allix
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domenica 10 giugno 2007
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l'oggetto del desiderio
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Senza nulla togliere al film in sé, bisogna dire che molto del fascino di "Quattro mosche di velluto grigio" è dovuto all'estrema difficoltà di reperimento. Causa problemi vari con la casa di produzione, non ha mai avuto passaggi regolari in televisione, né è uscito in vhs (figuriamoci in dvd). Semplicemente, "Quattro mosche" non esisteva, se non nei ricordi di chi l'aveva visto all'epoca (ne ho sentito parlare per la prima volta da mia mamma, che ha visto tutti i primi film di Argento al cinema negli anni '70): ma, negli anni '80-'90, niente da fare, il film sembrava introvabile. Poi, inizia l'era Internet: riesco così a trovare, su EBay, un dvd ricavato da una videocassetta francese, qualità audio e video sufficienti, addirittura con un extra (la confessione finale, originariamente più lunga e particolareggiata che non nel montaggio definitivo).
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Senza nulla togliere al film in sé, bisogna dire che molto del fascino di "Quattro mosche di velluto grigio" è dovuto all'estrema difficoltà di reperimento. Causa problemi vari con la casa di produzione, non ha mai avuto passaggi regolari in televisione, né è uscito in vhs (figuriamoci in dvd). Semplicemente, "Quattro mosche" non esisteva, se non nei ricordi di chi l'aveva visto all'epoca (ne ho sentito parlare per la prima volta da mia mamma, che ha visto tutti i primi film di Argento al cinema negli anni '70): ma, negli anni '80-'90, niente da fare, il film sembrava introvabile. Poi, inizia l'era Internet: riesco così a trovare, su EBay, un dvd ricavato da una videocassetta francese, qualità audio e video sufficienti, addirittura con un extra (la confessione finale, originariamente più lunga e particolareggiata che non nel montaggio definitivo). Posso dire, quindi, di essere tra coloro che vantano, nella propria videoteca, una vera rarità (ma su EBay qualche inserzione ogni tanto compare, anche a prezzi non proibitivi!).
Detto questo, nella prima trilogia argentiana, quella degli animali (la seconda, quella delle Madri, che sta per essere completata, dopo "Suspiria" e "Inferno"),"Quattro mosche" è meglio de "Il gatto a nove code" ma peggio dell' "Uccello dalle piume di cristallo". L'impianto è sempre quello del giallo-thriller, con qualche scena veramente da ricordare (esistono sempre, in ogni film di Argento): qui, tanto per citarne due, molto buona è la sequenza dell'inseguimento nel teatro (molto caro al regista, il sipario purpureo: tutti ricordano "Profondo rosso",la cui scena iniziale -la conferenza di Helga- è proprio ambientata in un teatro, e, trent'anni dopo, "Non ho sonno", con la rappresentazione del "Lago dei cigni"). Addirittura sublime, e qui buona parte del merito va alla musica di Morricone che la sottolinea, la scena in cui viene rivelata l'identità del maniaco (o, meglio, l'identità si rivela da sola). Sul piano narrativo, Argento costruisce una buona storia di follia e ossessioni, avvalendosi anche di valide prove di recitazione: il migliore, senza dubbio, Marielle nella parte del detective gay (una figura che riesce ad accattivarsi le simpatie, nella sua omosessualità triste e delusa e nella sua intelligenza disincantata, che lo porterà a scoprire la verità). Neppure Mimsy Farmer "passava per caso". Inverosimile, ma geniale, l'idea delle quattro mosche (cioè dell'ultima immagine rimasta impressa sulla retina prima di morire). Ora non resta che chiedersi: perché proprio quattro?
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[+] perche' proprio quattro?
(di belbon)
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henry
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sabato 19 maggio 2007
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tappa obbligata per gli appassionati
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Terzo e conclusivo capitolo della trilogia degli animali iniziata con 'L'uccello dalle piume di cristallo' e 'Il gatto a nove code'. Qui Argento sfoggia buon talento visivo e diverse immagini sembrano già anticipare alcuni punti tipici di 'Profondo rosso' (vedi il pupazzo che ride in una delle sequenze iniziali). Musica rock a volontà, di buon effetto le location. Sono stonati però gli interventi pseudo-comici (vedi la coppia Lionello/Spencer, il detective gay..) mentre per il resto la trama scorre discretamente, arricchita dalle finali spiegazioni parascientifiche e il colpo di scena conclusivo (abbastanza gustoso). Non del tutto riuscito e inferiore rispetto ad altri del regista, ma degno di interesse.
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Terzo e conclusivo capitolo della trilogia degli animali iniziata con 'L'uccello dalle piume di cristallo' e 'Il gatto a nove code'. Qui Argento sfoggia buon talento visivo e diverse immagini sembrano già anticipare alcuni punti tipici di 'Profondo rosso' (vedi il pupazzo che ride in una delle sequenze iniziali). Musica rock a volontà, di buon effetto le location. Sono stonati però gli interventi pseudo-comici (vedi la coppia Lionello/Spencer, il detective gay..) mentre per il resto la trama scorre discretamente, arricchita dalle finali spiegazioni parascientifiche e il colpo di scena conclusivo (abbastanza gustoso). Non del tutto riuscito e inferiore rispetto ad altri del regista, ma degno di interesse. Ce ne fossero di film così...
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marco
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giovedì 7 luglio 2005
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bellissimo!
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Un bellissimo film di Dario Argento, anche se non e' il piu' bello. Forse l'unica cosa che lascia a desiderare e' come scoprono l'assassino, pero' il film rimane stupendo. Bellissima sopratutto la colonna sonora di Ennio Morricone. Peccato che non è stato mai messo in vendita e purtroppo è reperibile soltanto sui circuiti p2p su internet. L'ultima volta che e' stato mandato in onda era nel 1991 su rete 4, se non sbaglio.
[+] bellissima la sequenza dell'incidente!!
(di lianò)
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