Titolo originale | Citizen Kane |
Anno | 1941 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Orson Welles |
Attori | Everett Sloane, Paul Stewart, Joseph Cotten, Alan Ladd, Agnes Moorehead George Coulouris, Orson Welles, Ray Collins, Ruth Warrick, Dorothy Comingore, Fortunio Bonanova, Erskine Sanford, William Alland, Gus Schilling, Philip Van Zandt, Georgia Backus, Harry Shannon. |
Uscita | giovedì 10 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 1941 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,54 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 ottobre 2024
Si narra la vicenda di Charles Foster Kane, magnate dell'editoria. Il film inizia con un flash-back. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, In Italia al Box Office Quarto potere ha incassato 222 mila euro .
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Si narra la vicenda di Charles Foster Kane, magnate dell'editoria. Il film inizia con un flash-back. Kane è morto, si cerca di interpretare la sua incredibile personalità, le sue speranze e le sue azioni. L'uomo è morto pronunciando la parola "Rosebud". Un giornalista si assume l'incarico di venire a capo del mistero andando a parlare con le persone che furono più vicine al magnate. Comincia dal suo più grande amico, Leland (Cotten), che sostenne Kane fin dall'inizio, quando il grand'uomo sembrava animato da irresistibile spinta di onestà e fu da questi licenziato quando non si schierò dalla sua parte in una vicenda di scarsa importanza. Appare un assistente di Kane, che conosce alcuni fatti, appare la seconda moglie, una cantante con le virgolette, come venne definita per il suo poco talento. Kane tentò anche la via politica, ma venne fermato con un ricatto. Conobbe tutti i grandi uomini del suo tempo. Raccolse in un incredibile castello milioni di cimeli e di cianfrusaglie. Ed ecco la soluzione del mistero: "Rosebud" era il nome della piccola slitta con cui Charles giocava da bambino. Come a dire che a fronte di una vita così articolata, importante, decisiva per molti, rimane un pezzo di legno che brucia in una caldaia.
Titolo santificato dal cinema. Da molti ritenuto degno leader di una classifica ideale di film.
Fu girato nella seconda parte del 1940 quando Welles aveva appena venticinque anni. Welles fece un film allarmante, incredibilmente pensato, nei contenuti e nella tecnica. Era il trionfo del cinema per il cinema, dove niente è reale e naturale, dove le luci arrivano da fonti impossibili (celebre la sequenza delle ballerine alla festa, che vengono illuminate dal pavimento).
Il regista usò obiettivi particolari per dare significati espressivi a seconda di ciò che voleva comunicare: il soffitto a opprimere appena sopra la testa, il grandangolo che isola, piccolissimo, il soggetto. I giochi di ombre che indicano precarietà e una fine che non sarà certamente lieta.
Welles, che aveva già stupito gli americani coi suoi geniali interventi radiofonici (famoso quello dell'invasione della terra da parte dei marziani, tanto realistico da sconvolgere il paese), li stupì con un film che rappresentava l'esatto opposto del sogno americano raccontando la vicenda di un eroe che finisce male.
Welles si ispirò alla vera storia dell'editore William Hearst e introdusse per primo nel cinema la pratica, seppur popolare, freudiana, alla quale avrebbe presto attinto un grande maestro come Hitchcock. Il film esce dal quadro del suo tempo, rimane un manifesto ancora valido.
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Difficile fare i conti con quello che viene considerato il film per eccellenza. Non mi sorprende trovare persone che lo giudichino troppo caotico o non meritevole della fama che tutt'ora lo accompagna. Ma per capire ed apprezzare un film come quarto potere ( traduzione italiana che coglie solo una delle sfaccettature del film, dato che il titolo originale è Citizen Kane) bisogna anche collocarlo nel [...] Vai alla recensione »
Nel 1941 Oscar Wilde diresse il suo primo film, “quarto potere”, il cui protagonista, citizen Kane, era ispirato ad un magnate dell’editoria ambizioso e senza scrupoli , divenuto famoso agli inizi del ‘900 e allora ancora vivente. Wilde con questo film metteva alla berlina la vita dissoluta e autoritaria di un uomo che ebbe comunque il merito di portare i giornali statunitensi a tirature prima inimmaginabil [...] Vai alla recensione »
Parte male come un documentario ma è tutta scena: il bello arriva dopo e continua a salire e salire anche se cala un po' nel finale. L'unica pecca è forse la durata che, anche se non eccessiva, si sente. Per il resto chiamarlo capolavoro con il senno di poi fa un po' sorridere ma per essere un film del 1941 è assolutamente all'avanguardia e rivoluzionario per l'epoca [...] Vai alla recensione »
Film concepito, scritto , diretto ed interpretato da Orson Welles, che alla giovanissima età di 26 anni dimostrò pienamente le sue doti di autore, interprete e regista. Impresa decisamente ambiziosa, non certo priva di ostacoli ( il film venne boicottato da più parti) , liberamente ispirato alla biografia di W. hearst, con evidenti analogie, inerenti al suo vissuto, narra dell'asces [...] Vai alla recensione »
Difficile descrivere un'opera così immensa, innovativa e all'avanguardia per quei tempi. Tuttavia, comincerò col dire che si tratta di uno di quei film che ogni amante del cinema deve vedere; un film che non può fare a meno di conquistarti se hai una buona conoscenza di critica cinematografica . Orson Welles aveva solo 26 anni quando scrisse,diresse e recitò [...] Vai alla recensione »
Come ha detto qualcuno, 5 stelle non bastano. Capolavoro assoluto e uno dei film con una perfezione tecnica spaventosa,un film rivoluzionario per tecniche e quant'altro, oltretutto nel 1941 la tecnologia era quel che era! Un opera d'arte in cui la mano di Welles si vede lontano un miglio,un Welles che dimostra di non essere inferiore a nessuno nell'avere padronanza del mezzo: [...] Vai alla recensione »
Quarto Potere è una vera rivoluzione del linguaggio cinematografico. Il film girato da Orson Welles nel 1940 cambiò la storia del cinema e fece parlare mezza America. Pellicola geniale di un racconto potente, la storia della irresistibile ascesa di Charles Foster Kane, magnate della stampa e la spiegazione di una vita.
Orson Welles esordisce a soli 26 anni con la sua immensa opera Quarto Potere ( Citizen Kane). Il film inizia con inquadrature superlative, che finiscono con un primo piano del volto del protagonista Charles Foster Kane, grande magnate americano, nell'atto di pronunciare la malinconica parola "Rosabella" (Rosebud). In seguito ad un servizio di telegiornale che parlava postumo della vita [...] Vai alla recensione »
Un giornalista indaga, raccogliendo le varie testimonianze di chi l'ha conosciuto, sulle parole pronunciate in punto di morte dal re della stampa Charles Foster Kane: "Rosebud". Non riuscirà a sciogliere l'enigma. Regolarmente in testa alle classifiche sul "film più bello del cinema", il film è stato di recente "spodestato" dal primato nell'assa [...] Vai alla recensione »
Basta vederlo, sentirne le musiche, osservare le riprese che dall’alto scavano gli sguardi dei personaggi, per capire che è un capolavoro. Il titolo originale è “Citizen Kane” ma in italiano è stato tradotto con “Quarto Potere”: ciò sottolinea l’importanza che riveste il quarto potere, ossia l’influenza dei mass media sul pubblico. Orso [...] Vai alla recensione »
Quarto Potere è una vera rivoluzione del linguaggio cinematografico. Il film girato da Orson Welles nel 1940 cambiò la storia del cinema e fece parlare mezza America. Pellicola geniale di un racconto potente, la storia della irresistibile ascesa di Charles Foster Kane, magnate della stampa e la spiegazione di una vita.
Il primo lungometraggio dell'allora 25enne regista(che produce e sceneggia)è un'opera del tutto simile al suo protagonista interprete:magniloquente e tracotante,visivamente ammaliante,magnificamente superba.L'incarnazione stessa del sogno americano,dall'ascesa al decadimento come unica fine possibile.Una struttura narrativa a puzzle(emblematicamente mostrato in una scena)dove [...] Vai alla recensione »
Citizen Kane, la più grande opera d'arte cinematografica fin dall'invenzione dei Lumiere. Se un giovane americano, nato in uno sputo gelato del Wisconsin, di nome Orson, avesse deciso di ereditare la piccola fabbrica automobilistica di suo padre invece di diventare uno dei padri della storia cinematografica, oggi noi assisteremmo ad un cinema con caratteristiche forse molto diverse. Vai alla recensione »
"Susan: Non sai che vuol dire, presentarsi in scena e sentire che il pubblico non ti vuole. Charles: Quando si lotta è sempre così. Va bene, non affronterai più il pubblico. Peggio per loro!" Vi è forse qualcosa di autobiografico in questo mastodontico scambio di battute tra Kane e la moglie, e forse lo stesso regista Orson Welles aveva, in qualche caso, [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di giornalisti vuole ricostruire la vita di Charles F. Kane, magnate ereditiero dalle umili origini, ma con la passione del giornalismo, che mise in piedi un giornale di successo molto diffuso a New York e a San Francisco. La sua fama crescente lo portò a creare altri quotidiani e ad avviare alcune stazioni radio, diventando l'uomo più potente d'America.
“Rosebud” Profondo e comprensibile; paradossale e straordinario; così profondo da sollecitare partecipazione ed attenzione; da “sentire” ed “ancorare” nella propria mente. Insomma…“No perditempo! Solo per palati fini!” E’ un prodigio del cinema nato dalla mente di un regista ai suoi esordi; uno scrittore impassibil [...] Vai alla recensione »
Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto potere. Così diceva François Truffaut ed io non avrei potuto esordire altrimenti. L'approccio all'arte di Orson Welles è semplice: apprendere le regole per poi rivoluzionare tutto. Quando gira il suo primo film, crea uno spartiacque tra classico e moderno, ridefinendo [...] Vai alla recensione »
Quarto potere è, in ambito cinematografico, il corrispondente della gioconda nella pittura, della divina commedia nella letteratura, di Mozart nella musica.è semplicemente uno dei più grandi film mai realizzati. Al' epoca Quarto Potere fù una vera e propria rivoluzione cinematografica, che cambiò sicuramente il modo di fare cinema del tempo.
In Italia uscito con il nome di "Quarto potere" è la storia di un magnate che prima di morire dice una parola: "Rosebud" sulla quale indagheranno dei giornalisti. Il film dalle tinte noir e dalle forti scenografie è una danza per gli occhi. Il film è ricco di particolari e non manca di poetica. Geniale per le tecniche di ripresa e per come Wells riusciva a mettere [...] Vai alla recensione »
QUARTO POTERE (USA, 1941) Diretto da ORSON WELLES Interpretato da ORSON WELLES – JOSEPH COTTEN – DOROTHY COMINGORE – RAY COLLINS – PAUL STEWART – EVERETT SLOANE – RUTH WARRICK – WILLIAM ALLAND – GEORGE COULOURIS Muore Charles Foster Kane, magnate dell'editoria statunitense. Parte immediatamente un’indagine di giornalisti decisa a scoprire [...] Vai alla recensione »
Lodi a Welles, magnifico facitore d'immagini e grande conoscitore del linguaggio cinematografico, a soli venticinque anni. Ma il virtuosismo non basta. La storia è francamente banale e la narrazione ne risente: Welles, per renderla solida, ricorre ad un istrionismo intelligente, nel quale tuttavia prevale il mestiere, la forma, a scapito della sostanza.
Al suo esordio, Orson regala (per chi lo aprezza...) un cosiddetto capolavoro, che affascinò diverse generazioni di cineasti, tanto che Truffault afferma che senza questo film lui non sarebbe diventato regista. Bah, affermazione piuttosto forte. In sostanza il vecchio Orson ci propone la vita di Charles Kane (personaggio ispirato dalla personalità di William Randolph Hearst), magnate [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro che sfiora la perfezione il film piu bello di sempre, una pietra miliare che nonostante i suoi anni non perde la sua polpolarita e il suo prestigio. il grande Orson welles era un genio che a 26 anni realizzo un film rivoluzionario per l'epoca: cambio' il modo di fare cinema utilizzando nuove tecniche fra cui la profondita' di campo.Una storia di un uomo ricco quanto solo che mori abbandonato [...] Vai alla recensione »
il miglior film di tutti i tempi, orson welles è stato dir poco eccezionale, ha saputo creare un film emotivamente e tecnicamente perfetto per l'epoca che ancora oggi, a distanza di 70 anni riesce ancora a coinvolgere con la sua incomparabile spettacolarità, la storia della vita di un uomo tanto ricco quanto solo, è un' amara riflessione sul capitalismo nordamericano, la fotografia che per la prima [...] Vai alla recensione »
" Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto Potere" ~Francois Truffaut Quarto [...] Vai alla recensione »
bellissimo una capolavoro del cinema mondiale. orson wellws davvero mgnifico HA CREATO UN FILM IMMORTALE
sfolgorante film di orson welles il miglior film della storia del cinema e qell' enigma irrisolavibile che alla fine trova la risposta. Kane amava il denaro e se stesso, l' unica cosa che abbia mai cercato era l'amore perduto fin dalla tenera età e rosabella rappresenta appunto la sua giovinezza perduta troppo presto cresciuto senza una madre e un padre lontano da casa [...] Vai alla recensione »
La parabola di un magnate narrata con estrema veridicità, certo,ma anche una magnifica storia d'amore -seppur declinata tutta a suo modo- e, doverosamente, persino un riuscitissimo dramma psicologico di matrice freudiana -che anticipa quello che in seguito tenterà di fare anche Hitchcock (e con buoni risultati) in "Io ti salverò"- conditi da un tecnica cinematografica rivouzionaria per l'epoca e dal [...] Vai alla recensione »
Sinceramente sono rimasto deluso e credo di essere l'unica voce fuori dal coro: forse non l'ho capito ma non mi ha trasmesso nessuna emozione. Credo che me lo riguarderò sul grande schermo (di casa) per vedere se anche ad una seconda visione mi lascia indifferente. Penso che farò il record sul NON d'accordo con il mio giudizio, ma non voglio dire una cosa per l'altra.
QUARTO POTERE di Orson Welles racconta dell'ascesa e della caduta di un potentissimo magnate della stampa americana,Charles Foster Kane(un grande Orson Welles) narrati in forma di flashback per un indagine svolta da un giornalista allo scopo di svelare il mistero che si nasconde dietro l'ultima parola detta da Kane prima di morire:"Rosabella"e da questo punto viene ripercorsa la sua storia,dall'impero [...] Vai alla recensione »
Occorre un’iniziale presa d’atto. Ovvero, premesso che è considerato uno dei capolavori della cinematografia mondiale di tutti i tempi, che stilisticamente è creativo ed innovativo, che la fotografia, con la nitida risoluzione del bianco e nero, mette in risalto la tetra scenografia del castello, che Welles è già a 25 anni uno straordinario interprete, [...] Vai alla recensione »
se vogliamo denominarlo capolavoro non lo possiamo fare in 5 parole o 6 sarebbe ingrato, ci sembra possibile attraverso una più articoltata disamina degna della fama del film, descrivente la stampa e il giornalismo, tramite il top delle riflessione possibile, film del 1941 e la cui purtroppo ignoranza nel non trattare al meglio l'argomento ci sembra riscontrabile ancora adesso, nelle [...] Vai alla recensione »
Il primo film di Orson Welles è una raccolta di invenzioni tecniche, visive, narrative che portano avanti il cinema e non solo in un punto di arrivo che segna quasi la fine. Nel raccontare la storia di Kane, Welles ci mette la sua visione su come le cose stanno. Insomma, un'opera definitiva.
Da vedere pensando che è del 1941. Andiamo per gli ottanta, eppure non si avverte minimamente. Segno che ci troviamo di fronte a un lavoro che tocca corde universali.
Sraordinario il modo e la tecnica con cui è stato girato. Grande performance di Orson Welles che fa centro con il suo personaggio, mai così attuale. L'arroganza del Potere e la solitudine di un uomo che crede di comprare e ottenere tutto.
per le persone amanti del cinema e un film d vedere e rivedere. bravissimo orson welles,grande anche la sua regia
...non mi sembra un vero e proprio capolavoro. "Rosabella" è un richiamo alla femminilità mancata, senza la quale un uomo non può essere felice.
Quarto potere (Citizen Kane) di Orson Welles è stato restaurato ed è tornato nelle sale. Idea grande e bella.
Premessa. Io sono figlio del Sessantotto. Come molti ho vissuto quella stagione quando si pensava di poter cambiare le cose. Ma di cose ne abbiamo cambiate quasi nessuna. Sappiamo. Ma quella passione, quelle istanze, quelle idee, quell’entusiasmo, quell’impegno, quella bella rabbia, quegli anni della giovinezza, “comunque”, non me li toglie nessuno.
La domanda: ma cosa c’entra tutto questo con Quarto potere? C’entra. Trattasi di formazione. Di educazione alla cultura e al sentimento. Molti di noi frequentavano le sale d’essai, io ero molto assiduo. Allora venivano programmati cicli, rassegne: spettacolo, didattica, storia. La formazione che ho detto sopra. Vedevamo passare il grande cinema del mondo: l’Espressionismo tedesco, il Fronte popolare francese, la potente visione delle opere del nord, Svezia e Danimarca, il nostro realismo che dominava, la cultura sconosciuta e seducente del Giappone. E poi naturalmente la Hollywood degli anni d’oro. Gli anni di Quarto potere.
Adesso, come allora, lo rivediamo nel buio della sala. Molti definiscono quel titolo il più grande film di sempre ed è certo arbitrario esporsi in un assoluto quando si tratta di cinema, ma i segnali sono molti e forti. Uno, mi dispiace un po’ dirlo, è il sollievo che abbiamo provato in molti quando Quarto potere ha scalzato dal primo posto della classifica, che faceva, e fa ancora, testo della Sight and Sound, La corazzata Potëmkin. Senza nulla togliere al valore e al significato di quel film russo, che continua a rimanere oggetto di studio nelle scuole.
Aveva 26 anni Welles quando concluse le riprese del film, i cui contenuti li racconto nell’ultimo stralcio dell’editoriale. Orson era già famoso, aveva già espresso quel talento che gli avrebbe conferito, non impropriamente, il titolo di “genio” e che avrebbe fatto di lui uno dei più grandi artisti del Novecento. C’è un film del 1999, Rko 281: la vera storia di Quarto potere, diretto da Benjamin Ross che racconta con ottima credibilità la vicenda di quella produzione.
Da tempo Welles coltivava l’idea di fare un film ispirato a William Randolph Hearst, gran magnate dell’editoria americana. Coinvolse il produttore della Rko John Houseman e lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz. I rapporti non furono così sereni perché ciascuno nutriva le proprie ambizioni, perché ormai appariva chiaro che quel film avrebbe fatto la storia. Ma l’ostacolo maggiore era proprio il potente Hearst che, informato minuto per minuto del procedere della produzione e vedendosi coinvolto anche nel privato più intimo, cercò in tutti i modi, con denunce, persino minacce, di bloccare la lavorazione. Welles, che non era tipo da farsi intimidire, procedeva per la sua strada. Ma ci fu un momento in cui parve che Hearst potesse prevalere. Ma la fortuna, se vogliamo chiamarla così, baciò l’artista. L’editore morì.
Così Orson poté ottenere il budget necessario, che Hearst era riuscito a bloccare, e terminò l’opera. “Opera”, termine che si può completare con “d’arte generale”, vide così la luce il primo maggio del 1941 negli Usa. In Italia si dovette aspettare che passasse la guerra e il primo dopoguerra: arrivò il 25 novembre del 1948. Il film ebbe 9 nomination all’Oscar vincendo la statuetta per la sceneggiatura originale di Welles e Mankiewicz.
Il Dizionario Farinotti gli assegna ben cinque stelle, il massimo voto possibile e Morando Morandini si associa assegnando anch'egli cinque stelle a Quarto potere nella sua guida (anche qui il massimo possibile). Anche il Dizionario dei film di Paolo Mereghetti gli assegna quattro stelle, il massimo.
Torna nelle sale il 24 marzo Quarto potere. Uno dei film più citati, più venerati, più analizzati, più rispettati della storia del cinema. La storia del “cittadino Kane”, interpretato da Orson Welles, che di quel film fu anche il regista, a venticinque anni soltanto. E che si portò sulle spalle, per tutta la vita, il peso, la gloria e la condanna di quell’esordio titanico, folgorante, insuperabile.
Quando uscì Quarto potere, era il 1941. Da allora, non c’è studente di Storia del cinema che non lo abbia sezionato, analizzato, guardato al microscopio delle sue categorie critiche. Ne hanno scritto i più grandi studiosi del cinema, come André Bazin, che riservò al film di Welles un saggio memorabile. Ne hanno scritto persino grandi scrittori, come Jorge Luis Borges, instancabile creatore di labirinti e di finzioni. Borges che, sulle pagine della rivista “Sur”, non fu per niente tenero col film: “È geniale, nel senso più notturno e tedesco di questa mala parola”, scrisse il poeta argentino. Ma ne colse anche l’intimo nocciolo: “Nulla è più terrificante di un labirinto senza centro. Questo film è esattamente quel labirinto”. E Borges, di labirinti, se ne intendeva.
Ma oggi? Che cosa ne è del film, del suo mito? Che cosa trova uno spettatore, oggi, se va in sala a vedere Quarto potere? Per quarant’anni, il film di Welles è stato designato come “miglior film di tutti i tempi” nella lista compilata dalla rivista “Sight and Sound”, sulla base di un sondaggio fra i più autorevoli critici cinematografici del mondo. Dal 1962 al 2002, Quarto potere è stato il film più votato. Più di ogni altro film al mondo. Poi ha ceduto lo scettro a La donna che visse due volte di Hitchcock e, nel 2022, a Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles di Chantal Akerman. Ma resiste sul podio, in un fiammeggiante terzo posto.
Sentiamo che cosa pensano, oggi, del film alcuni colleghi italiani di Orson Welles. Al telefono, raggiungiamo Marco Tullio Giordana, il regista de La meglio gioventù, vincitore a Cannes della sezione Un certain regard. “Welles ha cambiato tutto, con quel film. C’è un prima e un dopo Quarto potere. Ha avuto il coraggio di frantumare la compattezza del racconto cinematografico, di trasformare il film in un mosaico di flashback. Ha avuto il coraggio di scegliere posizioni nuove dalle quali inquadrare. Ha mostrato uno sguardo nuovo in ogni istante. Mi chiedi se lo amo o no? Penso sia impossibile non amarlo. No, non per cercare di assomigliargli: se uno pensa anche minimamente di assomigliargli, fa bene a chiamare un’ambulanza e farsi portare al più vicino pronto soccorso”. Poi ci ripensa, solo un po’, e dice: “Però ha dato coraggio, a me come a molti altri. Ci ha fatto pensare che si può osare, che si può mettere la camera dove nessuno la metterebbe. L’amore per le inquadrature ‘fuori asse’ credo di averlo preso da lui”.
Girato a Hollywood nell’agosto-settembre-ottobre 1940, proiettato negli Stati Uniti l’anno seguente, Citizen Kane (Quarto potere, 1941) è arrivato in Francia solo sei anni dopo a causa della guerra. A Parigi, l’uscita di Citizen Kane agli inizi del luglio 1946 fu un avvenimento straordinario per gli appassionati di cinema della nostra generazione. Dopo la liberazione scoprivamo il cinema americano [...] Vai alla recensione »
Come va guardato un film simile? Quarto potere è un corpo da dissezionare, come fossimo nella sala operatoria/cinematografica di The Knick, portando in superficie organi che aiutino la ricerca e il progresso scientifico. La profondità di campo, i grandangoli, i plongée e i contre-plongée, sono il cuore, i reni, i polmoni di questo corpo che ci è stato offerto, operato dai chirurghi più precisi, da [...] Vai alla recensione »
Straordinaria carriera di Charles Foster Kane, erede di una colossale fortuna, creatore della moderna stampa scandalistica, candidato politico battuto; infine, assurdo marito di una falsa cantante, per il cui successo spende un patrimonio, senza ottenere lo scopo. Ritiratosi nel favoloso castello di Xanadu, in mezzo a opere d’arte acquistate in tutta Europa, muore solo, pronunciando una parola di cui [...] Vai alla recensione »
1. Sono note, e ribadite nel tempo, le simpatie di Welles per la tradizione "democratica" americana e i suoi rappresentanti più prestigiosi: «A me piaceva Adlai Stevenson, uri gentiluomo intelligente ed educatissimo: per un democratico vecchio stampo come me, alla Roosevelt del New Deal, era il candidato più logico. Ma ho scommesso sempre su Kennedy: è il giovanotto duro e pragmatista di cui abbiamo [...] Vai alla recensione »