sergio dal maso
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domenica 30 ottobre 2016
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lo chiameremo jeeg robot
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Enzo Ceccotti è un balordo, un ladruncolo schivo e taciturno. Vive in uno squallido appartamento a Tor Bella Monaca, un quartiere periferico di Roma. Ossessionato dai dvd porno, si nutre avidamente di dessert alla vaniglia.
Dopo essersi buttato nel Tevere per sfuggire alla polizia finisce dentro un fusto abbandonato e si sporca con un misterioso fluido tossico radioattivo. Sopravvissuto alla febbre altissima scoprirà di aver ricevuto una forza sovrumana, in grado di fargli piegare i termosifoni e sradicare un bancomat. Finirebbe sicuramente col diventare un super-delinquente se il destino non gli facesse incontrare Alessia, una ragazza orfana con problemi psichiatrici convinta di vivere nel mondo di Jeeg Robot.
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Enzo Ceccotti è un balordo, un ladruncolo schivo e taciturno. Vive in uno squallido appartamento a Tor Bella Monaca, un quartiere periferico di Roma. Ossessionato dai dvd porno, si nutre avidamente di dessert alla vaniglia.
Dopo essersi buttato nel Tevere per sfuggire alla polizia finisce dentro un fusto abbandonato e si sporca con un misterioso fluido tossico radioattivo. Sopravvissuto alla febbre altissima scoprirà di aver ricevuto una forza sovrumana, in grado di fargli piegare i termosifoni e sradicare un bancomat. Finirebbe sicuramente col diventare un super-delinquente se il destino non gli facesse incontrare Alessia, una ragazza orfana con problemi psichiatrici convinta di vivere nel mondo di Jeeg Robot. L’affetto di Alessia, che vedrà in lui Hiroshi, il protagonista del cartone animato, lo porterà pian piano dalla parte del bene. Enzo-Hiroshi dovrà lottare contro la banda dello Zingaro, un cattivissimo Joker “de noartri” disposto a tutto per raggiungere il potere e la fama. Una serie incredibile di colpi di scena e di trovate esilaranti condurrà i due rivali allo scontro finale, alla battaglia epica tra il bene e il male, naturalmente non potrà che trionfare il bene.
Detta così, la storia raccontata dallo strepitoso esordio di Gabriele Mainetti sembrerebbe assurda e strampalata, cinematograficamente una follia, un azzardo destinato a un b-movie da dimenticare in fretta.
Invece no, Lo chiamavano Jeeg Robot è un film tanto coraggioso quanto riuscitissimo, un’opera geniale destinata a rappresentare un passaggio importante nella storia del cinema italiano degli anni 2000.
Apparentemente la struttura narrativa del film segue l’archetipo classico del mito del supereroe. Anche qui, infatti, un uomo qualunque riceve inaspettatamente dei super-poteri. Non senza difficoltà, attraverso una maturazione interiore, diventa consapevole della responsabilità che la nuova condizione esistenziale gli impone.
Accettandone i doveri morali diventa ufficialmente un supereroe, dovrà quindi combattere contro il male, come sempre rappresentato da un anti-eroe.
Se la struttura narrativa è da heroe-movie americano, per la sua sostanza filmica Lo chiamavano Jeeg Robot è italianissimo.
Si propone come un film di genere ma sfugge a ogni classificazione perché di generi ne mescola tanti - fantasy, noir, azione, drammatico - ci gioca ma senza snaturarli o sconfinare nel grottesco.
Perché la storia di Enzo è tanto bizzarra e inverosimile quanto è credibile e realistica. Il nostro Hiroshi non vive a Tokio o a Gotham City ma nella degradata periferia romana, non ha una tuta per mascherarsi ma un banale cappuccio; senza l’amore di Alessia, il vero super-potere, resterebbe un balordo. Tutti i personaggi sembrano usciti dai fumetti ma, al tempo stesso, sono incredibilmente veri, li sentiamo vicini perché ci trasmettono umanità.
In Lo chiamavano Jeeg Robot Mainetti ci ha messo tutto se stesso, senza calcoli né compromessi. Per questo riesce ad emozionarci, si respira la sua passione per i cartoni animati e per un cinema libero, senza generi o schemi predefiniti.
Come lui stesso ha affermato la storia di Enzo Ceccotti “non è solo la storia di un supereroe di borgata, né una delicata storia d’amore, né una riflessione sulla malavita o una divagazione sui robot dei cartoni giapponesi”. E’ molto di più.
La produzione del film è stata un mezzo calvario. Per cinque anni ha bussato inutilmente a tutte le porte possibili per trovare produttori interessati, alla fine ha ottenuto l’aiuto del Mibact e di Rai Cinema, per il resto ha fatto tutto da solo.
Non si può non elogiare una sceneggiatura innovativa e narrativamente perfetta, scritta a quattro mani da Nicola Guaglia-none e dal fumettista Menotti.
Delle strepitose interpretazioni degli attori basti dire che ai David di Donatello (gli “Oscar italiani”) Lo chiamavano Jeeg Robot ha visto premiati - cosa mai vista - tutti gli interpreti: miglior attore protagonista a Claudio Santamaria, miglior attrice protagonista a Ilenia Pastorelli, attore non protagonista a Luca Marinellie attrice non protagonista ad Antonia Truppo.
In un film dove ogni cosa è curatissima e funzionale alla storia ci sarebbero molti altri aspetti da focalizzare, dalla bella fotografia di Michele D’Attanasio alle splendide musiche curate dallo stesso regista con il compositore Michele Braga.
Molti quaranta/cinquant’enni - ma non solo - sono usciti galvanizzati dalla visione del film, inebriati dall’aver riassaporato ricordi e atmosfere dei pomeriggi passati davanti alla tv negli anni ottanta, con quello strano robot cuore-acciaio, cuore di un ragazzo che senza paura sempre lotterà!
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filippo catani
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sabato 8 ottobre 2016
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antisupereroe?
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Roma. Tor Bella Monaca. Un uomo vive di piccoli furti ma la sua esistenza è praticamente sconosciuta ai più. Un giorno, inseguito dalla polizia, si getta nel Tevere e finisce in un bidone contenente materiale radioattivo. L'indomani si risveglierà dotato di una forza sovraumana.
Gabriele Mainetti firma la storia di quello che senza dubbio possiamo definire un antisupereroe. Una volta investito dai poteri infatti il protagonista non esita a mettere a segno incredibili rapine ai bancomat. Ovviamente questo gli fa mettere gli occhi addosso non solo dalla polizia ma dall'intera malavita romana. In più il film si condisce di un altro personaggio tragicomico rappresentato dalla giovane vicina di casa che lo reputa la reincarnazione di Jeeg Robot.
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Roma. Tor Bella Monaca. Un uomo vive di piccoli furti ma la sua esistenza è praticamente sconosciuta ai più. Un giorno, inseguito dalla polizia, si getta nel Tevere e finisce in un bidone contenente materiale radioattivo. L'indomani si risveglierà dotato di una forza sovraumana.
Gabriele Mainetti firma la storia di quello che senza dubbio possiamo definire un antisupereroe. Una volta investito dai poteri infatti il protagonista non esita a mettere a segno incredibili rapine ai bancomat. Ovviamente questo gli fa mettere gli occhi addosso non solo dalla polizia ma dall'intera malavita romana. In più il film si condisce di un altro personaggio tragicomico rappresentato dalla giovane vicina di casa che lo reputa la reincarnazione di Jeeg Robot. Insomma un film surreale di supereroi all'italiana che però non sbaglia un colpo sia nella trama che nelle ambientazioni per non parlare di un cast superlativo. Non era facile realizzare una pellicola del genere e il rischio di dar vita a un filmetto era altissimo e invece quì ci troviamo davanti ad una delle opere italiane migliori degli ultimi tempi. Da non perdere.
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giacomino
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mercoledì 5 ottobre 2016
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prima recensione, mezza delusione.
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Questa è la mia prima recensione, è da un pò che prima o dopo di vedere un film mi leggo le recensioni di MYmovies, spesso mi sono trovato d'accordo, altre volte nemmeno un po', cmq le ho sempre trovate in qualche modo utili. Capisco ad ogni modo che il cinema è sempre e comunque una questione di gusti.
Avevo buone aspettative nei confronti di questo film e ho subito trovato carina l'idea in sè, ma il risultato è stato deludente in quanto l' ho trovato poco credibile, sebbene si tratti di una favola e soprattutto privo di una sua anima che poi è ciò che resta dopo i titoli di coda e che riesce a tirare fuori le emozioni dallo spettatore.
Il film è un susseguirsi di scene che riempiono bene gli occhi senza andare a toccare corde più profonde.
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Questa è la mia prima recensione, è da un pò che prima o dopo di vedere un film mi leggo le recensioni di MYmovies, spesso mi sono trovato d'accordo, altre volte nemmeno un po', cmq le ho sempre trovate in qualche modo utili. Capisco ad ogni modo che il cinema è sempre e comunque una questione di gusti.
Avevo buone aspettative nei confronti di questo film e ho subito trovato carina l'idea in sè, ma il risultato è stato deludente in quanto l' ho trovato poco credibile, sebbene si tratti di una favola e soprattutto privo di una sua anima che poi è ciò che resta dopo i titoli di coda e che riesce a tirare fuori le emozioni dallo spettatore.
Il film è un susseguirsi di scene che riempiono bene gli occhi senza andare a toccare corde più profonde. Non dico che manchino completamente episodi interessanti tipo la scena violentissima del cellulare BIANCO o quella comica del bancomat ma il tutto rimane ad un livello scialbo e incolore, persino ROMA in questo film non entra. Nemmeno la scena in cui il Jeeg salva la bambina dall'auto in fiamme riesce a scaldare. L'eiaculata egoistica del supereroe poi... pensare che quel bel seno rotondo e addormentato aveva fatto ben sperare...e invece niente. La splendida canzone di Anna OXA appiccicata come un post-it così come le inutili citazioni Tarantiniane non servono a far volare un film che manca di ali e arranca, un po' come il bolso Santamaria, tirando sì qualche spallata ma senza sferrare mai il colpo da KO. Sorvoliamo sulla testa che rimbalza e sul parrucchino che affonda nel Tevere..
Veniamo agli attori, Santamaria l'ho trovato narcotizzato, valido il Joker anche se un po' eccessivo, ok per l'eroina femminile, tutti gli altri compreso il Jenny di Gomorra sono dei figuranti, ad eccezzione forse del vecchio padre..
Complessivamente gli do un 6 e 1/2 (due stelline e mezzo), si poò vedere, ma parlare di gran film o di capolavoro non mi pare il caso.
Non voglio offendere nessuno con questa mia recensione, nemmeno chi il film lo ha adorato, salve a tutti e grazie per lo spazio.
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uppercut
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martedì 27 settembre 2016
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sconfortante
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Mamma mia! un film di una pochezza sconfortante ad ogni livello. E ne hanno fatto un caso, un segnale di speranza per il cinema italiano... Purtroppo l'ho visto in compagnia di amici di Londra e non di Trastevere: da vergognarsi. Chronicle impastato con er Quentin e con un sacco de mandracate da paura!!! Considerati i David di Donatello conquistati da questo film, direi che l'annuncio potrebbe essere ufficiale: siamo entrati a pieno diritto nel Terzo Mondo del cinema.
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robbyreggy
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martedì 27 settembre 2016
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davvero bello
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robbyreggy
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martedì 27 settembre 2016
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davvero bello
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A mio avviso il film italiano dell'anno , tanta aspettativa prima di vederlo per nulla tradita .
Grandissima interpretazione di marinelli , che seppur un aspetto a favore del film , oscura un po la figura del protagonista (Santamaria ) la quale risulta un pò cupa e se coerente con il copione in quanto il personaggio nella prima parte del film non è nulla che un egocentrico apatico , nella sua trasformazione morale , dopo la morte di alessia ( di cui la ottima interpretazione dell'attrice ) non si assiste ad una trasformazione anche espressiva e comportamentale , cambiano le azioni ma il ritmo e lo stile di recitazione non si accosta alla metamorfosi ma rimane inalterato .
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A mio avviso il film italiano dell'anno , tanta aspettativa prima di vederlo per nulla tradita .
Grandissima interpretazione di marinelli , che seppur un aspetto a favore del film , oscura un po la figura del protagonista (Santamaria ) la quale risulta un pò cupa e se coerente con il copione in quanto il personaggio nella prima parte del film non è nulla che un egocentrico apatico , nella sua trasformazione morale , dopo la morte di alessia ( di cui la ottima interpretazione dell'attrice ) non si assiste ad una trasformazione anche espressiva e comportamentale , cambiano le azioni ma il ritmo e lo stile di recitazione non si accosta alla metamorfosi ma rimane inalterato .
Questo aspetto se non specificatamente cercato la vedo come l'unica pecca perchè avrei voluto assistere ad una live trasformazione anche nella mimica e nella ritmica della recitazione che rimane cupa come in tutta la prima parte e come si addice alla interpretazioni generali di santamaria .
Comunque lo ho gia visto tre volte quindi oltre che un parere positivo razionale mi ha preso anche nella visione .
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giuseppetoro
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sabato 24 settembre 2016
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bel film..
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Ironico e fantasioso, un bel film italiano su un classico cartone animato dei nostri tempi..carino da vedere..
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luca1968
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venerdì 23 settembre 2016
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peccato.....
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Quando il film è uscito al cinema mi sono incuriosito per il titolo e poi la trama, ma i trailer non mi avevano convinto. Poi ha vinto una valanga di premi e ho letto numerose recensioni entusiaste e mi sono deciso a vederlo in dvd, sperando che i trailer non rendessero onore al valore del film. Invece, purtroppo, i miei timori si sono concretizzati. Il soggetto era certamente interessante (anche se non così rivoluzionaria come alcuni sostengono), ma la sceneggiatura è risultata troppo cupa, con intermezzi pulp inutili e disgustosi (di certo non paragonabili a quelli più finti e quindi più ironici di Tarantino). Il personaggio di Jeeg, poi, è interpretato da un Santamaria a mio parere troppo spento, che non si "evolve" man mano che acquisisce consapevolezza che i propri superpoteri potevano essere utilizzati per fare del bene e non solo per commettere altri crimini.
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Quando il film è uscito al cinema mi sono incuriosito per il titolo e poi la trama, ma i trailer non mi avevano convinto. Poi ha vinto una valanga di premi e ho letto numerose recensioni entusiaste e mi sono deciso a vederlo in dvd, sperando che i trailer non rendessero onore al valore del film. Invece, purtroppo, i miei timori si sono concretizzati. Il soggetto era certamente interessante (anche se non così rivoluzionaria come alcuni sostengono), ma la sceneggiatura è risultata troppo cupa, con intermezzi pulp inutili e disgustosi (di certo non paragonabili a quelli più finti e quindi più ironici di Tarantino). Il personaggio di Jeeg, poi, è interpretato da un Santamaria a mio parere troppo spento, che non si "evolve" man mano che acquisisce consapevolezza che i propri superpoteri potevano essere utilizzati per fare del bene e non solo per commettere altri crimini. L'unica scena che ricordo con piacere, in cui Santamaria finalmente si sveglia dal torpore è il salvataggio della bambina dalla macchina in fiamme e l'abbraccio della madre. Davvero emozionante. Controverso il personaggio interpretato da Luca Marinelli. La recitazione molto sopra le righe ne fa certamente un cattivo difficile da dimenticare, ma anche troppo sgradevole. Ci sono "cattivi" cinematografici affascinanti, per i quali sotto sotto ti dispiace che finiscano male, e altri irritanti, che vorresti finissero nel peggiore dei modi. Il Joker de nostri in questo caso è talmente eccessivo da essere da un lato una macchietta, che colpisce per la pazzia e non per la cattiveria. Ma, come spesso succede, il cattivo esagerato mette in ombra il buono più misurato, così il personaggio di Jeeg, già dimesso di suo, appare ancora più grigio e apatico. Bravina la Pastorali, simpatica pazzerella. Da dimenticare tutti gli altri. In conclusione, un film pesante, cupo, dove l'eroe è semplicemente il meno peggio della feccia che popola i quartieri più degradati della periferia romana. Mi sarebbe piaciuto che alla crescita interiore di Jeeg corrispondesse anche una evoluzione del film. Insomma, che diventasse più solare. Invece il grigiore prosegue sino all'ultimo fotogramma, dove la maschera improvvisata e colorata del caro vecchio Jeeg robot d'acciaio arriva troppo tardi. Come dire: anche con un supereroe il mondo rimane e rimarrà sempre una schifezza. Non un messaggio di speranza, ma al contrario di rassegnazione. Un'ultima considerazione: il primo, vero film nostrano sui superpoteri è rappresentato da Il Ragazzo Invisibile di Salvatores, che mi è piaciuto moltissimo per la leggerezza della regia, al contrario di quella pesantissima di Mainetti. Ripeto: l'idea di base era molto buona ed è un peccato che il risultato sia un film interessante, ma pesante, che non rivedrei certo una seconda volta
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[+] la maschera -spoiler-
(di estasimistica)
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kyotrix
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lunedì 19 settembre 2016
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ho fatto fatica a finirlo
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Ma che è sta roba? Dai commenti mi aspettavo un capolavoro...son rimasto a dir poco deluso da questo film. Boh, i gusti son gusti...almeno è un pò meglio ( e diverso ) del solito livello basso dei film italiani, questo lo riconosco, ma in generale non ci siamo. Film molto provinciale e spesso ridicolo.
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fabius
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domenica 18 settembre 2016
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splendido mix tra fantasia e noir italiano
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In un'atmosfera romana sempre cupa, anche quando c'è il sole, la storia di catarsi e riscatto di un ladruncolo che diviene un (super)eroe: perchè un eroe è chi fa qualcosa per gli altri a suo rischio quando non ne ha nessun vantaggio. Ed è una storia degli ultimi: Jeeg (sì: è Jeeg, lo conferma la maschera finale) è appunto un borgataro che vive di microcrimine; acquista i poteri sfuggendo alla polizia; la sua "beatrice" è una ragazza che rimane orfana, dal passato spaventosamente doloroso e ritenuta anche mentalmente "borderline"; e che per di più, per questo suo ruolo muore miseramente e violentemente. Ed il suo "antagonista" è un delinquente di bassa tacca ma spietato ed ossessionato dal concetto di "celebrità".
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In un'atmosfera romana sempre cupa, anche quando c'è il sole, la storia di catarsi e riscatto di un ladruncolo che diviene un (super)eroe: perchè un eroe è chi fa qualcosa per gli altri a suo rischio quando non ne ha nessun vantaggio. Ed è una storia degli ultimi: Jeeg (sì: è Jeeg, lo conferma la maschera finale) è appunto un borgataro che vive di microcrimine; acquista i poteri sfuggendo alla polizia; la sua "beatrice" è una ragazza che rimane orfana, dal passato spaventosamente doloroso e ritenuta anche mentalmente "borderline"; e che per di più, per questo suo ruolo muore miseramente e violentemente. Ed il suo "antagonista" è un delinquente di bassa tacca ma spietato ed ossessionato dal concetto di "celebrità". Gran film; grande ironia; grandissimi interpreti (non dimenticherei la ragazza). Da vedere vedere vedere: e non solo per chi crede che, in fondo, i supereroi esistano, anche se non portano necessariamente un costume sgargiante.
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