Quattro mosche di velluto grigio

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Un film di Dario Argento. Con Mimsy Farmer, Michael Brandon, Aldo Bufi Landi, Jean-Pierre Marielle, Oreste Lionello.
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Giallo, durata 105 min. - Italia 1971. MYMONETRO Quattro mosche di velluto grigio * * * - - valutazione media: 3,20 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
monfardini ilaria lunedì 20 maggio 2024
il secondo grande film del maestro argento Valutazione 5 stelle su cinque
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 Dario Argento esordisce nelle sale cinematografiche nel 1970 col giallo L’Uccello dalle Piume di Cristallo, che ha subito un grandissimo successo, così il regista, spinto dall’entusiasmo del pubblico, decide di proseguire su quel filone realizzando nell’anno successivo ben altri due film a cui decide di dare un titolo teriomorfo, Il Gatto a Nove Code e Quattro Mosche di Velluto Grigio, dando vita così alla cosiddetta Trilogia degli Animali. Oggi voglio parlarvi del terzo “capitolo” della trilogia, che è da sempre il mio preferito, anche per la varietà delle belle location tra Torino, Roma, Spoleto e Tivoli, e per la suadente colonna sonora di Ennio Morricone. [+]

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citizen kane sabato 20 giugno 2020
meglio argento che finto oro Valutazione 3 stelle su cinque
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E' sempre piacevole riguardare un Argento vintage piuttosto che un volgare Covid-Splatter.Film che sarebbe ottimo se:il movente iniziale fosse credibile (si sposa una persona solo per torturarla e ucciderla a piacimento?non è necessario sposarla,anche per una mente deviata criminale);l'attore protagonista risulta poco espressivo nell'evoluzione della storia,Tomas Milian o Giulio Brogi ad esempio avrebbero fatto molto meglio;i caratteristi comici sono troppo macchiette (Diomede-Spencer e il filosofo-Oreste Lionello);i personaggi di contorno, gli amici e amiche (Satta Flores e ragazze dalle splendide gambe) poco approfonditi e scarsamente sospettabili degli omicidi commessi;antiscientifica l'immagine delle mosche impresse sulla rètina,anche se plausibile per licenza poetica;brava Mimsi Farmer nella sua isteria,ottimo l'investigatore privato gay, sia come attore che personaggio, grandi locations (la Torino misteriosa,magica,diabolica e fatiscente degli anni 70);ottima la scena della cameriera nel parco(all'improvviso il silenzio, il buio, il vuoto e la paura);molto originale e innovativa la sequenza, al "ralenti", dell'incidente finale,Morricone al di sotto delle grandi colonne sonore dell'epoca. [+]

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ennio domenica 24 dicembre 2017
buon film per fare una lunga telefonata all'amante Valutazione 1 stelle su cinque
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Se non fosse di Dario Argento, questo film non sarebbe nemmeno menzionato dai siti cinefili, relegato in un doveroso oblìo. Sceneggiatura,dialoghi, attori, tutto è stucchevole e senz'anima in questo film. Si nota più la presenza di uno sprecato Bud Spencer che tutto il resto. E ciònonostante è chiaramente visibile la mano di Argento in molte tracce che riprenderà nel suo capolavoro, il "profondo rosso".
Non è un caso isolato nella storia dell'arte, anche nella letteratura abbiamo avuto autori di capolavori che sono stati in grado di produrre nel loro corpus minore delle opere insulse come "4 mosche di velluto grigio".

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iuriv giovedì 2 novembre 2017
affascinante. Valutazione 3 stelle su cinque
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Non avevo mai visto 4 Mosche Di Velluto Grigio finora e, dopo aver colmato questa lacuna, posso dire di esserne rimasto affascinato. Dario Argento, in questa sua terza opera, si dimostra regista dal grande occhio, ma soprattutto, autore in grado di sperimentare.

La trama, come spesso capita all'Argento del primo periodo giallo, risulta un po' raffazzonata, piena com'è di incongruenze e forzature. Ma dove non arriva la storia ci pensa la telecamera. Se il racconto spesso inganna, utilizzando stratagemmi a volte ingenui, l'occhio di Dario non mente mai. La messa in scena del regista dona tonnellate di tensione, con il sapiente uso delle luci e un utilizzo della macchina mai banale. [+]

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onufrio lunedì 30 maggio 2016
dietro le 4 mosche si cela il colpevole Valutazione 3 stelle su cinque
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Thriller di Dario Argento dai ritmi un pò compassati ma con una storia interessante che specie nel finale acquista maggiore convinzione attraverso il modo in cui viene individuato il possibile assassino psicopatico di turno. Musiche di Morricone, nel cast presente anche Bud Spencer nei panni di "Dio".

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blowup martedì 3 novembre 2015
sbadigli a go-go Valutazione 2 stelle su cinque
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Sarà il tempo che passa (per certi film più che per altri, a dire il vero). Ma ho trovato questo film davvero deboluccio. Sia nella trama, sia nella recitazione. Lo spettatore deve lavorare molto di fantasia per riempire i buchi e molto di empatia per accettare la inverosimilità delle situazioni. Insomma, come si dice per le commedie che il miglior ingrediente per ridere è la voglia di ridere, qui è la voglia di spaventarsi.
Tra l'altro, anche le scene "forti" sono particolarmente pudiche.
La trama è a dir poco sconclusionata (una donna che per vendicarsi del padre che la maltrattava, sposa una persona che gli somiglia... la vendetta che consiste nel tormentare il marito di sensi di colpa inducendolo a credere di aver ucciso uno sconosciuto. [+]

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blowup mercoledì 14 ottobre 2015
sbadigli... Valutazione 2 stelle su cinque
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Sarà il tempo che passa (per certi film più che per altri, a dire il vero). Ma ho trovato questo film davvero deboluccio. Sia nella trama, sia nella recitazione. Lo spettatore deve lavorare molto di fantasia per riempire i buchi e molto di empatia per accettare la inverosimilità delle situazioni. Insomma, come si dice per le commedie che il miglior ingrediente per ridere è la voglia di ridere, qui è la voglia di spaventarsi.
Tra l'altro, anche le scene "forti" sono particolarmente pudiche.
L'unico merito che va riconosciuto al film è una certa forza visiva di alcune scene. Penso alla scena nei giardinetti pubblici.
A parte questo, tutto si gioca sull'allusione e sulla disponibilità dello spettatore di stare al gioco. [+]

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phoenix000 sabato 15 agosto 2015
atmosfera suggestiva. Valutazione 4 stelle su cinque
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Non lo avevo mai visto fino a ieri e mi ha affascinato. L' atmosfera tipica da primissimi anni '70 aggiunta a molte tipiche caratteristiche dei classici di Dario Argento. Oltre a godibili divagazioni nella commedia, ottimi i personaggi interpretati da Bud Spencer e Oreste Lionello, ed anche qualcosa del sexy all'italiana. 

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fabio1957 lunedì 25 maggio 2015
grande argento Valutazione 4 stelle su cinque
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A questo film sono particolarmente legato,era il 1971 quando l'ho visto al cinema Augusteo di Napoli, la prima volta,avevo 14 anni e rimasi affascinato da questo giallo assolutamente originale per l'epoca.Tratteggiatto da musiche eccellenti di Morricone, rappresenta insieme a Profondo rosso ma più di questo, la vetta massima raggiunta dal regista prima di virare verso forme espressive più horror e meno poliziesche.Il meccanismo del film  è una perfetta e oliata  macchina thriller, che rapisce completamente lo spettatore che resta disorientato e ammaliato dal racconto, .Alcune scene sono da antologia:i giardini pubblici che si svuotano improvvisamente lasciando la vittima sola e  chiusa lì dentro in balia dell'assassino, il sogno della decapitazione tra realtà ed immaginazione e la trovata veramente geniale di carattere  pseudo -scientifico dell'esame dell'occhio di una delle  vittima,che ha impressa sulla retina l'ultima cosa che ha visto, cioè il suo assassino,o quello che portava. [+]

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fabio1957 martedì 10 marzo 2015
ingiustamente dimenticato Valutazione 3 stelle su cinque
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Questo film che raramente passano in tv, è stato uno dei thriller preferiti del mio periodo adolescenziale.Forse un pò snobbato dalla critica, ritengo invece sia un sofisticato, suggestivo e riuscito congegno artistico, che riesce a impressionare,spaventare e catturare lo spettatore. Affianca ad una trama originale ed intrigante,scenografie e musiche di grandissimo effetto.Anche rivisto dopo molti anni non ha perso il suo fascino originario,collocandosi tra i migliori fims di Dario Argento, che prima della svolta horror, era un grande artigiano del thriller psicologico e confezionava delle piccole perle. Da rivedere

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