Quattro mosche di velluto grigio |
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Un film di Dario Argento.
Con Mimsy Farmer, Michael Brandon, Aldo Bufi Landi, Jean-Pierre Marielle, Oreste Lionello.
continua»
Giallo,
durata 105 min.
- Italia 1971.
MYMONETRO
Quattro mosche di velluto grigio
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Affascinante.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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giovedì 2 novembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non avevo mai visto 4 Mosche Di Velluto Grigio finora e, dopo aver colmato questa lacuna, posso dire di esserne rimasto affascinato. Dario Argento, in questa sua terza opera, si dimostra regista dal grande occhio, ma soprattutto, autore in grado di sperimentare. La trama, come spesso capita all'Argento del primo periodo giallo, risulta un po' raffazzonata, piena com'è di incongruenze e forzature. Ma dove non arriva la storia ci pensa la telecamera. Se il racconto spesso inganna, utilizzando stratagemmi a volte ingenui, l'occhio di Dario non mente mai. La messa in scena del regista dona tonnellate di tensione, con il sapiente uso delle luci e un utilizzo della macchina mai banale. Tuttavia queste sono caratteristiche riconosciute al Dario Argento prima maniera. Dove il regista esce dagli schemi è nell'uso del montaggio, quasi anarchico in certe situazioni, e nell'inserimento della commedia all'interno della sua opera: grottesca, quando ci mostra le scene del postino, ma anche fine, quando lascia la parola al saggio Bud Spencer (la battuta sui pesci mi ha fatto ribaltare). Una caratteristica che sembra appartenere solo a questo film della filmografia argentiana ed è un peccato. Se ben affinato questo trucchetto dimostra di poter funzionare e non solo per rendere più straniante l'effetto complessivo della pellicola; l'umorismo intelligente applicato ad alcuni dei personaggi secondari (oltre all'utilizzo di attori, una volta tanto, facilmente riconoscibili), dona agli stessi una tridimensionalità insolita nel genere. Certo, la miscela non è sempre equilibrata, ma l'esperimento funziona e dona spessore ulteriore a una pellicola forse troppo sottovalutata. Un filo di erotismo soft (siamo pur sempre nel 1971) e una colonna sonora da urlo completano un'opera da vedere assolutamente. Mentre io, nel 2017, continuo a chiedermi dove sia finita la magia che questo regista sapeva dare al proprio lavoro.
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