felicity
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lunedì 8 aprile 2019
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un vero film di supereroi tutto italiano
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Lo chiamavano Jeeg Robot è la risposta italiana a "Unbreakable", nel senso che parla di supereroi senza costume, in maniera “realistica” e con un certo gusto dell’understatement. Ma, essendo un film italiano, è pieno di melodramma, sentimento, cuore.
È una via tutta italiana al genere ed è una spanna al di sopra di quell’esperimento malriuscito che è "Il ragazzo invisibile".
I meccanismi del genere supereroi e le scelte registiche, sostenuti da grinta ed energia, funzionano appieno: i piani dal basso a sottolineare la grandezza e la potenza del Jeeg nostrano, i movimenti interni alle inquadrature, il montaggio survoltato, le scene d'azione coinvolgenti.
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Lo chiamavano Jeeg Robot è la risposta italiana a "Unbreakable", nel senso che parla di supereroi senza costume, in maniera “realistica” e con un certo gusto dell’understatement. Ma, essendo un film italiano, è pieno di melodramma, sentimento, cuore.
È una via tutta italiana al genere ed è una spanna al di sopra di quell’esperimento malriuscito che è "Il ragazzo invisibile".
I meccanismi del genere supereroi e le scelte registiche, sostenuti da grinta ed energia, funzionano appieno: i piani dal basso a sottolineare la grandezza e la potenza del Jeeg nostrano, i movimenti interni alle inquadrature, il montaggio survoltato, le scene d'azione coinvolgenti. Ogni elemento, allo stesso tempo, supportato da trovate spassose e invenzioni visive, pare venato di una sottile ironia.
Effetti speciali senza strafare, ma molto ben fatti, sceneggiatura che dialettizza il canovaccio fumettistico e supereroistico e i dialoghi indolenti e cafoni a indicazione geografica tipica romana, interpreti in stato di grazia, ma davvero superlativo Luca Marinelli.
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martedì 12 febbraio 2019
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c'è poco senso sul film
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Il film mi è piaciuto solo all'inizio e la fine. Non mi è piaciuto nella metà del film. Che senso ha, fare il buono per far tranquillizzare la ragazza per colpa di suo padre che la violentata e poi il giorno dopo lei ti da dei baci da adolescente innamorata e tu le vai addosso e la violenti perché sei un morto di figa... Noo, mi dispiace, ma non l'accetto da come avuto l'idea il registra..!!!
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sugark
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martedì 25 settembre 2018
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lo chiamavano jeeg robot
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Dopo che il cineasta Gabriele Mainetti ha partecipato diversi progetti come attore, realizza nel corso del tempo 6 cortometraggi come regista, produttore, sceneggiatore e compositore. Alcuni di questi cortometraggi hanno una loro importanza, su come riescano a intrattenere lo spettatore. Per poter fare un salto di qualità ancora maggiore, il giovane cineasta decide di realizzare un progetto interessante e atipico. Infatti nel 2016 esce Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, con protagonisti Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. In questo film durante una fuga per un furto di un’orologio costoso, il ladruncolo Enzo Ceccotti finisce di nascondersi nelle acque del Tevere.
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Dopo che il cineasta Gabriele Mainetti ha partecipato diversi progetti come attore, realizza nel corso del tempo 6 cortometraggi come regista, produttore, sceneggiatore e compositore. Alcuni di questi cortometraggi hanno una loro importanza, su come riescano a intrattenere lo spettatore. Per poter fare un salto di qualità ancora maggiore, il giovane cineasta decide di realizzare un progetto interessante e atipico. Infatti nel 2016 esce Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, con protagonisti Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. In questo film durante una fuga per un furto di un’orologio costoso, il ladruncolo Enzo Ceccotti finisce di nascondersi nelle acque del Tevere. Al momento in cui Enzo cerca di uscire dall’acqua cade improvvisamente dentro ai barili, che contengono delle sostanze radioattive da cui verrà in contatto. Da quell’evento inaspettato Enzo scoprirà di aver acquisito dei superpoteri, inizialmente lui utilizzerà i suoi poteri per rubare. Finché si troverà a dover proteggere Alessia dallo scatenato Zingaro, da cui lei crederà che Enzo sia Jeeg Robot d’acciaio. Infatti sarà lei a convincerlo di diventare un supereroe, mentre lo Zingaro andrà avanti per cercare di diventare un divo. Lo chiamavano Jeeg Robot diventa coinvolgente dall’inizio alla fine, di cui la narrazione viene raccontata fluidamente. L’atmosfera del film riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, soprattutto nei momenti più inaspettati. Claudio Santamaria ha fatto un’ottima performance da Enzo Ceccotti, come un personaggio solitario e misantropo. Una volta che lui starà con Alessia, comprenderà di più sulle sue abilità per poi salvare le persone in pericolo. Verrà infatti spiegato il motivo del suo comportamento inizialmente negativo, rendendo il personaggio ancora più interessante. Luca Marinelli è riuscito a rappresentare lo Zingaro, come un personaggio che reagisce spietatamente nei momenti più inaspettati. Infatti lui è un personaggio che farà di tutto per diventare una grande star, commettendo atti estremi soprattutto se uno del suo gang osi a opporsi contro di lui. Un’ottima scelta di avere Ilenia Pastorelli nella parte di Alessia che rappresenta, come un personaggio di cui vive nel mondo legato alla serie di Jeeg Robot d’acciaio. Per quanto Alessia ha dei disturbi particolari come viene mostrato nel film, lei ha comunque un lato innocente da sembrare una piccola bambina. I monologhi e i dialoghi vengono elaborati da sorprendere lo spettatore, su come i personaggi agiranno nell’intera durata del film. La colonna sonora di Michele Braga e Gabriele Mainetti, riesce a mantenere l’atmosfera coinvolgente senza storcere neanche una nota musicale. Lo chiamavano Jeeg Robot è uno dei migliori film del 2016.
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sellerone
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lunedì 27 agosto 2018
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il supersfasciabancomat
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Finalmente una novità assoluta per il cinema italiano a questo livello. Un SuperHero movie. Raccoglie tutti gli stereotipi del genere, ma noi italiani lo abbiamo fatto meglio!!! con 1/10 dei soldi che spende la Marvel abbiamo creato un Super eroe e la sue Nemesi credibilissimi. Su tutti mi permetto di citare l'interpretazione di Luca Marinelli che nella parte del cattivo è eccezionale, confermando la buona impressione che mi aveva dato in Non Essere Cattivo. Bravi! e soprattutto, per me che sono un fan sfegatato di Anime W JEEG ROBOT!!!!
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rob8
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sabato 28 luglio 2018
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le periferie romane narrate con originalità
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Una storia di delinquenza e redenzione nelle periferie romane narrata con approccio originale e nessuna remora a miscelare i generi cinematografici: tra fantasy e Suburra, tra splatter e action movie.
Il tutto sorretto da buon ritmo e una prova d’attori convincente; nonché da un uso spregiudicato della macchina da presa e degli effetti speciali (a basso costo).
Sforbiciato di qualche sequenza pleonastica e (forse) del finale, il film ne avrebbe guadagnato in compattezza: ma il risultato finale è comunque meritevole dei premi (e degli incassi) guadagnati.
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antonio
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sabato 21 luglio 2018
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a schifio
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il film più brutto di tutta la storia del cinema, entrato in sala io con altri 5 amici dopo 15 minuti siamo usciti subito dallo schifo che toccava vedere, ci siamo anche fatti ripagare i biglietti!!! e ci siamo andati a guardare i veri Super eroi Italiani di tutti i tempi BUD SPENCER E TERENCE HILL....... per dire che lo chiamavano jeeg robot è bello bisogna essere ritardati o corrotti....
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martedì 5 giugno 2018
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sopravvalutato
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Violenza e sangue a go-go per una trama banale...povero Jeeg...film pluripremiato? Sarà...
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opidum
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lunedì 19 marzo 2018
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o mettete i sottotitoli o non lo vedo
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no mettto il voto perchè non l'ho visto tutto .
ne ho visto una mezzora ieri sera su raimovie e poi mio malgrado ho girato : non è sottotitolato.
non capivo una parola ( soprattutto ilenia pastorelli che parla in romano e pure si mangia le parole davvero non si capisce nulla ).
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no mettto il voto perchè non l'ho visto tutto .
ne ho visto una mezzora ieri sera su raimovie e poi mio malgrado ho girato : non è sottotitolato.
non capivo una parola ( soprattutto ilenia pastorelli che parla in romano e pure si mangia le parole davvero non si capisce nulla ).
ho avuto lo stesso problema che ho ( e perciò non li vedo ) con i film di buon anima di troisi : non capisco e non li vedo.perciò o si decidono a sottotitolarli ( vedi gomorra o bastardi senza gloria ) oppure perdono me e credo non solo me come spettatore.
a 18 anni comprai entusiasta il pendolo di fucault di eco ma non lo finii mai perchè non conosco il greco e l'arabo. non ho mai più comprato un libro di eco.
trovo oltremodo scorretto il non favorire il cliente( perchè io sono cliente e pago il prodotto ) con la traduzione.
saluti
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emanuele1968
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domenica 11 marzo 2018
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bellino
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Visto in TV, desideravo vederlo al cinema ma per un motivo ho per un altro non ci sono mai riuscito, comunque il film mi ricordava un po il mito dei film di Bud Spencer , dove il buono menava il cattivo, qualche analogia anche con il titolo << lo chiamavano trinità >>
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ennio
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sabato 10 marzo 2018
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poteva andare meglio con attori più azzeccati
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L'idea generale del film è brillante, non proprio originale ma assembla in modo piacevole alcune trovate del cinema moderno, dal tarantinismo sanguinolento al grottesco/surreale, e lo fa in modo da divertire lo spettatore senza cadere nel prevedibile. Ciò che era ampiamente migliorabile di questo film era il cast: Santamaria è un ottimo attore, ma qui è troppo fuori ruolo, questo è un film giovanilista, il suo umore perennemente tetro e la sua barba sale e pepe non quadrano. Infatti non regge la sfida con l'allucinato/allucinante Marinelli, che alla fine è la figura che rimane più impressa.
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L'idea generale del film è brillante, non proprio originale ma assembla in modo piacevole alcune trovate del cinema moderno, dal tarantinismo sanguinolento al grottesco/surreale, e lo fa in modo da divertire lo spettatore senza cadere nel prevedibile. Ciò che era ampiamente migliorabile di questo film era il cast: Santamaria è un ottimo attore, ma qui è troppo fuori ruolo, questo è un film giovanilista, il suo umore perennemente tetro e la sua barba sale e pepe non quadrano. Infatti non regge la sfida con l'allucinato/allucinante Marinelli, che alla fine è la figura che rimane più impressa. Anche la co-protagonista non mi ha convinto, parla come Sabrina Impacciatore (ci vorrebbero i sottotitoli) ma recita peggio.
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