puo' essere visto da un bambino di 8 anni.
Merito a regista e attori per un opera assolutamente originale nel noioso panorama cinematografico italiano.Nessuno vuole tornare ai cupi periodi del rogo censorio ma non penso sia per tutti un film dove sfondano il cranio
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La commissione di censura composta tra l altro da psicologi dell eta' evolutiva e' da sempre in Italia un gruppo di ridicoli personaggi che valutano un film a seconda di come si alzano al mattino.E' vero che un genitore prima di portare un minore al cinema dovrebbe informarsi visto che i canali d' informazione esistono.My movies e' uno di questi.
Sta' di fatto che giudicare un film,tra l altro molto interessante,come Lo Chiamavano Jeeg Robot e' un atto vergognoso,teoricamnte il film puo' essere visto da un bambino di 8 anni.
Merito a regista e attori per un opera assolutamente originale nel noioso panorama cinematografico italiano.Nessuno vuole tornare ai cupi periodi del rogo censorio ma non penso sia per tutti un film dove sfondano il cranio con un cellulare o dove un uomo viene sbranato da cani e via dicendo
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la nera
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sabato 1 agosto 2020
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abbastanza
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technesya
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lunedì 25 maggio 2020
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cagata galattica
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Probabilmente il più brutto film del dopoguerra, se non riconoscessimo una certa perizia nella recitazione che impedisce il collasso assoluto. Storia senza il minimo interesse e senza il minimo mordente, assolutamente incapace a farsi credere, anzi che si dipana per strati successivi di straniamento. Pateracchio low-cost senza la minima potenzialità edificante o anche solo educativa, ma nemmeno intrattenitiva. Feticcio masturbatorio per esaltati del centr'Italia anche perché molto difficilmente comprensibile per altri, essendo recitato in un romanaccio biscicato. Sconcertante e inspiegabile il suo successo, se non col generale azzeramento di coscienze e cervelli.
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franzone
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domenica 24 novembre 2019
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carino
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Un film carino e poco più
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oscar77
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mercoledì 9 ottobre 2019
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una sorpresa riuscita a metà
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ieri sera con un certo scetticismo ho visto questa pellicola che mi incuriosiva molto. ho trovato un film che alza notevolmente l'asticella del cinema nostrano, ma conserva alcune delle sue tipiche pecche, a mio avviso la più grave è il doppiaggio. ci decidiamo a far doppiare gli attori da veri professionisti, con voci chiare e sopratutto belle? sembra cosa da poco, ma il doppiaggio è importantissimo! altro difetto che però emerge a tratti, in alcune sequenze il fi film sembra realizzato per la televisione, semplicemente scialbo, come colori e situazioni. per fortuna questo accade solo in poche sequenze.
passando ai (tanti) pregi, la maggior parte delle inquadrature e dell'ambientazione è azzeccata e regala un'atmosfera oscura,merito anche di una fotografia nel complesso ben curata.
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ieri sera con un certo scetticismo ho visto questa pellicola che mi incuriosiva molto. ho trovato un film che alza notevolmente l'asticella del cinema nostrano, ma conserva alcune delle sue tipiche pecche, a mio avviso la più grave è il doppiaggio. ci decidiamo a far doppiare gli attori da veri professionisti, con voci chiare e sopratutto belle? sembra cosa da poco, ma il doppiaggio è importantissimo! altro difetto che però emerge a tratti, in alcune sequenze il fi film sembra realizzato per la televisione, semplicemente scialbo, come colori e situazioni. per fortuna questo accade solo in poche sequenze.
passando ai (tanti) pregi, la maggior parte delle inquadrature e dell'ambientazione è azzeccata e regala un'atmosfera oscura,merito anche di una fotografia nel complesso ben curata. altro elemento importante è il commento musicale,a tratti favoloso. gli attori sono veri professionisti (ma appunto il doppiaggio non rende loro giustizia), la trama, anche se sà di "già visto" è corposa, dinamica e con un grado di crudezza e violenza che gli antagonisti Americani si sognano! le citazioni da altri film sono evidenti, il protagonista e la ragazza, non possono non ricordare il film "Leòn" di Lùc Besson , il cattivo di turno è un Joker all'italiana , ma perfetto e davvero da brivido! rimandi anche a "Gomorra" e in definitiva, a parte qualche difetto, il film è un buono ma poteva essere ottimo! cnsiglio comunque di vederlo almeno una volta.
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kalm
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giovedì 9 maggio 2019
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appena sufficiente
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Scrivo la mia prima recensione. Questo è un film appena sufficiente,sopravvalutato,mi meraviglio di tutti i premi che ha vinto,decisamente meglio il film Suburra uscito lo stesso anno ma penalizzato e non premiato come questo Lo chiamavano Jeeg robot. Trama banale,noioso,ho fatto fatica a finirlo di vedere,mi aspettavo di meglio ma sono rimasto molto deluso. Claudio Santamaria non adatto alla parte,del film si ricorda di più il cattivo Luca Marinelli nella parte del pazzo-schizzato,bravina la bellissima Ilenia Pastorelli nei ruoli di una simpatica pazzerella. Del film salvo solo la scena dell omicidio con lo smartphone,del bancomat tirato via e portato a mano e la testa del cattivo sul ponte alla fine del film.
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Scrivo la mia prima recensione. Questo è un film appena sufficiente,sopravvalutato,mi meraviglio di tutti i premi che ha vinto,decisamente meglio il film Suburra uscito lo stesso anno ma penalizzato e non premiato come questo Lo chiamavano Jeeg robot. Trama banale,noioso,ho fatto fatica a finirlo di vedere,mi aspettavo di meglio ma sono rimasto molto deluso. Claudio Santamaria non adatto alla parte,del film si ricorda di più il cattivo Luca Marinelli nella parte del pazzo-schizzato,bravina la bellissima Ilenia Pastorelli nei ruoli di una simpatica pazzerella. Del film salvo solo la scena dell omicidio con lo smartphone,del bancomat tirato via e portato a mano e la testa del cattivo sul ponte alla fine del film. Per il resto un film che non lascia nulla,voto 2 stelle
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