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Scarlett Johansson

Scarlett Johansson (Scarlett Ingrid Johansson) è un'attrice statunitense, regista, produttrice, produttrice esecutiva, è nata il 22 novembre 1984 a New York City, New York (USA). Al cinema il 11 luglio 2024 con il film Fly me To the Moon - Le Due Facce della Luna.
Nel 2013 ha ricevuto il premio come miglior attrice al Roma Film Festival per il film Lei. Scarlett Johansson ha oggi 39 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.

Strong Woman

A cura di Fabio Secchi Frau

Considerata una delle attrici più ricche di tutti i tempi, Scarlett Johansson ha cominciato a recitare a soli nove anni, muovendo i primi passi sui palcoscenici off-Broadway e poi trasferendosi definitivamente al cinema, nel quale è emersa come enfant prodige a tredici anni, grazie al ruolo di un'adolescente depressa in seguito all'amputazione di una gamba nel film L'uomo che sussurrava ai cavalli.
Con una successiva immersione in pellicole indipendenti di registi emergenti della nuova Hollywood, è diventata una delle migliori interpreti dell'industria cinematografica americana della sua generazione, facendo compagnia alle già quotate Kirsten Dunst, Amanda Seyfried, Bryce Dallas Howard e Anne Hathaway.
Così, grazie al successo di titoli come Lost in Translation, il vocale Lei e ai tanti che compongono invece le spremute saghe Marvel, dove ha vestito i panni della supereroina Black Widow, si è imposta all'attenzione di un pubblico vastissimo, riuscendo nel 2019 a essere candidata all'Oscar in ben due differenti categorie: miglior attrice protagonista e non protagonista. Un risultato che ha messo a tacere tutti quelli che l'avevano etichettata come poco talentuosa e mero sex symbol. Secondo i più maligni, parte di questa cattiva fama è derivata anche dalle sue avventure sentimentali, che hanno occupato pagine e pagine di tabloids, a dispetto dei suoi film in uscita. Si parte dal matrimonio con il collega Ryan Reynolds, seguito da quello con il collezionista d'arte francese Romain Dauriac e infine da quello con il comico Colin Jost. In mezzo, tanti flirt veri o presunti: Jack Antonoff, Patrick Wilson, Jared Leto, Josh Hartnett e Sean Penn.
Democratica fino al midollo (ha sostenuto con molta partecipazione la campagna dell'ex Presidente Barack Obama), è un'orgogliosa attivista sociale e ambientale, che sfrutta la sua popolarità per invitare la società ad aumentare la propria consapevolezza davanti a problemi di vario tipo, anche quelli inerenti all'industria cinematografica stessa, come quando si è scagliata contro l'Hollywood Foreign Press Association, accusandola di sessismo e razzismo, nonché di essere legittimata da individui biechi come Harvey Weinstein, che l'hanno usata per anni, col fine di accumulare slancio davanti a riconoscimenti più importanti come quello dell'Academy. E non ha paura neanche di colossi come la Walt Disney Company, alla quale ha intentato causa per violazione di contratto, venendo sostenuta e difesa pubblicamente da Jamie Lee Curtis, Jason Blum della Blumhouse e da un'altra star Marvel, Elizabeth Olsen, nonché dall'intera Screen Actor's Guild.

Studi e primi ruoli
Scarlett Johansson nasce nel 1984 a Manhattan, da un architetto danese e dalla produttrice Melanie Sloan. Cresciuta con sua sorella Vanessa, anche lei diventata attrice, e coi suoi fratelli, i gemelli Adrian e Hunter, ha stretto un forte legame col fratellastro Christian Johansson, nato dal primo matrimonio del padre. Sfortunatamente, i figli assistono al naufragio dell'unione genitoriale, con conseguente divorzio, già in tenera età.
Dopo aver frequentato la Professional Children's School e il Lee Strasberg Theatre Institute e fatto qualche pubblicità, decide di focalizzarsi sulle audizioni teatrali e cinematografiche. Fu così che la sua prima apparizione su un palcoscenico avvenne accanto a Ethan Hawke.

Debutto al cinema
Il debutto cinematografico avviene di lì a poco con il film di Rob Reiner Genitori cercasi (1994) con il defunto John Ritter, cui seguiranno altre piccole apparizioni (La giusta causa, Manny & Lo, Appuntamento col ponte, Felicità rubata, Mamma, ho preso il morbillo), fino a quando Robert Redford non la sceglierà come piccola co-protagonista per il già citato L'uomo che sussurrava ai cavalli, che la rivela al mondo intero.
Dopo Mamma mi sono persa il fratellino, è con il neo-noir L'uomo che non c'era di Joel Coen che comincia a scuotere gli stomaci, giocando un ruolo sospeso tra innocenza e sessualità adolescenziali. Più curiosa la sua cinica interpretazione in Ghost World, dove nonostante l'ottima performance viene messa quasi in ombra da una formidabile Thora Birch.

Il successo di Lost in Translation
Ma il vero exploit arriva con la crescita, dopo In fuga per la libertà (2001) e l'horror comico Arac Attack - Mostri a otto zampe (2002) con David Arquette, cioè quando nel 2003, Sofia Coppola non la impone accanto a un grandioso Bill Murray nel bellissimo Lost in Translation - L'amore tradotto, all'interno del quale interpreta, Charlotte, una giovanissima moglie, connazionale di un disilluso divo americano, che trova in lei una divertente e intensa compagna di uscite nella frastornante Tokyo illuminata dai neon.
Una folgorante interpretazione che offre al grande pubblico il ritratto di una ragazza insoddisfatta dalle sue scelte, solitaria e svuotata, che non sa più come colmare un senso di straziante e terribile nulla, al quale non riesce a dare confini.
Importante anche La ragazza con l'orecchino di perla (2003) di Peter Webber e con Colin Firth, dove diede un'altra convincente e vibrante prova delle sue qualità, nella rappresentazione di un altro amore impossibile, quello per il pittore Johannes Vermeer. In molti, soprattutto dopo questo titolo, gridarono allo scandalo perché ignorata dall'Academy. Difficilmente, in effetti, si poteva rimanere insensibili di fronte alla sua Griet, una servetta olandese del XVII secolo, timida e impaurita, chiusa in una bellezza senza tempo.

I film con Woody Allen
Nel 2004, dopo aver lavorato al non incisivo Perfect Score, diventa con una grintosa naturalezza Purslane, figlia di un letterario John Travolta in Una canzone per Bobby Long, andando però poi incontro a due flop: Le seduttrici e In Good Company, colpevoli di spingerla ancora più insistentemente nella categoria delle mere bombe sexy.
A offrirle una via di fuga da queste facili etichette sarà Woody Allen che prima le consegna l'amaro e vulnerabile ruolo dell'amante di un uomo sposato (Jonathan Rhys Meyers) Nola nel bellissimo Match Point (2005) e poi la inserisce nel più leggero e comico Scoop (2006), nei panni di una studentessa di giornalismo, arrivando a contrapporla alla bruna Rebecca Hall in Vicky Cristina Barcelona (2008), nel ruolo della nevrotica Cristina.

I ruoli da strong woman

Infortunata sul set del fantascientifico The Island (2005) di Michael Bay (con il quale ha giurato di non lavorare mai più), viene scelta da Brian De Palma per il noir Black Dahlia (2006), accanto a Josh Hartnett e Aaron Eckhart, senza però convincere molto pubblico e critica.
Fortemente voluta da Christopher Nolan per il suo The Prestige, dove è inserita in un cast prettamente maschile (Hugh Jackman, Christian Bale, Michael Caine, David Bowie), scivola in una nuova commedia come protagonista di Il diario di una tata (2007) e nel film in costume L'altra donna del re (2008), come l'arrivista cinquecentesca Maria Bolena alla corte di Enrico VIII. Insegnante di yoga nella commedia-sentimentale corale La verità è che non gli piaci abbastanza, viene diretta da Cameron Crowe in La mia vita è uno zoo (2011) e si trasforma in Janet Leigh per il biopic Hitchcock (2012), perdendo il ruolo di Lisbeth Salander in Millennium - Uomini che odiano le donne, diretta da David Fincher perché giudicata troppo sexy.
Atipica la sua scelta di prestare la voce all'intelligenza artificiale della pellicola Lei di Spike Jonze (sostituendo Samantha Morton), che però dà un tocco di incredibile emotività alla pellicola. Accetterà poi di essere diretta dal collega Joseph Gordon-Levitt in Don Jon (2013) e sperimenterà un ruolo totalmente negativo nel fantascientifico Under the Skin del geniale Jonathan Glazer, all'interno del quale veste (e sveste) i panni di un'aliena mora e cattiva, che da sola regge tutto il film, ormai considerato un cult in America.
Si accoda poi alle bellessime Anne Parillaud e Milla Jovovich, che l'hanno cronologicamente preceduta dirette da Luc Besson in un action movie. A lei, spetta il thriller parascientifico Lucy (2014), ma il copione è difettoso e l'attrice non riesce a migliorare le battute troppo piatte.

Chiamatela Black Widow
C'è posto anche per i superhero movies. Un primo esperimento con The Spirit (2008) di Frank Miller, basato sul fumetto di Will Eisner, e poi il contratto con la Marvel che la impone definitivamente nel genere come Black Widow, alias Natalia Alianovna Romanova, ex assassina del KGB e agente dello S.H.I.E.L.D. in Iron Man 2, diretta da Jon Favreau, con il quale stringerà una forte amicizia, tanto da volerla dirigere nel suo più personale Chef - La ricetta perfetta (2014). Passata sotto l'occhio di Joss Whedon per The Avengers (2012), salverà la terra guidata ancora una volta dall'agente Nick Fury (Samuel L. Jackson). Stessa missione che dovrà affrontare anche nei titoli successivi: Captain America: The Winter Soldier (2014), diretta da Anthony e Joe Russo; Avengers: Age of Ultron; Captain America: Civil War; Avengers: Infinity War; Captain Marvel; Avengers: Endgame; fino al film dedicato esclusivamente all'eroina da lei impersonata, Black Widow, nel 2021.

Controversie
Tornata davanti alla cinepresa di Joel Coen, ma questa volta adiuvato dal fratello Ethan per Ave, Cesare! (2016), nel ruolo di una volgarissima copia conforme di Esther Williams, accetta la parte del cyborg Motoko Kusanagi nella versione live-action di Ghost in the Shell (2017), dove offre una performance strettamente fisica, ma diventando anche il bersaglio di un'aspra controversia per whitewashing, avendo interpretato un personaggio giapponese. Un'accusa molto simile quando annunciò di essere stata scelta per vestire i panni dell'uomo transgender Dante "Tex" Gill nel biopic Rub & Tug.

Il club della doppia nomination
Cattivissima in Crazy Night - Festa col morto (2017), riesce a ottenere una doppia nomination agli Oscar nello stesso anno, il 2019, come miglior attrice protagonista in Storia di un matrimonio di Noah Baumbach e come non protagonista in Jojo Rabbit di Taika Waititi, entrando nel ristretto club della doppia candidatura, del quale facevano parte i Premi Oscar Fay Bainter, Teresa Wright, Barry Fitzgerald, Jessica Lange, Al Pacino, Emma Thompson, Holly Hunter, Julianne Moore, Jamie Foxx, Cate Blanchett e, infine, Sigourney Weaver.
Se nel primo titolo mostra tutta la fragilità e la forza determinatrice di una donna che vuole riconquistare la propria libertà divorziando dal marito, nel secondo è invece una madre che cerca di fare l'impossibile per permettere ad altri di essere messi nelle condizioni di poter riavere la loro libertà, in un futuro lontano dai nazisti, senza però far mancare l'amore sconfinato per il proprio figlio. Non vincerà la statuetta, ma sarà comunque una definitiva conferma che, dietro quel viso perfetto, si nasconde un'attrice di enorme talento. Tanto talento che Wes Anderson decide di volerla nel corale Asteroid City (2023).

Il Tony Award
Come attrice teatrale, la Johansson debutta a Broadway in "Uno sguardo dal ponte" (2010) di Arthur Miller, accanto a Liev Schreiber, portando sulle scene il ruolo dell'adolescente degli Anni Cinquanta, Catherine, seppur avesse qualche dubbio nell'interpretare una parte così fuori età. Il lavoro fatto sul personaggio è talmente impressionante da riempire le recensioni teatrali di plausi ed elogi, ma soprattutto da portarsi a casa un Tony Awards come miglior attrice. Alcuni hanno storto il naso davanti al premio, insinuando che forse il giudizio era deformato dall'appeal cinematografico che l'attrice emanava, ma la stessa Johansson ha risposto alle critiche dichiarando che poteva capire il loro scetticismo, ma era convinta di meritarselo perché aveva lavorato duramente per portare sulle scene una parte così fuori dalla sua portata.
Per dimostrare definitivamente la sua stoffa, accetta anche il ruolo di Maggie la Gatta in "Una gatta sul tetto che scotta" con Ciarán Hinds e Benjamin Walker, andando incontro a un altro successo.

Doppiatrice
Anche doppiatrice, presta la sua voce non solo all'intelligenza artificiale di Lei, già citata e fortunatissima, ma anche al serpente Kaa nell'adattamento live-action della Disney Il libro della giungla, diretta dall'amico Favreau, al cane Nutmeg di L'isola dei cani (2018) di Wes Anderson e alla porcospina rocket di Sing e Sing 2.

Le cause giudiziarie
Come già soprascritto, celebre è la causa che la Johansson intenta contro la Disney nel luglio del 2021, sostenendo che l'uscita simultanea di Black Widow sul loro servizio streaming Disney+ violasse una clausola del suo contratto, secondo la quale il film doveva avere un'uscita cinematografica esclusiva, esentandola così dal ricevere un bonus aggiuntivo dai profitti al botteghino, di cui aveva pienamente diritto.
Per tutta risposta, la Disney aveva affermato che la Johansson mostrava indifferenza per gli effetti orribili e prolungati della pandemia di COVID-19 e sottolineando che aveva già ricevuto 20 milioni di dollari per il film e che, quindi, l'uscita su Disney+, le avrebbe permesso di guadagnare solo un compenso aggiuntivo.
Vista l'aggressività del colosso nei confronti dell'attrice, la stampa si scatena, ma si schiera dalla parte dell'interprete definendo atroce e bieco il comportamento della società che stava ritraendo falsamente la Johansson come venale e insensibile agli effetti della pandemia, con un brutto attacco diretto al suo personaggio. Oltretutto, includendo nella loro dichiarazione pubblica il guadagno dell'attrice avevano tentato di minare al suo successo e alla sua persona come artista e imprenditrice.
La causa si chiude con termini dell'accordo rimasti segreti, ma con una evidente soddisfazione della Johansson.
Prima di quello, aveva denunciato il furto delle sue fotografie nuda da parte di un hacker, che poi venne identificato, arrestato e condannato a dieci anni di prigione. Nel 2014, aveva invece vinto la causa contro la casa editrice JC Lattès per dichiarazioni diffamatorie contenute nel romanzo di Grégoire Delacourt incentrato sulle sue relazioni "La prima cosa che guardo".

La musica e la regia
Anche musicista e cantante, nel 2008, debutta con l'album "Anywhere I lay My Head", che però non riscuote il successo sperato.

La carriera da testimonial
Volto di campagne per Calvin Klein, Dolce & Gabbana, L'Oréal, Louis Vuitton e Mango, chiuse un grandioso contratto per essere la testimonial dello champagne Moët & Chandon.

Vita privata
Scarlett Johansson, dopo essersi legata a Jack Antonoff e Josh Hartnett, sposa il collega Ryan Reynolds nel 2008, divorziando da lui nel 2011. Si unisce l'anno successivo al proprietario francese di un'agenzia pubblicitaria, Romain Dauriac, dividendosi tra la Francia e l'America. Da questa unione, nascerà la sua primogenita. Divorziata anche da Dauriac, sposa il comico e sceneggiatore Colin Jost, dal quale ha il suo secondo figlio.

Prossimi film

Ultimi film

Commedia, Sentimentale - (USA - 2023), 104 min.
Azione, Avventura, Fantascienza - (USA - 2021), 133 min.
Azione, Fantastico - (USA - 2019), 182 min.

Focus

FOCUS
domenica 30 luglio 2017
Letizia Rogolino

"Chiedo emozioni ai copioni che scelgo. Voglio avere qualcosa da dire". Scarlett Johansson, classe 1984, è una delle attrici più richieste ad Hollywood in questo momento, forse per la sua naturale sensualità, un talento attoriale indiscutibile, o forse per una intrigante capacità di autoironia. Il primo ruolo importante sul grande schermo risale al 1998, con L'uomo che sussurrava ai cavalli, anche se ha solo dieci anni al suo debutto con Elijah Wood e Bruce Willis nel film Genitori Cercasi di Rob Reiner

FOCUS
sabato 1 aprile 2017
Roy Menarini

Le rivendicazioni sociali nel campo della cultura cinematografica sono davvero bizzarre. Vedendo Ghost in the Shell appare abbastanza evidente che Scarlett Johansson rappresenta una immersione divistica occidentale in un mondo completamente orientale quanto a immaginario, gusto, attori, sensibilità.

Il cosiddetto whitewashing (appropriazione "bianca" di storie e miti non occidentali) in questo caso non c'entra nulla, anzi dà vita a una sorta di ragionamento interno alla storia sulla impossibilità di incarnare manga e anime senza far emergere inevitabilmente il ricordo di quella tradizione.

Una Johansson particolarmente spaesata - e, diciamo la verità, proprio sulla consapevolezza di questa impotente ibridazione si giocano le discussioni tra chi ha amato il film e chi lo ha detestato per la sua debolezza figurativa - tanto che sembra lei stessa, in quanto attrice, invasa dai fantasmi della cultura giapponese e allucinata dai glitch di altre forme di recitazione. La stessa scomposizione del volto in sezioni mobili, la geografia del corpo (esaltato da Rupert Sanders nella sua piccolezza e compattezza), il tema della personalità nascosta nel cyborg ospitante (il ghost nello shell) potrebbero far parte tutti di un disegno divistico di collocazione della star americana, sempre più orientata verso un certo tipo di personaggio.

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