![]() |
ricerca avanzata |
|
|||
|
|
![]() Sono il migliore in quello che faccio ma quello che faccio non è sempre piacevole…
dal film X-Men le origini: Wolverine (2009)
Hugh Jackman Logan; Wolverine
vota questa frase:
0
1
2
3
4
5
|
Wolverine, Leopold, Memphis. Prendetelo da mutante, quando non ha alcuna intenzione di farsi la manicure per entrare nella società degli umani. Prendetelo da nobile ottocentesco, quando cammina spaesato per la grande metropoli americana di oggi. Prendetelo da pinguino, quando balla e canta imitando Elvis Presley per conquistare la sua pinguina. Insomma, prendetelo come e quando voi volete, lui rimarrà sempre quello che è: un interprete colto e motivato, coraggioso e con un filo di incoscienza.
Spiritoso e irriverente, viene fin troppo facile parlar bene di Hugh Jackman che, nonostante quel volto da uomo comune, fa della sua recitazione un autentico colpo di genio. Dall'iniziazione professionale in un letto dalle lenzuola candide e sfatte, con una bionda che gli prepara la colazione, fino a quando è un convincente omosessuale che esplode in danze non appena sente un po' di musica. Decisioni non da poco quelle prese durante la sua carriera. È vero, lo avremmo visto volentieri nei panni di 007, ma lui ha preferito la distrazione, la passione spropositata per la novità e anche un po' di quella totale astrazione dai soliti ruoli cinematografici che lo volevano etichettare nel genere action. Buon per noi! C'è da metterci una X sopra questo "man"! Qualcosa ci dice che, se gli verrà data la possibilità, presto arriverà all'Oscar.
Origini e formazione
Nato a Sidney, ultimo dei cinque figli di una casalinga e di un ragioniere, Hugh Jackman ha vissuto all'età di 8 anni la separazione dei suoi genitori, dato che sua madre abbandonò il tetto coniugale subito dopo la sua nascita (si vocifera che soffrì di una grave forma di depressione post-parto), trasferendosi in Inghilterra e lasciando suo padre solo a crescere i figli. Infatti, i primi 18 mesi della vita dell'attore sono vissuti nella casa dei nonni.
Dopo la laurea in giornalismo alla University of Technology della sua città e il diploma in recitazione alla Western Australian Academy of Performing Arts, gli vengono immediatamente offerti dei ruoli per il piccolo schermo. Infatti, esordirà come interprete nel telefilm Law of the Land (1993-1994) di Ro Hume e Sue Masters, seguito dalla serie tv carceraria Correlli (1995) di Carol Long e Denise Roberts, sul quale set conoscerà l'attrice Deborra-Lee Furness, sposata l'anno successivo. Molto attivo in teatro, avrà il ruolo di Gaston nella produzione australiana de "La Bella e la Bestia", poi apparirà nel ruolo dello sceneggiatore Joe Gillis in "Viale del tramonto", che fu al cinema di William Golden e che gli farà vincere i primi numerosi riconoscimenti. E mentre la sua gavetta si infittisce di pellicole televisive come Halifax f.p - Afraid of the Dark (1998) di Steve Jodrell, una volta entrato alla Royal National Theatre, è nel cast del musical "Oklahoma!" che gli farà avere la sua prima candidatura al prestigioso Laurence Olivier Theatre Award come miglior attore in un musical.
Debutto al cinema
Il primo film sul grande schermo è l'inedito Paperback Hero (1999) di Anthony J. Bowman, seguito da Erskineville Kings (1999) che lo porta sotto l'occhio della critica inglese e oceanica. Purtroppo le soddisfazioni professionali non sono parallele a quelle affettive per via delle difficoltà che lui e la sua consorte incontrano nell'avere un figlio. E, dopo la scoperta che non possono dare alla luce dei bambini, decidono di adottarne due: Oscar Maxilmillian Jackman, nel 2000, e Ava Eliot Jackman, nel 2005.
Adocchiato da Hollywood, l'attore viene scelto per entrare nel cast di Mission Impossible 2 (2000) di John Woo, affiancando Tom Cruise, Thandie Newton e Anthony Hopkins ma, successivamente al forfait di Dougray Scott per il ruolo di Wolverine nel film, del mitico Bryan Singer, X-Men (2000), subentrerà nel cast della pellicola di Singer, lasciando quella di Woo. È stato questo eroe, nato dai fantastici fumetti della Marvel, a donargli il suo successo mondiale. Il suo Wolverine, sempre in bilico fra ambiguità e bontà, fra Bene e Male, è riuscito a conquistare tutto il pubblico, critica compresa, permettendogli di vestire i panni del mutante dalle unghie di adamantio fino alla fine della trilogia.
Un attore completo
Prima della nomination come miglior attore protagonista in una commedia ai Golden Globe per Kate & Leopold (2001) di James Mangold, dove interpreta un nobile inglese dell'Ottocento che finisce nei nostri giorni dopo un viaggio nel tempo, appare nella commedia sentimentale Qualcuno come te (2001) di Tony Goldwyn e nella bellissima pellicola di azione Codice: Swordfish (2001) di Dominic Sena, accanto all'ormai sempre compagna di set Halle Berry. Si concederà anche nel ruolo del cacciatore di mostri, Van Helsing, nell'horror omonimo del 2004 di Stephen Sommers, conquistandosi la sua prima candidatura ai Razzie Award come peggior attore dell'anno. Ma questo non lo spaventa, anzi lo fa sorridere. Ed è proprio con il sorriso sulle labbra che viene scelto (quello stesso anno) per il ruolo del cantantautore gay Peter Allen, protagonista della piéce "The Boy from Oz", vincendo il Tony Award come Miglior Attore in un Musical.
Ruoli d'autore
Diretto dalla moglie in Stories of Lost Souls (2005), nel 2006 è l'attore più presente nelle sale cinematografiche. Prima viene diretto da Woody Allen in Scoop (2006), affiancando Scarlett Johansson, successivamente è un prestigiatore per Christopher Nolan in The Prestige (2006) e infine sarà un amato immortale e sempiternamente giovane nel film di Darren Aronofsky L'albero della vita (2006), senza dimenticare che la sua voce doppia i personaggi animati di Giù per il tubo (2006) e Happy Feet (2006) con quell'insopprimibile senso dell'umorismo che lo rappresenta anche nella vita. Il 2009 è ricco di impegni. Il connazionale Baz Luhrmann lo dirige nel sentimentale Australia accanto a Nicole Kidman, mentre è alle prese con la sua vera identità in X-Men le origini: Wolverine. Nel 2011 recita nel drammatico e commovente Il ventaglio segreto, diretto da Wayne Wang, e nel riuscito action-fantasy Real Steel, con Evangeline Lilly e Dakota Goyo, dimostrando ancora una volta la sua versatilità. A gennaio 2013 riceverà il Golden Globe come miglior attore in un musical grazie al ruolo di Jean Valjean in Les Misérables di Tom Hooper, tornando nello stesso anno a recitare in Wolverine - L'immortale di James Mangold nel thriller Prisoners, accanto a Jake Gyllenhaal. L'anno seguente torna a vestire i panni di Wolverine nel nuovo sequel degli X-Men - Giorni di un futuro passato e ricoprirà nuovamente il ruolo anche in X-Men - Apocalisse (2016), Bryan Singer. Nel 2015 entra nel cast di Humandroid, diretto da Neill Blomkamp e poi interpreta il famoso pirata Barbanera in Pan - Viaggio sull'isola che non c'è. Lo rivedremo anche nel film di Dexter Fletcher Eddie the Eagle - Il coraggio della follia (2016) mentre è Logan nel terzo episodio dedicato a Wolverine.
È uno dei personaggi più misteriosi di casa Marvel. Nato sulle pagine di Hulk, Wolverine ha presto conquistato il suo spazio nella seconda squadra degli X-men e poi in una miniserie a lui espressamente dedicata. Il film lo presenta bambino, nel momento in cui si scopre addosso gli artigli di osso, e lo recupera adulto, impegnato a tenere a bada la sua parte animale per vivere onestamente al fianco dell'amata Kayla. Un sogno impossibile che verrà riconvertito in incubo all'adamantio dal generale Stryker. Del combattimento che Wolverine ingaggia quotidianamente con se stesso, parlano il protagonista Hugh Jackman e il regista Gavin Hood.
Presenterà la Notte degli Oscar e la scelta è meno azzardata di quel che potrebbe sembrare. Infatti, l'attore australiano Hugh Jackman ha una solida tradizione da presentatore: lo è stato tra i più apprezzati per i Tony Award, l'omologo teatrale del premio cinematografico. Proprio dal teatro, ed esattamente dal musical, arriva la formazione e le prime affermazioni di Jackman. Fu Wolverine, però, a lanciarlo nel grande mondo del cinema: il personaggio degli X-men, a cui sta per tornare in un film completamente dedicato al personaggio dalle lame retrattili, lo lanciò prepotentemente nella Mecca del cinema come uomo in grado di dare spessore al proprio personaggio con una buona dose di atletismo. Così, sbarcato in America, è andato ad ingrossare la pattuglia australiana di Hollywood e ha iniziato ad alternare i ruoli romantici a quelli d'azione.
Così arriviamo ad Australia, uno dei fil più attesi dell'anno, che apre il 2009 all'insegna del kolossal romantico. Nelle intenzioni, il "canguro" Baz Luhrmann vuole ripercorrere i passi del film classico, Via col vento su tutti. Qui Jackman ha la possibilità di sfoggiare le sue doti di attore fisico ma anche deliziare il pubblico femminile con una serie di pose da consumato playboy.
Arrivano a Roma Baz Luhrmann, Nicole Kidman e Hugh Jackman per promuovere Australia, un melodramma ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale che affronta il problema delle generazioni rubate. Attraverso la figura di Nullah il regista fa luce su tutti quei bambini "mezzosangue" nati da relazioni tra bianchi e aborigeni che venivano deportati in colonie - una sorta di campi di rieducazione - per essere preparati alla loro nuova vita nella società dei bianchi. A segnare la relazione tra il piccolo Nullah e la Lady Sarah Ashley di Nicole Kidman è una canzone occidentale, quella "Over the Rainbow" cantata da Judy Garland ne Il mago di Oz. "La scelta della canzone è dovuta al fatto che al centro della storia c'è un personaggio che deve intraprendere un percorso personale" ha rivelato Luhrmann. "Prima di essere un aborigeno Nullah è anzitutto un bambino e volevamo prendere un pezzetto della mitologia occidentale per mescolarla a quella degli aborigeni. Nelle due mitologie prevale sempre l'elemento umano che è quello che le unisce. Inoltre, come Il mago di Oz, Australia è ambientato in una terra particolare, con personaggi strani e misteriosi. Si tratta anche di una canzone che rappresenta un sogno, il sogno che la protagonista porta avanti in un paese misterioso, alla fine dell'arcobaleno".
"I miserabili" è un’opera monumento. C'è persino un dato, che anche se non è ufficiale, è comunque probante. Lo si deve a una fondazione intitolata a Lev Tolstoj che, in occasione della celebrazione della morte dello scrittore (1910), dopo una ricerca articolata, ha decretato che i “Magnifici sette” della letteratura universale sono: Dante, Shakespeare, Cervantes, Goethe, Hugo, Tolstoj, Joyce. Citando le opere: Divina commedia, Amleto, Don Chisciotte, I dolori del giovane Werther, I miserabili, Guerra e pace, L’Ulisse. La selezione è certo benemerita, e coraggiosa, si presta a larghi dibattiti, perché non è facile assumersi responsabilità così assolute. Ma non c’è dubbio che quei nomi e quei titoli siano largamente condivisibili. Il romanzo di Hugo contiene tutta l’umanità possibile. Il contesto storico e politico, le differenze sociali, la fede e la ragione, le diverse forme dell’amore, l’impegno doloroso, l’onestà e il pregiudizio, il potere opprimente, la legge ingiusta, il destino. E naturalmente, la cifra di scrittura del capolavoro.
Era inevitabile che il cinema fagocitasse "I miserabili".
Tormentato
Inserto opportuno. Il rapporto fra cinema e letteratura è sempre stato stretto e tormentato. Stretto perché non c’è romanzo, salvo rare eccezioni, che non abbia avuto la sua brava versione cinematografica, tormentato perché le due discipline hanno regole molto diverse.
Al romanzo appartengono profondità, introspezione, verità; al cinema spettacolo e happy end. Il lieto fine ha spesso stravolto i contenuti dei romanzi. E vale una verità impietosa: non esistono libri tratti da film ma solo film tratti da libri. Salvo qualche trascurabile anomalia.
Si tratta di accettare due termini: licenza e contaminazione. Il cinema ha tutti i diritti alla licenza, la letteratura avrebbe tutti i diritti alla salvaguardia della propria identità ed è un’equazione di non facile soluzione. E infatti, raramente è stata risolta.
Fra gli infiniti “Miserabili” alcuni titoli sono ricordabili, per autori e interpreti. L’edizione del 1933 di Raymond Bernard, con Harry Baur e Charles Vanel. I Miserabili italiano, di Riccardo Freda, con Gino Cervi, del 1947; il film del 1952, di Lewis Milestone con Michael Rennie; la versione del 1958 di Jean-Paul Le Chanois, con Jean Gabin. Ed essendoci Gabin, quel “Miserabili” non può che fare testo. E ancora, l’edizione di Claude Lelouch, con Jean-Paul Belmondo, del 1995. Questi titoli sono stati sostanzialmente, rispettosi del master letterario.
Ma non sempre Hugo è stato rispettato. Dubito che il grande romanziere avrebbe condiviso la versione musicale del 2012, diretto da Tom Hooper, sentendo le sue parole cantate dall’australiano Hugh Jackman (!).
Sono invece sicuro che non avrebbe tollerato la rimozione di Monsieur Gillenormand, un vecchio bonapartista che ha combattuto a Waterloo. Per quel personaggio Hugo si era ispirato a suo padre Léopold-Sigismond, che aveva prestato servizio in Spagna sotto un Bonaparte, Giuseppe, fratello dell'imperatore. A Waterloo non c'era, era troppo vecchio, ed era stato il più grande dolore della sua vita. Hugo aveva cercato di ripagare il padre attraverso Gillenormand. No, lo scrittore non avrebbe perdonato.
Ma c’è di più. Nel 2005 il regista Ladj Ly ha presentato a Cannes il suo documentario 365 Jours à Clichy-Montfermeil, ispirato ai disordini di strada di Parigi di quell’anno. Nel 2019 ha ripreso quella vicenda e l’ha trasformata in un film... I miserabili (guarda la video recensione). Racconta dell’agente Ruiz che prende servizio nel quartiere di Montfermeil, periferia parigina brulicante di tensioni fra gang locali e forze dell’ordine. Ma cosa c’entra Hugo? C’entra che “Miserabili” è un marchio eroico, trasversale nel tempo, è marketing e business, è nella memoria del pubblico, è un indiscutibile vantaggio. È il solito, triste trucco.
A chiudere. Se tu autore ci credi, crea un’opera tua, con un titolo tuo, senza furti o furbate. Giocatela. Non approfittare del talento, del prestigio, e dello sforzo altrui.
prossimamente al cinema | Film al cinema | Novità in dvd | Film in tv |
Tutti i film imperdibili Film imperdibili 2020 Film imperdibili 2019 Film imperdibili 2018 Film imperdibili 2017 Film 2020 Film 2019 Film 2018 Film 2017 Film 2016 giovedì 21 gennaio Mr. Kleinlunedì 8 febbraio Gli spostatiAltri coming soon Mina SettembreThe Kissing Booth 3 Thunder Force Escape From Spiderhead Cruel Summer |
venerdì 15 gennaio Disincanto - Stagione 3venerdì 1 gennaio Cobra Kai - Stagione 3giovedì 31 dicembre Sanpa: luci e tenebre di San Patri... |
mercoledì 13 gennaio TenetIl giorno sbagliato Undine - Un amore per sempre Miss Marx La candidata ideale mercoledì 30 dicembre Non odiareNotturno Siberia The Vigil Dreambuilders - La fabbrica dei sogni Balto e Togo - La leggenda mercoledì 16 dicembre Il primo annoFellini degli spiriti giovedì 10 dicembre DogtoothGretel e Hansel Cosa sarà mercoledì 9 dicembre Una sirena a ParigiLittle Joe |
oggi domenica 17 gennaio Orgoglio e pregiudizio (21,05 Tv 2000) I padroni della notte (21,15 Cielo) I padroni della notte (21,15 Cielo) Zohan - Tutte le Don... (1,15 TV 8) Io prima di te (23,15 TV 8) Il grande Lebowski (21,15 Premium Cinema 2) Il cacciatore (21,00 Iris) Il giovane Karl Marx (21,10 Rai Storia) Contromano (21,10 Rai Movie) Il cacciatore di ex (23,00 Paramount Channel) Il caso Spotlight (23,13 Rai5) Æon Flux (2,10 Rai Movie) lunedì 18 gennaio Il codice Da Vinci (21,30 TV 8) Nemico Pubblico - Pu... (21,00 Iris) 88 minuti (22,40 Sky Cinema Action) Flightplan - Mistero... (23,45 La7) Hunger Games - La ra... (21,04 Canale 20) Cappuccetto Rosso sa... (21,15 Premium Cinema 1) Schegge di paura (21,15 La7) I mercenari 2 (21,20 Italia 1) Non è un'altra stupi... (2,15 TV 8) |
Altri prossimamente » | Altri film al cinema » | Altri film in dvd » | Altri film in tv » |