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Ultimo aggiornamento martedì 16 gennaio 2024
Mike, Nick e Steven stanno per partire per il Vietnam e uno di loro si sposa con una cerimonia che coinvolge l'intera comunità di origine russa. Non tutti faranno ritorno e chi lo farà sarà profondamente cambiato nel corpo e/o nell'animo. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 5 Premi Oscar, 6 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, In Italia al Box Office Il cacciatore ha incassato 241 mila euro .
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Clairton, Pennsylvania. Tre amici sono in procinto di partire per il Vietnam lasciando il loro lavoro nell'acciaieria locale. Sono Mike, esperto cacciatore di cervi cui però spara un solo colpo, Nick, innamorato di Linda che interessa anche a Mike e Steven che, prima di partire, sposa Angela, che è incinta ma non di lui. Il Vietnam sarà per loro un'esperienza estrema che li segnerà in vari modi.
Il film pluripremiato di Michael Cimino che rappresenta il vertice della sua cinematografia.
Ming Junction è una cittadina industriale dell'Ohio trasformata in Clairton nella finzione cinematografica ma che per Michael Cimino ha rappresentato un luogo in cui, letteralmente, immergere soprattutto la prima lunga parte del film. Se si osserva la prima scena, con il procedere di un camion sotto un ponte, ci si accorge come già una sola inquadratura (che vedremo poi ripetuta) acquisisca il significato che il regista voleva darle. Si tratta di una sorta di confine al di là del quale si incontra una comunità che ruota attorno a una fabbrica (si veda la sequenza che segue).
Si tratta di una comunità con una forte presenza di persone di provenienza dalla Russia e ancora oggi si trovano comparse che hanno offerto la loro autenticità al film. Cimino vedeva delle affinità tra russi e americani tanto da avere dato al personaggio affidato a De Niro il cognome Vronsky (che è quello del conte di cui si innamora Anna Karenina).
Quanto sopra per sottolineare come si tratti di un film che, come affermò Cimino alla consegna degli Oscar, non vuole fare storia o documentazione ma che si avvale delle esperienze di vita vissuta. È ciò che Quentin Tarantino vede come determinante, ritenendo che non si tratti tanto di un film sul Vietnam quanto piuttosto della radiografia di un nucleo di persone comuni trasformate dalla presenza di una guerra che si svolge altrove.
All'epoca non fu accolto così da chi riteneva che si trattasse di un'opera fondamentalmente pro Usa, grazie anche alla descrizione dei vietnamiti come belve feroci. Entrambe le letture hanno elementi che giocano in loro favore. Le sequenze della roulette russa restano impresse in maniera indelebile nel ricordo di chi lo vide allora e lo resteranno in chiunque abbia l'opportunità di assistervi. Non solo per l'interpretazione degli attori ma per il modo in cui sono girate, montate, sonorizzate.
Certo i vietnamiti vi sono rappresentati come esseri inumani (era già avvenuto con il lancio della bomba nel rifugio di donne e bambini) ma forse era necessario per raggiungere un altro obiettivo: quello di una riflessione sui segni che la guerra, qualsiasi guerra, lascia nell'essere umano. C'è chi muore, chi viene mutilato, chi torna a casa rimanendo però con la testa nel luogo in cui il suo status di essere umano è stato messo a dura prova.
Cimino ha dovuto lottare sequenza dopo sequenza (non solo per quelle violente) con i produttori fingendo di tagliare ciò che per loro era disturbante salvo poi reinserirlo a loro insaputa. Si tratta di un film che mette alla prova lo spettatore così come mise alla prova, sia fisicamente che emotivamente, gli interpreti (De Niro dixit).
Il finale, che non anticipiamo per chi vedesse il film per la prima volta, può essere letto con la lucidità della distanza. Quel canto, e la tonalità con cui viene espresso, può ancora essere considerato come un'affermazione nazionalistica ma può anche, visto il contesto in cui si colloca, essere visto come un malinconico tentativo di auto convincimento patriottico smentito però da quanto accaduto.
Tre ragazzi della Pennsylvania vanno alla guerra (nel Vietnam). Due tornano mutilati nel corpo e nello spirito. Il terzo non ritorna affatto. Rimane nell'inferno di Saigon a rischiare ogni sera la vita in un assurdo gioco della roulette russa (una pallottola sola in canna, ogni sera un avversario diverso). Finché ci rimane, sotto gli occhi inorriditi del commilitone che era tornato a ripescarlo. Tre ore di spettacolo, raccontato con una grinta e un rilievo drammatico che il cinema americano da tempo non riusciva ad esprimere. Più appassionante come romanzone che significante per i caratteri (abbastanza sfumati nelle loro motivazioni), il film vanta sequenze memorabili (il matrimonio, la tortura, la roulette nelle bettole di Saigon). Presentato al festival di Berlino, fu sonoramente beccato da molti giovani di sinistra per la rappresentazione che faceva dei Vietcong (sadici, torturatori, assassini). In realtà, il conflitto nel Sudest serve solo come corrusca tela di fondo. Giudizi storico-politici non vengono dati dal regista. Al massimo il Vietnam è visto come una sporca avventura per la quale non era proprio il caso di immolare tanti bravi ragazzi americani. Il film vive particolarmente per la bravura di tutti gli interpreti e per la gagliardia registica di Michael Cimino.
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Uno dei migliori film della storia del cinema con un cast vertiginoso!!!Il film è grintoso ma anche drammatico,commovente e molto umano.La trama e molto bella e raccontata benissimo,con un espressevità incredibile,recitato benissimo e con una sceneggiatura incredibile e una regia fantastica,un montaggio che coinvolge immediatamente.Un autentico spettacolo incredibile,i personaggi hanno [...] Vai alla recensione »
E’ la storia di Michael, Nick e Steven, amici per la pelle e lavoratori dell’acciaieria di Clairton, Pennsylvania, le cui vite vengono tragicamente segnate dalla guerra del Vietnam. Il primo, ricordandosi della promessa fatta a Nick prima della chiamata alle armi, riporterà a casa entrambi, ma tutto è cambiato...Inquietante, commovente, sincero, meravigliosamente macabro [...] Vai alla recensione »
Il cacciatore di Michael Cimino (cinque premi oscar tra cui miglior film e miglior regia) è insieme ad Apocalypse now di Francis Ford Coppola la più importante opera cinematografica sulla guerra in Vietnam e sull’orrore della guerra universalmente intesa. Il grande merito di Cimino sta nel far percepire l’angoscia del conflitto bellico dall’inizio alla fine, un’angoscia che ci attanaglia e non ci lascia [...] Vai alla recensione »
La decade degli anni 70 ha regalato al mondo diversi modi per trascorrere ore spensierate, liete, divertenti o spunti culturali di rilievo per scatenare dibattiti, chiacchierate, scambi d'opinione. Oltre alla disco music e ai pantaloni a zampa d'elefante, oltre all'acceso scontro politico (sfociato spesso in spargimento di sangue), oltre al rock graffiante dei Led Zeppelin e dei Deep [...] Vai alla recensione »
Cimino infrange con questo film-capolavoro il tabù della guerra del vietnam pur non essendo prettamente un film di guerra. Fino a quel momento ci si ricorda di "berretti verdi" degli anni 60 giudicato frettolosamente un film di propaganda dell'imperialismo americano in un periodo fortemente condizionato dal vento sessantottino che spirava dalle nostre parti con la forza dell'ideologismo marxista. Vai alla recensione »
Un solo colpo nel fucile per uccidere il cervo, e un solo colpo nella pistola per uccidere un uomo. Da predatore a vittima, l'uomo deve tirare fuori tutte le sue risorse fisiche e psichiche per sopravvivere, il soldato viene catapultato in un gioco da cui non riesce più a uscire, anche quando ritorna a casa la sua vita non è più la stessa.
Un gruppo di amici di un piccolo borgo della Pensylvania anni '70 si divide tra il lavoro in fabbrica, i locali e la caccia. Purtroppo nel volgere di breve tempo tre di loro (di cui uno appena sposato) dovranno partire per il Vietnam. Questo evento lascerà ferite che non si rimargineranno più. Un film duro e toccante che tratta di petto alcuni temi forti quali l'amore, l'amicizia [...] Vai alla recensione »
Michael Cimino dà i natali a uno dei film più moraleggianti e ricercati della storia del cinema di guerra. La guerra del Vietnam è protagonista indiscussa del panorama cinematografico di fine anni settanta ma il regista italo-americano, come nessun altro, punta il dito indice dritto contro la crudeltà e l'efferratezza della guerra.
Tre amici - Michael (De Niro), Nick (Walken), Steven (Savage) - operai di fonderia, dopo una partita di caccia al cervo, partono per il Vietnam, dove sono catturati e torturati dai vietcong. Soltanto Michael riuscirà (con fatica) a tornare ad una vita normale, mentre Steven perderà le gambe e Nick rimarrà a Saigon a fare il professionista della roulette russa.
Straordinario. In questa parola è racchiusa la descrizione di un film maestoso, di un'ottima regia, e di un cast d'eccezione (per citare alcuni nomi si può parlare di *Robert De Niro* e *Meryl Streep*). E' una rappresentazione bellissima e molto psicologica del Vietnam e delle sue *crudeltà*. Ma soprattutto è il ritratto di tre *anime*, anime completamente [...] Vai alla recensione »
Guardando il cacciatore si è pervasi durante tutto il film da una sensazione di inquietudine, da un brivido di morte attraverso gli sguardi e i volti dei protagonisti, dei reduci della guerra del Vietnam, dei sopravvissuti e dei loro ritorni alla vita di tutti i giorni, quella che era prima di approdare all’inferno. Michael (De Niro), Nick (Walken) e Steven (Savage) sono tre amici di origine ucraina [...] Vai alla recensione »
Il discutibile(a seconda dei punti di vista)"hobby"della caccia si può utilizzare come"chiave"per comprendere lo spirito di una nazione già sulla via di una colossale sconfitta?il regista M.Cimino e lo sceneggiatore Deric Washburn sembrano dire sì...ma non è facile da capire ed è un immagine che si"avverte"solamente più che [...] Vai alla recensione »
IL CACCIATORE (USA, 1978) diretto da MICHAEL CIMINO. Interpretato da ROBERT DE NIRO, CHRISTOPHER WALKEN, MERYL STREEP, JOHN SAVAGE, GEORGE DZUNDZA, JOHN CAZALE, CHUCK ASPREGEN Cinque operai americani che risiedono in Russia partecipano al matrimonio di una loro amica, celebrando i festeggiamenti con un’allegria spensierata e un’aria scanzonata che però scomparirà per sempre [...] Vai alla recensione »
Per chi vuole capire cosa ha significato il Vietnam per un'intera generazione di giovani americani: una serie di vite spezzate, una cesoia sui destini dei ragazzi che ha inciso su tutti: sia quelli che sono tornati che quelli che invece sono rimasti a SAIGON; Cimino ci mette del suo: la regia è straordinaria, con un continuo incrocio tra parti di film lente e scene ad alto ritmo e [...] Vai alla recensione »
Il film racconta la storia di tre amici ucraini che vivono in America, lavorano nella stessa fabbrica e poi sono costretti a partire per il Vietnam; prima presenta il matrimonio ortodosso di uno dei tre e il loro modo di vita, dopo la situazione che hanno durante la guerra. Uno di questi, recitato da Robert De Niro, ha un carattere deciso, ama la caccia e ottiene risultati "relativamente migliori" [...] Vai alla recensione »
Il film del 1968 lanciò nel firmamento di Hollywood Michael Cimino non ancora celebre nel mondo cinematografico; il Cacciatore ebbe un gran successo sia di critica (9 nomination e 5 Oscar: migliore film, regia, attore n.p., montaggio e sonoro) e commerciale: budget 15 milioni di $, box office: 50 milioni. Dopo questo film Cimino fu ricercato dai produttori, ma la verve declinava a cominciare [...] Vai alla recensione »
All'inizio questo film non mi colpi molto, non tanto perchè era fatto male, perchè sin da subito mi resi conto delle grandi abilità di regista di Michael Cimino e già conoscevo le abilità di Robert De Niro e di Meryl Streep. Mi aveva più che altro stufato il fatto che il film vero e proprio,con la sua avvicente trama,non iniziasse subito.
"Il cacciatore" è semplicemente un film fantastico, anzi un capolavoro. Le scene del matrimionio volutamente allungate, le scene di caccia e di guerra volutamente rese brevi non tolgono nulla al film, anzi lo rendono speciale. Nonostante duri quasi 3 ore non annoia mai. La guerra del vietnam ha poco di politico se non una ovvia critica alla guerra in generale, ma è [...] Vai alla recensione »
Michael Cimino dà i natali a uno dei film più moraleggianti e ricercati della storia del cinema di guerra. La guerra del Vietnam è protagonista indiscussa del panorama cinematografico di fine anni settanta ma il regista italo-americano, come nessun altro, punta il dito indice dritto contro la crudeltà e l'efferratezza della guerra.
Caratterizzato da una grande interpretazione di De Niro,la parte iniziale è costituita da un ambito di spensieratezza e amicizia che,quasi non fà pensare al matrimonio di Steven e della sua partenza con Walken e De Niro per il Vietnam,l'euforia del gruppo ha un contratsto intenso con l'ambiente paese cupo e senza molte prospettive.
La"lealtà"si può considerare una delle più alte vette dell'infinito cosmo dei sentimenti umani?sicuramente sì ma forse(e non è un controsenso)anche no a seconda del contesto in cui esso viene inquadrato:la vita,in fondo e nella filosofia de IL CACCIATORE,è una"partita"in cui non ci viene mai reso possibile sapere,in tempo,se [...] Vai alla recensione »
Il Vietnam del film è il luogo dove l'uomo smarrisce il più comune senso della quotidianità e acquisisce,nel vero senso della parola,la capacità di"uccidere"inseguendo il rischio di essere ucciso a sua volta. Il"cacciatore"del titolo non è solamente quello dei boschi o quello della guerra(le fucilate contro il cervo si possono considerare [...] Vai alla recensione »
Un film non sulla guerra del Vietnam, ma sull' America, un appassionato ritratto degli anni Settanta negli USA, che fonde commozione e crudeltà per risultare in alcune sequenze estremamente straziante. Cimino non vuole raccontare la guerra del Vietnam, ma la sconfittta e il tormento dovuto ad essa. Il film si può quasi dividere in emblematici ed allegorici episodi come la caccia, il matrimonio e [...] Vai alla recensione »
"THe Deer Hunter"(1978, Michael Cimino, anche cosceneggiatore e soggettista)è uno dei grandi film degli anni 1970.Non importa, a mio parere, definirlo ulterioremente: certo è che esso rimane un terribile atto d'accusa contro la"bad war", del Vietnam, contro l'assurda aggressione imperialistica degli States o meglio dei presidenti di turno, che, memoori della [...] Vai alla recensione »
Le"due facce della medaglia"a cui faccio riferimento nel titolo sono ben rappresentate dalla VITA e dalla MORTE che,pur trovandosi concettualmente su due estremità differenti,arrivano,ne IL CACCIATORE,a raggiungere una forma di radicale"congiunzione morale"tanto semplice nella sua assoluta brutalità quanto articolata nella sua affascinante"geometria ideologica"ast [...] Vai alla recensione »
tre amici partono per il vietnam dove combattono per un po' ma poi vengono catturati dai nemici, torturati e costretti a giocare alla rulette russa.riescono a salvarsi tornano a casa ma nicki diventa dipendente da questo gioco e decide di praticarlo . allora micheal deve salvarlo prima che sia troppo tardi.questo film di MICHEAL CIMINO e' davvero emozionante la scena della roulette russa [...] Vai alla recensione »
Certamente un cult del periodo , un film simbolo del pacifismo ,un ottimo regista .Una buona scenografia ,degli attori superlativi ,De niro,la Streep,Walken,ma in generale tutti gli attori. Sicuramente un 'opera d'arte che non deve mancare in una buona cineteca .A me non manca di certo,ma: So che mi tirero' addosso le ira degli amanti del film ma secon [...] Vai alla recensione »
de niro interpreta magistralmente michael,che,dopo aver vissuto una vita in armonia con le sue passioni-come la caccia-e in allegria con gli amici,dopo la guerra del vietnam si trova a dover affrontare un nuovo e ben più duro tipo di vita:quella del reduce del vietnam.ma,benchè questo film ruoti tutto attorno al tema"guerra",le scene di guerra sono molto poche.
Tanti anni fa, non ricordo quanti, mio fratello, appassionato di film di guerra ( spece sul Vietnam), mi disse: " Stasera butta il telecomando...c' è il Cacciatore in tv." Il film, che si apre col fastoso matrimonio di Steven, narra la vicenda di tre amici che partono per il Vietnam...Catturati dai vietcong, dovranno sfidarsi tra di loro in un macabro gioco di morte chiamato [...] Vai alla recensione »
in una serata in cui non si è troppo stanchi. guardare, entrare dentro al film, cercare di capire, emozionarsi...
un film spettacolare che mostra di come sia impossibile condurre una vuita normale dopo una esperienza così devastante. Robert de niro come sempre al massimo delle sue capacità interpretative, meryl streep al suo primo ruolo importante è divina. la ruolette russa e rappresentata molto bene e rende bene l'idea di tutto l'orrore che si scatena in quei giorni fatali in cui [...] Vai alla recensione »
i tempi lunghi della prima parte del film sono un lungo,dolce e romantico presagio del dramma che seguirà...la caccia come forma di violenza vissuta con gioco e onore ma come presto scopriranno la morte non è un gioco...la fase in vietnam e la fuga è semplicemente epica, avventura e horror ai massimi livelli...come dopo ad ogni guerra il finale è amaro ed è espresso magistralmente
probabilmente questo film e uno dei film piu belli di de niro un capolaavoro tanti bravi attori come cristophe walken meryl streep john savage john cazale e include anche tre ore di film di grinta e di azione un che dovete assolutamente da vedere
C'è poco da dire. Un film stupendo. Attori magnifici. Bei tempi erano quelli. Ora le cose che vanno sono Natale a Rio e Il cosmo sul Comò, salvo alcune eccezioni.
questo e un film splendido reso grande da attori che con gli anni come de niro,meryl streep e walken diventeranno delle star mondiali. non riesco a capir chi critica questo film che ha anche vinto molti oscar,evidentemente chi lo critica non ci capisce molto di cinema.
Capolavoro in tutto, attori straordinari, nessuno sbaglia un colpo,DeNIRO stratoferico e Walken insuperabile! Solo la scena della roulette russa vale il film. Lo metto fra i miei migliori 10 film di sempre. Ripeto: capolavoro assoluto.
E' un film incredibile molto emozionante, peccato solo per quella scena del matrimonio che è davvero lunga e noiosa almeno a mio modo di vedere.
Sangue, urla, pianti, dolore, grida, imprecazioni, ansia, paura e poi il coraggio di Micahel (interpretato dall'impeccabile De Niro) a trasformare la desolazione in speranza. La scena della Roulette russa, che costituisce sicuramente la scena più carica di tensione dell'intero film, sintetizza e denuncia l'orrore e la crudeltà della guerra.
un bellissimo capolavoro che fa ridare che fa commuovere emozionante e che fa piangere
Ignoravo la conoscenza di questo film. Guardandolo si comprende veramente che ti lascia un segno, ti trasmette qualcosa. Un vero capolavoro in tutti i sensi, dalla regia, alla sceneggiatura alle interpretazioni degli attori. De Niro e Walken su tutti. Consiglio a tutti a non fermarsi dopo 10 minuti. All'inizio potrebbe sembrare un film lento e senza una trama precisa.
Un solo colpo nel fucile per uccidere il cervo, la vittima, è la metafora di Robert De Niro in un film giustamente diventato un cult degli anni settanta. Diretto con maestria da Michal Cimino, il secondo ad avere portato Clin Eastwood al successo dopo Sergio Leone, e interpretato da grandissimi attori, oltre al magistrale De Niro, all'esordiente Cristopher Walken già premiato all'Os [...] Vai alla recensione »
Forse, quando ho veduto il cacciatore per la prima volta nella mia vita, ero ancora troppo piccolo per comprendere a pieno cosa potessero fare, nella mente degli uomini, gli orrori e le atrocità di una guerra combattuta lontano da casa, lontano dagli amici e dagli affetti: Ogni ragazzo vuole gioire, fare l' amore, andare a lavorare, ma, fare la guerra è tutt' altro affare: [...] Vai alla recensione »
Cimino non ha pietà. Anche se de Niro è bravissimo nela sua parte, l'interpretazione di Christopher Walken è semplicemente mozzafiato, ed è un peccato che non riuscirà più a fare un film degno della sua recitazione. Questo è un film che mutila l'anima, mette a nudo le contraddizioni e le realtà intollerabili della guerra, sfumando in una malinconia che fa male, supportata dalla Cavatina di Meyers, [...] Vai alla recensione »
Lo avevo visto che ero un ragazzino. Ora a distanza siderale, l'ho apprezzato in tutta la sua grandezza, tanto più che mi sono documentato sulla storia degli attori, sulle curiosità del girato e sulla vita di Michael Cimino, che era sicuramente un pazzo, perchè per fare un film del genere devi avere tre marce in più. Lode alla sua anima nei secoli dei secoli.
Uno dei migliori film di tutti i tempi e che ci dice molto del mondo nel quale viviamo oggi.
Ho visto il film intorno al 1988 di preciso nn ricordo sulla rai mi pare, avevo vent'anni, nn l'ho più rivisto, perché nn riesco a riguardare un film già visto, mi viene l'angoscia,tranne qualche scena, oppure sé qualcuno a cui ci tengo, mi invita a vederlo...Dunque, il mio ricordo da adolescente proiettato nei miei cinquant'anni e passa.Film drammatico,crudo, che ruota attorno ad un Robert de Niro [...] Vai alla recensione »
Considerato uno dei capolavori del cinema, il film ha ricevuto 9 nomination ai premi Oscar del 1979, vincendone 5 tra cui quello per il miglior film. Nel 1996 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al 79º posto della classifica dei migliori cento film [...] Vai alla recensione »
Questo film è uno dei miglior film di guerra di sempre davvero impressionante con le scene di guerra e quelle della vita quotidiana dei protagonisti lo fanno uno dei miglior film di sempre
In un'intervista Michael Cimino ha raccontato che «ne Il cacciatore il problema è di condensare una guerra così varia in un limitato numero di minuti. Bisogna escludere qualsiasi logica e rifiutare la spiegazione, altrimenti il film durerebbe dieci ore. Così, ad esempio, non si può spiegare logicamente il ritorno, sano e salvo, di Michael da Saigon.
Dopo 45 anni torna sul grande schermo, rinnovato dal restauro e attualizzato dalle tragedie di questi giorni, il capolavoro di Michael Cimino vincitore di 5 Oscar (tra cui miglior film e miglior regia): una dura e allucinata denuncia della ferocia e della crudeltà della guerra, rappresentata dalla metafora della roulette russa, in un affresco di intensa forza espressiva (nonché emotiva) e magnifica [...] Vai alla recensione »