andrea battantier
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lunedì 29 febbraio 2016
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tutti abbiamo bisogno di un eroe
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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT. TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI UN EROE. "Ho sempre amato Jeeg Robot, da piccolo passavo le ore a cercar di disegnar la testa, ma usciva sempre una schifezza, sembrava una specie di mucca, e allora il mio amico Federico mi aiutava a disegnarlo da paura. Forse ci piacevano i robot perché i bambini sono fragili e non contano niente, e allora si rifugiano nei mostri d'acciaio. Come Enzo, un altro amico mio più cresciuto, che vive di espedienti e pensa di avere, da qualche parte, poteri magici. Da piccoli ci credevamo alle sue invenzioni, poi, crescendo, ha prevalso la tenerezza e lo lasciamo fare quando dice che può correre come una pantera o aver la forza di un bufalo incazzato, o la vista di un'aquila.
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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT. TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI UN EROE. "Ho sempre amato Jeeg Robot, da piccolo passavo le ore a cercar di disegnar la testa, ma usciva sempre una schifezza, sembrava una specie di mucca, e allora il mio amico Federico mi aiutava a disegnarlo da paura. Forse ci piacevano i robot perché i bambini sono fragili e non contano niente, e allora si rifugiano nei mostri d'acciaio. Come Enzo, un altro amico mio più cresciuto, che vive di espedienti e pensa di avere, da qualche parte, poteri magici. Da piccoli ci credevamo alle sue invenzioni, poi, crescendo, ha prevalso la tenerezza e lo lasciamo fare quando dice che può correre come una pantera o aver la forza di un bufalo incazzato, o la vista di un'aquila. Il fatto è che tutti abbiamo bisogno di un eroe. Soprattutto noi, vorremmo essere eroi di noi stessi. Enzo per fortuna ha trovato Alessia. E lei crede agli eroi, e pensa di averlo trovato in Enzo. Enzo me lo ricordavo un po' sfigato, e invece, da quando Alessia ha iniziato a credere in lui, lui ha iniziato a credere in lui. Per davvero. Perché il fatto è che l'amore ha bisogno di eroi, e bisogna credere agli eroi. Questo è il trucco dell'amore. E che vi credete? Mica è facile inventarsi eroi nella vita di tutti i giorni!!". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2016).
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emasbt
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lunedì 29 febbraio 2016
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quando è il pubblico a lodare un film....
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Sono andato a vedere il film perchè l'ho visti quotato a 3,5 e dico che non mi è piaciuto affatto.
Ci sta pure il super eroe made Italy ma togli Roma e togli Santamaria, che ci rimane? Il vuoto assoluto...violenza e sangue gratuito...
Facciamo film seri che gli americani sono bravissimi ed imbattibili su questo genere.
Purtroppo ho anche visto andar via una famigliola che forse pensava di vedere un film di fantascenza adatta ai filgi adolescenti, quindi sarebbe pure da vietare ai minori per le scene contenute: dito del piede reciso, amplesso in camerino, testa fracassata con telefonioo, cani che sbranano uno della banda, scherzo con benzina.... e altro nei dialoghi!!
[+] bravissimo!!!!
(di ggbike)
[ - ] bravissimo!!!!
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flyanto
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lunedì 29 febbraio 2016
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la storia di un uomo che si trasforma in eroe posi
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Già dal titolo, "Lo Chiamavano Jeeg Robot", si intuisce che ci si troverà di fronte ad una storia fantastica e pertanto poco attinente alla realtà, e che, essendo appunto concepito come un fumetto od un cartoon, presenta allo spettatore una vicenda provvista anche di una sorta di lezione morale.
Il protagonista (Claudio Santamaria) è un piccolo delinquente che trascorre le sue giornate commettendo dei furtarelli di merce che poi rivende a qualche ricettatore per pochi euro. Un giorno, essendo inseguito dalla polizia, al fine di non venire arrestato si butta nelle acque del Tevere e qui va a finire dentro un bidone di materiale radioattivo.
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Già dal titolo, "Lo Chiamavano Jeeg Robot", si intuisce che ci si troverà di fronte ad una storia fantastica e pertanto poco attinente alla realtà, e che, essendo appunto concepito come un fumetto od un cartoon, presenta allo spettatore una vicenda provvista anche di una sorta di lezione morale.
Il protagonista (Claudio Santamaria) è un piccolo delinquente che trascorre le sue giornate commettendo dei furtarelli di merce che poi rivende a qualche ricettatore per pochi euro. Un giorno, essendo inseguito dalla polizia, al fine di non venire arrestato si butta nelle acque del Tevere e qui va a finire dentro un bidone di materiale radioattivo. Da questo momento in poi la su avita cambierà radicalmente in quanto egli acquisterà dei super poteri che, una volta resosene conto, deciderà di usare al fine di commettere crimini ben più organizzati. Poichè nel frattempo viene scoperta tale realtà anche dal capo di una banda di criminali chiamato "Zingaro" (Luca Marinelli) il quale vuole a tutti i costi misurarsi con lui e farsi svelare la natura dei suoi straordinari poteri per poi a sua volta usufruirne lui stesso per scopi illeciti, il protagonista dovrà affrontare svariate e pericolose avventure che lo porteranno in netto contrasto con il suo avversario. La conoscenza nel frattempo della figlia giovane e stralunata di un malavitoso, con cui intreccerà una storia d'amore, lo porterà ad affrontare una realtà del tutto nuova ed inaspettata decidendo alla fine di porre i propri straordinari poteri al servizio dell'umanità anzichè del mondo del crimine, e cercando così di debellare, se non tutto, quanto più male possibile sulla terra.
La trama, appunto, è quanto mai irreale e, se non nel suo concetto e nella conversione di un criminale a compiere opere di bene, nella sua rappresentazione, ma poichè il film è ben girato dal giovane regista Gabriele Mainetti ed è concepito proprio come se fosse un fumetto vero e proprio, l'intera pellicola in generale è accettabile e gradevole a seguirsi. Sicuramente va apprezzata l'originalità della stesura della trama ed il cambiamento radicale del protagonista principale. Gli attori principali, inoltre, cioè Claudio Santamaria e Luca Marinelli, risultano entrambi ben calati nei rispettivi ruoli di criminali avversari, ma una menzione speciale va diretta soprattutto a Luca Marinelli, quanto mai credibile e quanto mai efficace nella parte di giovane uomo fortemente disturbato nella mente, cattivo, anzi, crudele, e completamente amorale. Ancora una volta , come nel suo precedente "Non Essere Cattivo" Marinelli ha scelto di interpretare un personaggio "border line", riuscendovi benissimo, e contrapponendo tale tipo di personaggio completamente all'opposto dei suoi precedenti di giovane uomo timido o stralunato e di indole buona.
Consigliabile a chi è interessato a vedere un film del tutto nuovo e di puro disimpegno.
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alberto58
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domenica 28 febbraio 2016
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non è quello che sembra
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Non e' un cartoon, non e' un film catastrofico ambientato a Roma, piuttosto e' un noir molto duro all'interno di una umanità dolente e spesso disperata che abita le periferie urbane. Una umanità che vede nel bullo un modello da imitare, per la quale conta più di tutto il "rispetto", in cui le donne si affidano alle favole e gli uomini devono "svoltare". Sono realtà diffuse e che conosco bene per essere nato e cresciuto in borgata ed aver prestato servizio per sei anni come volontario nelle ambulanze. Forse proprio per questo il film e' stato per me un vero pugno nello stomaco ed ho subito rinunciato a bearmi delle catastrofi che avrei visto.
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Non e' un cartoon, non e' un film catastrofico ambientato a Roma, piuttosto e' un noir molto duro all'interno di una umanità dolente e spesso disperata che abita le periferie urbane. Una umanità che vede nel bullo un modello da imitare, per la quale conta più di tutto il "rispetto", in cui le donne si affidano alle favole e gli uomini devono "svoltare". Sono realtà diffuse e che conosco bene per essere nato e cresciuto in borgata ed aver prestato servizio per sei anni come volontario nelle ambulanze. Forse proprio per questo il film e' stato per me un vero pugno nello stomaco ed ho subito rinunciato a bearmi delle catastrofi che avrei visto...invero poche, l'unica scena davvero catastrofica e' quella in cui una nuvola di polvere e detriti si solleva dietro la stazione di porta San Paolo...una cosa che avevo già visto realmente dal terrazzo di casa mia la notte del 28 luglio 1993, bombe di San Giovanni e di San Giorgio al velabro...insomma non e' quel che sembra e c'è ben poco da ridere, al di la del numero eccessivo di omicidi e del fatto poco credibile che Fabio riesca a fare tutto quello che fa senza che un solo poliziotto gli dia fastidio, il film e' maledettamente reale e ci fa sentire a noi romani un po' colpevoli perché spesso davanti al dramma di quella umanità, noi riusciamo solo a girarci dall'altra parte....ah, non portatevi i bambini !!!
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pier71
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domenica 28 febbraio 2016
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ridicolo
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Un film semplicemente ridicolo. Non saprei davvero cos'altro dire.
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vincenzo ambriola
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domenica 28 febbraio 2016
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presente imperfetto
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Un ladruncolo, inseguito dalla polizia, si butta nel Tevere e acquista i superpoteri. Quando si accorge di questo cambiamento decide di usarli, nel bene e nel male, e si scontra con i veri cattivi, quelli che uccidono senza esitazione. Tutto accade in un tempo brevissimo, un eterno presente che richiede azione immediata, nessuna riflessione. In questo presente, il nostro supereroe, deve rapidamente cambiare la sua percezione del mondo, finora limitata a furti, budini alla vaniglia e film porno. Entra in scena una figura femminile, lui non sa come comportarsi con lei, un pazzo criminale e una lucida capobanda alla conquista di nuovi spazi in cui agire. Il presente incalza, i nuovi poteri sono enormi ma difficili da controllare e imprevedibili nelle loro conseguenze, Enzo si agita come un pesce all'amo.
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Un ladruncolo, inseguito dalla polizia, si butta nel Tevere e acquista i superpoteri. Quando si accorge di questo cambiamento decide di usarli, nel bene e nel male, e si scontra con i veri cattivi, quelli che uccidono senza esitazione. Tutto accade in un tempo brevissimo, un eterno presente che richiede azione immediata, nessuna riflessione. In questo presente, il nostro supereroe, deve rapidamente cambiare la sua percezione del mondo, finora limitata a furti, budini alla vaniglia e film porno. Entra in scena una figura femminile, lui non sa come comportarsi con lei, un pazzo criminale e una lucida capobanda alla conquista di nuovi spazi in cui agire. Il presente incalza, i nuovi poteri sono enormi ma difficili da controllare e imprevedibili nelle loro conseguenze, Enzo si agita come un pesce all'amo. Alla fine capisce che il suo destino esiste, che non deve essere necessariamente un emarginato, uno sfortunato, ma che può diventare qualcuno, può salvare il mondo. Ma non può farlo come sé stesso: ha bisogno di una nuova identità, di una maschera che gli copra il viso: Jeeg Robot. Un film molto bello, equilibrato nelle sue tinte macabre e violente, semplice nei dialoghi e complesso nei contenuti. Un film che non ha paura di rivisitare un tema classico ampiamente trattato oltreoceano, con il coraggio di ambientarlo nel nostro Bronx, nella nostra Times Square, con i nostri dialetti e le nostre peculiarità. Stupenda, infine, la recitazione di Ilenia Pastorelli, nella parte di una giovane stralunata, vittima di una sordida violenza familiare.
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robroma66
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domenica 28 febbraio 2016
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convintamente da vedere
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Bello almeno quanto Il ragazzo invisibile di Salvatores, l'altro film che verte sui supereroi -filone trascurato in Italia-.
Diversamente dal film di Salvatores -ambientato a Trieste e con un bambino che scopre di poter diventare invisibile-, qui il contesto è il mondo degli adulti della periferia romana (Tor Bella Monaca) e dei suoi bassifondi crudeli e malavitosi. Film morale ma non moralistico, con una contrapposizione tra bene e male, tra alto e basso che non disdegna i chiaroscuri ed evita le prediche.
Per sfuggire a un inseguimento della polizia, Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) -delinquente autoreferenziale, ombroso ed introverso, un po' come Léon di Besson- si lancia nel Tevere ed entra in contatto con sostanze radioattive.
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Bello almeno quanto Il ragazzo invisibile di Salvatores, l'altro film che verte sui supereroi -filone trascurato in Italia-.
Diversamente dal film di Salvatores -ambientato a Trieste e con un bambino che scopre di poter diventare invisibile-, qui il contesto è il mondo degli adulti della periferia romana (Tor Bella Monaca) e dei suoi bassifondi crudeli e malavitosi. Film morale ma non moralistico, con una contrapposizione tra bene e male, tra alto e basso che non disdegna i chiaroscuri ed evita le prediche.
Per sfuggire a un inseguimento della polizia, Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) -delinquente autoreferenziale, ombroso ed introverso, un po' come Léon di Besson- si lancia nel Tevere ed entra in contatto con sostanze radioattive. Scopre allora di avere una forza e una resistenza sovrumane che utilizza per la sua attività criminale. La sua solitudine è scalfita dal forzato ingresso, nella sua vita, della tenera Alessia (Ilenia Pastorelli), figlia di un criminale sodale di Enzo: una giovane segnata da un lutto e convinta che Enzo sia il protagonista dell'anime Jeeg Robot d'acciaio, serie giapponese cult degli anni '70 (arrivò in Italia nel 1979). Da allora per Enzo niente sarà come prima. Nel frattempo a Roma continua la lotta tra le organizzazioni criminali per il dominio della città e un pesce piccolo (Luca Marinelli alias Zingaro) -folle e sanguinario- cerca di fare escalation, incrociandosi/scontrandosi con Enzo.
Il film convince grazie a una sceneggiatura solida, buone interpretazioni e una formula ben calibrata di citazioni della cultura degli Anni 80, pur essendo un inside joke che non esclude chi non frequenta(va) quei manga e anime.
Santamaria e Marinelli sono interpreti perfetti e di rango ma anche la debuttante Ilenia Pastorelli -che a quanto ne so è nota per aver partecipato al Grande Fratello- è ben tagliata per il ruolo.
Il 20 febbraio è pure uscito un fumetto omonimo basato sul film, scritto e curato dal geniale Roberto Recchioni -per dire: il curatore editoriale di Dylan Dog-.
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mavez
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sabato 27 febbraio 2016
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anti-marvel
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Anche se pur con qualche imperfezione , solo per il fatto di mostrare un superoe che non sia in stile fumettoso Marvel , merita di essere visto . La storia che a volte passa da eccessi trash ad altri splatter ma anche con momenti intensi da commuovere alla fine pur partendo un po lentamente poi si dipana nel modo giusto e coinvolgente . Un piccolo capolavoro che non diventerà un blockbuster ma lascerà soddisfatti molti con quel giusto momento di riflessione alla fine per aver visto visto una storia raccontata già centinaia di volte ... che pure non è esattamente uguale a nulla di già visto . Bisogna sempre considerare che per avuto usato un cinquantesimo del budeget di un film dei fumetti , lo spettatore riceve comunque tanto da non accorgersene
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gommaflex28
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sabato 27 febbraio 2016
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ironico, drammatico, romantico.
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"Italians do it better".
I personaggi sono ben delineati. La realtà del piccolo malaffare è ben ritratta. Le sensazioni che suscita sono intense.
I superpoteri sono un contorno, ma la storia sarebbe filata liscia anche senza.
Non ho dato la quinta stella per i dialoghi, troppo monosillabici.
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ddeno
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sabato 27 febbraio 2016
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illusione e speranza. magie del cinema.
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Tralasciando la trama che potete trovare ovunque andrei al sodo: La realizzazione di questo film ha richiesto coraggio e tanta bravura. Poteva tranquillamente essere un orrore, eppure, è uno dei film più sorprendenti che abbia visto negli ultimi mesi. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ma alla fine volevo proprio quello che ho visto. Il film viaggia perfettamente su due binari: graduale presa di coscienza dei "poteri" da parte del protagonista (plot Marvell) con conseguente e travagliata scelta di metterli a disposizione della "gente" da cui prima il Nostro rifuggiva; ambientazione nelle periferie romane, con luce su traffici e violenza rese con realismo e crudezza in stile Gomorra. Insomma, un superhero movie, ma con un realismo decisamente italiano condito da un accento romano che era doveroso mantenere.
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Tralasciando la trama che potete trovare ovunque andrei al sodo: La realizzazione di questo film ha richiesto coraggio e tanta bravura. Poteva tranquillamente essere un orrore, eppure, è uno dei film più sorprendenti che abbia visto negli ultimi mesi. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ma alla fine volevo proprio quello che ho visto. Il film viaggia perfettamente su due binari: graduale presa di coscienza dei "poteri" da parte del protagonista (plot Marvell) con conseguente e travagliata scelta di metterli a disposizione della "gente" da cui prima il Nostro rifuggiva; ambientazione nelle periferie romane, con luce su traffici e violenza rese con realismo e crudezza in stile Gomorra. Insomma, un superhero movie, ma con un realismo decisamente italiano condito da un accento romano che era doveroso mantenere. Ad unire alla perfezione questa miscela è la recitazione notevole degli attori che fanno sembrare tutto facile. Già nella sceneggiatura, a sentire dalle interviste, i caratteri erano delineati con una profondità anche psicologica che gli attori hanno saputo rendere molto bene. Su tutti Luca Marinetti che dà corpo e faccia ad un cattivo che già dalle prime scene si imprime nella nostra mente. Grandissimo attore davvero. Sorprendente Ilenia Pastorelli, se Marinetti ci regala tensioni negative,su di lei sia si regge l'intera emotività sentimentale del film; in un paio di scene è struggente e dolce al tempo stesso. Travolgente. È lei che, come nei migliori Comics movie, accompagnerà nel suo percorso catartico il protagonista Santamaria. Con un cattivo e una tale compagna, quest'ultimo è bravo a non strafare. Non recita sopra le righe, resta sé stesso, umile e piano per tutto il film dimostrando una grande sicurezza. Dopotutto lui è Jeeg! La scena finale in cui osserva non Gotham city o New York dall'alto di un anonimo grattacelo, ma Roma dal bordo di un edificio iconico e simbolo universale dell'antichità (avrete capito) è esaltante!
Il regista e gli sceneggiatori hanno lavorato talmente bene che non credo si riuscirà a bissare questo capitolo, e i riferimenti finali ad un possibile sequel sono, secondo me, un espediente tipico dei film con supereroi e quindi forse solo una chiusura narrativa perfetta più che una reale intenzione del regista. Ma, mai dire mai.
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