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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 giugno 2019
Argomenti: Unbreakable
Uno scontro tra personalità eccentriche manovrate da una mente che nasconde numerosi segreti, importanti per la loro sopravvivenza. In Italia al Box Office Glass ha incassato 3,9 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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L'orda, ossia Kevin Wendell Crumb e le sue altre numerose personalità, ha catturato un nuovo gruppo di ragazze e si prepara a "sacrificarle" alla Bestia. È però sulle sue tracce il vigilante David Dunn, che grazie all'aiuto del figlio e alle sue visioni psichiche arriva presto a un confronto con il feroce avversario. Entrambi però finiscono catturati dalla polizia e dalla psichiatra Ellie Staple e rinchiusi in un istituto psichiatrico, lo stesso dove da 19 anni è prigioniero "l'uomo di vetro", il geniale Elijah Price. Per lui sarà finalmente l'occasione di dimostrare al mondo che le sue teorie sugli esseri dotati di superpoteri sono reali. Nel mentre il figlio di David, la ragazza sopravvissuta all'Orda e la madre di Elijah cercano di salvare i propri cari dalle cure di Ellie Staple.
Doveva essere il coronamento del più ambizioso progetto di Shyamalan, che porta a compimento due suoi film precedenti, Unbreakable e il più recente Split, ma il risultato è un incredibile pasticcio di sceneggiatura, di autoindulgente lunghezza e con un interminabile numero di epiloghi.
Il disappunto è cocente, perché Shyamalan nella collaborazione con Jason Blum e nel ritorno a budget contenuti sembrava essersi rigenerato dai flop ricchi di effetti speciali come L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth, invece qui lo ritroviamo più confuso che mai.
Se Unbreakable trattava in modo relativamente rispettoso la mitologia dei supereroi, ora si mettono invece in bocca ai personaggi così tante assurdità da farli sembrare toccati in testa. Per esempio lascia esterrefatti che la ragazza sfuggita all'Orda prenda come una prova dell'esistenza dei supereroi il fatto che Metropolis sia ispirata a New York (tutt'altro che un segreto per inciso) o che il costume dei primi supereroi era ispirato dagli artisti del circo. Ma ci sono momenti ancora più involontariamente esilaranti, come quando un personaggio dice di appartenere a un'organizzazione che opera da diecimila anni: che si riferisca all'era hyboriana di Conan il barbaro?
Tutto questo sarebbe ridicolo nel peggior fumettone, eppure Glass si prende dannatamente sul serio. E nonostante il genere in cui si muove il film, la sceneggiatura è tutt'altro che irrilevante visto che si tratta di un'opera dominata da infiniti dialoghi. Gli scontri infatti sono solo due, in mezzo c'è il tentativo di Ellie Staple di convincere i protagonisti di non avere alcun potere speciale e si porta via almeno un'ora di durata (e per altro perché fare un film di questo tipo lungo due ore e dieci minuti se il budget è tanto risicato?).
C'è quasi da non crederci, visto che non solo allo spettatore è già stata provata la portata dei poteri dei protagonisti nei film precedenti, ma soprattutto considerato che Staple li trova subito dopo che sono precipitati da un'altezza notevole e si sono rialzati senza un graffio. Lei e la polizia devono necessariamente aver assistito alla caduta, ma tutti fanno finta che non sia così per non rendere la trama ancora più assurda di quanto già non sia.
Lascia poi molto perplessi che un film che si intitola Glass abbandoni in una sorta di letargia il personaggio omonimo interpretato da Samuel L. Jackson per una buona metà della durata. Inoltre d'accordo che è un genio, ma è stato chiuso e sedato per 19 anni senza nemmeno niente da leggere, com'è possibile che appena liberato si riveli un hacker formidabile? Se a tutto questo supplisse una messa in scena affascinante si potrebbe chiudere un occhio, ma non è così: si assiste a un succedersi di scambi di battute in interni dove la scelta più ardita è scenografica: un'ampia stanza tutta rosa come nemmeno una bomboniera e che fa pendant con il vestito di Ellie Staple.
A peggiorare il tutto arriva poi un finale che, nella tradizione di Shyamalan, vorrebbe offrire il colpo di scena, ma questa volta lo fa in modo così reiterato che si sospetta un tentativo di autoparodia. Se la circolarità della vicenda che si esplicita durante lo scontro finale è uno sviluppo che ricompone un puzzle fin qui sconnesso, e potrebbe persino salvare il salvabile, tutto quello a cui si assiste in seguito è invece ridondante, ripetitivo e sfiancante al punto da perdere il conto degli epiloghi, che oltretutto sono ognuno peggio dell'altro.
Una vera débâcle cui non bastano il cameo di Shyamalan che cita il suo precedente cameo in Unbreakable, né il ritorno di Bruce Willis, Samuel L. Jackson e Spencer Treat Clark nei personaggi di 19 anni fa, e neppure l'innesto della solitamente brava Sarah Paulson in un ruolo verboso e ingrato. Alla fine anche delle improbabili azioni della sua psichiatra viene svelato un senso, ma è troppo comodo e di certo non ripaga di un'ora di dialoghi senza capo né coda. Spiace scriverlo, ma Glass si candida già a peggior delusione del 2019.
David Dunn, un uomo di mezza età che si è scoperto quasi invulnerabile, è destinato a incrociare il proprio destino con quello di Kevin Wendell, affetto da una forma estrema di schizofrenia per cui ha ben 24 differenti personalità. L'ultima tra queste è La Bestia, che causa in lui una mutazione facendone una sorta di super-cannibale. L'unica che conosce dell'esistenza della Bestia è Casey Cooke, che gli sfuggita e ora è in fuga, ma ancora più cruciale è la figura di Elijah Price, ossia "l'uomo di vetro", che custodisce segreti su Dunn e Wendell e li manipolerà per i suoi fini.
È una sorta di film di supereroi, sicuramente lo considero in questo modo, ma è anche molto differente dagli altri. Non somiglierà ai film Marvel.
Jason Blum
Glass è prodotto ancora una volta da Jason Blum, ossia il principale artefice della rigenerazione di M. Night Shyamalan dopo la serie di flop da Lady in the Water a L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth. Blum, campione dell'horror-thriller a piccolo budget è emerso con il clamoroso caso di Paranormal Activity e tutt'ora sulla cresta dell'onda grazie a Scappa - Get Out. È stato lui a fidarsi di Shyamalan e a permettergli di ritrovare se stesso in un cinema più limitato nei mezzi, ma forte nelle idee, prima con The Visit e poi con Split. Proprio di Split, Glass costituisce il seguito - e si tratta per altro del primo sequel nella carriera del regista. Il finale del film precedente aveva però introdotto un elemento inatteso: il personaggio di David Dunn, ossia il protagonista di Unbreakable, che Shyamalan aveva diretto nel 2000. Glass infatti rimanda fin dal titolo a Mr. Glass cioè "l'uomo di vetro", che era la nemesi di Dunn in Unbreakable. Il film è dunque l'insolito caso di un seguito di due altri film tra loro molto distanti nel tempo, che ora compongono un universo condiviso. Shyamalan però non intende tradire la lezione appresa con Jason Blum e infatti anche questo Glass sarà realizzato con il rigore di mezzi di produzione limitati, nonostante il buon successo tanto di Split quanto a suo tempo di Unbreakable.
Sto cercando di tornare a essere un esordiente e per farlo devo privarmi di tutto. Non ho soldi, non ho le roulette per le star, ho solo una storia da raccontare. Voglio sentirmi di nuovo in pericolo, senza rete, perché le idee e le soluzioni arrivano quando hai lasciato il sistema e hai risorse limitate. Affronterò Glass come The Visit e Split, con la stessa filosofia, cioè «questo è il budget e lo faremo per questa cifra». Se non posso permettermi qualcosa o qualcuno allora riscrivo una scena. Mi impongo queste restrizioni perché voglio che il film, quasi a livello genetico direi, sia sensibilmente guidato dalla forza delle idee e non dai soldi. - M. Night Shyamalan.
Chiaramente il successo di questo progetto passa però anche per le sue star, che hanno accettato un compenso da cinema indipendente pur di partecipare al coronamento di una storia che il regista ha iniziato quasi vent'anni fa. Torneranno così Bruce Willis e Samuel L. Jackson da Unbreakable oltre che James McAvoy da Split.
Sul fronte femminile invece non c'è stata finora menzione per Robin Wright, che in Unbreakable interpretava la moglie di Dunn, mentre sarà di nuovo in scena Ana Taylor-Joy, lanciata da The Vvitch di Robert Eggers e qui, come in Split, nei panni di Casey. È inoltre stata annunciata la presenza nel cast di Sarah Paulson, musa di Ryan Murphy che non fa quasi nulla senza di lei, e in Glass in un ruolo tenuto sotto il massimo riserbo. Tutti loro saranno diretti da Shyamalan secondo una molto personale scaletta produttiva.
C'è un processo ottimale per me e ha l'obiettivo di togliere pressione alle prime riprese. Se potessi realizzare la mia produzione ideale farei ogni film due volte. Cerco di realizzare una prima versione girando molto rapidamente, perché so che poi potrò rifare alcune scene. Prevedo infatti di tornare sul set dopo tre settimane, con ogni attore e membro della troupe, per tre o quattro giorni. Non so all'inizio cosa gireremo, lo capisco solo rivedendo il primo girato e riflettendoci su con attenzione. - M. Night Shyamalan
Ancora prima delle riprese la stessa sceneggiatura viene più volte riviste: a giugno era stata annunciata da Shyamalan la fine della terza stesura, dove l'emotività dei personaggi avrebbe preso il sopravvento sui calcolati snodi della trama, in modo da rendere il film più viscerale. Ovviamente il ritorno al filone supereroico non è un caso, si tratta del genere di maggior successo a Hollywood e Jason Blum sta esplorando un proprio approccio a supereroi anche con un altro progetto a basso budget, ossia Spawn dal fumetto omonimo di Todd McFarlane. Glass però sembra di più di una variazione sul genere e promette di essere un vero evento cinematografico.
GLASS disponibile in DVD o BluRay |
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Il regista Shyamalan ha diretto il film, di cui è anche sceneggiatore che risulta in un certo senso un misto di sequel, spin off o cross over, in cui vengono raccontate delle vicende interpretate da personaggi tratti da due suoi precedenti film Unbreakable (Il predestinato) del 2000 e Split del 2016. Mettiamo subito le mani avanti: il film non ha la genialità e l'inventiva [...] Vai alla recensione »
Glass è la conclusione di una trilogia iniziata da Unbreakable Il predestinato e proseguire con Split. Entrambi, avevano dei difetti, ma erano molto belli, assai intriganti. Questo, non dico che non ci prova, ma, prima di addentrarmi oltre, parlo dei pregi. Diverte; infatti ho riso come un matto con i tre personaggi interpretati da Bruce Willis, Samuel L.
Rivisto oggi, Unbreakable continua a essere il film più classico e al tempo stesso sperimentale di Shyamalan, perché in fin dei conti si confrontava con il cinecomix senza lasciarsene condizionare ma approcciandolo con il giusto distacco. Split, al contrario, ha rivelato il lato più cupo e viscerale del regista. Per questo, e per via della sua struttura immediata, lineare, da [...] Vai alla recensione »
Ecco un film che sicuramente non piacerà alla maggior parte del pubblico. Perché? Perché se uno si aspettava il thriller condito di tensione, viene illuso dai primi 20 minuti e poi rischia di arrabbiarsi. Mentre se uno si aspettava il film con supereroi, ne trova tre talmente atipici, che soprattutto combattono poco e hanno pochissimi effetti speciali da mostrare, da far imbestialire [...] Vai alla recensione »
Siamo tornati dalla proiezione, chi entusiasta e chi deluso, da un film pieno di aspettative, e dal ritorno sullo schermo di personaggi indimenticabili, icone del genere, ma non sempre sfruttati al massimo. Unire due universi, apparentemente alieni tra loro, è un compito arduo (sicuramente previsto dal genio-ideatore di M. Night Shyamalan), che necessita della migliore scrittura, [...] Vai alla recensione »
Confuso e deludente Non riesce ad avvincere lo spettatore, in quanto inconsistente e privo di ritmo Eccessivamente autoreferenziale, si avvita su se stesso, perdendo la presa sul pubblico e non destandone l'interesse In alcune parti risulta affetto da imperfezioni di sceneggiatura e da sequenze chiaramente forzate Della trilogia preferisco di gran lunga la prima pellicola, che era molto affascinante [...] Vai alla recensione »
Degna chiusura di una splendida trilogìa. Tre uomini dalle qualità straordinarie (Kevin, Elijah e David: l'anarchico, la mente e l'eroe riluttante) rinchiusi insieme in un ospedale psichiatrico e sottoposti alla cura della normalità. E una dottoressa, una donna ambigua, la quale cerca di convincerli che, in fondo, non è che siano proprio così speciali come [...] Vai alla recensione »
Non ce l'ho fatta a vederlo tutto, mi spiace. Ma quel che ho visto, non so se mi ha fatto piu' ridere o piangere... Si fa per dire. Trovo uno strampalato sequel/crossover (come volete chiamarlo) ancora con la solita menata delle 24 personalita'! Ma basta con questa idiozia, che sappiamo essere pressoche' inesistente in psichiatria.
Ma è possibile che una produzione di questo livello , con un cast eccezionale , abbia girato un film così pessimo? Il film oltre ad avere un andamento lento non ha una trama! Sconsigliato!
Glass l'ultimo capitolo della trilogia omnia analizza definitivamente, in modo singolare, il concetto stesso del significato "supereroe" chiudendo così il cerchio in maniera molto ellittica ma anche nebulosa. Se da un lato il thriller del regista statunitense M. Night Shyamalan conserva una certa originalità, dall'altro non posso negare di aver riscontrato diverse banalit&ag [...] Vai alla recensione »
"Non un'edizione limitata ma una storia di origine". La svolta, il colpo di scena c'è ma arriva tardi, dopo due ore ed un bel po'' di pazienza chiesta al pubblico. Chi ama il fumetto saprà apprezzare quanto di buono c'è nel film, ingenuità a parte.
Se anche la qualità artistica e l'originalità non siano a livelli eccelsi è sbagliato giudicare un film solo perchè il regista va a pescare dei dejà vù, e quando si parte prevenuti se ne perde l'assoluta godibilità. Malgrado non manchi qualche banalità che poteva essere risparmiata questo titolo mi ha tenuto incollato al divano fino alla [...] Vai alla recensione »
Se anche la qualità artistica e l'originalità non siano a livelli eccelsi è sbagliato giudicare un film solo perchè il regista va a pescare dei dejà vù, e quando si parte prevenuti se ne perde l'assoluta godibilità. Malgrado non manchi qualche banalità che poteva essere risparmiata questo titolo mi ha tenuto incollato al divano fino alla [...] Vai alla recensione »
Chi ha scritto che qui non si trova lo Shyamalan di "E venne un giorno", tra l'altro profetico per quanto riguarda la pandemia, ha proprio ragione: necessitato dal completare la trilogia dopo "Unbreakable" e "Split", il regista ci presenta un "pastiche" ambientato per lo piu' in una clinica psichiatrica di Philadelphia dove naturalmente viene ricoverato [...] Vai alla recensione »
Veramente non capisco tutti questi commenti negativi. Io tornerei al cinema per rivederlo. Dando per scontato che vi ricordiate vagamente di Unbreakable, vi raccomando di riguardarvi prima ( almeno velocemente ) il secondo film, Split, molto importante. Vi lamentate della lentezza? Ma allora perchè guardate film di Shyamalan?!? Effettivamente per 3/4 del film, sembra tutto liscio, a rilento. [...] Vai alla recensione »
Forse il limite più grande di questo film è il fatto che alla fine la trama non ha nulla di nuovo. Come nei fumetti tutti i personaggi sono uguali a se stessi e si comportano come hanno già fatto nei precedenti, la parte più interessante forse è stata la sequenza nella clinica, dove la dottoressa cercava di riportare alla realtà i tre superumani, creando una [...] Vai alla recensione »
Cocente delusione per questo "Glass"..Incrociando UNBREAKABLE e SPLIT si finisce il racconto dell'uomo di vetro,del vendicatore col poncio e dell'uomo dalle dieci personalita'tra la principale il mostro.Chi non ha visto UNBREAKABLE di 15anni fa non puo' comprendere appieno questo film.Ecco l'errore principale del regista Shyamalan.
Una degna chiusura di una strana e lunghissima trilogia (Unbreakable Split e questo Glass). Certamente non il miglior film di Shyamalan ma neppure uno dei peggiori... Anzi a chi sono piaciuti i primi due, non potrà che piacere anche questo e le sue atmosfere! E poi c'è il grande Bruce Willis, basterebbe lui per dire che l'accoppiata Willis/Shyamalan è una garanzia!
Il gran finale arriva ma stavolta è un po' annacquato; il colpo di scena c'è ma dopo due ore di preparazione lo spettatore rischia di soffrirne. Specialmente la parte della "psicoterapia" appare troppo lunga e francamente improbabile. Ingenuità a parte, si poteva scrivere diversamente.
Con un terzetto di attori del calibro di James McAvoy, Bruce Willis e Samuel Jackson si può tenere desta l’attenzione del pubblico per due ore anche con una sceneggiatura in gran parte rimaneggiata da Shyamalan dai suoi precedenti lavori, Split e Unbreakable - Il predestinato. La visione del mondo come velo di Maya, tipica della cultura e delle religioni orientali, cui [...] Vai alla recensione »
Glass, è sicuramente un film che tutti attendevano e perchè poi entra in atto la delusione? perchè tutti puntano a criticare la sceneggiatura, forse a volte non vedendo il vero lato del film;come si dice per fare un buon film non servono eneormi effetti speciali, e non basta di certo avere degli attori che sanno fare un ottima intepretazione per salvare la pellicola.
Questo è il peggior film di questo millennio e molto probabilmente anche del prossimo. annichilisce e distrugge i film precedenti di questa trilogia... protagonisti con storie importanti dietro fatti passare per fessi... tempi lunghi , morti e banali dentro all'ospedale.. il film poi ti prepara per una scena che non avverrà mai, e che forse avrebbe salvato questa pellicola.
Qui non si chiedeva un film stile Marvel... ma non c’è cosa peggiore di un film che parla di super eroi e in due ore non rappresentare nulla di un super eroe... solo banalità (anche nei dialoghi infiniti) un super eroe dovrebbe mostrare i suoi poteri in azione. In due ore solo un paio di scontri... tra l’altro rivedibili.. Ancora sto aspettando una scena al grattacelo che avrebbe salvato il film.
La dimensione in cui agisce la contemporaneità cinematografica ha assunto, negli ultimi anni, l'aspetto di un organismo ipertrofico dove il prodotto d'intrattenimento si ripresenta nelle sale, di mese in mese, sempre identico a se stesso. Il cinecomic, in particolare, chiama a raccolta una comunità spettatoriale così esigente e così attenta alle corrispondenze con l'originale cartaceo da aver trascinato il dispositivo filmico verso un riduzionismo concettuale davvero preoccupante. In questo senso, la risposta di M. Night Shyamalan sembra prendere una direzione uguale e contraria, perché se da una parte Glass (guarda la video recensione), come nei più classici dei crossover, convoca a sé i protagonisti di altri due film (uno dei quali temporalmente lontano ma che già allora aveva detto tanto sul superomismo molto prima del monopolio Marvel), dall'altra il fumetto resta al centro di un'idea di cinema di genere che tuttavia sceglie di allontanarsi dall'ortodossia narrativa pretesa dal pubblico moderno.
Il successo di Glass, come progetto ancor prima che come film, si fonda sulla consapevolezza della propria riconoscibilità editoriale: mentre la popolarità dell'universo Marvel o DC poggia su una fanbase che vede nel cinecomic un modo per legittimare la propria affezione al fumetto, il "progetto Shyamalan" trova la sua eccezionalità in un effettismo narrativo complesso e nell'invenzione di personaggi a dir poco indovinati.
Il momento finale di Split, che si riallacciava alle vicende di Unbreakable - Il predestinato, proiettava il film verso un capitolo finale che non avrebbe avuto bisogno di alcuna contaminazione cross-mediale per incontrare l'entusiasmo del pubblico e che, soprattutto, tracciava le basi per un percorso di riconfigurazione del supereroe cinematografico. Un percorso non lontano dalle intuizioni di film come Il cavaliere oscuro o Chronicle, nei quali il ruolo dell'eroe veniva messo drammaticamente in discussione, eppure del tutto necessario alla determinazione sociale e culturale dell'uomo fuori dal comune.
Shyamalan offre ai suoi personaggi una descrizione che si fa garanzia identitaria in quanto parte di un "progetto" che ha dedicato la giusta attenzione tanto al buono quanto ai cattivi, di cui la maggior parte dei cinecomics di largo consumo propongono al massimo una costruzione di presentazione. Allora il confronto tra l'indistruttibile Bruce Willis, il malvagio uomo di vetro di Samuel L. Jackson e le ventiquattro personalità di James McAvoy - che si alternano secondo una rotazione esaltante ma forse troppo acrobatica rispetto a quella, meno spettacolare ma più intrigante, di Split - non si esaurisce nella retorica del bene contro il male, ma anzi propone una lettura che va al di la del giovanilismo tipico del fumetto per interrogarsi sul grado di stratificazione di senso che il cinema blockbuster è ancora in grado di restituire.
L'idea era carina. Prendere due suoi thriller (Unbreakable e Split) e incrociarli in una sorta di finale della trilogia. Così, ecco David Dunn (Bruce Willis) dare la caccia al Kevin Crumb dalle molteplici personalità (McAvoy). L'inizio è promettente, ma, poi, M. Night Shyamalan, alla ricerca del «sesto senso» perduto, naufraga in una trama noiosa, disarticolata, con verbosi dialoghi al limite del pedante. [...] Vai alla recensione »
"Non lo showdown di un'edizione limitata, ma una storia d'origine, da sempre". Tranquilli, non faremo spoiler, tranne questo: Glass è un grande film, quello che un superhero movie dovrebbe essere e raramente è. Condizione necessaria e sufficiente, dunque, per venire frainteso e vilipeso dalla critica d'Oltreoceano: gli americani non se lo meritano, troppo sottile, ambiguo e ancor più umanista per il [...] Vai alla recensione »
Si riparte dall'incredibile ribaltamento prospettico che aveva ricollocato il dramma a personalità multiple di Split nell'ormai dimenticato mondo supereroistico di Unbreakable, subito prima dei titoli di coda. Fra i due film di M. Night Shyamalan un (quasi) ventennio in cui i "super umani" sono passati da nota marginale a elemento centrale dell'industria dello spettacolo americano.
L'Indistruttibile, l'Uomo di Vetro, l'Orda - nome collettivo per le 23 personalità di un giovanotto assai dissociato - sono rinchiusi in un manicomio di Philadelphia. Amorevolmente curati della più sciocca sichiatra mai apparsa sugli schermi: con voce monocorde che placa e rassicura, cerca di convincere ognuno di loro (con le personalità scisse fanno 25) che i supereroi non esistono, se non nella [...] Vai alla recensione »
Dato per spacciato ai tempi di Lady in the water (che nessun commentatore sembra aver mai voluto vedere per quel che intendeva essere sin dall'inizio: una fiaba per bambini con tutte le contraddizioni e le palesi ingenuità che ne sono ingrediente sostanziale), Shyamalan era riuscito a tornare col vento in poppa dei favori della critica già con il piccolissimo, ma a tratti geniale The Visit.
L'idea di partenza del regista indiano naturalizzato statunitense, M. Night Shyamal , è tanto originale quanto ambiziosa: quella di dare un seguito a due dei suoi film precedenti, Unbreakable - Il predestinato, diretto nel 2000 e il più recente Split (2016). Mixando contenuti e idee per niente geniali il risultato è Glass. Pellicola nella quale incrociano i propri destini il vigilante David Dunn (Bruce [...] Vai alla recensione »
Poco prima del fatidico incontro tra David Dunn/Bruce Willis e Elijah Price/Samuel L. Jackson, nell'ultima sequenza di Unbreakable, c'è un momento illuminante che val la pena di ricordare a 19 anni di distanza. David entra nella Limited Edition (la galleria d'arte di Elijah) e si ferma a guardare una rara rappresentazione del bene e del male che allude all'origine del mondo dei fumetti.
Se dovessimo indicare la locandina che sintetizza meglio la vicenda di un film (e non si tratta di una vicenda semplice), sceglieremmo quella di Glass. È l'immagine di un vetro spezzato: nello spicchio a destra compare David Dunn, l'Indistruttibile in quello a sinistra Elijah Price, l'Uomo di vetro al centro, ripartito in tre frammenti, Kevin Crumb, il serial-killer dalle ventitrè personalità.
Glass come vetro, superficie su cui le immagini si riflettono, intere o in frammenti, rimbalzano, si moltiplicano, si confondono, un puzzle mai uguale. È Glass il nuovo film d i M.N. Shyamalan (il cui doppiaggio mette in crisi ogni certezza rispetto alla sala oggi) - che ammicca al soprannome di uno dei protagonisti - è come una di queste lastre lucenti colpita da una pietra che l'ha mandata in mille [...] Vai alla recensione »
La dottoressa Staple (Sarah Paulson, direttamente dalle serie tv di Ryan Murphy, American Horror Story in testa; non male come scelta di casting) vuole curare Kevin Wendell Crumb (McAvoy), David Dunn (Willis) e Elijah Price (Jackson) dalla convinzione di essere speciali, anzi, di più, supereroi. Come a dire: una donna (non a caso) cerca di guarire tre maschi adulti incorreggibilmente attratti dai fumetti, [...] Vai alla recensione »
Unbreakable. Split. Glass. Tre singole parole, tre supereroi. Che fossero in qualche modo intrecciati lo scoprimmo, con enorme sorpresa, al termine di Split, film che servì a Shyamalan per introdurre in questo suo "universo" alternativo le innumerevoli personalità incarnate da un James McAvoy letteralmente mostruoso (e non solo quando, finalmente, la Bestia prende il sopravvento sul resto dell'Orda). [...] Vai alla recensione »
Quando al termine di Split (2016) appariva in maniera del tutto inaspettata il personaggio del giustiziere interpretato da Bruce Willis in Unbreakable (2000), diventava subito evidente come il film meno shyamalaniano di M. Night Shyamalan, in realtà con un ribaltamento improvviso finiva per incastonarsi perfettamente in un mosaico di film caratterizzato dalla ricorrente impronta stilistica dell'effetto [...] Vai alla recensione »