pannone
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martedì 22 agosto 2006
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quando l'uomo smarisce se stesso...
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"Il Cacciatore" di Michael Cimino si colloca sicuramente ai primi posti di una folta filmografia antimilitarista che ritrae senza veli le brutalità dei conflitti che hanno dilaniato il secolo scorso; l'assurdità di ogni guerra raccontata attraverso la più eclatante disfatta del mito americano nel ventesimo secolo: il Vietnam. Le atroci sequenze della roulette russa cui sono sottoposti tre soldati, operai della provincia americana imprigionati dai Viet Cong, Micahel(un meraviglioso Robert De Niro), Nick(Christopher Walken), e Steven(John Savage), straziano lo spettatore consapevole di una visione assolutamente verosimile(le sequenze sono tra l'altro integrate da immagini di repertorio). Ma forse quello che colpisce maggiormente è lo stravolgimento della normalità, di una qualunque vita di provincia trasformata dalla guerra in un "qualunque" incubo esistenziale.
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"Il Cacciatore" di Michael Cimino si colloca sicuramente ai primi posti di una folta filmografia antimilitarista che ritrae senza veli le brutalità dei conflitti che hanno dilaniato il secolo scorso; l'assurdità di ogni guerra raccontata attraverso la più eclatante disfatta del mito americano nel ventesimo secolo: il Vietnam. Le atroci sequenze della roulette russa cui sono sottoposti tre soldati, operai della provincia americana imprigionati dai Viet Cong, Micahel(un meraviglioso Robert De Niro), Nick(Christopher Walken), e Steven(John Savage), straziano lo spettatore consapevole di una visione assolutamente verosimile(le sequenze sono tra l'altro integrate da immagini di repertorio). Ma forse quello che colpisce maggiormente è lo stravolgimento della normalità, di una qualunque vita di provincia trasformata dalla guerra in un "qualunque" incubo esistenziale. La tortura non lascia i suoi segni soltanto nelle carni ma si insinua nelle menti sino a logorarle lentamente come un cacro terribile e incurabile. Nick, sconvolto dalle barbarie subite vaga perdutamente nei meandri di una decadente Saigon e neanche l'impeto del coraggioso Michael, tornato a riprenderlo, riuscirà a salvarlo da se stesso; gli altri due torneranno a casa profondamente cambiati, mutilati, fisicamente e spiritualmente.
"Il Cacciatore" non è solo un film contro la guerra, è un film che parla di umomini, di bevute, di alberi, di donne, di amore e amicizia, e di tutto ciò che riempie il quotidiano vivere dell'animale uomo, fino a quando l'animale sovrasta l'uomo e di questi non rimane che il ricordo.
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[+] il cacciatore
(di pippo)
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shippo
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lunedì 20 agosto 2007
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un inferno di metallo e sentimenti
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Sangue e ancora sangue;un fiume che porta via vite ma non cancella i sentimenti.
Tanti anni sono passati da quando Michael Cimino decide di descriverci la preda e il predatore,l'evoluzione di ciascuno,la loro fine,triste e silenziosa.
Anni in cui la gloria ha suggellato questo film,insieme ai suoi attori(De Niro,Merlyl Streep,Walken)e fatto ricordare altri(l'ultima interpretazione sofferta ma decisa di John Cazale,dato che pochi mesi dopo morirà di cancro).
Quello che vi parla non è un adulto che ricerca vecchie e intense emozioni,ma un adolscente che ha provato semplice smarrimento.
Smarrimento nel vedere quella felicità distrutta e smorzata dagli orrori di una guerra.
Smarrimento per una sfida contro la morte dalla quale non puoi vincere,dalla quale la parola "morte" è l'unica salvezza.
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Sangue e ancora sangue;un fiume che porta via vite ma non cancella i sentimenti.
Tanti anni sono passati da quando Michael Cimino decide di descriverci la preda e il predatore,l'evoluzione di ciascuno,la loro fine,triste e silenziosa.
Anni in cui la gloria ha suggellato questo film,insieme ai suoi attori(De Niro,Merlyl Streep,Walken)e fatto ricordare altri(l'ultima interpretazione sofferta ma decisa di John Cazale,dato che pochi mesi dopo morirà di cancro).
Quello che vi parla non è un adulto che ricerca vecchie e intense emozioni,ma un adolscente che ha provato semplice smarrimento.
Smarrimento nel vedere quella felicità distrutta e smorzata dagli orrori di una guerra.
Smarrimento per una sfida contro la morte dalla quale non puoi vincere,dalla quale la parola "morte" è l'unica salvezza.
Smarrimento nelle parole e sentimenti crudelmente vive e reali.
Puoi solo provare smarrimento,perchè tutte le altre emozioni sono ancora nei titoli di coda;non riesci a portartele via,ad alzarti e sorridere,perchè ora sei tu la preda,la preda di un film che con un colpo di ha c'entrato,steso.
Pochissimi film meritano tanto.Una unica biografia degli orrori di una guerra.Un lavoro coinciso e storico in grado di catturarti.La tua anima rimane lontano,nel mondo del film.A te solo smarrimento.
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alexis
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mercoledì 10 ottobre 2001
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straordinario racconto...
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Un anno prima di "Apocalypse Now", Cimino colpiva al cuore del problema vietnamita, rastrellando ben 5 Oscar e innalzandosi al rango di regista di grande prestigio. "The deer hunter" è questo: tre ore di autentico spettacolo, come da tempo non si vedeva più. Inno ai grandi sentimenti: eroismo, amicizia, violenza. Il film è da considerare tra i più belli mai realizzati grazie alla regia di Cimino e alla superba prova recitativa di De Niro e Walken.
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tiamaster
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sabato 22 ottobre 2011
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uno dei migliori film della storia del cinema.
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Uno dei migliori film della storia del cinema con un cast vertiginoso!!!Il film è grintoso ma anche drammatico,commovente e molto umano.La trama e molto bella e raccontata benissimo,con un espressevità incredibile,recitato benissimo e con una sceneggiatura incredibile e una regia fantastica,un montaggio che coinvolge immediatamente.Un autentico spettacolo incredibile,i personaggi hanno spessore e sono profondi,un anno dopo uscirà apocalypse now,altra opera del vietnam,anch'esso un capolavoro,anche un bellissimo sguardo sociale sulla guerra,tutto ciò reso ancora più eccellente da una colonna sonora incredibile,firmata pink floyd,un film glorioso che porta la psicologia dei personaggi ai vertigi storici e mentalmente possibili,oltre che un opera d'arte questo film e un documento storico e assoluto,forse uno delle più grandi opere storiche del cinema del ventesimo secolo assieme a metropolis,il padrino,forrest gump,apocalypse now,il posto delle fragole,schindler's list,via col vento.
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Uno dei migliori film della storia del cinema con un cast vertiginoso!!!Il film è grintoso ma anche drammatico,commovente e molto umano.La trama e molto bella e raccontata benissimo,con un espressevità incredibile,recitato benissimo e con una sceneggiatura incredibile e una regia fantastica,un montaggio che coinvolge immediatamente.Un autentico spettacolo incredibile,i personaggi hanno spessore e sono profondi,un anno dopo uscirà apocalypse now,altra opera del vietnam,anch'esso un capolavoro,anche un bellissimo sguardo sociale sulla guerra,tutto ciò reso ancora più eccellente da una colonna sonora incredibile,firmata pink floyd,un film glorioso che porta la psicologia dei personaggi ai vertigi storici e mentalmente possibili,oltre che un opera d'arte questo film e un documento storico e assoluto,forse uno delle più grandi opere storiche del cinema del ventesimo secolo assieme a metropolis,il padrino,forrest gump,apocalypse now,il posto delle fragole,schindler's list,via col vento.Tutte opere storiche.
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tony montana
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sabato 20 novembre 2010
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sconvolge e annienta con un colpo solo
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Forse assieme a Taxi Driver e al futuro Toro Scatenato, Il cacciatore diretto da Michael Cimino, è uno dei film più importanti e incisivi nella carriera di Robert De Niro, sia sul versante di qualità artistica sia su quello della costruzione della sua mitologia cinematografica. Rispetto a tutte le precedenti interpretazioni, il profilo che emerge da questo nuovo film è maturo e consapevole dei propri mezzi espressivi, in grado di misurarsi con tematiche complesse come quella della Guerra del Vietnam senza cadere in un’interpretazione standardizzata.
Cimino, diversamente da altri registi della propria generazione, proviene dall’universo della pubblicità e del documentario e aveva sperimentato solo una volta il lungometraggio.
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Forse assieme a Taxi Driver e al futuro Toro Scatenato, Il cacciatore diretto da Michael Cimino, è uno dei film più importanti e incisivi nella carriera di Robert De Niro, sia sul versante di qualità artistica sia su quello della costruzione della sua mitologia cinematografica. Rispetto a tutte le precedenti interpretazioni, il profilo che emerge da questo nuovo film è maturo e consapevole dei propri mezzi espressivi, in grado di misurarsi con tematiche complesse come quella della Guerra del Vietnam senza cadere in un’interpretazione standardizzata.
Cimino, diversamente da altri registi della propria generazione, proviene dall’universo della pubblicità e del documentario e aveva sperimentato solo una volta il lungometraggio.
Con i forti incassi del film precedente, Cimino finanzia un suo soggetto cinematografico incentrato sul tema scottante del Vietnam a cui si dedicavano nello stesso anno Coppola con Apocalypse Now e Kubrick, otto anni dopo con Full Metal Jacket.
La trama del Il cacciatore verte sulla storia di un gruppo di ragazzi della Pennsylvania, appartenenti ad una piccola comunità di immigrati slavi, che vivono tutti grazie al lavoro in un’acciaieria.
Tre di loro, Michael ( De Niro ), Nick ( Christopher Walken ) e Steven ( John Savage ), sono stati richiamati per il Vietnam, ma prima di partire, partecipano al matrimonio dello stesso Steven con Angela, celebrato con rito ortodosso, seguito da una festa a base di birra e le note spumeggianti di I Love You Baby. Cimino descrive con un’ora di proiezione e con forte senso della narrazione corale, il giorno delle nozze fra i due giovani, permettendo allo spettatore di conoscere dettagliatamente i protagonisti, i rapporti d’amicizia e di forza, le tensioni, il filo sottile drammatico che ripercorre il loro destino ( notevole la scena in cui i due novelli sposi bevono da un recipiente comune: tradizione vuole, affinché il matrimonio sia fortunato, che il liquido non venga mai versato. Così sembra essere e nessuno si accorge che alcune gocce, messe in primo piano dalla telecamera, cadono sul candido vestito di Angela ). Tra gli altri coprotagonisti ci sono John Cazale nei panni di Stan ( nella sua ultima interpretazione visto che morirà di cancro poco dopo ) e Meryl Streep nel ruolo di Linda, giovane ragazza sentimentalmente in bilico fra Nick e Michael.
Dopo le nozze, alla fine del quale vediamo De Niro, che ubriaco, corre nudo per le strade della città, i cinque uomini partecipano a una battuta di caccia sui monti della Pennsylvania. Michael vive questa esperienza con profondo senso del rigore morale, affrontandola come un rito atavico, fatto di superstizioni e leggende, ma con un profondo rispetto per la natura. Prima di partire per il fronte in un tempo ancora non disilluso dalla violenza, Michael dice a Nick che morire in montagna o nel Vietnam è esattamente la stessa cosa, ma deve succedere lealmente, secondo le regole del colpo solo ovvero uccidendo la preda con un solo proiettile.
Con uno stacco improvviso di montaggio, Cimino ci proietta nella bufera della guerra, dove la giovinezza s’infrange sotto un cielo confuso dai rumori e dalle luci delle armi. La natura incontaminata delle montagne americane si trasforma, ora in un territorio impenetrabile, un’immensa foresta di fuoco brulicante di uomini deturpati nel fisico e nella mente. Dopo un’azione di guerriglia, Michael, Steven e Nick vengono fatti prigionieri dai Vietcong, e li troviamo immobilizzati in una prigione paludosa, coperti d’acqua e con il viso sporco di terra, costretti a sottostare al gioco della roulette russa. Il colpo solo leale di Michael si trasforma nel proiettile incivile del nemico, che Cimino descrive con crudeltà e cinismo destabilizzanti, lasciando scossi e con gli occhi sbarrati per tutta la visione. Niente colonna sonora. Solo i piani, le grida, le minacce dei vietcong e le imprecazioni dei tre amici. Lo status dei protagonisti è allucinato e a tratti eccessivi. La freddezza del personaggio di De Niro, risolve la situazione: dopo un bagno di sangue, i tre riescono a fuggire, anche se solamente Nick è tratto in salvo da un elicottero, mentre Michael e Steven cadono dal velivolo e Steven urta violentemente una roccia rimanendo per sempre mutilato.
Ora si consuma la vera tragedia.
Michael, tornato dalle tenebre vietnamite, torna a casa ricoperto di medaglie e acclamato come un eroe, ma scopre che oggi tessera è fuori posto: Nick è ancora disperso, Steven è disabile mentre Angela è affondata in una folle depressione.
Neanche la caccia lenisce il suo animo sofferente: appare come un’azione impura, insensibile che trasforma l’amicizia con gli altri amici che gli sono rimasti. Solamente Linda, con cui Michael allaccia una relazione, sembra l’unica ragione di vita in un universo che ha perso il senso ed è avvolto dalla solitudine.
In ricordo di Nick, Michael torna nell’inferno di Saigon per ritrovare l’amico scomparso. Nella sequenza finale, Michael rintraccia Nick, nel frattempo diventato dipendente dall’eroina, in una bettola della città, intento a partecipare ad una gara clandestina di roulette russa. Nick non ascolta le suppliche di Michael, e il tamburo della sua pistola pesca il colpo solo, perforandogli la testa.
E Michael rimane lì, in lacrime, cercando di risvegliare Nick da un sonno che non ha risveglio, mentre le sue mani si sporcano del cremisi sangue.
Il cacciatoreha ricevuto nove nomine agli Oscar vincendo quelle per film, regia, montaggio, sonoro, e attore non protagonista a Walken.
Anche De Niro ricevette la nomina come attore, tornando a casa a mani vuote.
Al pari del capitano Willard di Coppola, anche Michael Vronsky penetra gli spazi del cuore di tenebra, per non tornare più uguale, forse, per non tornare più se stesso.
Ammetto che questo film, inoltre fra i più difficili da recensire è stato il più scioccante che abbia mai visto, inchioda alla poltrona, la visione è realistica e sconvolgente per questo difficile da digerire, inoltre, ci si immedesima così tanto nei personaggi, che si prova ogni loro sentimento, l’amore, l’amicizia, il dolore e lo stress della guerra, per tanto, concordo con la censura e lo sconsiglio vivamente ai minori di 14 anni.
Capolavoro assoluto.
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antonio canzoniere
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sabato 2 giugno 2012
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ameria sotterranea
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E’ la storia di Michael, Nick e Steven, amici per la pelle e lavoratori dell’acciaieria di Clairton, Pennsylvania, le cui vite vengono tragicamente segnate dalla guerra del Vietnam. Il primo, ricordandosi della promessa fatta a Nick prima della chiamata alle armi, riporterà a casa entrambi, ma tutto è cambiato...Inquietante, commovente, sincero, meravigliosamente macabro nella sua trasposizione della periferia americana ante e dopo la guerra. E’ un capolavoro della settima arte, un film di attori straordinari, un’opera cinefila di stampo espressionista (basta notare le luci di Vilmos Zsigmond), un’elegia tragica e scioccante degli orrori del Vietnam (che ha il culmine nelle strazianti scene della roulette russa) e del tormento interiore dei reduci, che, segnati nel profondo dagli abomini subiti, si sentono quasi a casa in quel vortice di orrori senza fine.
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E’ la storia di Michael, Nick e Steven, amici per la pelle e lavoratori dell’acciaieria di Clairton, Pennsylvania, le cui vite vengono tragicamente segnate dalla guerra del Vietnam. Il primo, ricordandosi della promessa fatta a Nick prima della chiamata alle armi, riporterà a casa entrambi, ma tutto è cambiato...Inquietante, commovente, sincero, meravigliosamente macabro nella sua trasposizione della periferia americana ante e dopo la guerra. E’ un capolavoro della settima arte, un film di attori straordinari, un’opera cinefila di stampo espressionista (basta notare le luci di Vilmos Zsigmond), un’elegia tragica e scioccante degli orrori del Vietnam (che ha il culmine nelle strazianti scene della roulette russa) e del tormento interiore dei reduci, che, segnati nel profondo dagli abomini subiti, si sentono quasi a casa in quel vortice di orrori senza fine. E’ uno spaccato di vita americana: dalla goliardia e la gioia di vivere di eterni bambini dei protagonisti nella prima parte si passa alla vera e propria crescita spirituale e la coscienza del destino ineluttabile nella seconda. In questa America underground fatta di amaro e disilluso patriottismo, c’è molto di Dostoevskji, forse perché già i protagonisti sono esponenti di una comunità di emigrati russi... 5 Oscar estremamente riduttivi: film, regia, attore non protagonista (Walken), montaggio e sonoro. P.S: da vedere assolutamente in versione estesa.
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andrea s.
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venerdì 13 novembre 2009
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le insanabili ferite della guerra
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Il cacciatore di Michael Cimino (cinque premi oscar tra cui miglior film e miglior regia) è insieme ad Apocalypse now di Francis Ford Coppola la più importante opera cinematografica sulla guerra in Vietnam e sull’orrore della guerra universalmente intesa. Il grande merito di Cimino sta nel far percepire l’angoscia del conflitto bellico dall’inizio alla fine, un’angoscia che ci attanaglia e non ci lascia più, neanche dopo la conclusione del film. Per produrre quest’effetto la pellicola è strutturata sapientemente su tre piani temporali ed esistenziali: l’attesa dell’inferno; la caduta nell’abisso; l’impossibile risalita. La prima scena si apre su un’acciaieria della Pennsylvania all’interno della quale lavora un gruppo di amici ucraini.
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Il cacciatore di Michael Cimino (cinque premi oscar tra cui miglior film e miglior regia) è insieme ad Apocalypse now di Francis Ford Coppola la più importante opera cinematografica sulla guerra in Vietnam e sull’orrore della guerra universalmente intesa. Il grande merito di Cimino sta nel far percepire l’angoscia del conflitto bellico dall’inizio alla fine, un’angoscia che ci attanaglia e non ci lascia più, neanche dopo la conclusione del film. Per produrre quest’effetto la pellicola è strutturata sapientemente su tre piani temporali ed esistenziali: l’attesa dell’inferno; la caduta nell’abisso; l’impossibile risalita. La prima scena si apre su un’acciaieria della Pennsylvania all’interno della quale lavora un gruppo di amici ucraini. Tre di essi, veniamo poi a scoprire, sono stati chiamati per andare a combattere la “sporca guerra”: Mike (Robert De Niro) , Nick (Christopher Walken) e Stevan. Senza molte parole, ma dal loro modo di fare e di guardarsi, leggiamo nei loro volti il terrore per quello che li aspetta. Prima di partire hanno modo di festeggiare il matrimonio di un loro amico, di fare promesse che non potranno mantenere (tra Nick ed il personaggio interpretato da una giovanissima Streep nasce una simpatia), di giocare a biliardo cantando a squarciagola “Can’t take my eyes off you”, e soprattutto di andare a caccia di cervi. Ed è qui che capiamo il carattere e la statura morale di Mike: al cervo si spara un solo colpo perché non ha la possibilità di difendersi. Arriva poi il momento della partenza e fin da subito veniamo violentemente gettati nella realtà assurda della guerra. I tre amici vengono fatti prigionieri dai Vietcong dai quali subiscono la sadica tortura della roulette russa: indimenticabile la resistenza di Mike (De Niro al suo meglio) che affronta il gioco mortale a testa alta in un misto di rabbia e paura. Alla fine riusciranno a salvarsi e ad uscire dal conflitto, ma niente sarà più come prima: le conseguenze fisiche e psichiche di ciò che hanno vissuto saranno insanabili. Stevan perderà l’uso delle gambe, abbandonato alla sua sorte anche dalla compagna (solo Mike si ricorderà di lui), Nick non si riprenderà mai dallo shock, si trascinerà come un automa verso l’autodistruzione con il suo viso sbattuto ed i suoi occhi assenti (un Walken giustamente premiato con l’oscar); il suo sputo, senza rivelare il finale, diventa metafora del rifiuto del mondo, simboleggia pertanto una nausea esistenziale insostenibile. E poi Mike, il più forte caratterialmente dei tre, che se pur segnato anche lui, indelebilmente, da quella tragica esperienza, ritornerà in patria e cercherà di riannodare i fili della normalità portando avanti, se non la vita, almeno una parvenza di essa. Il canto finale “God bless America”, per molti rappresentò all’epoca lo scatto d’orgoglio di un popolo, vi si lesse, a torto, una presa di posizione quasi reazionaria, ma in realtà quelle note trasmettevano lo straziante lamento di una Nazione in ginocchio, esprimevano in definitiva il disorientamento di un’intera generazione spaventata e tormentata da un fantasma di nome Vietnam.
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giorpost
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venerdì 20 agosto 2010
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il film
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La decade degli anni 70 ha regalato al mondo diversi modi per trascorrere ore spensierate, liete, divertenti o spunti culturali di rilievo per scatenare dibattiti, chiacchierate, scambi d'opinione. Oltre alla disco music e ai pantaloni a zampa d'elefante, oltre all'acceso scontro politico (sfociato spesso in spargimento di sangue), oltre al rock graffiante dei Led Zeppelin e dei Deep Purple e a quello sintetizzato/psico/allucinato dei Pink Floyd, oltre tutto ciò, è arrivato nel '78 (per sigillare nel firmamento il decennio)il miglior film della storia: Il Cacciatore. E' ovvio, ogni singolo individuo ha il Suo miglior film, le persone spesso si affezionano ad un personaggio, si immedesimano in esso.
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La decade degli anni 70 ha regalato al mondo diversi modi per trascorrere ore spensierate, liete, divertenti o spunti culturali di rilievo per scatenare dibattiti, chiacchierate, scambi d'opinione. Oltre alla disco music e ai pantaloni a zampa d'elefante, oltre all'acceso scontro politico (sfociato spesso in spargimento di sangue), oltre al rock graffiante dei Led Zeppelin e dei Deep Purple e a quello sintetizzato/psico/allucinato dei Pink Floyd, oltre tutto ciò, è arrivato nel '78 (per sigillare nel firmamento il decennio)il miglior film della storia: Il Cacciatore. E' ovvio, ogni singolo individuo ha il Suo miglior film, le persone spesso si affezionano ad un personaggio, si immedesimano in esso. Dànno risalto magari alla colonna sonora di un film, alla storia "facile" come può essere quella basata su un boss italo-americano interpretato magistralmente da un Brando con tanto di pezzetti di formaggio nelle mandibole. Ma in questo Film, nulla di tutto ciò è presente. Nulla è banale. Nulla è scontato. Non esiste il personaggio. Non c'è la colonna sonora (al limite solo il ritornello tristemente allegro di Can't take my eyes off of you). Non c'è la storiella facile. Quì c'è l'idiozia dell'uomo. Quì c'è il cinismo dell'America. Quì c'è la morte sotto forma di scommessa. Anche per il sottoscritto, che non disdegna affatto la storia classica del personaggio ad effetto che diventa eroe o muore per non diventarlo, ha dovuto constatare che codesta opera rimarca il fatto che ci sono uomini (come Cimino) che non hanno bisogno di storielle per emozionare fino al midollo le persone raccontando loro lo schifo nel quale vive oggi (si, oggi) la popolazione mondiale. Il Cacciatore è, grazie a De Niro e a Walken (con 2 interpretazioni sbalorditive), grazie alla Streep, grazie alle riprese in esterna del Vietnam, grazie al matrimonio ortodosso/ucraino dell'inizio del film, grazie alla scena bellissima della risata seguita dal pianto sulla palafitta/prigione di De Niro mentre è costretto alla roulette russa, grazie al cervo che guarda e scappa e a quella mano che non preme il grilletto (ancora De Niro), grazie alla sceneggiatura, al soggetto e alla regia tutto curato da Mr Michael Cimino, grazie a tutto questo e ad altro che ora mi sfugge, questo è il Film. Dolore, terrore, tortura psicologica. Persino De Niro ha dichiarato (e c'è da credergli) di aver sofferto nel girare alcune scene. Il governo che manda i suoi cittadini felici ed onesti lavoratori (magari con l'hobby insano della caccia) a morire o, peggio, a perdere le gambe, a prendere malattie veneree, a perdere il lume della ragione per chissà quale non meglio precisata motivazione. Dal paradiso all'abisso infinito senza possibilità di ritorno e senza spiegazione alcuna. Il ritratto perfetto degli USA (insieme ad un altro caposaldo del Cinema che è Taxi Driver). Un tempo avrei detto che il Cinema era Via col Vento o il Padrino. Magari Casablanca oppure Gioventù Bruciata. No. Il Cinema è Il Cacciatore. E non era facile per Cimino visto che in quello straordinario decennio uscirono capolavori come Apacalyps Now, Taxi Driver, Il Padrino, solo per ripetere o citarne alcuni. Grazie Michael. Grazie Christopher. Thanks Bob. Loro sono Leggenda.
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gianmaria s
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mercoledì 30 aprile 2008
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"god bless america"
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Epopea di 5 amici sullo sfondo della guerra del Vietnam. Idealmente diviso in tre parti mostra come erano prima di partire per il Vietnam, spensierati, goliardici con grande fiducia nel futuro, metafora dell'infinita fiducia americana nella guerra e soprattutto nella vittoria finale. La seconda parte potrebbe essere chiamata la prigionia, dove vengono torturati con il "gioco" della roulette russa; questa parte ci regala una delle scene più celebri del film, dove Robert De Niro (in stato di grazia), urla puntandosi la pistola alla tempia. L'ultima parte invece ci mostra la furia distruttiva dell'America dopo la sconfitta. Solo De Niro riuscirà a ritornare nella società, mentre il bravo C. Walken lotterà contro se stesso e i mali dell'America in un'ultima partita alla roulette.
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Epopea di 5 amici sullo sfondo della guerra del Vietnam. Idealmente diviso in tre parti mostra come erano prima di partire per il Vietnam, spensierati, goliardici con grande fiducia nel futuro, metafora dell'infinita fiducia americana nella guerra e soprattutto nella vittoria finale. La seconda parte potrebbe essere chiamata la prigionia, dove vengono torturati con il "gioco" della roulette russa; questa parte ci regala una delle scene più celebri del film, dove Robert De Niro (in stato di grazia), urla puntandosi la pistola alla tempia. L'ultima parte invece ci mostra la furia distruttiva dell'America dopo la sconfitta. Solo De Niro riuscirà a ritornare nella società, mentre il bravo C. Walken lotterà contro se stesso e i mali dell'America in un'ultima partita alla roulette.
La scena finale con i protagonisti che dopo aver sepolto Walken cantano "God bless America" è ormai storia del cinema e metafora di una nazione che non perde la speranza e la fiducia nel futuro per quanto ne sia provata.
Cimino non raccorta, diversamente da Coppola, la guerra ma parla di guerra. Ne risulta un film intenso senza retorica o demagogia. 5 oscar: Miglior film, regia, attore non protagonista (Walken), sonoro e montaggio.
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goruz
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martedì 31 agosto 2010
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caccia al cervo, caccia all'uomo.
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Un solo colpo nel fucile per uccidere il cervo, e un solo colpo nella pistola per uccidere un uomo. Da predatore a vittima, l'uomo deve tirare fuori tutte le sue risorse fisiche e psichiche per sopravvivere, il soldato viene catapultato in un gioco da cui non riesce più a uscire, anche quando ritorna a casa la sua vita non è più la stessa. Mike/De Niro forse riesce ad identificarsi nel cervo che rispetta quando caccia, sa che se è fallito il colpo che doveva ucciderlo deve scappare, continuare a correre e a vivere. Non riesce a fare lo stesso Nick, che cerca ossessivamente il colpo mortale, viene spersonalizzato, non riesce più a trovare una sua identità, non sa più se è vittima o predatore tale è l'angoscia che porta dentro, non accetta di essere vivo.
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Un solo colpo nel fucile per uccidere il cervo, e un solo colpo nella pistola per uccidere un uomo. Da predatore a vittima, l'uomo deve tirare fuori tutte le sue risorse fisiche e psichiche per sopravvivere, il soldato viene catapultato in un gioco da cui non riesce più a uscire, anche quando ritorna a casa la sua vita non è più la stessa. Mike/De Niro forse riesce ad identificarsi nel cervo che rispetta quando caccia, sa che se è fallito il colpo che doveva ucciderlo deve scappare, continuare a correre e a vivere. Non riesce a fare lo stesso Nick, che cerca ossessivamente il colpo mortale, viene spersonalizzato, non riesce più a trovare una sua identità, non sa più se è vittima o predatore tale è l'angoscia che porta dentro, non accetta di essere vivo. Una superba visione e una esemplare denuncia degli orrori della guerra.
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