Film concepito e costruito per essere definitivo, come memoria, opera d'arte e documento. Recensione di Pino Farinotti, legge Barbara Petti.
di A cura della redazione
Tratto dal libro di Thomas Keneally, è la vera storia di Oskar Schindler, industriale tedesco che nel 1938 capisce che è bene legarsi ai comandanti militari. Quando gli ebrei sono relegati nel ghetto di Cracovia, Schindler riesce a farsene assegnare alcune centinaia come operai in una fabbrica di pentole. All'inizio sembra sfruttarli, in realtà li salva. Di fronte alla persecuzione, trasformerà quella prima iniziativa in una vera missione, fino a comprare letteralmente le vite di quasi milleduecento ebrei.
La qualità cinematografica è altissima, l'impressione in chi vede il film è profonda; molto studiata è la mediazione fra il cuore e il pensiero. Il regista ha usato il bianco e nero ispirandosi ai documentari dell'epoca nelle sequenze corali e alle immagini espressioniste nelle scene private.
Un film concepito per essere definitivo, come memoria, opera d'arte e documento.
In occasione dei 25 anni del film, Schindler's List sarà al cinema dal 24 al 27 gennaio. Barbara Petti legge la recensione di Pino Farinotti.