Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Polonia |
Durata | 122 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Lech Majewski |
Attori | Kacper Olszewski, Magdalena Rózczka, Joanna Opozda, Weronika Rosati, Andrzej Grabowski Tomasz Sapryk, Elzbieta Okupska, Stanislaw Brudny, Gabriela Chojecka, David L. Price, Eryk Lubos, Igor Kujawski, Piotr Pacek, Piotr Machalica, Dariusz Jakubowski, Danuta Goldon, Lech Dyblik, Andrzej Klak, Sebastian Stankiewicz, Marian Makula, Adam Fidusiewicz, Michal Lupa. |
Uscita | giovedì 18 aprile 2024 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | CG Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,92 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 aprile 2024
Un inedito viaggio nel paese delle meraviglie. Un omaggio alla cultura pop e al potere dell'immaginazione!
CONSIGLIATO SÌ
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Adam è un bambino nella Polonia di Gomulka in cui il controllo politico sulla società è pervasivo all'ennesima potenza. Nella sua casa lo è ancora di più perché il padre è un pilota dell'aviazione che non ha fatto ritorno dopo la fine della guerra e la madre è una donna che attrae l'attenzione di uomini viscidi della polizia politica. Adam però non rinuncia alla ricerca del genitore e, in un percorso in un albergo collocato nel mondo della fantasia e dell'inconscio carico di immaginazione, incontrerà coloro che attraggono la sua immaginazione sul piano divistico e, da alcuni di essi, troverà un aiuto inaspettato.
Un Majewski in parte diverso rispetto ai suoi film precedenti in grado di fondere stili differenti.
Quando si inizia a vedere questo film, che si ispira al romanzo dello stesso Majewski "Brigitte Bardot the Wonderful", dopo pochi minuti si finisce con il chiedersi cosa ne sia stato del regista visionario di film come I colori della Passione o Valley of the Gods. Non perché ciò che mostra e come lo porta sullo schermo sia privo di valore ma perché lontano dal modo di fare cinema a cui ci aveva abituato.
Sembra cioè di essere in un film che rimanda, seppur con un protagonista di età minore, alle modalità narrative di Ti ricordi di Dolly Bell? di Emir Kusturica con tutta la corrosiva ironia da dedicare agli anni in cui il socialismo reale dominava, seppure con metodi differenti tra Jugoslavia e Polonia, l'intera società.
Adam si presenta come un bambino ribelle che non vuole sottostare alle imposizione della retorica dei suoi insegnanti e che è capace di atti iconoclastici. Anche perché può verificare come gli inquisitori tentino di insinuarsi nella sua vita familiare di figlio che vive con la madre attendendo il ritorno di un Ulisse che non si sa se sia vivo oppure no mentre i lubrichi e minacciosi esponenti dell'apparato insidiano la mamma, novella Penelope.
A impedirgli di cedere allo sconforto ci pensano le immagini appese sopra il suo letto. Ci sono i Beatles, Simon Templar, Raquel Welch, Liz Taylor e, ovviamente, Brigitte Bardot. Fino a questo punto ci troviamo di fronte ad un Majewski piuttosto inedito ma che non può e non vuole esimersi da quella ricerca che, presente in ogni sua opera, costituisce il motivo che lo ha portato a distinguersi nel panorama polacco e internazionale.
Adam trova così l'ingresso di un hotel misterioso che a tratti sembra il castello di Hogwarts della saga potteriana e in altri momenti riporta alla mente il Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Questo senza però mettere mai in discussione la genialità di un regista che sa fondere i sogni di un bambino e poi di un ragazzo alla ricerca della figura paterna e di se stesso che si uniscono agli incubi dell'oppressione politica.
Se Brigitte Bardot si mette a nudo (in tutti i sensi) e Liz Taylor fa la diva, i Beatles, in divise della fase Sergent Pepper, possono forse essere d'aiuto in un mondo in cui i sovietici affermano che solo i polacchi possono credere all'esistenza della Siberia (con tutto quello che politicamente comporta). Ad un certo punto Adam si troverà di fronte ad una scelta non facile e saprà come comportarsi.
I film di Lech Majewski sono viaggi tra le immagini. Così è per quelli che compongono il suo trittico: Il giardino delle delizie (2004), in dialogo con Hieronymus Bosch, I colori della passione (2011), in cui la macchina da presa si muove tra i personaggi di Salita al Calvario di Pieter Bruegel, e Onirica, con ombre e sogni che citano La divina commedia.
Katowice, Polonia, anni 60. Adam, studente ribelle, indocile al regime poststaliniano e poliziesco di Gomulka, ignora dove sia finito il papà pilota e polemizza con la scuola "leninista" ma dallo slogan sciovinista «l'educazione delle masse costruisce la prosperità della nazione», perché non insegna come si bacia. Crea un mondo immaginario alternativo fatto di eros, allucinazioni pop, fughe kafkiane [...] Vai alla recensione »