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Ultimo aggiornamento lunedì 27 gennaio 2025
La storia della vita di Simone Veil attraverso gli eventi cardine del Novecento. Ha vinto 2 Cesar, Simone Veil - La Donna del Secolo è 90° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 491,00 e registrato 7.626 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Simone Veil, ebrea francese, sopravvive alla prigionia nei campi di concentramento di Auschwitz e Bobrek e alla feroce e logorante "marcia della morte" imposta dalle SS nel gennaio del '45, ma la perdita della sua famiglia, la violenza inaudita dell'esperienza e l'orrore per l'ingiustizia della discriminazione non l'abbandoneranno mai. Faranno di lei la prima Segretaria generale del consiglio superiore della magistratura, poi ministro della salute e Presidente del Parlamento Europeo, ma anche una donna, moglie, madre, nonna, tormentata senza tregua dall'incubo dei rastrellamenti e della soluzione finale.
Il film di Olivier Dahan, fortemente voluto dall'attrice Elsa Zylberstein, sceglie di raccontare, appunto, questa dualità, di alternare la figura pubblica e quella privata, e s'impegna in uno sforzo di esaustività, ponendo in parallelo un tempo narrativamente al presente, in cui Veil, già anziana, affronta la scrittura delle sue memorie, e un tempo passato, dalla deportazione, a sedici anni, alla costruzione successiva di una famiglia e di una carriera.
La Storia di Francia s'intreccia alla biografia della protagonista e il film non si fa remora di sottolineare ombre e responsabilità, raccontando, per esempio, della fiducia estrema del padre di Simone nella Repubblica francese, nei suoi valori di laicità e fraternità, che lo portarono a convincersi di essere al sicuro e a non vedere nel censimento degli ebrei la trappola che fu, o, ancora, dicendo del clima di rimozione che s'impose nel dopoguerra e che fece sentire i sopravvissuti nuovamente abbandonati a loro stessi e ai loro demoni.
Per il resto il film assolve soprattutto un compito divulgativo, di trasmissione di un'eredità di grande spessore e coerenza, cui si aggiunge l'intento commemorativo, col ritorno nelle baracche di Auschwitz, dove la memoria privata e quella collettiva si sovrappongono e dove il film illumina senza retorica la condizione della protagonista, attorniata dalla famiglia ma irrimediabilmente sola.
Mentre la ricostruzione drammatica del periodo della deportazione e della prigionia prendono sempre più spazio nel ricordo e nel racconto filmico, la pretesa di esaustività finisce per rendere cronachistico il percorso delle conquiste civili e politiche di Veil, tutte agite nell'ottica della lotta alla sofferenza gratuita e al sopruso istituzionalizzato, ma tra le righe del film è bello ritrovare le origini nobili dello spirito europeista e l'importanza accordata alla testimonianza verbale, talvolta anche a scapito delle immagini.
Pensavo di andare a vedere un film su Simone Weil, e mi ero detto “però, la comunità ebraica di Padova ha il coraggio di presentare una geniale pensatrice che fa una analisi precisa e chiarissima dell’oppressione, alla faccia di quello che gli israeliani stanno compiendo a danno dei Palestinesi dal 1882”. E mi vedo il portavoce della comunità ebraica arzigogolare [...] Vai alla recensione »
Chissà cosa avrebbe pensato Simone Veil di questo film, con il suo occhio sempre molto attento e critico nei confronti della rappresentazione cinematografica della Shoah, e del ruolo della Francia nel conflitto mondiale. Di Operazione Apfelkern, (Renè Clement, 1946) disse che il cinema aveva esagerato il coraggio dei francesi sotto l'Occupazione; riservò del resto la critica opposta ad un film come [...] Vai alla recensione »
Il destino di Simone Veil, la sua infanzia, le sue battaglie politiche, le sue tragedie. Da Auschwitz ai vertici della politica europea, il regista Oliver Dahan traccia in Simon Veil - La donna del secolo il ritratto epico e intimo al tempo stesso di colei che ha attraversato e plasmato la sua epoca combattendo contro le ingiustizie attraverso le leggi e diffondendo un messaggio carico di umanità che [...] Vai alla recensione »
Il film di Dahan (La vie en rose, Grace di Monaco) racconta la vita ricca e tormentata di un'icona politica del novecento: la vita in famiglia nel sud della Francia, la deportazione ad Auschwitz, la sua lotta per la dignità dei prigionieri algerini alla fine degli anni cinquanta, l'epopea della legge sull'aborto nel 1974, l'impegno a favore dell'Europa e contro il Front national.
Nel 2014, in occasione di una serata dedicata al 40° anniversario della Legge Veil, il canale France 2 passava il film per la televisione francese, La loi, le combat d'une femme pour toutes les femmes, diretto da Christian Faure. "La battaglia di una donna per tutte le donne" che riportava alle nuove generazioni le lotte politiche di Simone Veil, una leader che, pur trovandosi in minoranza all'interno [...] Vai alla recensione »
È stata la prima segretaria generale del Consiglio superiore della magistratura - dal 1970, e cioè un quarto di secolo dopo che la Francia permise alle donne di accedere alla professione -, poi la seconda donna ministro e, infine, la prima a presiedere il Parlamento europeo, dal 1979 al 1982. Per chi però non ne avesse mandato a memoria il curriculum, il nome di Simone Veil è legato soprattutto alla [...] Vai alla recensione »
In un'epoca in cui fioccano biopic esemplari di autodeterminazione al femminile - prima o poi bisognerà rammentare che il cinema questo sottogenere di film, in vario modo, li ha sempre fatti, ma questa è un altra storia -, che il grande schermo decidesse di celebrare Simone Veil, giurista, politica e femminista ante litteram, pioniera e pilastro della Francia nel secondo Novecento, era solo questione [...] Vai alla recensione »