Il cacciatore |
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Un film di Michael Cimino.
Con Christopher Walken, John Savage, Robert De Niro, Meryl Streep.
continua»
Titolo originale The Deer Hunter.
Drammatico,
durata 183 min.
- USA 1978.
- Lucky Red
uscita lunedì 22 gennaio 2024.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il cacciatore
valutazione media:
4,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I tragici eventi figli di un'ideologia distruttivadi Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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giovedì 16 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL CACCIATORE (USA, 1978) diretto da MICHAEL CIMINO. Interpretato da ROBERT DE NIRO, CHRISTOPHER WALKEN, MERYL STREEP, JOHN SAVAGE, GEORGE DZUNDZA, JOHN CAZALE, CHUCK ASPREGEN
Cinque operai americani che risiedono in Russia partecipano al matrimonio di una loro amica, celebrando i festeggiamenti con un’allegria spensierata e un’aria scanzonata che però scomparirà per sempre dalle loro vite quando tre di loro partiranno per il Vietnam. Fatti prigionieri dai vietcong, riescono a fuggire rocambolescamente dopo varie peripezie vissute fra un aereo e un fiume tropicale limaccioso. Uno dei tre si rompe una gamba e rimane invalido, mentre un altro scompare misteriosamente. Il terzo soldato rimpatria con l’amico costretto sulla sedia a rotelle, ma il forte sentimento per l’amico disperso lo spinge a ritornare in Estremo Oriente per rintracciarlo: lo ritrova a Saigon e non riesce ad impedirgli di procurarsi la mote che aveva cercato con accanimento. Discesa nell’inferno bellico e ritorno in una dimensione oscura che coniuga il vizio del gioco d’azzardo con un thanatos esasperato e spasmodico. Il Vietnam occupa la parte centrale. Opera di taglio espressionista che si dichiara apertamente contro il peggiore (e più ignobile) conflitto armato del XX secolo dopo la Seconda Guerra Mondiale, denunciandone gli enormi errori umani sulla soppressione delle principali libertà e l’impiego del militarismo come mezzo di affermazione violenta e soverchieria prepotente. Al centro rimane però il rapporto estremamente amichevole che lega i tre personaggi principali, ed è proprio quello che li aiuta a sopravvivere: il cupo e autodistruttivo uomo interpretato da Walken perde la fede nell’amicizia e quindi non gli può capitare altro che una dipartita voluta ma pur sempre atroce e ingiustificabile. Fondato per la maggioranza su due metafore (la caccia al cervo e la roulette russa), fornisce uno scorcio fulmineo e al contempo dilatato di un’esperienza sconvolgente che costringe sé stessa a radicalizzare negli animi di chi la vive una sensazione profonda di tetraggine e ombrosità incancellabile. Suggerisce inoltre che non importa quale guerra si combatta o in quale epoca: le barbarie perpetrate dagli uomini sui loro simili intaccano anche l’umanità più convinta e genuina trasformando un essere raziocinante e gentile nel più sanguinario e impietoso dei buzzurri. Penalizzato probabilmente dalla lunga durata e da una fotografia velata e nebbiosa non proprio funzionale, il film è comunque riscattato da interpretazioni favolose che arricchiscono il cinema di guerra statunitense degli anni 1970 di un gioiello indiscutibilmente impressionante ed efficace che veicola significati avvincenti ed emozioni avventurose sulla scia di una cupezza di fondo che non esclude un doloroso pessimismo cosmico. De Niro coraggioso, Walken (premiato con l’Academy Award) teatralmente lugubre, Streep sollevata. Cimino ci mette la farina del suo sacco ponendo in secondo piano l’azione più cruda e cruenta per privilegiare il dialogo antibellicista tanto nelle scene silenziose quanto nei momenti movimentati dove la crudeltà fisica e verbale esplode con la forza dirompente che solo un regista assennato e tranquillo nel dirigere sa inserire in una catena di sequenze collegate da un filo di conduttore perentorio e coerente. La natura vi gioca un ruolo fondamentale nel definire un ambiente che non favorisce per nulla la fortuna dei combattenti, portandoli anzi verso un muro irto di spine metalliche dal quale ci si può salvare solo con la volontà di sopravvivenza che viene tuttavia messa a dura prova da un insieme di circostanze beffarde e procuratrici di disgrazie. Cinque Oscar: film, regia, attore non protagonista, suono, montaggio.
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