Il capolavoro assoluto di Stanley Kubrick. Un'opera grandiosa sul tempo, nel tempo. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Lorenzo Frediani.
di A cura della redazione
Alle origini dell'uomo, un monolito compare sulla Terra e attiva l'intelligenza dei primati. 2001. Sulla Luna un monolito lancia un segnale verso il pianeta Giove. Diciotto mesi dopo cinque uomini e il computer di nuova generazione HAL 9000 si dirigono verso il pianeta. L'infallibile computer segnala un guasto ma non risultano anomalie e gli astronauti, arresisi al fatto che HAL ha sbagliato, decidono di disattivarlo.
Kubrick sviluppa il suo discorso a partire da un racconto di Clarke: ciò che nel testo è precisa descrizione, nel film diventa suggestione.
A partire da una colonna sonora che ha fatto epoca, 2001 (guarda la video recensione) è un capolavoro assoluto della storia del cinema, e rappresenta una delle riflessioni più articolate sul rapporto civiltà/tecnologia nonché sul destino dell'umanità. In occasione dei 50 anni del capolavoro di Kubrick, di nuovo in sala in versione restaurata in 70mm il 4 e 5 giugno, Lorenzo Frediani interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.