enzo70
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sabato 19 marzo 2016
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una ventata d'ossigeno per il cinema italiano
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Tra Batman e Superman, della DC e Spiderman e Capitan America, che ci fa un supereroe a Roma, a Tor Bella Monaca, tra palazzoni malmessi, piccoli spacciatori ed un amore impossibile per una ragazza che vive nel mondo fatato di Jeeg Robot e di un mondo immaginifico? Da oggi ci fa, perché questo film di Mainetti merita di essere preso in considerazione come uno dei più intelligenti prodotti del cinema italiano degli ultimi anni. E’ un cinema classico, se di supereroi si deve parlare allora comparandoli con i prodotti americani bisognerebbe pensare ad un film degli anni sessanta, super poteri ma senza effetti speciali. Ma è proprio nella semplicità del linguaggio che emergono le straordinarie interpretazioni dei tre protagonisti, il supereroe, Enzo Ciccotti, interpretato da Claudio Santamaria, che entra perfettamente in una parte difficile, cupa ed interiore; poi c’è il cattivo, il Joker de noartri, lo Zingaro, Luca Marinelli, istrionico e folle nella sua malvagità; e grandissima Ilenia Pastorelli, la ragazzina stralunata, fragile ma decisa nelle sue visioni che dà un senso ad un film di grande intensità.
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Tra Batman e Superman, della DC e Spiderman e Capitan America, che ci fa un supereroe a Roma, a Tor Bella Monaca, tra palazzoni malmessi, piccoli spacciatori ed un amore impossibile per una ragazza che vive nel mondo fatato di Jeeg Robot e di un mondo immaginifico? Da oggi ci fa, perché questo film di Mainetti merita di essere preso in considerazione come uno dei più intelligenti prodotti del cinema italiano degli ultimi anni. E’ un cinema classico, se di supereroi si deve parlare allora comparandoli con i prodotti americani bisognerebbe pensare ad un film degli anni sessanta, super poteri ma senza effetti speciali. Ma è proprio nella semplicità del linguaggio che emergono le straordinarie interpretazioni dei tre protagonisti, il supereroe, Enzo Ciccotti, interpretato da Claudio Santamaria, che entra perfettamente in una parte difficile, cupa ed interiore; poi c’è il cattivo, il Joker de noartri, lo Zingaro, Luca Marinelli, istrionico e folle nella sua malvagità; e grandissima Ilenia Pastorelli, la ragazzina stralunata, fragile ma decisa nelle sue visioni che dà un senso ad un film di grande intensità. Il ritmo della narrazione è volutamente lento, non ci sono colpi di scena, se non sul finale, ma è una chiara scelta che centra il risultato; il film si snoda lungo un percorso di possibile riabilitazione di un uomo che ha acquistato i super poteri tuffandosi nel Tevere. E va anche bene se per una volta Roma diventa New York e poi per spiccare il volo volete mettere il Colosseo con l’Empire State Building? E che dire un esordio alla regia di questa portata è veramente una bella notizia per tutto il cinema italiano.
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ruzzante
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mercoledì 16 marzo 2016
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peccato per gli ultimi 20' assurdi
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Quattro stelle: ottimo film per me. Bene la regia, la sceneggiatura, gli interpreti, la scelta delle "facce", davvero un capolavoro di realismo ... che per un film di genere "fantasy" è il massimo!
E' un film da vedere, e non aggiungo altro proprio per questo.
Ma, ahimé, davvero non riesco a comprenedere quegli ultimi 20 minuti, con le interminabili e grottesche scazzottate fra i due supereroi ... davvero assurdi.
Sarebbe stato un capolavoro se il film fosse finito là dove tutto è iniziato, sul lungotevere ... e invece ...peccato davvero
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nevira
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mercoledì 16 marzo 2016
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un capolavoro di innovazione
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Una via di mezzo tra Gomorra e i supereroi Marvel, dai quali prende la crudezza del primo e l'ocasione di tanti spunti ironici dal secondo. Drammatico dunque, ma divertente.
Esiste però un altro elemento che ne fa a mio avviso un capolavoro: la critica sociale sul mondo della malavita dei bassifondi romani, ma con totale essenza di perbenismo.
Gli attori inoltre sono bravissimi e i personaggi, da delle premesse ovviamente surreali, si sviluppano con coerenza e sono approfonditi con un occhio critico, quasi pasoliniano.
Impossibile non innamorarsi dei personaggi ed il film in alcuni punti diventa quasi commovente.
Concludendo, tanta meraviglia e divertimento ma, sembrerà strano leggendo il titolo, con molta intelligenza.
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Una via di mezzo tra Gomorra e i supereroi Marvel, dai quali prende la crudezza del primo e l'ocasione di tanti spunti ironici dal secondo. Drammatico dunque, ma divertente.
Esiste però un altro elemento che ne fa a mio avviso un capolavoro: la critica sociale sul mondo della malavita dei bassifondi romani, ma con totale essenza di perbenismo.
Gli attori inoltre sono bravissimi e i personaggi, da delle premesse ovviamente surreali, si sviluppano con coerenza e sono approfonditi con un occhio critico, quasi pasoliniano.
Impossibile non innamorarsi dei personaggi ed il film in alcuni punti diventa quasi commovente.
Concludendo, tanta meraviglia e divertimento ma, sembrerà strano leggendo il titolo, con molta intelligenza.
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valerio
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lunedì 14 marzo 2016
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insolito e sorprendente
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Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. Sicuramente il più insolito e sorprendente.
Due temi e due scenari: da una parte, lo scenario di una società devastata, in cui il degrado della città fa da sfondo all’emarginazione e all’abiezione morale degli individui; dall’altra parte, il percorso di un piccolo malavitoso di borgata, che proprio nel degrado (i barili di inquinante radioattivo affondati nel Tevere) trova gli strumenti soprannaturali per il riscatto individuale e per una (im)possibile forma di integrazione della collettività.
Raccontati con il linguaggio dei fumetti, il più adatto (l’unico adatto) a descrivere, con ironia e divertimento, l’incubo della Roma-Gotham e la favola romantica di una impossibile redenzione.
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Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. Sicuramente il più insolito e sorprendente.
Due temi e due scenari: da una parte, lo scenario di una società devastata, in cui il degrado della città fa da sfondo all’emarginazione e all’abiezione morale degli individui; dall’altra parte, il percorso di un piccolo malavitoso di borgata, che proprio nel degrado (i barili di inquinante radioattivo affondati nel Tevere) trova gli strumenti soprannaturali per il riscatto individuale e per una (im)possibile forma di integrazione della collettività.
Raccontati con il linguaggio dei fumetti, il più adatto (l’unico adatto) a descrivere, con ironia e divertimento, l’incubo della Roma-Gotham e la favola romantica di una impossibile redenzione.
Davvero molto bravi gli attori, Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli.
Emozionante
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mausap
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domenica 13 marzo 2016
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una sorpresa
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natoacittè
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domenica 13 marzo 2016
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il fanaticismo col dj robot, mitico.
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non criticherei il leggendario j robot, come non ricordare la
irritante canzone jeeg e dell'altrettanto disegno made in
japan, coi fantasmi... e il loro raduno
postumo... monocolare, di divertimento assoluto,
poi la canzone con l'acuto terminale biodiversificativo, perchè
tu uuu tu sei..., niente a che spartire con mr robot, cmq mitico.
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nino pell.
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sabato 12 marzo 2016
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un supereroe di borgata
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Indubbiamente "Lo chiamavano Jeeg Robot" del regista Gabriele Mainetti è un film decisamente interessante, soprattutto perché tenta l'esperimento, già magnificamente riuscito da un'altra pellicola italiana, appunto "Il ragazzo invisibile"di Gabriele Salvatores, di unire il genere fantascientifico, esclusivamente riguardante un tipo di produzione estera, soprattutto americana, ad un tipo di filmografia tipica del nostro Cinema italiano. Il risultato anche questa volta ci appare convincente. Anzi, a differenza del sopra citato "Il ragazzo invisibile", film in fin dei conti abbastanza "accomodante", filologicamente molto simile ad un film americano e pertanto tranquillamente godibile da un pubblico eterogeneo, questo di Gabriele Mainetti, almeno per quanto riguarda le mie personali impressioni, lo ritengo sicuramente ancora più originale e particolare.
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Indubbiamente "Lo chiamavano Jeeg Robot" del regista Gabriele Mainetti è un film decisamente interessante, soprattutto perché tenta l'esperimento, già magnificamente riuscito da un'altra pellicola italiana, appunto "Il ragazzo invisibile"di Gabriele Salvatores, di unire il genere fantascientifico, esclusivamente riguardante un tipo di produzione estera, soprattutto americana, ad un tipo di filmografia tipica del nostro Cinema italiano. Il risultato anche questa volta ci appare convincente. Anzi, a differenza del sopra citato "Il ragazzo invisibile", film in fin dei conti abbastanza "accomodante", filologicamente molto simile ad un film americano e pertanto tranquillamente godibile da un pubblico eterogeneo, questo di Gabriele Mainetti, almeno per quanto riguarda le mie personali impressioni, lo ritengo sicuramente ancora più originale e particolare. Spesso da ragazzo mi sono posto questa domanda: la storia del Cinema e dei fumetti hanno sempre mostrato i supereroi pensare ed agire nell'ambito di una realtà logistica e strutturale riguardante esclusivamente l'America. E se invece con la fantasia si provasse a farli nascere magari in Italia, magari in dei luoghi non proprio acculturati e signorili? Ecco, questo film di Mainetti è riuscito a soddisfare questa curiosità che da decenni nutrivo dentro me. L'aver catapultato la vicenda fantasiosa di un uomo dotato di super poteri nell'ambito della periferia della città di Roma e nel pieno degrado, tra povertà e lotte tra giovani bande di teppisti, se non proprio di camorristi, è da ritenersi un'idea assolutamente geniale. Il protagonista, Enzo, interpretato da Claudio Santamaria, è un ladruncolo di borgata che conduce una vita solitaria e che ama, come passatempo, i film porno. Un bel giorno scopre di avere poteri paranormali e la sua vita, piano piano, inizierà a cambiare anche grazie al sopraggiungere di una storia d'amore con la sua vicina di casa che soffre di una forma di ritardo mentale e che ama da morire le storie fantastiche dell'eroe Jeeg Robot. Il film per il resto scorre in maniera "maschia", "cruda", considerato che il tema narrativo riguarda storie di giovani briganti e faccendieri di borgata. Senza pertanto soffermarmi troppo nel raccontare i risvolti della storia, vorrei qui puntualizzare le mie impressioni complessive e sintetiche sul film. Confesso che alla fine oltre naturalmente alla particolarità del genere, la pellicola mi ha entusiasmato soprattutto per lo spessore interpretativo dei tre protagonisti principali: il solitario Enzo, appunto interpretato da uno dei più bravi attori italiani degli ultimi 15 anni, ossia l'esperto Claudio Santamaria; ottimo Luca Marinelli nel ruolo dello "zingaro", uno spietato e crudele capo clan della zona e poi la brava attrice Ilenia Pastorelli che si cala perfettamente nel ruolo della protagonista femminile ingenua, spontanea e piena di amore. Film che amalgama con successo drammaticità e ironia e che giustamente è riuscito a conquistare pubblico e critica. E non è poco.
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aranceblu
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sabato 12 marzo 2016
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il film di cui avevamo bisogno
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Personalmente l'ho trovato ineccepibile, mi ha divertito, disgustato (in senso buono) e a parte l'inizio un po' lento non mi ha annoiato. È violento e crudo come il buon romanzo criminale a cui ci si ispira sempre di più, c'è un po' di trash volontario, qualche eccesso dovuto forse alla passione del regista per Tarantino e Rodriguez, ma non scade nell'imitazione. Ottima fotografia, e un dosaggio degli effetti speciali che gli americani dovrebbero prendere ad esempio.
Le uniche pecche, a mio avviso, sono la recitazione traballante di alcuni ruoli secondari (mi sembra di ricordare una piattissima voce al telegiornale, i ragazzi dello zingaro in generale, ma soprattutto un corriere africano che sembrava stesse leggendo il tabellone di uno studio oculistico), e una o due carrellate della macchina che ho trovato visivamente fastidiose; ma questo potrebbe essere colpa del cinema o del digitale, e non mi hanno rovinato assolutamente la visione.
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Personalmente l'ho trovato ineccepibile, mi ha divertito, disgustato (in senso buono) e a parte l'inizio un po' lento non mi ha annoiato. È violento e crudo come il buon romanzo criminale a cui ci si ispira sempre di più, c'è un po' di trash volontario, qualche eccesso dovuto forse alla passione del regista per Tarantino e Rodriguez, ma non scade nell'imitazione. Ottima fotografia, e un dosaggio degli effetti speciali che gli americani dovrebbero prendere ad esempio.
Le uniche pecche, a mio avviso, sono la recitazione traballante di alcuni ruoli secondari (mi sembra di ricordare una piattissima voce al telegiornale, i ragazzi dello zingaro in generale, ma soprattutto un corriere africano che sembrava stesse leggendo il tabellone di uno studio oculistico), e una o due carrellate della macchina che ho trovato visivamente fastidiose; ma questo potrebbe essere colpa del cinema o del digitale, e non mi hanno rovinato assolutamente la visione. Avrei anche preferito qualche scorcio più interessante sulle bellezze di Roma ma ci sta, forse avrebbe stonato.
Per chi non l'ha visto, lo consiglio un po' a tutti, ai miei coetanei ventenni come alternativa al solito cinecomic, a quelli dell'età dei miei genitori per vedere un film impegnato ma non troppo, e alla generazione X che è cresciuta a pane e cartoni giapponesi. Lo consiglio anche a voi minorenni, c'è una discreta dose di sangue e tette che non fa mai male. Tutti voi spenderete bene i vostri 8€.
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vincemovies
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venerdì 11 marzo 2016
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una ventata d'aria fresca: brutalità e poesia
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Un tamtam di giudizi positivi tra amici e conoscenti mi ha portato ieri sera a vincere il freddo, la pioggia e la pigrizia. E sono contento di aver accolto l'invito. Davvero una ventata d'aria fresca nel cinema italiano, come non si vedeva da tempo. Finalmente qualcosa di innovativo, unico nel suo , brutale, ironico, poetico. Un perfetto prequel per raccontare le origini di un super-eroe che, insolitamente per questo genere, non nasce a New York City o a Tokyo, ma molto più prosaicamente a Tor Bella Monaca, periferia complessa e multi-problematica della Capitale italiana. Un uomo qualunque, un anti-eroe che vive di espedienti e piccoli furti, porno-dipendente, solitario e braccato dalle Forze dell'Ordine.
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Un tamtam di giudizi positivi tra amici e conoscenti mi ha portato ieri sera a vincere il freddo, la pioggia e la pigrizia. E sono contento di aver accolto l'invito. Davvero una ventata d'aria fresca nel cinema italiano, come non si vedeva da tempo. Finalmente qualcosa di innovativo, unico nel suo , brutale, ironico, poetico. Un perfetto prequel per raccontare le origini di un super-eroe che, insolitamente per questo genere, non nasce a New York City o a Tokyo, ma molto più prosaicamente a Tor Bella Monaca, periferia complessa e multi-problematica della Capitale italiana. Un uomo qualunque, un anti-eroe che vive di espedienti e piccoli furti, porno-dipendente, solitario e braccato dalle Forze dell'Ordine. Ed è proprio grazie ad una di queste rincorse tra guardie e ladri che il protagonista, un Claudio Santamaria molto credibile (schivo, brutale, malicontico, romatico), cade in un barile di non precisate sostanze radioattive e acquisisce i suoi poteri straordinari. Il crescendo di violenza delinea storie e personaggi con un ritmo serrato, nel pieno rispetto del genere a cui il film si ispira. Tra lo scontro tra il bene il male, in un società al collasso, tra le strade e le periferie di una città sofferente e tuttavia capace di offrire di risorse inaspettate, i personaggi riescono a trasportarci in un mondo surreale eppure perfettamente credibile, con un messaggio finale che, senza retorica, riesce anche a toccare il cuore. Una volta tanto, dopo tante commediole insipide, drammoni borghesi superflui e cine-panettoni, finalmente un film italiano che mi fa sentire a casa, con un racconto generazionale autentico, sincero, poetico e ironico.
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ggbike
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venerdì 11 marzo 2016
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occhio ai furbini
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Se devi vedere questo film, occhio alle recensioni, non farti condizionare dai commenti a 5 stelle..
OCCHIO
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(di vincemovies)
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[+] idem per 1 stella
(di gybbyr)
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