poldino
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sabato 30 aprile 2016
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supereroe all'italiana
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Gabriele Mainetti al suo esordio come regista di lungometraggi, gira un film quasi impensabile per l'Italia. Abituati alle commedie volgari e insulse (tranne qualche eccezione) che spopolano sul grande schermo, vedere un film su un supereroe che mescola generi diversi come la fantascienza (poca) e l'azione (tanta), stupisce. Certo, non tutto funziona come dovrebbe, però il film si guarda con piacere e le due ore abbondanti(forse eccessive) volano via velocemente. La trama può essere sintetizzata così: Enzo Ceccotti entra in contatto con una sostanza radioattiva. A causa di un incidente scopre di avere un forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente.
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Gabriele Mainetti al suo esordio come regista di lungometraggi, gira un film quasi impensabile per l'Italia. Abituati alle commedie volgari e insulse (tranne qualche eccezione) che spopolano sul grande schermo, vedere un film su un supereroe che mescola generi diversi come la fantascienza (poca) e l'azione (tanta), stupisce. Certo, non tutto funziona come dovrebbe, però il film si guarda con piacere e le due ore abbondanti(forse eccessive) volano via velocemente. La trama può essere sintetizzata così: Enzo Ceccotti entra in contatto con una sostanza radioattiva. A causa di un incidente scopre di avere un forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia quando incontra Alessia, convinta che lui sia l'eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d'acciaio. Essendo un po' troppo violento, probabilmente, non è un film adatto a tutti.
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khaleb83
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venerdì 29 aprile 2016
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inaspettato
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Molti sostengono che il cinema italiano sia soltanto cinepanettoni e storie di famiglie più o meno in crisi. Non è vero, ovviamente, ma solo se si considera anche il "piccolo" cinema. Per quanto riguarda i prodotti più accessibili, questa diventa immediatamente una verità assoluta che questo film prova a scardinare.
Non è facile prendere un genere che è prettamente statunitense e contestualizzarlo non solo in una generica Italia, ma radicandolo in qualcosa di caratteristico come le borgate romane. In questo il film ha pienamente successo.
Non è facile ritrarre supereroi e supercriminali che parlano con accento romanesco e mantenerli credibili.
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Molti sostengono che il cinema italiano sia soltanto cinepanettoni e storie di famiglie più o meno in crisi. Non è vero, ovviamente, ma solo se si considera anche il "piccolo" cinema. Per quanto riguarda i prodotti più accessibili, questa diventa immediatamente una verità assoluta che questo film prova a scardinare.
Non è facile prendere un genere che è prettamente statunitense e contestualizzarlo non solo in una generica Italia, ma radicandolo in qualcosa di caratteristico come le borgate romane. In questo il film ha pienamente successo.
Non è facile ritrarre supereroi e supercriminali che parlano con accento romanesco e mantenerli credibili. Anche qui il film ha successo, in particolar modo per la seconda parte: senza volerne a Santamaria, che affronta un ruolo che vola troppo basso per poter rimanere memorabile e non per mancanza ma proprio per sua natura, impallidisce dinanzi a Marinelli, forse uno dei pochi attori italiani in grado di rimanere credibili anche andando sopra le righe.
Non è facile giocare con gli stereotipi di un genere senza rimanerne vittima; questo forse è il punto più vulnerabile del film, che viene quasi costantemente dominato da un tocco unico che però, nel finale, non si riesce a portare fino in fondo, scadendo in quella che si potrebbe probabilmente ritenere una fine obbligata, ma che con un po' di coraggio in più probabilmente poteva continuare a tenere il film sui toni che ha durante tutto il resto della pellicola. Un'occasione mancata sicuramente, ma che non inficia la qualità di un lavoro decisamente ottimo.
Non si può parlare di rivoluzione del panorama cinematografico italiano, è ovvio, ma è sicuramente la dimostrazione che fare qualcosa di differente anche in grosse distribuzioni è possibile.
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catcarlo
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venerdì 29 aprile 2016
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(super-)eroe per caso
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Come molti esordi, non solo sul grande schermo, il primo lungometraggio di Gabriele Mainetti – quarantenne romano con un passato d’interprete in prodotti televisivi – saccheggia a piene mani l’immaginario infantile e adolescenziale del regista, ma la rielaborazione degli spunti che ne derivano è tutto meno che banale tanto da sfociare in un curioso film d’azione che mischia Gomorra e Gotham City mantenendosi in brillante equilibrio anche là dove parrebbe impossibile. Enzo è un delinquente di mezza tacca con una predilezione per il porno: un bagno radioattivo lo dota di superpoteri, ma non lo smuove da una certa misantropia. La scossa arriva dal doversi in qualche modo occupare della bambina non cresciuta Alessia che ha la fissa dei cartoni animati giapponesi e dal contrasto con la banda dello Zingaro che vuole prendere il controllo di Tor Bella Monaca sfidando i rischi di uno scontro con le propaggini della camorra.
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Come molti esordi, non solo sul grande schermo, il primo lungometraggio di Gabriele Mainetti – quarantenne romano con un passato d’interprete in prodotti televisivi – saccheggia a piene mani l’immaginario infantile e adolescenziale del regista, ma la rielaborazione degli spunti che ne derivano è tutto meno che banale tanto da sfociare in un curioso film d’azione che mischia Gomorra e Gotham City mantenendosi in brillante equilibrio anche là dove parrebbe impossibile. Enzo è un delinquente di mezza tacca con una predilezione per il porno: un bagno radioattivo lo dota di superpoteri, ma non lo smuove da una certa misantropia. La scossa arriva dal doversi in qualche modo occupare della bambina non cresciuta Alessia che ha la fissa dei cartoni animati giapponesi e dal contrasto con la banda dello Zingaro che vuole prendere il controllo di Tor Bella Monaca sfidando i rischi di uno scontro con le propaggini della camorra. Eroe quantomai riluttante, Enzo accetta di porsi al centro della scena solo in un finale che lascia un po’ di amaro in bocca apparendo in parte un corpo estraneo in un lavoro che trova altrove i suoi momenti migliori: assai più efficace risulta l’osservazione ravvicinata dei personaggi e del vuoto pneumatico delle loro esistenze in quella sorta di non luogo che è l’anonima periferia romana, dove per sognare non resta altro che un luna-park male in arnese (un tocco di Fellini non stona mai). Peraltro ciò non significa che ci sia un desiderio di fotografare l’esistente, vista l’accentuata caratterizzazione di situazioni e figure in una vicenda percorsa da una violenza morbosamente endemica che si esplicita all’improvviso in scoppi dagli inequivocabili tratti tarantiniani: la sceneggiatura di Nicola Guaglianone procede con bella scioltezza, perdendosi solo quando si deve allontanare da tale tracciato, vedi la conclusione or ora citata, mentre sui dialoghi si poteva fare di meglio. Simili caratteristiche chiariscono che non si tratta di un’avventura di supereroi all’amatriciana, come potrebbero far pensare molte presentazioni, ed è preferibile non portarci i bambini: le scene esplicite non mancano e il (quasi) puro intrattenimento che deriva dalle due ore scarse di visione è comunque riservato a un pubblico adulto. Benché coinvolto, è difficile che lo spettatore riesca a evitare il gioco a rimpiattino con le citazioni, non tanto quelle riferite agli eroi con vari gradi di mascheramento facenti capo a Marvel e dintorni (non pare però un caso che le più evidenti siano per i tormentati alla stregua di Batman e Mad Max), ma grazie a un sistema di riferimenti che strilla ‘anni Ottanta’ a pieni polmoni. Dal decennio che ha visto crescere il regista ecco allora i richiami alla serie di cui al titolo e consimili mischiati a una volgarità da televisione che si incarna soprattutto nello Zingaro, con la sua comparsata a ‘Buona domenica’ e le sue reinterpretazioni ad alto contenuto trash di vecchie hit di pessimo gusto (avevo rimosso Un’Emozione Da Poco e adesso chi se la scorda?). Nei suoi panni, Luca Marinelli dà vita con bravura a un perfido che riecheggia il Joker e funziona proprio andando sopra le righe: l’antitesi, perfino caratteriale, di un protagonista introverso e vagamente stordito del quale Santamaria sa rendere con efficacia gli impacci nel suo nuovo ruolo, oltre che nella vita e nel rapporto con l’immatura Alessia ben interpretata dall’esordiente Ilenia Pastorelli - una che, tanto per chiudere il cerchio, viene dal Grande Fratello. I tre attori hanno vinto un David che pare davvero meritato, sebbene il romanesco biascicato faccia a volte perdere alcune battute, e lo stesso vale per Mainetti, che ha inoltre composto la colonna sonora originale, perché firma un’opera che viaggia fuori dai consueti schemi del cinema nazionale, puntando alle viscere invece che al cervello e riuscendo a vincere la scommessa là dove altri - seppur plurideorati – sono stati più o meno gloriosamente sconfitti.
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iuriv
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giovedì 28 aprile 2016
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spiderman vs joker a roma.
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Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto.
Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria.
Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film.
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Con i titoli in giapponese e l'ambientazione romana, Mainetti cerca di estrapolare la figura del supereroe dallo stile americano e di immaginarlo nel nostro contesto.
Ci riesce, anche se è difficile non pensare al Peter Parker proposto da Raimi, quando l'eroe conquista i poteri e ne conosce le possibilità. Così come l'ironia esuberante e la folle crudeltà dello zingaro Fabio, richiamano i tratti del Joker portati in scena da Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di nolaniana memoria.
Clichè inevitabili che il regista smussa attraverso il suo personaggio salvifico. Invece della bellona o del vecchio saggio, Mainetti offre al pubblico una ragazza disagiata chiusa in un mondo immaginario. La sua innocenza e una sensualità femminile della quale è inconsapevole, turbano il protagonista andando a costruire un rapporto complesso che è, probabilmente, l'aspetto più interessante del film.
I tre caratteri principali beneficiano di una recitazione ottima e di un comparto dialoghi efficiente, guadagnandone in solidità e credibilità.
Il risultato è un film ben girato che, grazie alla consapevolezza dei propri mezzi, non sfigura di fronte ai colossi dal budget stellare. Inoltre, anche se con un ritmo non sempre costante, riesce a riempire benissimo le due ore della visione.
Ma forse non è il capolavoro tanto decantato. Attorno a questa pellicola si è creata un'aura di esaltazione tutta particolare. Ed è giusto andare fieri del lavoro di Mainetti, perché si inserisce in quella new wave utile al cinema nostrano per togliersi dalle secche nelle quali è incagliato da troppo tempo.
Però, a uno sguardo disincantato, appare evidente come la narrazione rimanga imprigionata nelle strettissime maglie che il genere le impone. Questo, in un periodo sovraffollato di super eroi come quello che stiamo vivendo, per me rimane un limite.
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giorgiolaporta
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giovedì 28 aprile 2016
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una speranza per il cinema italiano
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L'ho visto quasi casualmente ed è stata una piacevole sorpresa. Mi spiace che la musica finale che sta sui titoli di coda non sia stata inserita all'interno del film, magari durante la morte della ragazza. Davvero bella canzone. Il film è piacevole, non amo il genere suburra e la violenza delle scene e ogni tanto in sala vedevo gente coprirsi gli occhi. Non so se il romanesco così forte sia comprensibile in tutta italia e mi dispiacerebbe se in alcune sale dovesse andare coi sottotitoli. Non immagino poi cosa avverrebbe con il doppiaggio in altre lingue. Non era il caso di farlo direttamente in italiano? Nel complesso però un buon lavoro, finalmente un bel film made in italy.
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pier delmonte
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giovedì 28 aprile 2016
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complimenti
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Bravo Gabriele Mainetti (regista) movimento macchina e inquadrature e locations inappuntabili, bravo Claudio Santamaria (attore principale) supereroe per caso, abbastanza stralunato ma adorabile, la storia e’ giusta, che un supereroe vada in soccorso di una periferia e’ meraviglioso, diciamo troppo lungo e il finale poteva essere studiato in maniera diversa, ultima mezzora discutibile
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flavia
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mercoledì 27 aprile 2016
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film pessimo, spinto da fanatismo collettivo
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Come si possa dare ad un film pessimo 4 e 5 stelle, con questa esaltazione quasi fanatica di molti commenti qui sinceramente e' un mistero. Film noioso, con il solito degrado urbano del peggio del peggio coatto, recitazione nulla, giusto il cattivo migliore degli altri, per il resto attori sconosciuti che in realta non recitano.
La tanto esaltata Pastorelli non e' che ha recitato, chi se la ricorda sul grande fratello, lei parla ed e' cosi' coatta naturalmente. Santamaria dice 20 parole in tutto il film, inespressivo.
Per il resto film mediocre anche vedendo le facce di chi lo ha visto all'uscita. Hanno provato a riproporlo al cinema dopo i premi ma e' durato una settimana gia' tolto, un film che e' impronibile, fra pochi mesi nessuno se ne ricordera.
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Come si possa dare ad un film pessimo 4 e 5 stelle, con questa esaltazione quasi fanatica di molti commenti qui sinceramente e' un mistero. Film noioso, con il solito degrado urbano del peggio del peggio coatto, recitazione nulla, giusto il cattivo migliore degli altri, per il resto attori sconosciuti che in realta non recitano.
La tanto esaltata Pastorelli non e' che ha recitato, chi se la ricorda sul grande fratello, lei parla ed e' cosi' coatta naturalmente. Santamaria dice 20 parole in tutto il film, inespressivo.
Per il resto film mediocre anche vedendo le facce di chi lo ha visto all'uscita. Hanno provato a riproporlo al cinema dopo i premi ma e' durato una settimana gia' tolto, un film che e' impronibile, fra pochi mesi nessuno se ne ricordera. La mia idea forse ha fatto preso su un pubblico romano, che esalta l'essere coatti e che si rispecchia in persone vuote senza cervello e che la loro ispirazione e' drogarsi, parlare come il monnezza e vedere film porno, altrimenti e' inspiegabile, a meno che non ci sia stata una spinta artificiosa a base di soldi della distribuzione. Dare 2 stelle a questo film e' pure troppo. Perfetti sconosciuti rispetto a questo e' da 12 stelle.
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(di robbyreggy)
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bizantino73
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mercoledì 27 aprile 2016
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un noir? un fantasy?un manga? no un grande film.
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Ma chi è questo Gabriele Mainetti, che mescola con bravura tanti generi diversi, che riesce a farmi ridere, commuovere, inorridire, sorprendere ed a farmi sperare che non finisca mai ,il tutto nello spazio di due ore? Ma chi sono quei tre protagonisti così bravi che non li puoi levare gli occhi di dosso e che riescono a rendermi simpatico lo stretto romanesco adoperato? Mi ricorda i fratelli Coen (Fargo) ma non sono loro; mi ricorda Tarantino ma non è lui.E' più di una sorpresa positiva. E' la consapevolezza che non c'è alcun bisogno di questi mostri sacri (l'ultimo Tarantino fra l'altro era una grande bufala) perchè gli autori (Autori) li abbiamo qui.
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Ma chi è questo Gabriele Mainetti, che mescola con bravura tanti generi diversi, che riesce a farmi ridere, commuovere, inorridire, sorprendere ed a farmi sperare che non finisca mai ,il tutto nello spazio di due ore? Ma chi sono quei tre protagonisti così bravi che non li puoi levare gli occhi di dosso e che riescono a rendermi simpatico lo stretto romanesco adoperato? Mi ricorda i fratelli Coen (Fargo) ma non sono loro; mi ricorda Tarantino ma non è lui.E' più di una sorpresa positiva. E' la consapevolezza che non c'è alcun bisogno di questi mostri sacri (l'ultimo Tarantino fra l'altro era una grande bufala) perchè gli autori (Autori) li abbiamo qui.Un grande film, un magnifico film.Il migliore di questa stagione. Ai commentatori disillusi dico solo: andate a vedere Hardcore o Kungfu Panda 3. Questi si li apprezzerete. Un solo appunto alla commissione di censura. I genitori che hanno portato bambini di 9-10 anni a vedere questo film e che hanno protestato hanno tutte le ragioni. Ingannati dal titolo e dal falso contenuto si sono sorbiti violenze, dialoghi, amplessi in libertà. Ma che fa la commissione di censura:dorme????I commenti in proposito che mi hanno preceduto sono giustissimi.
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francy99
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martedì 26 aprile 2016
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mai farsi influenzare dal pregiudizio!
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Mi rivolgo in particolare a quelli come me che prima di vedere il film si sono fatti un giro fra le recensioni, bhe, vi dico che merita davvero. Ero partito molto scettico quando è uscito (25/02), non lo presi minimamente in considerazione, ma poi, tutte le persone che lo hanno visto lo hanno reputato un ottimo film, così, a due mesi esatti dall'uscita, sono andato a vederlo (ieri). Potete immaginare la mia reazione: sono rimasto sbalordito. Un film davvero ben costruito, non a caso è stato nominato a 16 David di Donatello tra cui 7 sono stati vinti . Complimenti a tutti gli attori! Claudio Santamaria, una performance davvero ottima; Luca Marinelli, un 'villan' davvero esuberante; Ilenia Pastorelli, è il tuo primo film, e lasciatemi dire chesi è fatta davvero una bella pubblicità, ottimo lavoro.
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Mi rivolgo in particolare a quelli come me che prima di vedere il film si sono fatti un giro fra le recensioni, bhe, vi dico che merita davvero. Ero partito molto scettico quando è uscito (25/02), non lo presi minimamente in considerazione, ma poi, tutte le persone che lo hanno visto lo hanno reputato un ottimo film, così, a due mesi esatti dall'uscita, sono andato a vederlo (ieri). Potete immaginare la mia reazione: sono rimasto sbalordito. Un film davvero ben costruito, non a caso è stato nominato a 16 David di Donatello tra cui 7 sono stati vinti . Complimenti a tutti gli attori! Claudio Santamaria, una performance davvero ottima; Luca Marinelli, un 'villan' davvero esuberante; Ilenia Pastorelli, è il tuo primo film, e lasciatemi dire chesi è fatta davvero una bella pubblicità, ottimo lavoro. E i complimenti non possono certo mancare al registra Gabriele Mainetti, che sarà, forse, riconosciuto come colui che ha dato al cinema Italiano una grande svolta!
Voto: 9.
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89abeseag
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martedì 26 aprile 2016
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il film di cui avevamo bisogno...
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"Lo chiamavamo jeeg robot" è il film che ci risolleva, dal punto di vista morale e dal punto di vista "patriottico" (nel senso di ridare vigore al cinema italiano). Una sceneggiatura ottima che coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine, cercando di dare un quadro completo a tutta la storia (riuscendoci pienamente). Nonostante la storia sia la stereotipata trama supereroistica, anche se quasi prevedibile viene accompagnata da una caratterizzazione innovativa dei personaggi, insieme a momenti di ironia che non sporcano la trama.Tutto ciò coronato da una regia impeccabile che raggiunge l'eccellenza nella scena a casa di Nunzia (solo chi ha visto il film potrà capire). Mainetti fa un ottimo lavoro dietro la cinepresa, catturando momenti pieni di tensione e di emozione, facendoci pensare che non stiamo vedendo un film soltanto supereroistico ma anche thriller e/o drammatico.
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"Lo chiamavamo jeeg robot" è il film che ci risolleva, dal punto di vista morale e dal punto di vista "patriottico" (nel senso di ridare vigore al cinema italiano). Una sceneggiatura ottima che coinvolge lo spettatore dall'inizio alla fine, cercando di dare un quadro completo a tutta la storia (riuscendoci pienamente). Nonostante la storia sia la stereotipata trama supereroistica, anche se quasi prevedibile viene accompagnata da una caratterizzazione innovativa dei personaggi, insieme a momenti di ironia che non sporcano la trama.Tutto ciò coronato da una regia impeccabile che raggiunge l'eccellenza nella scena a casa di Nunzia (solo chi ha visto il film potrà capire). Mainetti fa un ottimo lavoro dietro la cinepresa, catturando momenti pieni di tensione e di emozione, facendoci pensare che non stiamo vedendo un film soltanto supereroistico ma anche thriller e/o drammatico. Il regista riesce anche a coprire gli effetti visivi a basso costo, con un ottimo montaggio sia fotografico che fonico. Ma il punto forte sono i personaggi. Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) ladro di serie b, asociale e cinico,acquista dei superpoteri e ci pone di fronte ad un problema fondamentale " usare i poteri pensando a se stessi o aiutare il prossimo?". Alessia (Ilenia Pastorelli) da un'ottima performance, interpretando un presonaggio psicologicamente turbato, in seguito ad un trauma infantile. Lo zingaro (Luca Marinelli), però, è il personaggio che spesso e volentieri ha dominato la scena. Un villain eccellente che non si riconosce in altri nemici "(super)cattivi", e che viene caratterizzato dalle sue manie rendendolo affascinante al pubblico. Un altro fattore che da valore a questo film è il messaggio dato alla fine, un mesaaggio che fa riflettere, un messaggio che bisogna capire perché rende questo film più profondo di altri del genere e no. Questo è una pellicola destinata a diventare un cult, lasciandovi soddisfatti e con qualche domanda in testa appena uscirete dal cinema, ma alla fine un film che ci faccia riflettere serve un po' a tutti...
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[+] film che affonda l'italia
(di flavia)
[ - ] film che affonda l'italia
[+] è gia stato venduto all'estero
(di gybbyr)
[ - ] è gia stato venduto all'estero
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